"Io...Voglio essere un Hero!"...

By jinchurems

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Miyuki Kaminaze sa di voler essere un Hero ma, sa anche che diventarlo, per lei, non sarà così semplice. Fig... More

L'inizio della fine.
Domande
1-A
Dimostrazioni
Sorprese
6.30 a.m.
Bakugou contro Bakugou
Mezze verità
Legami
Inquietudine
Cicatrici
Oscurità
Rivelazioni
?
Confusione
Amici
"Nessuno morirà oggi."
Vigilia di Natale
Natale
Strane sensazioni
Fine delle vacanze
Primo giorno di tirocinio
Pelle
Aperture
Una domenica da dimenticare
"Katsuki..."
Febbre
Cambiamenti
Bollore
Gelosia
Perdita
Pioggia
Calamite
Giochi
Cioccolato e Peperoncino
Gossip
San Valentino
Tutta la verità
Il giorno dell'incidente
"Più in la'."
Papà
Kirishima
Sconfitta
Ritiro nei boschi - Parte I
Ritiro nei boschi - Parte II
Libertà
Imbarazzo
Die with a smile
Sentimenti
Amore
Profumo

Hatsumici

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By jinchurems


Il rumore delle suole delle scarpe nere laccate che stava indossando il ragazzo, accompagnato da quello delle catenelle che aveva attaccato ai passanti della cintura del suo pantalone, che sbattevano tra di loro ad ogni suo passo, riecheggiavano nel lungo corridoio vuoto mentre lui avanzava spedito.

Con entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni e un'espressione seria in volto, ad ogni dieci passi si fermava a e si guardava alle spalle come se volesse accertarsi che nessuno lo stesse seguendo e come se volesse scacciare via quella sensazione di inquietudine che l'aveva pervaso da quella mattina.

"Shoici" chiamò rapido a bassa voce per poi continuare ad avanzare verso l'altro ragazzo girandosi di tanto in tanto con lo sguardo "Shoici!" lo chiamò di nuovo sempre a bassa voce tirandolo per la manica della camicia bianca che stava indossando.
L'altro si girò e sgranando gli occhi lo guardo fisso "Non qui." asserì poi a denti stretti per continuare a proseguire seguito dall'altro che deglutendo rumorosamente, cercava di mantenere la calma.

Svoltato l'angolo prima di lui, l'altro ragazzo lo aspettò e come lo vide spuntare, lo prese per la camicia nera e lo trascinò dentro uno stanzino buio.

"Devi smetterla di comportarti così" la voce di Shoici era molto seria "prima o poi ci farai scoprire."
Hatsumici deglutì rumorosamente mentre sentiva chiuderglisi l'epiglottide "Hai ricordato dell'altro?"
Lui annuì "Io non voglio più farlo" prese a torturarsi le dita con mani tremanti; Shoici lo guardò pensieroso "Non possiamo fare altrimenti." gli fece cenno di rimanere in silenzio poiché da fuori la porta si iniziarono a sentire altri passi avvicinarsi.
Non appena se ne furono andati, Hatsumici fece un respiro profondo "E se non siamo solo noi a ricordare delle cose? - si spostò nervosamente all'indietro alcuni dei ciuffi che gli cadevano sugli occhi – Da quando Miyuki ha fatto saltare tutto in aria, mi sembra di star impazzendo." Shoici gli fece cenno di abbassare la voce "E se non siamo solo noi due a vedere queste cose?!"

Shoici "Non dovremmo parlarne – si guardò attorno mentre continuava ad abbassare il tono della voce – non possiamo sapere se ci stia ascoltando."

Sgattaiolati fuori di lì uno alla volta per non dare nell'occhio, i due ripresero a camminare verso il punto in cui gli era stato detto loro di dirigersi e verso dove stavano andando anche prima di avere quella breve conversazione privata.

Con le mani ancora tremanti e il respiro che si faceva sempre più difficile, Hatsumici entrò nella sala di Obscurium dove, in piedi davanti a lui, c'erano i suoi altri colleghi.
Calando la testa in segno di rispetto quando fu passato davanti ai due omoni che sorvegliavano la porta, avanzò verso quello che era il suo posto, di fronte la sedia del capo, e cercando di apparire il più normale possibile, lo guardò dritto negli occhi.

Seduto sulla sua poltrona, con solo le ginocchia e le scarpe che fuoriuscivano dal buio della sua posizione, Obscurium portò la mano destra, caratterizzata da un grande anello argento sul medio, sul bracciolo della sua poltrona e prendendo a tamburellare lentamente le dita, si schiarì la voce.

"Oggi è il giorno." Hatsumici spostò velocemente lo sguardo verso Shoici che stava in piedi a due uomini di distanza e che, come lui, cercava di sembrare il più disinteressato possibile.
"Grazie alle altre osservazioni di Kenzo sappiamo esattamente dove sarà Miyuki e, se saremo accorti, il nostro piano non potrà fallire."
Hatsumici fece un respiro profondo nonostante i suoi polmoni tremassero per il nervosismo "Avete qualche dubbio sul piano?"
Tutti e dieci gli uomini rimasero impassibili, nessuno mosse un muscolo o si degnò di rispondere e dopo qualche istante, la mano che Obscurium aveva lasciato intravedere, svanì nell'ombra.

"Kenzo – asserì poi – Hatsumici" il ragazzo cercò di non tradirsi "voi sarete essenziali oggi." nonostante non riuscisse a vederlo, sapeva che Obscurium lo stava guardando dritto negli occhi.
"La riuscita del piano dipende unicamente da voi. Confido che non fallirete."

Uscito da quella sala come un automa, Hatsumici camminò con la stessa velocità robotica degli altri e quando si fu allontanato abbastanza, aumentò il passo e con ogni parte del suo corpo che tremava, si diresse verso quella che era la camera di Miyuki e vi si infilò dentro chiudendo la porta.

Con le spalle poggiate contro la superficie di legno, Hatsumici prese a respirare faticosamente mentre ogni nervo che aveva in corpo, si tendeva come la corda di un violino.
"Hatsumici" la voce di Shoici lo fece sobbalzare "apri questa cazzo di porta" e girandosi velocemente, aprì la porta e lo lasciò entrare per poi indietreggiare fino al letto e sedervicisi sopra.
"Devi darti una calmata" lo canzonò sempre a denti stretti "se ci scoprono siamo fottuti."
Hatsumici si mise le mani tra i capelli "Non posso farlo" ripeté più volte a bassa voce "La ucciderà!" guardò l'altro con sguardo terrorizzato.

Il volto di Shoici illuminato dalla poca luce che entrava dalla piccolissima finestra che stava sul tetto di quella stanza parve rilassarsi leggermente "Hatsumici – l'altro iniziò a respirare rumorosamente – se la caverà okay?"
"Come?!" domandò l'altro a denti stretti "Come pensi che possa cavarsela? Hai sentito qual è il piano!" aprì le braccia esasperato.
Shoici si passò una mano tra i capelli e fece un respiro profondo "Se l'è sempre cavata – anche le sue mani adesso iniziavano a tremare – è riuscita a rialzarsi anche dopo che l'abbiamo colpita." ripensò a quando si era ricordato di essersi materializzato dov'era lei, durante una prova scolastica, per colpirla senza pietà – era stato difficile rendersi conto di aver fatto una cosa del genere, soprattutto perché, lui non aveva idea di averlo fatto, almeno fino a qualche tempo prima.

Sì, perché, da quando Miyuki era scappata facendo saltare tutto in aria, lui e Hatsumici, e forse qualcun altro che però aveva troppa paura per parlarne, avevano iniziato ad avere come dei bug nel cervello.
Era come se qualcuno avesse staccato loro la spina per anni e continuasse a farlo anche in quel momento, solo che, da quel giorno, ogni tanto capitava che dei ricordi di azioni che loro non sapevano o non ricordavano di aver fatto, riaffioravano nella loro mente.

"E' stato orribile – asserì Hatsumici abbassando la testa – doverle scrivere quella cosa sulla pancia" strinse le sue mani "dover essere anche io parte di quella sua agonia." si strinse le tempie mentre i suoi occhi prendevano a riempirsi di lacrime.
Shoici chiuse gli occhi, anche per lui rivedere ciò che era successo non era stato particolarmente semplice "Non possiamo tirarci indietro lo capisci?!" asserì poi mentre anche i suoi occhi iniziavano a pizzicare; Hatsumici alzò la testa "Miyuki è forte – inspirò rumorosamente – ce la farà." ma nel suo tono di voce, un pizzico di paura lo tradì.

