SECRET [αcatalepsy SERIES]

Por bbyunni_e

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❁ཻུ۪۪A PARK JISUNG FANFICTION❁ཻུ۪۪ ❝tu lo sapevi, non è vero?!❞ ❝secondo te sapevo che un ragazzino innamorat... Mais

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Por bbyunni_e

CAPITOLO VENTISEI
«Hai perso, Miso»

"Sei già stata dalla ginecologa a fare qualche visita?" domandò il moro, mentre portava le bacchette alla bocca, degustando il sapore di pesce. I due ragazzi erano, come promesso da Jaemin, in un ristorante di pesce.

L'idol era già stato fermato diverse volte per autografi e foto varie e, finalmente, avevano avuto il tempo per mangiare tranquillamente.

"Se ti riferisci al se è sicuro che sono incinta, allora sì, ormai è confermato, ho fatto molti test. Se invece parli di un'ecografia, allora no. Ancora no almeno. Avrei la prima programmata appena torno in Sud Corea" spiegò in modo esaustivo.

Poi prese una pausa per pulirsi la bocca con un tovagliolo. "Vorresti venire?" domandò. Gli occhi del maggiore si illuminarono improvvisamente. "Ti prego, sì!" esclamò emozionato. "Ho sempre desiderato avere un fratello o una sorella minore, sarebbe fantastico accompagnarti e vederlo... o vederla, insomma"

Lei rise genuinamente. "Ancora è presto per dirlo" disse, accarezzando il suo ventre con un minimo accenno di rilievo.

"Hai già deciso il nome?" domandò. Jaemin era quasi più emozionato di lei, era estremamente curioso. "Temo che dovrò deciderlo con Jisung, ancora è presto per dire anche solo se sopravvivrà al prossimo mese" spiegò con un po' di ansia.

"Ehi, non essere negativa, pensa sempre positivo!" esultò lui, accarezzandole la mano, facendola sorridere nuovamente: era proprio il suo migliore amico.

"Quindi?" chiese poi. Lei inarcò un sopracciglio, non capendo il senso della domanda. "Un paio di nomi come idee ce li avrai in mente!"

Miso rise, poi annuì. "Ho sempre amato Gahyeon per una femminuccia ed Eunji per un maschietto" sorrise timidamente. "Wow, sono sicuro che anche Jisung li amerà" disse, sinceramente, continuando a mangiare.

"Tu e Jeno?" domandò lei improvvisamente, facendogli andare di traverso il cibo. "P-Parli di bambini?" chiese, scioccato.

"Da quanto state insieme?" chiese curiosa. Avevano parlato molto di lei e di Jisung, era ora di cambiare coppia. "Da prima del debutto, circa sei anni. Nessuno dello staff o il capo lo sa, solo il dormitorio"

La ragazza rimase a bocca aperta. "S-Sei anni?!" esclamò, contenendo il volume della voce. "Cavolo, Jaemin, non me lo sarei mai aspettata" sorrise.

Le sue guance si colorarono di rosso anche se lui cercò di nascondere la sua timidezza. "Sei anni sono tanti, non avete mai pensato di lasciare il dormitorio ed andare a vivere insieme, insomma, mettere su famiglia..." propose.

Lui però forzò un altro sorriso: Miso se ne accorte e fu dispiaciuta di aver toccato un punto delicato delle sue emozioni. "Nel dormitorio stiamo bene, ma..." disse deglutendo la saliva. "Abbiamo già provato a fare domanda per l'adozione"

Lei non sapeva se esserne felice o meno visto che gli occhi dell'amico si fecero improvvisamente lucidi. "Sai, la vita da idol non è tutta rose e fiori come si crede" cominciò, portando lo sguardo altrove, incapace di reggere gli occhi della ragazza.

"E' un lavoro fantastico, non dico il contrario, ma ha molti difetti. Né io né Jeno siamo così coraggiosi come tuo fratello e suo marito che hanno avuto il coraggio di dichiararsi omosessuali sposati a tutta la nazione..."

