La Tatocrazia

By LordCousland

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Dopo la terribile pandemia Covid, durante la quale l'umanità ha dato il peggio di sé, il mondo sta marciando... More

PERSONAGGI
PROLOGO
CAPITOLO 1: L'ARRIVO DI TATA SONIA
CAPITOLO 2: LA PRIMA PUNIZIONE
CAPITOLO 3: IL CAMBIO DEL PANNOLINO
CAPITOLO 4: PAPPA
CAPITOLO 5: LEZIONI DI IGIENE
CAPITOLO 6: INCONTRO AL PARCO
CAPITOLO 7: LA RAGAZZA
CAPITOLO 8: DALLA PARRUCCHIERA
CAPITOLO 10: RITORNO A CASA
CAPITOLO 11: CAMBIAMENTI
COMUNICAZIONE AI LETTORI
CAPITOLO 12: TEMPO DI RELAX
CAPITOLO 13: POMERIGGIO CON LA TATA
CAPITOLO 14: BAGNETTO
CAPITOLO 15: LA MESSA A LETTO
CAPITOLO 16: RICCARDO VA ALL'ASILO
CAPITOLO 17: LE MAESTRE
CAPITOLO 18: IL PIANO DI ALICE
CAPITOLO 19: ALICE LE PAGA TUTTE
CAPITOLO 20: TUTTI IN MENSA
CAPITOLO 21: LA MESSAGGERA DEL SOGNO
COMUNICAZIONE AI LETTORI 2
CAPITOLO 22: QUALCHE RISPOSTA
CAPITOLO 23: COLLOQUIO GENITORI-INSEGNANTI
CAPITOLO 24: INCIDENTI DI VARIO TIPO
CAPITOLO 25: VIDEOCHIAMATA
CAPITOLO 26: INIZIA IL PIGIAMA PARTY
CAPITOLO 27: IL CUORE DI RICCARDO
CAPITOLO 28: EDUCAZIONE SPECIFICA
COMUNICAZIONE AI LETTORI 3
CAPITOLO 29: DURO LAVORO E MERITATO RELAX
CAPITOLO 30: L'EPOPEA DEL PARCO GIOCHI
CAPITOLO 31: NAUGHTY DREAMER
CAPITOLO 32: SI TORNA ALL'ASILO
CAPITOLO 33: LA LEZIONE SPECIALE
CAPITOLO 34: LA PUNIZIONE DELLA MAESTRA
CAPITOLO 35: RIVELAZIONI
CAPITOLO 36: ELEONORA HA UN PROBLEMINO
COMUNICAZIONE AI LETTORI 4
CAPITOLO 37: VISITA A SOPRESA
CAPITOLO 38: RICCARDO & FRANCESCA
CAPITOLO 39: REGOLE STRADALI
COMUNICAZIONI AI LETTORI 5
CAPITOLO 40: AL SUPERMERCATO

CAPITOLO 9: CAPRICCI ED INCIDENTI

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By LordCousland

Margherita portò il ragazzo alla poltrona per il lavaggio dei capelli. Lo fece accomodare su di essa e gli fece distendere la testa sopra il lavabo.

"Sono effettivamente molto sporchi." commentò, facendolo arrossire "Dovresti venire un po' più spesso."

"Preferisco risparmiare." bofonchiò, mentre Margherita cominciava la procedura di lavaggio.

"Capisco, ma non dovresti risparmiare sull'igiene personale. Magari qualche videogioco in meno, piuttosto."

"Ma i videogiochi sono divertenti."

"Naturalmente, ma vengono sempre dopo rispetto alla cura della persona."

Margherita parlava con estrema calma, come se stesse constatando dei fatti anziché sgridarlo. In qualche modo, ciò ebbe su di lui ancora più effetto. Sonia, conscia di ciò, stava sorridendo mentre leggeva il giornale.

Mentre Margherita lavava per bene i suoi capelli, Riccardo chiese "Signora Margherita, posso farle qualche domanda?"

"Ma certo tesoro, dimmi pure."

Arrossendo di nuovo per essere stato chiamato in quel modo, Riccardo cominciò a interrogare la parrucchiera, sperando che tata Sonia non si arrabbiasse "Allora... anche a lei è stata assegnata una Tata, giusto?"

"Sì, tata Lola. È severissima, ma tiene molto a me."

"Severissima in che senso?"

"Beh, ieri ho sbagliato di poco un taglio ad una cliente, facendole i capelli appena più corti di quanto avesse richiesto, e una volta a casa tata Lola mi ha messa sulle ginocchia e me le ha date."