Più tardi quel pomeriggio, Hatsumici finì in ginocchio davanti al water e vomitò dentro tutto ciò che lo stava uccidendo.
Tiratosi su poi e datasi una sciacquata al volto, si guardò allo specchio stringendo con forza i bordi del lavandino e quando si sentì pronto, anche se non lo era per niente, uscì dalla sua stanza e si diresse al piano di sotto dove Obscurium, Kenzo e alcuni altri uomini, lo stavano aspettando.

"E' tutto pronto?" fece Obscurium con sguardo vitreo; Kenzo annuì "Pare che Aizawa stia andando da lei per parlare, gliel'ho sentito dire mentre mi aggiravo per gli specchi della scuola. Io e Hatsumici avremo un po' di tempo in più e se lei dovesse rimanere da sola, sarà ancora più semplice." e facendo un inchino si avviò verso un enorme specchio che stava appeso sulla parete di fronte alla seduta di Obscurium e facendo segno ad Hatsumici di precederlo, il ragazzo attraversò la superficie riflettente.

Arrivati dietro lo specchio che stava appeso nell'ingresso del dormitorio dei ragazzi, Hatsumici vide Miyuki parlare con Aizawa e spinto da Kenzo, attivò il suo quirk d'invisibilità e passò oltre avanzando verso la figura di lei che salutava il professore e si preparava per seguirlo.
"Hai dimenticato qualcosa al piano di sopra" le bisbigliò all'orecchio e guardandola negli occhi quando lei si girò verso le scale, Hatsumici si sentì morire per ciò che stava facendo e per come sarebbe finita quella giornata.

Non poteva credere che lui sarebbe stato uno delle cause che avrebbero portato alla sua morte.
Da quando era arrivato a casa sua, Hatsumici aveva subito stretto un bellissimo legame con lei perché essendo stato l'unico a sopravvivere all'incidente che gli aveva portato via i genitori e la sorellina, aveva rivisto in Miyuki lo stesso sguardo di quest'ultima e aveva inevitabilmente finito per trovarsi a proteggerla ogni volta che suo padre o qualcun altro finivano per farle del male anche se, nonostante ce la mettesse tutta, lei finiva comunque con il venir marchiata e lasciata morente sul pavimento.

Era stato lui a trovarla dopo che suo padre le aveva inferto la ferita da fulmine.
Quel giorno aveva cercato di convincere Obscurium a non farle del male ma lui lo aveva fatto portare via da altri due uomini e quando finalmente lo avevano lasciato andare, non aveva esitato un istante nel tornare nella sala dove Obscurium era solito punire Miyuki.
Vedendola in quello stato, aveva davvero pensato che quella volta non ce l'avrebbe fatta e quando arrivò nell'ambulatorio di Shiba, con le mani tremanti e il sangue di lei che gli macchiava i vestiti, lo aveva pregato tra le lacrime di fare il possibile per salvarla.
E adesso invece, poggiato di schiena contro la porta del bagno mentre dall'altro lato, grattando con le unghie Miyuki cercava di scappare in preda al terrore, sarebbe stato proprio lui la causa della sua morte.

Non sentendola più grattare, Hatsumici che aveva fermato il suo quirk dato che nessuno lo avrebbe visto, lo riattivò e aprì la porta notando immediatamente, metà della figura di Miyuki che aggrappata con le scarpe al lavandino, cercava di tirarsi fuori dallo specchio.
"Perdonami." pensò lui alzandole i piedi e spingendola dentro per poi seguirla nel buio di quella dimensione.

Una volta dentro, Hatsumici si sentì annullare. Rimase immobile mentre lei si rimetteva in piedi ed era come se le sue orecchie fossero sott'acqua perché non riusciva a non sentire nulla di ciò che stavano dicendo.
Poi, come se qualcuno gli avesse spento di nuovo il cervello, Hatsumici afferrò Miyuki e le tirò una ginocchiata che la fece finire a terra e che lo fece riprendere facendogli rendere conto di ciò che aveva appena fatto.

Quando Kenzo l'ebbe fatta arrivare davanti a suo padre, lanciandola oltre l'enorme specchio da cui erano passati poco tempo prima, Hatsumici rimase immobile lì dentro per qualche altro minuto.
Non era giusto.
Perché faceva quelle cose? Perché non riusciva ad impedire che controllassero la sua mente?
Non voleva continuare, non voleva che finisse in quel modo ma, da solo, non sarebbe riuscito ad impedirlo.

Attraversato lo specchio anche lui, Hatsumici arrivò giusto in tempo per assistere ad uno dei primi accanimenti di Obscurium su sua figlia.
Come aveva sempre fatto in passato, ogni volta che lui la riduceva a pezzi, Shiba si chinava su di lei e la curava ma, anche lui, come tutti quanti in quel posto, era come se non fosse più sé stesso.
Guardandolo negli occhi quando si rialzò per tornare al suo posto, Hatsumici pregò che l'uomo gli desse un segno, che gli facesse capire che anche lui aveva iniziato a rendersi conto del fatto che qualcuno stesse giocando con la sua testa ma come per tutti gli altri, Shiba lo guardò senza vederlo davvero.

Dopo l'ennesima volta che Shiba l'ebbe curata, aprendo da dietro le sue spalle comparve Kenzo.
"Obscurium, signore, i soggetti sono esattamente nel punto stabilito. Direi che possiamo iniziare." e con il cuore che gli esplodeva nel petto, Hatsumici si girò verso di lui.
Aveva voglia di buttarsi sulla ragazza e di rendere anche lei invisibile così da poter fuggire da quel posto ma sapeva che se ci avesse provato, Obscurium l'avrebbe fermato immediatamente e sarebbe finito per ucciderli entrambi.
Qualche istante dopo, dietro Kenzo apparve Shoici insieme ad altri tre uomini.

Quando gli passò accanto, Shoici, che come lui aveva lo sguardo distrutto, abbassò lo sguardo e si diresse verso il corpo di Miyuki per prenderla e portarla via dopo che Obscurium ebbe ordinato loro di spogliarla.

Appesa per i polsi e per i piedi ad un palo, Hatsumici vide Miyuki ormai priva di forze che cercava di continuare a respirare.
Vedeva e sentiva il dolore che stava provando, lo aveva compreso per anni e l'idea di aver contribuito a quello, quando la volta in cui le aveva fatto i buchi alle orecchie e l'aveva vista un po' sofferente, se n'era pentito per giorni, era sicuro che lo avrebbe tormentato per il resto della sua vita.

Passati almeno dieci minuti da quando Shoici aveva aperto il passaggio per permettere ad Obscurium di iniziare con il suo piano, da quello ricomparve la sua mano che, con le dita tese verso la figlia, indicava a chi la stava sorvegliando di liberarla dalle funi che le erano state strette sotto i bracciali e le cavigliere anti-quirk.
Essendo lui uno di quelli a doverlo fare, con le mani che tremavano da quella mattina, Hatsumici la liberò da quelle ai polsi e la vide trascinare fuori da suo padre.

Continuando a parlare tenendo sua figlia per i capelli, Obscurium trionfante era sicuro che il gesto che stava per compiere avrebbe messo fine all'insolenza che Miyuki aveva mostrato lui.
L'aveva cresciuta e formata per anni per far sì che potesse diventare uno dei villain più pericolosi e temuti e lei, aveva avuto l'audacia di tradirlo e di asserire di voler essere un Hero.
Avrebbe messo un punto a quella storia perché Obscurium non poteva permettersi di essere messo al tappeto da una ragazzina di quindici anni, nonostante fosse così forte proprio a causa sua.
Avrebbe fatto vedere al mondo chi era, cosa aveva fatto nella sua breve vita e avrebbe fatto vedere a tutti che con lui, non si scherzava.

Finito il suo discorso, Obscurium alzò il braccio e lanciò oltre la balaustra la ragazza che, con le ultime energie rimaste, lo guardava con le lacrime agli occhi prima di sparire verso il basso tirata dalla gravità.
Dietro di lui, con i pugni serrati, Shoici e Hatsumici pensarono fosse finita.

Avvicinandosi alla balaustra per guardare e compiacersi di cosa aveva appena fatto e del terrore che aveva instillato negli occhi di tutta la gente sottostante, Obscurium ne afferrò il bordo e la guardò cadere inesorabilmente verso l'asfalto.