"In fondo, non è neanche questo il problema principale" scosse la testa, cercando di formare un discorso sensato. "Io e Jeno abbiamo già provato a fare la domanda per l'adozione, solo che siamo stati rifiutati. Il giudice ci disse che per il lavoro che facevamo non avremmo avuto abbastanza attenzione o tempo da dedicare ad un bambino"

"E lo accetto, aveva ragione" continuò anche se ferito. "Come posso crescere un figlio se passo diciotto ore su ventiquattro nelle stanze da ballo, o in tour o a promuovere il comeback, è infattibile. Questo è il principale lato negativo del mio lavoro" sospirò.

Quello fu il turno della ragazza a consolarlo. "Sono sicura che saresti un perfetto babysitter per il mio futuro figlio, non ho dubbi Jaemin" sussurrò con occhi lucidi. "Sono anche certa che prima o poi tu e Jeno riuscirete a realizzare i vostri sogni, da tempo al tempo"

Entrambi si sorrisero a vicenda, prima di chiudere quell'argomento così toccante.

La due settimane dopo Miso si trovava in tribunale: quello era il primo processo. Era tesa come una corda di violino. Mai aveva affrontato un evento così formale in un aula così grande e piena di persone.

Il caso rappresentava un'accusa di omicidio e violenza su un uomo della stessa età del suo cliente, il figlio del sergente. Al banco dei testimoni vi era una delle cosiddette sopravvissute. Toccava a Miso parlare.

"Avvocato Park vuole controbattere?" domandò l'anziano uomo, seduto al grande tavolo, colui che impugnava il martello del verdetto. "Si, vostro onore" disse ad alta voce, alzandosi ed avvicinandosi alla donna.

Si sistemò la gonna attillata, poi si incamminò. "Signorina Sae, sono addolorata per ciò che le è capitato, ma temo che lei stia scambiando il mio cliente per il suo vero stupratore, sbaglio?" domandò.

La donna deglutì le lacrime, poi scosse freneticamente la testa. "N-No, è lui, lo riconoscerei fra mille altri volti simili" balbettò, la voce incrinata dal pianto. Miso pensò che non dovesse essere stato facile per lei testimoniare. Tuttavia, lei doveva solo fare il suo lavoro e chiudere il caso.

"Fra mille, ma forse non fra milioni, signorina" l'avvocato la corresse. "Vorrei presentare alla corte il reperto numero tredici, il visto per lavoratori consegnato dalla stessa signorina Sae"

Quando il giudice annuì, Miso consegnò il foglio alla donna, poi si appoggiò al banco in legno. "Prego lo legga" la incitò. La donna sembrò riluttante, quasi cedette, ma alla fine non parlò. "Perché non lo legge, signorina?" domandò. La donna abbassò il capo, poi strinse la mascella.

"I-Io non voglio farlo" mormorò. "Non fa nulla, lo leggerò io per lei" sorrise, soddisfatta, riprendendosi il foglio. "Come citato nel visto, la signorina Sae afferma di essere cittadina cinese, trasferitasi qua per il lavoro" spiegò, riassumendo il lungo testo.

"Il reperto quattordici presenta delle ricevute dell'ospedale privato di Pyeongyang, dove il dottor Kim, famosissimo chirurgo plastico, cita di aver operato la signorina Lee agli occhi, riducendo la loro grandezza fino a quella attuale dalla forma tipica asiatica a mandorla" cominciò.

"Se questo non dovesse bastare alla corte per il verdetto-" improvvisamente le sue parole vennero interrotte dall'avvocato dell'accusa. "Obiezione, vostro onore!"

"Avvocato Park, si attenga al presente, il verdetto sarà solo al prossimo processo" disse monotono. Miso annuì, capendo lo sbaglio, procedendo.