"Anche la sua Tata la sculaccia?"

"Tutte le Tate sculacciano." intervenne Sonia, che non mosse però gli occhi dal giornale "I bambini hanno bisogno di disciplina."

Nonostante Riccardo non potesse vederla, Margherita arrossì.

Riccardo si toccò quindi il pannolino, chiedendo "E anche lei porta... questo?"

"Il pannolino? No, non sono 'la piccola di casa'. Tata Lola me lo ha fatto mettere a mia figlia, invece." spiegò Margherita "Dopo averci sculacciate entrambe, me l'ha fatta spogliare e mi ha guidato nel metterle il pannolino. È stato imbarazzante, credo soprattutto per lei."

"Immagino." commentò Riccardo, ricordando bene l'imbarazzo provato mentre tata Sonia lo conciava in quel modo.

Ciò che aveva detto Margherita combaciava con quanto detto da Eleonora. Riccardo cercò di cogliere i dettagli del sistema ideato dalle Tate: erano una per nucleo familiare, e tutti i membri del nucleo venivano disciplinati con le sculacciate, ma solo i 'piccoli di casa' erano effettivamente trattati da bambini. In casi come il suo, che viveva da solo, la Tata si occupava direttamente di lui, mentre in nuclei familiari con genitori e figli era la madre (o il padre in caso di genitori single, pensò) ad occuparsi dei figli sotto la guida della Tata.

Stava cominciando a comprendere, ma gli rimanevano tante domande. Fino a che età una persona era 'il piccolo di casa' se viveva da solo? Qual'era esattamente lo scopo di quelle donne?

"Quindi tata Lola ora è con sua figlia e tiene d'occhio invece lei con la telecamera?" chiese il ragazzo, nella speranza di dissipare almeno un altro dubbio.

Arrossendo ancora, Margherita disse "Sì, ma più che una telecamera è un baby monitor. Se faccio qualcosa che non va tata Lola lo sa subito, e anche se me le da solo una volta a casa, non esita ad accendere il microfono e sgridarmi davanti ai clienti."

Riccardo dovette soffocare una risatina a quell'ultima rivelazione. Per quanto fosse imbarazzante, non poteva negare che sarebbe stata una bella scena a cui assistere.

Margherita finì finalmente con il lavaggio. Fece alzare il ragazzo e lo condusse ad una delle poltrone per il taglio. Mentre veniva condotto lì, Riccardo notò che Sonia non era intervenuta per smorzare la sua curiosità: evidentemente non le importava che apprendesse di più sulla Tatocrazia.

Margherita lo fece sedere e poi gli mise al collo il classico telo da parrucchiera che gli coprì il corpo fino alle ginocchia. Prese forbici e pettine, ma anziché a Riccardo si rivolse a Sonia, chiedendo "Come vuole che glieli faccia?"

"Un caschetto bello corto e regolare, con la riga in mezzo." disse semplicemente Sonia, come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.

Mentre Margherita cominciava subito a lavorare, Riccardo arrossì violentemente e voltandosi verso Sonia esclamò "Ehy! Posso scegliere io taglio?! Non sono un poppante!"

"Stai fermo, per favore." lo redarguì Margherita, mentre Sonia semplicemente lo ignorava.

Sbuffando, Riccardo cercò di stare fermo mentre la parrucchiera gli tagliava i capelli, quel taglio imbarazzante che la Tata aveva chiesto. Ma dopo un po' cominciò a fargli prurito il naso, cominciarono a dargli fastidio gli occhi, e voleva grattarsi il collo. Erano tutte reazioni che da piccolo aveva sempre avuto durante il taglio dei capelli, ma aveva imparato a controllarle. L'assurdità della situazione, però, mischiata alla forte irritazione per tutto ciò che aveva subito durante la mattinata e alla sensazione mai provata prima in quelle circostanze dello spesso pannolino tra le gambe lo rese particolarmente insofferente. Ogni tre per due muoveva la testa, scostava il telo, si grattava il naso, si stropicciava gli occhi e così via.

"Riccardo, se non stai fermo non riesco a tagliarti i capelli. Sta buono." continuò a redarguirlo Margherita, la quale dopo un po', evidentemente spazientita dall'inutilità dei suoi richiami disse severamente "Se ti muovi ancora una volta lo dico alla tua Tata."