Rimase con gli occhi fissi su di lei mentre un ghigno vittorioso iniziava a formarglisi sul viso.
Adesso che All Might era finito e che anche Miyuki non sarebbe più stata un problema, Obscurium sarebbe sorto sulla città e avrebbe stretto tutti nel palmo della sua mano.
Niente e nessuno avrebbero potuto rovinare il suo piano. Nessuno lo avrebbe sfidato quella sera andandola a salvare e così, lui avrebbe potuto dare origine al suo impero del terrore dove gli Hero avrebbero solo potuto soccombere.

Tuttavia però, mentre Obscurium continuava a tenere gli occhi su Miyuki, per una frazione di secondo, proprio come era successo sia ad Hatsumici che a Shoici, Ryosei si rese conto di ciò che aveva appena fatto.
Stringendo ancora più forte la ringhiera, si allontanò quando Miyuki fu a pochi metri da terra e voltando le spalle, ordinò a tutti di ritornare al quartier generale sperando, in una delle parti più remote del suo cervello, che qualcuno la salvasse.

Vistolo rientrare insieme agli altri, Hatsumici pensò che era finita.
Obscurium aveva ucciso sua figlia e lui aveva contribuito.
Rimasto solo in quella stanza con Shoici, i due aspettarono che tutti fossero usciti e quando l'ebbero fatto, Hatsumici si lasciò cadere a terra accanto al palo dove fino a poco prima era stata legata la sua sorellina.

Passati un po' di giorni da quell'evento e con la convinzione che ormai Miyuki fosse morta, Shoici e Hatsumici si preparavano al peggio.
Obscurium non avrebbe più avuto nessuno ad ostacolarlo perché oltre a lei, solo All Might era riuscito a metterlo in difficoltà ma, anche lui, ne era uscito parecchio devastato.
Essendo scomparsi entrambi quindi, dato che quest'ultimo aveva ammesso di non poter più essere l'Hero numero uno, Obscurium avrebbe avuto la strada spianata.

Un giorno però, dopo essere rimasto chiuso nelle sue stanze da quando era accaduto il fatto, Obscurium li chiamò tutti nella sua sala e quando entrarono, attorno a lui aleggiava un aria pesantissima e colma d'ira.
"Miyuki è viva." il suo tono di voce glaciale scuoté le membra di tutti loro; Shoici e Hatsumici si scambiarono un'occhiata veloce "Qualcuno l'ha salvata."

Con il cuore che aveva iniziato a pompargli in gola, Hatsumici sperò che la sua felicità a riguardo non venisse fuori "Voglio sapere chi è."

E così, sfruttando l'occasione, Hatsumici si era offerto di andare lui a spiare la ragazza per capire chi l'avesse salvata e gli ci volle un bel po' prima di scoprirlo.

Era una sera del quattordici Gennaio e lui stava guardando da dietro lo specchio da cui era entrato lì tempo prima, Miyuki e un ragazzo a lui familiare, che seriamente e attorniati da una strana pesantezza, si guardavano negli occhi come se tra loro ci fosse un muro.
Poi, mentre lei faceva per risalire nella sua stanza lui parlò ancora "Sono stato io a salvarti!" e in quel momento, Hatsumici sperò che nessuno, oltre lui, l'avesse sentito.

Uscito da quella dimensione, Hatsumici si massaggiò le tempie a causa della stanchezza data dal troppo tempo passato ad osservare mentre, come ogni dopo averla rivista, il suo cuore si faceva meno pesante.
"Hai scoperto nulla?" fece Kenzo con voce piatta che, da dentro la sala di Obscurium lo aspettava.
Hatsumici fece di no con la testa "Niente. - inspirò cercando di sembrare il più avvilito possibile – Comincio a pensare che a salvarla non sia stato nessuno dei suoi amici."

Essendo lui l'unico ad entrare e ad uscire dalla Yuei poiché il solo ad avere un quirk che gli garantisse la completa invisibilità, nessuno si poteva permettere di sospettare che lui non stesse dicendo la verità, soprattutto perché, non aveva mai mentito.
Convinti che quando lui entrasse, attraversasse ogni specchio per poterla pedinare, Hatsumici invece passava tutto il tempo con il suo quirk attivo in quella dimensione, per evitare che se qualcuno entrasse, si accorgesse che in realtà non stesse facendo nulla.
Da quando aveva iniziato, era rimasto seduto sempre e solo dietro il solito specchio che dava sul soggiorno di quel dormitorio.

L'aveva vista ridere e scherzare con suoi amici, l'aveva vista studiare, l'aveva vista stanca e l'aveva vista anche piangere e nonostante gli sarebbe piaciuto andare da lei per sapere come stesse, sapeva che semmai l'avrebbe fatto, lei non sarebbe stata poi così felice di vederlo.
Lui invece lo era.
Sapere che fosse viva, che stesse bene, che per la prima volta avesse degli amici e che potesse vivere come una normale ragazzina di quindici anni gli scaldava il cuore perché era ciò che aveva sempre voluto per lei.

L'aveva vista anche varie settimane dopo, insieme ad un suo altro compagno, intenta nel cucinare una torta, cosa che aveva sempre fatto lui per lei, e l'aveva vista avvicinarsi sempre di più a quel ragazzo che, aveva ricordato, aveva visto partecipare al festival sportivo.
Si chiamava Bakugou Katsuki e nonostante sembrasse un tipo particolarmente irruento e poco piacevole, ogni volta che la guardava mentre stava insieme a lui, capiva che per la prima volta, Miyuki stava conoscendo l'amore.
Più li guardava, più guardava lui in realtà, capiva il tipo di persona che era. Capiva che dietro a quelle sue urla e lamentele, dietro a quell'apparente comportamento distaccato e strafottente, c'era una persona che in realtà teneva davvero molto a lei.
Lo vedeva nei modi in cui Bakugou la guardava quando erano in mezzo a tutti gli altri loro compagni, nel modo in cui la guardava quando erano soli e nel modo in cui continuasse a cercarla costantemente anche con le sue mani e aveva visto in lui, anche la persona che l'avrebbe protetta ad ogni costo.

Con la scusa del voler approfittare del ballo e della presenza di alcuni Pro Hero, Hatsumici convinse Obscurium a lasciarlo andare a quella festa e così, attraversato lo specchio per la prima volta dopo settimane, Hatsumici si era diretto a scuola con l'intento di parlare con Bakugou.

Tuttavia però, sapeva che non poteva essere sicuro al cento per cento di essere da solo perché sapeva che il fatto di non essere riuscito a raccogliere nessuna informazione per tutto quel tempo, stava iniziando ad insospettire gli altri e perciò, come aveva fatto la mattina dell'incidente, ad ogni dieci passi, si guardava le spalle.

Arrivato a scuola e nascostosi nell'ombra, Hatsumici si appiattì contro una parete e attese l'occasione giusta.
Poi, mentre aspettava, in lontananza la vide. Doveva essere arrivata da poco e con un nervosismo palpabile, si avviava verso la palestra.
Spinto dalla voglia di vederla divertirsi per la prima volta dopo anni, Hatsumici lasciò la sua postazione e sempre invisibile, la seguì.

In piedi accanto a lei mentre parlava con le sue compagne, Hatsumici la guardava con gli occhi lucidi, non c'era nessun altro a cui volesse più bene e il fatto che lei indossasse ancora i suoi orecchini, gli fece pensare che forse, nel suo cuore, lei non lo odiasse.

Seguitala anche in palestra e vista ogni interazione con i suoi compagni, soprattutto quella con Bakugou, Hatsumici si sedette un po' in disparte e prese a guardarla da lontano come aveva fatto per quelle settimane.
Poi, quando vide il ragazzo alzarsi e dirigersi verso l'esterno, non avendo dimenticato il motivo per cui fosse andato lì, lasciò la palestra e lo seguì.

Ritornato nella sua stanza, Hatsumici sperò che il messaggio che aveva dato a Bakugou fosse stato recepito e che lui non pensasse che quella fosse una minaccia.
Era sicuro che lui l'avrebbe protetta, aveva visto anche quello nei suoi occhi quando gli aveva detto di essere un vecchio amico di Miyuki e, dovette ammettere, di aver temuto che lui lo facesse fuori in quel corridoio.
Confidava nel fatto che adesso lui tenesse gli occhi aperti e che si tenesse pronto perché da lì a poco, Obscurium avrebbe fatto di nuovo la sua mossa.

Il freddo gelido di quella notte gli fece venire i brividi nonostante sotto la sua pelle, Bakugou stesse ribollendo a causa di tutto il quirk che aveva usato per sconfiggere i suoi avversari.
Era rimasto da solo in mezzo ai boschi e con il fiato che gli si faceva sempre più corto a causa della corsa e della preoccupazione, continuò a correre tra gli alberi nella speranza di ritrovare i suoi compagni ma, soprattutto, lei.