"Come dicevo, se questo non dovesse bastare alla corte, il reperto quindici illustra come la signorina Sae ha deciso di cambiare nome e cognome, da Cartier Analise, a Sae Sooyoung" spiegò, accentuando l'originalità francese della donna.

"Infine, il reperto sedici mostra come il visto della signorina Sae sia scaduto da più di due anni, poiché disoccupata. Lei sa che, adesso, aver mentito allo stato nord coreano è il minimo rispetto al suo alloggio illegale su questo suolo?" domandò, rivolgendosi direttamente alla donna francese.

"La testimone è inattendibile, vostro onore, ha mentito allo stato ed è sul suolo nord coreano illegalmente. Non metto in dubbio che sia stata violentata, ma sicuramente il mio cliente non è colui che questa donna crede che sia" concluse.

"Obiezione, questo è un processo penale, la validità o l'invalidità di un visto riguarda il diritto civile, non è attinente al caso, è fuori dalla nostra giurisdizione!" esclamò l'altro avvocato.

"Rifiutata!" gridò il giudice. "Avvocato Ahn, la sua testimone non è attendibile, poiché ha mentito allo stato" spiegò, facendo sbuffare l'altro uomo.

"Proceda pure, avvocato Park" disse, girandosi verso la giovane donna. "Ho terminato, vostro onore" esclamò, tornando al suo posto. "Mettete sotto custodia la signorina Sae Sooyoung fino al processo civile fra un mese. Elencatele i suoi diritti" ordinò l'uomo, battendo il martello sul legno.

Due guardie si avvicinarono alla donna e fecero quanto ordinato mentre la scortavano fuori dal tribunale.

Miso stava posando tutti i fogli e le cartelle utilizzate nella sua grande borsa, quando l'avvocato Ahn parlò improvvisamente. "Vostro onore, avrei un testimone, un complice da portare al banco. Il suo nome è Jun Sejong, il complice dell'accusato-" parlò, facendole sgranare gli occhi.

"E' tardi avvocato Ahn, la seduta riprenderà fra quindici giorni, data del verdetto finale" spiegò l'anziano uomo che, anche lui, si sistemava. Miso era impreparata, sentì le gambe tremarle. Fece un sospiro profondo: tutto quello stress non faceva bene al feto.

"Avvocato Park, sta bene?" domandò il giudice, vedendo le condizioni quasi instabili della donna. "Si, vostro onore" rispose convita, mentre si ricomponeva. "Posso avvicinarmi?" domandò, quindi, quando l'uomo fece segno, entrambi i legali approcciarono l'alto banco dove il giudice si trovava.

"Vostro onore, l'avvocato Ahn non ha specificato questo nome nella lista dei testimoni" spiegò lei, perplessa. "Il signor Jun ha appena completato un patteggiamento che ridurrà la sua pena in concorso in omicidio al costo di testimoniare contro il signor Lee. Mi è stato tutto riferito qualche attimo fa"

Il giudice sembrò convinto dalla versione dell'uomo, quindi si rivolse direttamente alla ragazza. "Avvocato Park, ha quindici giorni di tempo sono certo che riuscirà ad organizzarsi" sorrise.

A quel punto lei non poté più obiettare, quindi i due legali si diressero verso i propri posti. Quando il giudice annunciò la fine della seduta, la stanza si svuotò.

"Sei stata brava, Miso, sono certo che ce la farai in due settimane, sei fantastica!" la incoraggiò Jaemin, mentre si dirigevano verso l'uscita, pronti per andare a pranzare.

La ragazza fu improvvisamente spinta via da una forte spallata e, quando vide il mittente di quel gesto, capì che era stato intenzionale. L'avvocato Ahn le regalò uno di quei suoi ghigni luridi, vanitosi, superiori, prima di parlare.

"Hai perso, Miso" sussurrò, facendole stringere i pugni, mentre lo guardava allontanarsi.

Capitolo piuttosto lungo, come vi è sembrato??

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