Quando Riccardo si chinò per grattarsi un piede, la misura era colma. La parrucchiera si voltò verso Sonia, dicendo "Tata, Riccardo sta facendo il monello."

Tata Sonia appoggiò il giornale, si alzò e con estrema disinvoltura si avvicinò al ragazzo. Quando fu di fianco a lui lo guardò negli occhi e con voce ferma disse "Riccardo, se non la pianti di fare i capricci ti faccio tot sul culetto, e Margherita mi darà una mano. Spero di essere stata chiara."

Riccardo deglutì e replicò "Sì, Tata. Farò il bravo."

"Me lo auguro." affermò Sonia, appoggiandosi con la schiena al mobile sormontato da uno specchio che si trovava di fronte al ragazzo, incrociando le braccia e mantenendo un piglio austero.

Per un po', la minaccia riuscì a far sforzare Riccardo di rimanere immobile, ma poi riprese ad agitarsi, muovendosi di continuo.

"E va bene signorino, non dire che non ti avevo avvisato." disse Sonia, facendo segno a Margherita di fermarsi.

Come la parrucchiera si fu fermata, lasciando il taglio a metà, tata Sonia afferrò Riccardo per un orecchio, le fece alzare e gli rimosse il telo della parrucchiera di dosso che appoggiò sulla poltrona adiacente, dopodiché si sedette al suo posto e con un unico movimento fluido se lo tirò sulle ginocchia.

"Tata, no! Mi dispiace, mi dispiace!" esclamò, mentre il suo volto sfiorava il pavimento, gli occhi sgranati nella consapevolezza di cosa stesse per accadere.

Ma incurante delle sue suppliche, la donna, tenendolo fermo con la mano sinistra premendogli il polso destro contro la schiena, gli slacciò la salopette e la abbassò fino alle caviglie, mostrando a Margherita, che si era messa di fianco alla Tata per avere una buona visuale della meritata punizione, il pannolino colorato che il ragazzo indossava. Alla parrucchiera venne un po' da ridere nel vedere che proprio al centro del sedere era stampato un gattino sorridente.

Tuttavia, il pannolino stette in vista ben poco, poiché prima che Riccardo potesse rendersene conto la Tata lo aveva già slacciato, lasciando in posizione la parte frontale e rimuovendo invece quella posteriore, mostrando il sedere nudo del ragazzo.

Riccardo strinse i denti, aspettando che giungesse il primo sculaccione, ma non arrivò.

Dopo qualche secondo, infatti, Sonia si voltò verso Margherita, chiedendole "Passami una spazzola di legno, per favore."

Mentre Riccardo boccheggiava per lo stupore generato da quelle parole, Margherita solertemente afferrò una spazzola in legno piuttosto grande dalla forma ovale e la passò alla Tata, la quale la afferrò.

"Tata Sonia, la prego, no!" implorò Riccardo, con già le lacrime agli occhi prima ancora di cominciare "Non la spazzola!"

"Ti avevo avvertito di non fare il monello, mi pare." fu la lapidaria risposta della Tata, che subito abbatté lo strumento sulle natiche nude del ragazzo, facendogli lanciare un grido.

Le Tate avevano una forza spropositata, ma anche un estremo controllo della stessa. Sapendo che lo strumento avrebbe fatto male, Sonia aveva ridotto la forza in modo proporzionale, affinché il risultato finale fosse solo un po' più doloroso di una sua sculacciata inflitta con la mano nuda, giusto di un pelo. Ciò che veramente cambiava era l'assenza del contatto con la pelle calda del palmo della donna, sostituita dal freddo legno.

Sonia si mise a far danzare la spazzola sulle chiappe del ragazzo, che ondeggiavano sotto il dorso di essa come fuscelli scossi dal vento. Riccardo piangeva e si dimenava sotto quella pioggia di colpi, e scuotendo le gambe finì per scagliare le sue ciabattine dall'altro lato del salone.

"Quando ti si chiede di stare fermo, si suppone che tu lo faccia." lo sgridava durante la sculacciata "Margherita è qui per lavorare, non per farti da servitrice, non può aspettare i tuoi comodi. Oggi non c'è nessun altro dopo di noi, ma se ci fosse una fila? Potrebbe spendere tutto il suo tempo ad aspettare che ti sistemi?"

Quelle severe parole lo stavano colpendo duramente, ma per quanto sarebbe poetico dire che esse avessero più effetto della sculacciata, sarebbe una bugia: la spazzola era ciò che più di tutto stava avendo effetto su di lui in quel momento.