Superata un'altra fila di alberi, Bakugou arrivò in uno spiazzale completamente disalberato.
Il cielo sopra la sua testa era completamente privo di nuvole e, come delle piccole lucciole, s'intravedevano tantissime stelle.
Portandosi una mano all'altezza del petto, Bakugou prese a camminare lì in mezzo sperando prima o poi di riuscire a vedere qualcuno finché, dopo qualche altro passo, non vide schizzare davanti a lui, scivolando su una pista di ghiaccio e dandosi velocità con il fuoco, Miyuki che a tutta velocità si dirigeva verso qualcuno.

Con il cuore in gola, Bakugou prese a correre poiché troppo stanco per sprecare delle altre esplosioni e quando l'ebbe raggiunta, vide una strana figura nera senza volto che, con la mano rivolta verso di lui faceva per lanciargli un attacco.
Come se il tempo fosse improvvisamente rallentato, lui vide Miyuki girarsi si scatto verso di lui e lanciarglisi di fronte per prenderlo al posto suo.

Una volta colpita, la figura scomparve e Miyuki finì al suolo davanti a lui.

"Miyuki!" esclamò lui abbassandosi su di lei e prendendola tra le braccia "Che cos'hai fatto?!" la scuoté cercando di farla svegliare mentre la paura di averla persa tornava a crescere dentro di lui.
Con le mani tremanti, Bakugou prese ad accarezzarle il volto ma, pochi secondi dopo, lei aprì gli occhi.

Come se si fosse svegliata da un brutto sogno, Miyuki sbatté un paio di volte le palpebre e mentre lui la guardava con la consapevolezza di non averla persa, lei lo guardava con lo sguardo di chi non sapeva chi fosse.

Corrugando la fronte, Miyuki guardò Bakugou confusa e dopo aver visto la sua mano sulla sua faccia, si lanciò di lato per potersi staccare dalla sua presa e rimettendosi in piedi, lo guardò seria mettendosi in posizione da combattimento.

"Chi sei?" ringhiò lei guardandolo dritto negli occhi e Bakugou, ancora scosso da quella reazione e in ginocchio sul prato, la guardò a sua volta "Sono Katsuki – si rimise in piedi cercando di tenere ferme le gambe che stavano tremando – Miyuki sono Katsuki-"
"Come sai il mio nome?!" urlò lei come terrorizzata mentre iniziava a guardarsi intorno "Dimmelo!" urlò di nuovo indietreggiando.

Una volta in piedi, Bakugou cercò di avvicinarlesi ma Miyuki portò in avanti il braccio sinistro per fermarlo e fu allora che vide di averlo completamente scoperto.
Ancora più terrorizzata da quella visione che da quella di Bakugou, Miyuki prese a guardarsi e quando vide tutte le sue cicatrici in vista, a causa di com'era il costume che stava indossando iniziò a sentire crescere dentro di sé il panico.
Era come se fosse tornata a prima dell'esplosione.

Con le mani tremanti, riportò l'attenzione su Bakugou che ancora con sguardo preoccupato la stava guardando e prima che potesse dire nulla, alla destra di lei, apparve un'altra enorme figura nera.
Sentendo fin dentro alle ossa una paura disarmante, Bakugou si paralizzò per la prima volta in vita sua.
Era come se ogni fibra del suo corpo si rifiutasse di muoversi e pareva che anche Miyuki stesse provando la stessa cosa.

Con gli occhi sgranati e puntati su di lui, Miyuki era inerme. La vedeva respirare a fatica mentre quella figura si avvicinava minacciosa verso di lei.
Quando poi le fu accanto, Bakugou la vide poggiarle una mano sulla spalla sinistra.

"Le ha viste." asserì; Miyuki continuò a guardare Bakugou terrorizzata "Adesso devi ucciderlo." il tono di quella figura sembrava divertito.
"Oppure – Bakugou vide le dita della figura stringersi contro la pelle della sua spalla – vuoi risparmiare anche questo?" e senza darle il tempo di far nulla, Bakugou vide uscire da sotto la mano di quell'essere, un'enorme fiammata che con una velocità disumana iniziava a bruciarle la carne mentre le urla di Miyuki gli riempivano il cervello come uno tsunami.

Aprendo gli occhi di scatto, Bakugou si portò una mano sul cuore e si mise a sedere sul suo letto mentre il sudore gli aveva bagnato completamente la fronte facendoglisi attaccare i capelli.

Con ancora le urla di Miyuki nella sua testa, Bakugou si guardò intorno e non vedendola nel suo letto, saltò fuori dalle coperte e corse fuori dalla sua stanza fino a raggiungere quella di lei.
Sentendo ancora la fatica nel respirare, Bakugou aprì la porta della camera di Miyuki e quando la vide, arrotolata nelle coperte, mentre dormiva beatamente nel suo letto, si appoggiò con la schiena allo stipite della porta e cercò di rimettersi a respirare normalmente.

Tenendo la mano destra serrata sulla maniglia della porta, Bakugou tornò con lo sguardo verso di lei e deglutendo per poter mandare giù la paura che lo aveva investito poco prima, entrò e la richiuse alle sue spalle per poi spostare le coperte e infilarvisi sotto accanto a lei.

"Katsuki..." fece lei ancora immersa nel sonno quando percepì il suo profumo; Bakugou si spinse ancora di più contro di lei e quando l'ebbe bloccata contro il muro, avvolse le braccia attorno a lei e affondò il naso nei suoi capelli.
"Tutto bene?" domandò mentre lui la schiacciava contro il suo petto; Bakugou, ancora ansimante per la paura, annuì lentamente "Mi mancavi."

Passato il resto di quella notte quasi totalmente in bianco, Bakugou trascorse il sabato con una orribile sensazione di inquietudine che non lo lasciava andare nemmeno quando era con lei.
E lui stava passando tutto il tempo con lei.

Disteso sul letto in camera di Miyuki con il telefono tra le mani nel tentativo di distrarsi, Bakugou continuava a pensare e a ripensare all'incontro che aveva fatto e all'incubo che ne era venuto solo qualche ora dopo e, sperando che ciò che stesse per fare non la turbasse, posò il telefono e la guardò mentre, seduta alla scrivania finiva di trascrivere alcuni dei suoi appunti.

"Oi." Miyuki smise di scrivere e si girò con la testa verso di lui "Sto per finire" asserì pensando che lui l'avesse chiamata per quel motivo per poi tornare a scrivere.
Bakugou deglutì, dopo quella notte continuava a venirgli difficile "Posso chiederti una cosa?" lei si girò di nuovo.
"Certo." si girò verso di lui anche con la sedia; Bakugou fece un respiro profondo e battendo la mano sul materasso le fece cenno di avvicinarsi.
Miyuki rise mentre si alzava "Sai che se vuoi darmi un bacio non c'è bisogno di chiederlo, vero?" si sedette sul letto per poi accucciarglisi accanto; Bakugo accennò un sorriso, per quanto volesse farlo, in quel momento baciarla era l'ultima cosa che avrebbe fatto.

"Quindi?" gli chiese lei mettendosi di fianco e tenendo la testa con il palmo della mano; Bakugou la guardò e fece un respiro profondo "Promettimi di non dare di matto."
Lei rise "Solitamente sei tu quello che da di matto." lui la guardò serio "Okay, te lo prometto." continuò.
"Chi è Hatsumici?"

Miyuki sentì il cuore fermarlesi nel petto e sgranando gli occhi lo guardò "Come scusa?"
Bakugou sospirò "Chi è Hatsumici?" portò lo sguardo sui suoi orecchini; Miyuki si sentì un po' in imbarazzo. Non lo aveva mai nominato davanti a nessuno, come faceva lui a sapere il suo nome?
"Era uno dei ragazzi che lavoravano con mio padre – si mise a sedere con le gambe incrociate – penso fosse l'unico ad essermi amico in realtà, - strinse le spalle – ma tu come conosci il suo nome?"
Bakugou sospirò e come lei si mise a sedere "L'ho incontrato ieri sera." a quelle parole, lo sguardo già confuso di Miyuki si riempì di terrore e prima che lei potesse iniziare ad impazzire, Bakugou le poggiò la mano destra sulla spalla "Stai tranquilla – le lo guardò con gli occhi sgranati – non mi ha fatto nulla."

Con le pulsazioni del sangue al livello della sua carotide che aumentavano, Miyuki iniziò a sentire la paura che la pervadeva ogni volta che veniva a conoscenza del fatto che gli uomini di suo padre si fossero avvicinati così tanto a lei e ai suoi amici.

