Apparently, I hate you

Von ilariastoriess

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Nina è una semplice diciottenne che, come tutte le adolescenti, ama spettegolare con le amiche, andare alle f... Mehr

Introduzione
Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46

Capitolo 12

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Von ilariastoriess




Le sue mani mi stringono i lati delle gambe, spostando leggermente la gonna del vestito più in alto. Le nostre lingue sembrano completarsi e danzare insieme, trasformando il bacio semplice dell'inizio in uno bramoso e ardente, dal quale emerge il desiderio. Continua ad accarezzarmi e, stavolta, raggiunge l'interno coscia. Una nuova sensazione mai provata prima si fa viva nel mio basso ventre e sembra diffondere pizzicotti. L'effetto dell'alcol mi annebbia la mente ma la lucidità riaffiora non appena gli anelli freddi vengono a contatto con la mia pelle accaldata. La combinazione è mozzafiato ma non posso lasciare che accada; non ora che sono ubriaca e, soprattutto, con la persona che, da sobria, non guarderei neppure se fosse l'ultimo ragazzo sulla terra, vista la sua arroganza.

<< I-io >> balbetto con il respiro affannato. I suoi occhi verdi, lievemente arrossati, mi scrutano silenziosi.

<< Non fa niente >> la sua voce, prima roca, non lascia trasparire alcuna emozione. L'aria di imbarazzo e silenzio assoluto si diffonde nell'abitacolo. Mi sento una stupida ad aver rovinato un momento così unico.

<< Come facevi a sapere che il disinfettante si trovasse proprio lì? >> domanda, cambiando argomento e riuscendo a stemperare l'atmosfera divenuta pesante già da qualche minuto.

Mi viene da sorridere << Anche mio padre lo tiene nel cruscotto per le emergenze >>

<< Davvero? >>

Annuisco. Sono felice che sia calmo ora e, soprattutto, che non se la sia presa perché l'ho fermato. Mi faccio coraggio e mi avvicino di nuovo alle sue labbra: voglio sentire di nuovo il suo fantastico sapore di fragola. Ricambia il mio bacio.

<< Ma tu non mi odiavi? >> chiede sulla mia bocca

<< Mmh mmh >> rispondo << Ma credo di poter dimenticare quanto sei insopportabile almeno per stasera >> aggiungo

Ridacchia << Dici? >>

<< Ti ricordo che anche tu mi provochi sempre, quindi non sono l'unica a dover fornire una spiegazione >>

<< Oh, io lo faccio perché mi diverte >> si china ad annusarmi il collo

<< Bel modo di divertirti! >> esclamo con tono canzonatorio

Mi lancia uno sguardo beffardo << Si, ma adesso ne ho trovato uno migliore >>

<< Allora dovrai prendermi altri drink se vuoi che ti conceda l'onore di ficcare la testa tra le mie gambe >>

Oh mio dio, non l'avrò detto sul serio!

Si ferma << Quanti ne hai bevuti stasera? >> ha intenzione di farmi la predica

<< Forse due o tre >> faccio un gesto liquidatorio con la mano

<< Due, tre cosa? >>

Non mi va di rispondergli, così non lo faccio. Dalla sua espressione in attesa, comprendo che non approva ma non mi importa, voglio tornare a baciarlo e toccare quei morbidi ciuffi disordinati. Non appena ci provo, mi blocca.

<< Sei ubriaca >>

Gli strizzo i capelli << Quindi? >>

<< E quindi non sei in te, meglio che ti riporti a casa >>

Mi imbroncio << Guarda che non sono una delle tue amichette >>

<< Cosa? >>

<< Hai sentito. Anche se sei stato tu ad iniziare ciò non ti dà il diritto di dirmi quando smettere e, tanto meno, di portarmi via di qui >> lo accuso

<< Cercavo semplicemente di aiutarti >>

<< Beh, non mi serve il tuo aiuto. Ora riprendo parte alla festa >> annuncio, muovendomi sopra di lui

<< Facciamo che torni a casa a dormire >> afferma, staccandosi da me e sollevandomi leggermente per farmi tornare al mio posto. Mette in moto l'auto e parte.

Vorrei tanto insultarlo, dirgli le cose peggiori che mi passano per la testa e costringerlo a fermarsi ma il mio fisico non ne ha le forze. È incredibile la sua capacità di sfinirmi; il fatto che debba sempre dominare su tutto mi infastidisce e non poco. Una dormita mi farebbe proprio bene, sono stanca. Sui miei occhi sembra gravare un peso che mi spinge a chiuderli e riaprirli poco dopo. Inizio a sentire un forte senso di nausea e un lieve mal di testa. Sbatto le palpebre tre o quattro volte ma rimanere svegli è difficile se ci si sente così spossati. Mi rannicchio sul sedile e, qualche isolato dopo, mi ritrovo davanti casa mia. Apre la portiera e mi tira fuori, prendendomi come fossi una sposa. Metto un braccio dietro il suo collo e mi abbandono, cedendo al sonno, mentre il suono di un campanello vibra nella notte.

<< Cosa le è successo? >> la voce preoccupata di mio padre è l'ultima cosa che riesco a sentire

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