"Basta, la prego! Starò fermo, lo giuro!" esclamò.

Tata Sonia concluse la sculacciata con due possenti pacche sulla seduta, una per natica, che lo fecero sobbalzare parecchio. Il suo sedere era abbastanza arrossato, più di quando Sonia aveva usato la mano ma molto meno di come ci si aspetterebbe dopo una serie di colpi di spazzola.

Una volta che Sonia passò la spazzola a Margherita, Riccardo trasse finalmente un sospiro di sollievo, ma esso fu di breve durata, spazzato via dalla voce della Tata "Ok, Margherita, io ho fatto. Sculaccialo un po' tu adesso."

"Cosa?!" esclamò Riccardo, mentre la parrucchiera impugnava la spazzola "Ma non è giusto! Le ho appena prese!"

"Solo qualche colpo, per ricordarti che devi rispetto a tutti gli adulti che lavorano. I commessi di un negozio, di qualsiasi tipo, non sono servitori." disse la Tata, tenendolo ben fermo in posizione. Era un tipo di lezione a cui teneva particolarmente: era importante trattare il personale dei negozi con gentilezza e cortesia, sempre. Perché alla fine era per quello che le Tate erano lì, non per punire o controllare gli umani, ma per educarli.

Margherita, sempre in piedi di fianco a Sonia, appoggiò la spazzola sul sedere arrossato di Riccardo, come a prendere la mira.

"Spero starai fermo d'ora in poi." disse, poi gli diede quattro pesanti spazzolate in rapida successione alternando tra le natiche, facendo lanciare qualche urlo al ragazzo. Margherita non aveva la forza di Sonia, e quelle ultime pacche date a piena forza dalla parrucchiera furono dolorose quanto quelle date dalla Tata solo perché Riccardo aveva il sedere già arrossato.

"Sarò una statua, lo prometto!" gridò.

A quel punto Sonia gli riallacciò il pannolino e lo fece girare, facendolo finire in posizione seduta sulle proprie gambe e ghermendolo in un caldo e amorevole abbraccio. Margherita si chinò e lo abbracciò a sua volta.

Riccardo piangeva, sentiva il sedere bruciare, ma la stretta d'amore in cui era avvolto sembrava poter scacciare ogni male. Poteva percepire quanto Margherita fosse una persona buona e gentile, e quanto Sonia tenesse profondamente a lui.

Tra il sedere dolorante e la sensazione di calore emessa dalle due donne, però, Riccardo non riuscì a concentrarsi sui movimenti del suo stomaco, e prima che potesse rendersene conto il suo membro cominciò ad irrigidirsi, non per eccitazione ma per un bisogno fisiologico: la vescica si era riempita.

Provò a dirlo alla Tata, ma ghermito com'era in quell'abbraccio non poté fare nulla: la pressione esercitata sulla sua pancia fece sì che una sensazione di calore ben diversa si spandesse nelle sue parti basse.

Si sentì liberato, in qualche modo, giacché la sensazione di liberazione era sempre fonte di gioia per il corpo umano. Tuttavia, ciò ebbe solo l'effetto di farlo vergognare ancora di più, mentre il pannolino diventava più grande e pesante.

Un segnale acustico ripetuto a intervalli regolari, simile ad un bip, si diffuse nell'ambiente mentre Riccardo, colmo di vergogna, abbassava lo sguardo. Era rosso come un peperone.
Sentendo quel rumore, Sonia gli sorrise dolcemente e gli chiese con la sua voce di seta, così diversa da quando lo sgridava "Hai fatto la pipì?"

Riccardo debolmente annuì, come sentendo un senso di alienazione dalla realtà. Non poteva credere di essersela fatta addosso. C'era un limite a quanto potesse sentirsi in imbarazzo e lo aveva appena frantumato a martellate.

"Non preoccuparti, piccolino, è normale. Adesso andiamo a cambiarci, ok?" fece dolcemente la Tata, mentre Margherita lo lasciava andare. Lui in risposta si limitò ad annuire.

Sonia si alzò, tenendolo in braccio premuto contro il proprio petto, e disse alla parrucchiera "Lo cambio e poi puoi finire. Sono certa farà il bravo, ora."

Mentre il bip continuava a pervadere l'ambiente, Margherita annuì e con un espressione dolce indicò dove trovare il bagno, nel quale subito Sonia subito si recò, tenendo Riccardo tra le braccia e cullandolo delicatamente in esse, il quale si stava vergognando così tanto che non disse una sola parola.

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