"Miyuki – ripeté lui non vedendola reagire – non mi ha fatto nulla" le accarezzò la guancia.
Miyuki, con ancora gli occhi sgranati deglutì rumorosamente "Come ha – si ricordò del suo quirk e improvvisamente non si sentì più al sicuro – e se fosse ancora qui?!" si girò di scatto e con il respiro che si faceva affannoso prese a guardarsi intorno; Bakugou corrugò la fronte, era stato un coglione.

"Ehi – le mise entrambe le mani sulle spalle – volevo solo sapere chi fosse." la guardò di nuovo negli occhi "Sembrava stranamente amichevole e – fece per dirle ciò che gli aveva detto ma pensò non fosse una buona idea – mi ha detto di essere un tuo vecchio amico" continuò dando dei colpetti ai tre orecchini che Miyuki aveva sull'orecchio sinistro.

A quel tocco, Miyuki che aveva completamente dimenticato di averli ancora addosso, portò una mano su di essi e ripensando fossero suoi, abbassò lo sguardo un po' triste.
Era davvero un suo vecchio amico ma l'ultima volta che l'aveva visto, l'aveva presa a calci.

Continuando a pentirsi di aver tirato fuori l'argomento vista la reazione di lei, Bakugou pensò a cosa potesse fare per allentare quella pesantezza e, per la prima volta, prese ispirazione da quell'idiota del suo migliore amico.

"Beh comunque – lei alzò lo sguardo – non pensavo che gli uomini di tuo padre fossero... - alzò le sopracciglia - così attraenti."
Miyuki strabuzzò gli occhi "Come scusa?"
Bakugou poggiò le mani sul materasso dietro la sua schiena si inclinò all'indietro "Sì beh – strinse le spalle – capello lungo, occhi chiari – si stava sforzando tantissimo – bello stile. – Miyuki lo guardò incredula – Non che io mi senta in soggezione, ovviamente."
Miyuki si poggiò una mano sulla fronte e si mise a ridere "Dovrei essere geloso di questo tipo?" le domandò poi; lei continuò a ridere e lo colpi al petto con il dorso della sua mano "Ma stai zitto!"
Bakugou corrugò la fronte "Non dirmi che c'è stato qualcosa tra voi due" Miyuki ridacchiò e abbassò la testa "No – si portò di nuovo la mano sugli orecchini – questi sono stati soltanto un regalo di compleanno."

"Come mai non me lo hai detto ieri?" gli chiese dopo qualche minuto di silenzio; Bakugou tornò serio e strinse le spalle "Non mi andava di rovinarti il San Valentino."
Miyuki gli sorrise poi, come se le fosse tornato qualcosa in mente, lo guardò strabuzzando gli occhi.
"Che succede adesso?" e senza dire niente, Miyuki si alzò di scatto dal letto facendolo preoccupare "Miyuki?"
"Sono un idiota!" esclamò lei correndo verso l'armadio "Proprio deficiente!" continuò mentre apriva le ante e iniziava a cercare.
Bakugou inclinò la testa per riuscire a vedere cosa ci fosse nell'armadio "Me n'ero completamente dimenticata! - tirò fuori un sacchetto – Dopo tutta la fatica che ci ho messo poi!" scuoté la testa.

Bakugou corrugò la fronte e la guardò divertito "Si può sapere di cosa stai blaterando?" lei si girò e nonostante l'imbarazzo la stesse iniziando a divorare viva, si avvicinò di nuovo al letto con in mano il sacchetto che aveva tirato fuori dall'armadio.
"Cos'è?" fece lui quando lei, una volta seduta, glielo passò "Aprilo" rispose lei sorridendogli.

Ancora più incuriosito, Bakugou aprì il sacchetto che lei aveva chiuso con delle graffette e, una volta tirato fuori il contenuto, si ritrovò con un mano una scatola a forma di bomba.
Rimase a guardarla per qualche istante cercando di capire che cosa fosse "Aprila!" lo incitò poi lei curiosissima di vedere la sua reazione e dopo averla guardata ancora confuso, Bakugou alzò il coperchio.

Una volta tolto, vide che all'interno di quella "bomba" c'erano, sistemati accuratamente, venti cioccolatini dalla stessa forma delle granate che lui aveva come supporto, nel suo costume, sulle sue braccia.
Dopo averli guardati per qualche istante, Bakugou sgranò gli occhi e Miyuki scoppiò a ridere.

"Ieri sera ho dimenticato di darteli – Bakugou li stava ancora guardando – anche se ho avuto dei buoni motivi" continuò e lui la guardò per un istante per poi tornare a guardare le piccole granate di cioccolato.
"Assaggiali! - lo incitò ancora – Voglio sapere se ti piacciono" e, sicuro che gli sarebbero piaciuti, Bakugou ne prese una.
"Stai attento però – lui corrugò la fronte – all'interno c'è del liquido" ancora più curioso allora, Bakugou morse il cioccolatino a metà mettendo la mano sinistra sotto nel caso il contenuto cadesse.

Una volta iniziato a masticare, l'espressione di Bakugou passò dal curioso al piacevolmente sconvolto perché, i cioccolatini che gli aveva preparato, erano ripieni di una gelatina al peperoncino che iniziava a scoppiettare a contatto con la saliva.

Con quella gelatina che gli scoppiettava sulla lingua, Bakugou portò di nuovo lo sguardo su di lei e con il calore del peperoncino iniziò a sentirsi accaldare.
"Com'è?" chiese lei che stava ancora ridendo per la sua reazione – aveva fatto benissimo a darglieli in privato perché era sicura che davanti agli altri si sarebbe decisamente contenuto.

Mandando giù l'altra metà del cioccolatino, Bakugou non rispose a voce e, con la gelatina che scoppiettava di nuovo sulla lingua, si avvicinò a lei e la baciò facendo in modo che lei potesse sentire quello scoppiettio anche sulla sua.
Ciò che Bakugou non sapeva però, era che Miyuki aveva pensato a quei cioccolatini ispirandosi a ciò che sentiva ogni volta che lui la guardava.

Con le lingue che si arrovigliavano, Bakugou spostò con attenzione la scatola sul pavimento e dopo essere sicuro che non potessero romperli involontariamente, portò le sue mani sul collo di Miyuki e continuò a baciarla finché lo scoppiettio non termino e forse, anche un bel po' di tempo dopo.

Rimasto tutto il giorno con lei anche quello successivo, Bakugou l'aveva stretta a sé tutta la notte tra la Domenica e il Lunedì poiché la frase che gli aveva detto Hatsumici, unita all'incubo che lo aveva spaventato a morte, gli aveva fatto temere che, da un momento all'altro sarebbe potuto succederle qualcosa.

Concentrandosi su quell'ipotesi nel tentativo di trovare una soluzione per far sì che se lei fosse sparita di nuovo, lui avrebbe avuto come trovarla e ricordandosi di non essere riuscito a darle i fiori che aveva preso, dello stesso colore del suo vestito, poiché erano ormai appassiti, Bakugou pensò al modo di unire le due cose e quel pomeriggio, mentre lei non c'era poiché era ai soliti allenamenti con Shoto, si ritrovò di nuovo a bussare sulla porta della stanza di Momo.

Confusa da quell'ennesima bussata da parte di Bakugou, Momo evitò qualsiasi commento nel momento in cui si accorse della sua espressione seria.
"Va tutto bene?" lui si schiarì la gola e si guardò intorno "Posso entrare?"
Momo annuì e curiosa di sapere come mai lui avesse ancora bisogno di lei, lo lasciò entrare per poi chiudere la porta.
Dentro la stanza della sua compagna, Bakugou fece un respiro profondo "E' per Miyuki?" chiese lei prima che lui potesse dir niente; Bakugou la guardò "E' un po' ovvio ormai no?" rise.
"Ho bisogno che tu mi faccia un'altra cosa – deglutì – per favore." e sentendo quelle parole, nonostante il suo solito tono scorbutico, Momo capì che doveva essere qualcosa d'importante.

Tornata a casa dagli allenamenti senza aver visto nulla quella volta poiché, data la mancanza dei computer, Kuro aveva detto loro di allenarsi individualmente, Miyuki salì nella sua stanza e buttando lo zaino sul letto, si diresse in bagno per andare a lavarsi.
Una volta finito, con lo stomaco che brontolava poiché, come al solito, aveva dimenticato di portarsi il pranzo, si diresse verso il suo armadio e indossò la prima maglietta nera che trovò insieme ad un pantalone della tuta grigio.

Scesa al piano di sotto, Miyuki trovò molti dei suoi compagni intenti a cenare e quando Kirishima la vide, trattenne a stento una risata.
"Che hai da ridere? - fece lei avviandosi verso il frigo per recuperare il bento con riso, verdure e salmone che si era preparata la sera prima e che aveva dimenticato di portare in palestra – Ho qualcosa in faccia?" corrugò la fronte.
Kirishima scuoté la testa "No – rise – è solo che non fate altro che renderlo più palese." lei continuò a non capire e lui la indicò dalla testa ai piedi con la forchetta che aveva in mano.
"Questa maglietta con il teschio e anche il pantalone, sono di Bakugou." lei strabuzzò gli occhi "Li ho presi dal mio armadio – strinse le spalle – saranno stati lì da quando mi avete portato le cose in camera."
Lui fece di no con la testa "Bakugou indossava questa maglietta Venerdì ma non l'hai visto perché sei stata chiusa in camera tutto il giorno" tornò a girare con la forchetta le uova che aveva aperto nella ciotola.
Con il bento stretto tra le mani Miyuki gli si avvicinò "Seriamente?" e poco dopo, presa la maglietta con l'indice e il pollice, se ne portò una piccola porzione all'altezza del naso e, inspirando, sentì il profumo di Bakugou.

"Ehi Bakugou ma il corso di recupero quando finisce?" fece Kaminari quando lo vide scendere e come se stesse facendo qualcosa di proibito, Miyuki staccò subito la presa dalla maglietta e mentre Kirishima rideva, andava a sedersi accanto a Midoriya.
Seguendola con sguardo confuso e un po' compiaciuto dal fatto che lei stesse indossando i suoi vestiti – vestiti che aveva lasciato apposta nel suo armadio, Bakugou andò a prendersi la cena nel frigo "Non ne ho idea" rispose poi.

"Dovrebbe essere verso i primi di Marzo – rispose Shoto – se non sbaglio un paio di giorni dopo il tuo compleanno Miyuki" Bakugou si girò a guardarla, perché Shoto sapeva il giorno del suo compleanno e lui no?
Miyuki mandò giù un boccone "Dovrei averlo scritto sul calendario – strinse le spalle – anzi, ora che ci penso dovrei iniziare ad allenarmi anche per quello" sospirò per poi riprendere a mangiare.
Andandosi a sedere nel posto di fronte al suo, alla sinistra di Kirishima, prese a mangiare "Non credo ce ne sia bisogno" asserì Midoriya; lei lo guardò "Penso che ciò che dovrete fare sarà come quello che abbiamo fatto noi – guardò i suoi compagni – ossia risolvere un'ipotetica situazione di emergenza ponderando se e come salvare i civili mentre altri si dedicano ai villain" le sorrise.
Miyuki corrugò la fronte "Davvero è stato così semplice? - guardò Bakugou – E come mai voi due non l'avete passato?"
Shoto si schiarì la gola "Non voglio parlarne."

Tornata nella sua stanza pronta a mettersi a dormire per poter affrontare al meglio la giornata successiva, Miyuki si ritrovò di nuovo con il naso poggiato sulla sua spalla per poter sentire il profumo di lui e come se quello lì impresso non le bastasse, prima di andare a letto, uscì dalla sua stanza e si diresse verso quella di lui facendo per bussare pochissimi istanti prima che lui aprisse la porta.

"Che fai qui?" le domandò nascondendo dietro la schiena una scatola che Miyuki vide per pochissimi istanti; lei alzò un sopracciglio "Dove andavi?" inclinò la testa per riuscire a vedere cosa stesse nascondendo.
"Stavo venendo da te" rispose lui facendo spallucce e prima che lei potesse dire nient'altro, la porta della camera di Kirishima si aprì.
Con gli occhi stanchi e i capelli che gli cadevano sulla fronte, il ragazzo li guardò per qualche secondo "Vorrei dormire sta notte."
Miyuki rise "Me ne stavo andando" rispose poi e l'altro, sospirando, rientrò nella sua stanza e si richiuse la porta.

Raggiunta insieme la sua stanza, Miyuki si sedette sul letto mentre lui chiudeva la porta e con ancora l'immagine di quel pacchetto in testa, continuava a guardarlo curiosa.

"Dai – fece lei – dimmi cos'è!" Bakugou la guardò alzando un sopracciglio "Cos'è cosa?"
Miyuki sbuffò "L'ho visto che stai nascondendo qualcosa" indicò la sua mano destra che continuava a stare semi nascosta dietro la sua schiena.
Bakugou fece il finto tonto "Non so di cosa tu stia parlando" e spazientita, Miyuki si alzò dal letto e lo raggiunse per poi afferrargli la mano e girarla con il palmo all'insù.

"Ah – fece lui – questo" rise; Miyuki lo guardò mentre gli teneva ancora il polso "Cos'è?"
Bakugou sospirò, fare quelle cose gli veniva davvero difficile nonostante volesse farle con tutto il cuore "Chiudi gli occhi."
Miyuki corrugò la fronte ma dopo qualche secondo fece come le aveva detto.
Lasciata la presa sul suo polso poiché sentì che Bakugou stava alzando il braccio, Miyuki rimase immobile con gli occhi chiusi mentre, vicino alla sua testa, percepiva lo spostamento dell'aria dato dai movimenti delle braccia di Bakugou che le facevano venire i brividi.

Qualche istante dopo, sentite muoversi di nuovo le braccia di lui, Miyuki percepì qualcosa di leggermente pesante e freddo che le si poggiava sul petto e, non aspettandosi quel contatto, aprì gli occhi e abbassò la testa per notare che adesso, attorno al suo collo, stava una catenina con una placchetta in metallo.
Prendendo la placchetta tra le mani, Miyuki si accorse che sopra c'erano incise delle informazioni personali di Bakugou come nome e cognome, data di nascita e gruppo sanguigno.

Non aspettandosi una cosa del genere, Miyuki rimase a guardarla per qualche istante perché, anche se poteva sembrare una cosa banale, il fatto che lui volesse che lei portasse al collo una cosa così intima, poiché contenente delle informazioni personali, la fece arrossire perché in un modo o in un altro, chiunque l'avesse vista l'avrebbe ricollegata a lui facendo intendere così, che tra loro ci fosse ben più che una semplice amicizia.

"Non sono riuscito a dartela a San Valentino" asserì lui che per l'imbarazzo aveva smesso di guardarla e stava teso con le mani nelle tasche anteriori dei pantaloni.
Portando lo sguardo su di lui, Miyuki cercò di trattenersi dal sorridere a trentadue denti e continuando a stringere il ciondolo nella mano destra, si spinse in avanti e lo abbracciò cosicché potesse sentire ancora di più il suo profumo.

Il giorno successivo, non avendo ancora i computer, Kuro informò i due ragazzi che gli allenamenti non si sarebbero tenuti ancora per un po' e perciò, dopo le lezioni e gli allenamenti, Miyuki poté tornare a casa con tutti gli altri e passare un pomeriggio tranquillo dato che, ormai, aveva anticipato i compiti per almeno un'altra settimana.

Scesa al piano di sotto, con indosso una canottiera e un pantaloncino poiché per il troppo freddo, i ragazzi avevano acceso i riscaldamenti al massimo, Miyuki trovò, intenti nel cercare di studiare, Kaminari, Sero, Kirishima e Bakugou che, stropicciando dei fogli tra le mani cercava di non prendere a cazzotti tutti e tre.

"Che state facendo?" domandò avvicinandosi a loro e alzando lo sguardo, Bakugou notò subito la presenza della collanina argento che dondolava sul suo petto.
Kirishima sospirò e si buttò di peso sui fogli "Dato che l'ultima volta hai fallito – asserì Bakugou – e hai dovuto suggerirgli per farlo passare – Miyuki roteò gli occhi – ho deciso che questa volta lo avrei aiutato io e stai sicura, che non fallirà."
"Aspetta – Sero alzò la mano – gli hai suggerito?!" guardò Kirishima insieme a Kaminari "Ti sei pavoneggiato per settimane e ti aveva aiutato?!"
Miyuki rise e andò a sedersi sull'isola della cucina "Lo ammetto – asserì poi – ma non volevo perdere la sfida con Bakugou" strinse le spalle.
"Tanto l'hai persa comunque" asserì lui ghignando e tornando a colpire in testa l'amico con i fogli arrotolati che aveva in mano.

"Come mai tu non stai studiando?" le chiese Kaminari; Miyuki si stiracchiò "Perché mi sono già anticipata i compiti per l'intera settimana" gli sorrise.
Il ragazzo la guardò stranito "Per tutta la settimana? E com'è possibile?"
"Ringrazia Ryosei-San!" urlò Kirishima e Miyuki si sentì gelare il sangue nelle vene "Ti prego – fece poi dopo aver deglutito – non chiamarlo mai più così."

Abbracciata a Bakugou quella sera, Miyuki prese sonno molto velocemente e altrettanto velocemente, si sentì risucchiare di nuovo nell'ennesimo ricordo.
Quello però, già dal momento in cui aveva aperto gli occhi, non le era parso un ricordo del passato ma, piuttosto, qualcosa inerente al presente.

Con una stranissima sensazione addosso, Miyuki si ritrovò a ripercorrere i corridoi di casa sua.
Non sembrava esserci nessuno e quando incrociò uno degli uomini di suo padre, si sentì pervadere da uno strano brivido.
L'uomo aveva un'espressione vitrea e sotto gli occhi due enormi occhiaie nere e notando che, a passo spedito, continuava ad avanzare verso chissà dove, non sapendo cosa fare, Miyuki decise di seguirlo.

Attraversati una serie di altri corridoi, scese delle scale e oltrepassate un bel po' di porte, Miyuki si ritrovò in un posto che non aveva mai visto fino a quel momento.
Era come una enorme cella, con tanto di sbarre alle porte, senza finestre e con delle catene che pesantemente si lasciavano cadere a terra.

Rimasta immobile all'entrata di quel posto, Miyuki vide l'uomo avvicinarsi verso un angolo buio dopo aver preso una bottiglia d'acqua da un armadietto posto contro una delle quattro pareti.
Confusa, lei lo seguì ancora e quando arrivò vicino a lui, per poco non si sentì morire.

Immobile, con la faccia tumefatta e le catene che gli cingevano i polsi e le caviglie, Miyuki vide il ragazzo che aveva dato il via all'enorme esplosione.
"Takao..." asserì con un filo di voce mentre il cuore sembrava non star battendo più.
Chinandosi per riuscire a vederlo meglio, Miyuki cercò di capire a quando risalisse quel ricordo conscia del fatto che quando lei lo avesse risparmiato, lui non aveva per niente quelle condizioni, capì che, anche se in maniera inaspettata, lei stava vedendo il presente.

"Devi bere." la voce dell'uomo era molto piatta "Se muori non avrà senso averti tenuto qui tutto questo tempo." il cuore di Miyuki si frantumò in mille pezzi.
Lei era fuggita. Lei era riuscita ad andarsene e il ragazzo che lei aveva sperato potesse tornare a salvarla una volta diventato Hero, invece no.
"Perché..." fece lui con difficoltà "a cosa vi servo..." la sua testa cadde pesantemente in avanti e Miyuki si lanciò istintivamente per aiutarlo ma, come in ogni ricordo, lo attraversò.

L'uomo fece un respiro profondo "Non lo so." e prendendolo per i capelli, gli alzò la testa per poi poggiargli la bottiglia sulle labbra e spingerlo a bere.

"Avevo vinto... - dell'acqua gli strabordò dalla bocca – ero libero" l'uomo gli lasciò i capelli e la testa di Takao cadde di nuovo in avanti.
L'altro si alzò "Ripeti la stessa cosa da mesi ormai." Miyuki si sentì morire, aveva ragione.
In quel momento, lei stava vedendo il presente.

Risvegliatasi di colpo accanto a Bakugou, Miyuki iniziò a respirare affannosamente e nonostante la voglia di uscire da quella stanza e correre dovunque fosse Takao era molto forte, non poteva fare un azzardo del genere o, almeno pensava fosse così.

Per i successivi due giorni, Miyuki continuò a pensare e a ripensare a ciò che aveva visto.
Doveva riuscire a salvarlo. Era colpa sua se Takao adesso stava in quelle condizioni.
L'unica cosa che la frenava però, oltre al fatto di non voler sparire all'improvviso, era quella di scoprire dove si trovasse
Chiusa nella sua stanza, Miyuki rimuginò a lungo sul come fare per trovarlo senza mettere nessun altro in mezzo e dopo aver passato l'ennesimo pomeriggio a tormentarsi in preda ai sensi di colpa, decise che quella notte lei sarebbe andato a cercarlo, da sola.

Erano troppe le persone che involontariamente lei aveva messo in mezzo in quel casino della sua vita e non aveva intenzione di far rischiare nessuno parlando di ciò che aveva visto e di cosa avesse intenzione di fare, così, quel Venerdì sera, dopo essere salita in camera e aver salutato Bakugou con un lungo bacio, si chiuse a chiave nella sua stanza e iniziò a preparare uno zaino.
Con la scusa di volervi apportare delle modifiche, Miyuki era riuscita a portarsi a casa anche la valigetta con il costume e dopo averlo indossato, con le mani tremanti, aprì girò lentamente la chiave nella toppa e spingendosi con l'aria fatta uscire da sotto le suole delle scarpe, per evitare che, data la pesantezza di queste, qualcuno potesse sentire i suoi passi, scese al piano di sotto e varcata la porta iniziò a scivolare sul ghiaccio verso chissà dove.

Arrivata in città nel cuore della notte, Miyuki, si mise a sedere su una panchina per cercare di mettere insieme le idee.
Era sicura di cosa stava facendo, voleva davvero andare a salvare Takao ma ad ogni passo verso la città, l'idea di aver sbagliato nell'andarsene così, nel cuore della notte, iniziava a diventare sempre più grande.
Vedeva la faccia di Bakugou che, non trovandola il giorno dopo, iniziava a dare di matto nel terrore che le fosse accaduto qualcosa dato che, bastava solo che lei arrivasse in ritardo per far sì che lui iniziasse a pensare al peggio.

Tuttavia però, non voleva tornare indietro. Doveva almeno provare a cercarlo perché non voleva farli passare nemmeno un minuto di più in quel posto.

Con il cuore che le tamburellava nel petto e le mani tremanti, Miyuki decise di dover a Bakugou almeno una spiegazione e, ricordandosi del fatto che Kirishima le avesse detto che lui non rispondeva mai al telefono, compose il suo numero e sperò che non rispondesse.
Quando poi partì la segreteria, il suo cuore iniziò a battere ancora più velocemente e facendo un respiro profondo, Miyuki premette cancelletto per avviare una registrazione e lasciargli un messaggio sperando sia che lui non lo sentisse, sia che lei potesse tornare a casa entro quella domenica.

"Katsuki, non so se ascolterai mai questo messaggio, spero di no ma ho bisogno di mandartelo perché non voglio sparire così – sospirò – perché se dovesse succedermi qualcosa, voglio almeno essere riuscita a dirti addio."
"Sono dovuta andare via, sta notte, perché – sospirò ancora, era troppo difficile – ho visto qualcosa – non poteva credere di starglielo dicendo – e in ciò che ho visto, una persona a me cara è in pericolo."
"Non so dove sia, so solo che sicuramente è da Obscurium e – sentì gli occhi riempirlesi di lacrime – devo trovarlo, devo salvarlo."
"Se non dovessi riuscire a tornare, - le lacrime iniziarono a rigarle le guance – sappi solo che queste settimane con te sono state le più belle della mia vita – strinse la placchetta nelle mani – e che, non potrò mai ringraziarti abbastanza."

Con le lacrime che avevano iniziato a renderle difficile mettere a fuoco ciò che aveva attorno, Miyuki chiuse la chiamata con Bakugou dopo aver mandato il messaggio e infilatosi il telefono nella tasca del pantalone, chiusa poi con la cerniera, riprese a camminare verso uno degli edifici più alti per poi, spingendosi con il fuoco, salire sul tetto.

Ciò che però Miyuki non sapeva era che, anche se Kirishima aveva ragione nel dire che Bakugou non rispondeva mai al telefono, in realtà era solo a lui che non rispondeva.
A qualche chilometro di distanza infatti, seduto sul suo letto con il telefono stretto tra le mani e il cuore a mille, Katsuki aveva appena finito di ascoltare il messaggio in segreteria, arrivato pochi secondi dopo che lui, con gli occhi impastati dal sonno, aveva cercato di rispondere alla sua chiamata.

Sperando che si trattasse di un brutto scherzo, Bakugou uscì dalla sua stanza in fretta e furia e quando, arrivato davanti la porta della camera di lei, la trovò aperta e vuota, il suo cuore si fermò immediatamente.
Ritornato in camera, aprì velocemente il cassetto della scrivania e con le mani tremanti tirò fuori un piccolo telefono.
Accendendolo, nonostante avesse sperato di non doverlo mai usare, Bakugou sperò che funzionasse e quando, sul display, apparve lampeggiante una freccetta che si spostava a gran velocità, lontano dalla scuola, indossò le scarpe e, con ancora il pigiama, si lanciò fuori dalla finestra del suo bagno e spingendo con il suo quirk corse nella direzione della freccia.

Con il vento freddo della notte che le colpiva il volto e le scombinava i capelli, Miyuki continuò a spingersi sopra i palazzi di Tokyo in direzione del bosco in cui, mesi prima, c'era casa sua.
Non sapeva da dove iniziare e perciò, pensò che forse, dato il suo stato d'animo, se fosse arrivata lì sarebbe riuscita a vedere dell'altro.
Mentre volava e piano piano iniziava a scendere di quota, Miyuki percepì alle sue spalle una strana vibrazione e spostandosi a destra appena in tempo, schivò un'esplosione di piccola intensità che se però l'avesse presa, avrebbe rischiato di farla precipitare di sotto.

Con il cuore che impazzì nel suo petto a causa del presentimento che iniziava a crescere in lei, Miyuki arrestò la sua corsa e continuando a far uscire l'aria da sotto le scarpe, si girò.
Davanti a lei, come temeva, Bakugou la stava guardando, in piedi, sul tetto di uno degli edifici.

"Si può sapere cosa cazzo credi di fare?!" urlò lui lanciandole un'altra esplosione contro, si era decisamente spaventato quando aveva sentito quel messaggio.
"Torna immediatamente qui, Miyuki!" continuò lanciandogliene un'altra; lei le schivò entrambe, faceva troppo freddo e lui era a maniche corte perciò, le sue esplosioni, erano decisamente meno violente man mano che passava il tempo.

Lei continuò a guardarlo immobile "Non posso."
Bakugou strinse i pugni "Miyuki torna qui" asserì a denti stretti "cosa pensi di poter fare da sola?!"
Miyuki deglutì e distolse lo sguardo "Non voglio che nessuno si faccia del male!"
"Finirai tu per fartene se non torni indietro con me adesso!" caricò un'altra esplosione nella mano destra ma per il troppo freddo, questa prese a spegnersi.
"Io devo andare a salvarlo" rispose lei "mi dispiace." e abbassando lo sguardo, consapevole che lui non avrebbe potuto seguirla a causa dell'impedimento da freddo, Miyuki continuò a spingersi all'indietro per poi voltargli le spalle.

Con il terrore che continuava a crescergli nel petto man mano che lei si allontanava, Bakugou usò tutte le forze che aveva per concentrare il suo quirk nelle mani e nei piedi e spingendo più che poté, schizzò in aria e la raggiunse per poi afferrarle il polso sinistro e trascinarla giù, su un altro tetto, insieme a lui.

"Perché?!" urlò lui stringendo la presa e guardandola dritta negli occhi "Chi è questo tipo?! - Miyuki indietreggiò leggermente – Merita davvero la tua morte?!"
Lei distolse lo sguardo "Rispondimi" continuò lui a denti stretti "e se davvero ne vale la pena, ti lascio andare." ma mentre diceva quelle parole, la presa su di lei continuava ad aumentare.

Con le labbra che iniziavano a tremarle, Miyuki abbassò lo sguardo "Un messaggio – fece lui – un messaggio in segreteria. E' questo il modo in cui avevi intenzione di dirmi di star andando verso una fottutissima missione suicida da sola?!" Miyuki lo guardò e come poche volte aveva visto, gli occhi di Bakugou iniziarono a diventare sempre più lucidi.

"Chi è questo tipo?! Perché devi salvarlo? Cosa vuol dire che hai visto qualcosa?!" continuò mentre il suo tono diventava sempre meno arrabbiato e iniziava a diventare più acuto a causa del pianto che stava cercando di trattenere.
"E' questo il motivo per cui in questi giorni sei stata così schiva?! - lei distolse di nuovo lo sguardo – Non è facendoti ammazzare che risolverai le cose lo vuoi capire?!"
"Smettila di continuare ad andare da sola! Smettila di continuare a mettere la tua vita in pericolo per gli altri! Va bene voler essere un Hero ma non così!" imprecò.
Miyuki sentì le lacrime riempire anche i suoi occhi "Cosa devo fare per farti capire che non sei da sola?! - lei lo guardò di nuovo negli occhi, adesso la sua espressione era molto seria nonostante i suoi occhi fossero parecchio lucidi – Non sei più prigioniera di tuo padre, smettila di pensare di dover risolvere tutto da sola! Lascia che io ti aiuti."

Nonostante avrebbe davvero tanto voluto il suo aiuto, Miyuki non poteva permetterglielo.
Non voleva trascinarlo a fondo con lei e non voleva che, la paura che lui finisse per farsi male, diventasse realtà.

"Io non voglio che tu ti faccia del male." asserì guardando altrove mentre le lacrime tornavano a rigarle le guance; Bakugou strinse nuovamente la presa sul suo polso "Io non ti lascio andare da sola."
"Devi smetterla di agire così per paura che gli altri si possano fare del male – continuò – succederà comunque prima o poi, diventeremo degli Hero un giorno e non potrai fare così ogni volta che avrai paura che qualcuno di noi possa morire." Miyuki abbassò lo sguardo.
"Torna con me, andiamo a casa." il suo tono adesso era molto più calmo di prima "Ti prego non costringermi a lasciarti. - lei si sentì mancare l'ossigeno nei polmoni – Non posso continuare a vivere con la paura che tu sparisca nel cuore della notte e che rischi la vita solo perché pensi che questa sia l'unica soluzione. Ti prego, torna a casa con me, nella mia stanza."

Miyuki lo guardò con gli occhi pieni di lacrime e notò che l'espressione di lui era decisamente devastata.

"Lo salveremo insieme – continuò lui guardandola dritto negli occhi – ma ti prego, adesso torna a casa con me."

Tornati a casa insieme, con Bakugou che aveva continuato a tenerle saldo il polso mentre, con le ultime forze spingeva il suo quirk per poter tornare a casa, aiutato anche da Miyuki che aveva molte più energie di lui, Katsuki attese fuori dalla porta del suo bagno che lei si togliesse il costume e quando la vide uscire da lì, in pigiama, le afferrò saldamente la mano intrecciando le sue dita con le sue e la portò con sé nella sua stanza.

Ancora in silenzio da quando lei aveva accettato di tornare con lui al dormitorio, i due entrarono nella stanza di Bakugou e dopo aver chiuso la porta, lui la trascinò con sé a letto e una volta sotto le coperte, la spinse completamente contro il muro e la abbracciò facendo in modo che lei non potesse muoversi per nessuna ragione.

Bloccata con l'orecchio contro il suo petto, Miyuki sentì i battiti del cuore di Bakugou andare all'impazzata mentre lui continuava a stringerla a sé facendo dei lunghissimi respiri.
Sentendosi terribilmente in colpa per ciò che aveva fatto e per la paura che doveva avergli fatto provare quella notte, Miyuki che ancora stentava a credere che esistesse qualcuno disposto a preoccuparsi così tanto per lei da rincorrerla nel cuore della notte nonostante il gelo, si rimise a piangere.

"Mi dispiace" asserì premendo con la fronte sul suo petto come se volesse nascondersi all'interno della sua gabbia toracica "Mi dispiace" ripeté ancora mentre stringeva con forza la maglietta del suo pigiama.
"Perdonami" continuò continuando a piangere e Bakugou, che in silenzio si stava lasciando andare per la paura di perderla che aveva provato quella notte, senza farsi accorgere del fatto che stesse piangendo anche lui, strinse ancora la presa su di lei e affondò ancora di più il naso nei suoi capelli.

"Non farlo mai più – lei lo strinse ancora – mi stavi uccidendo."




Angolo autrice:

Ed eccomi qui con i capitoli che piacciono a me, quelli che vi distruggono le convinzioni  e vi lasciano SENZA PAROLE AHAHAHAHAHAHHAHA mamma mia che bello, quanto mi piace scrivere questi capitoli con i DRAMMI.
Detto questo, dato che volevo farlo da un po' e che in questo capitolo ve l'ho presentato meglio, ho deciso di far vedere a chi non mi seguisse sulla pagina ig delle mie fan arts: 

@jinchurems, di farvi vedere com'è sia Hatsumici che Miyuki nel suo nuovo costume da Hero.
Se vi va fatemi sapere cosa ve ne pare!

Detto ciò, noi ci vediamo al prossimo capitolo, spero che questo vi sia piaciuto, se volete lasciatemi una recensione/stellina e rimanete con me fino alla fine!
Baci, Ems

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