Xiao's Multiverse

By Alessia_31_

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Alberto, in arte Xiao, è un ragazzo di ventuno anni che ama passare le sue giornate a giocare al computer e f... More

Xiao's Multiverse

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By Alessia_31_

Entrai in camera portando con me degli snack e delle bibite pronto per affrontare un'altra nottata ai videogiochi. Mi sedetti sulla mia sedia da pro gamer accendendo il computer e tutte le altre attrezzature necessarie, mi ero costate fin troppo ma era un traguardo più che importante per un ventunenne. Erano diversi anni in cui avevo deciso d'inserire i videogiochi all'interno della mia vita e farci un lavoro, ero molto bravo su quello che facevo e mettevo tutta la mia passione. Mi rendevo conto che essere una persona che vive di giochi online era molto più che complicato ma ero determinato nel mio obbiettivo.
La mia quasi ossessione per vestirmi bene mi costrinse a cambiarmi dal pigiama a un paio di jeans rigorosamente strappati e una felpa con il logo dei South Side Serpents, anche se nelle stream la gente vedeva solo il mio viso e torace chi diceva che non potevo essere un minimo presentabile?
Una volta sistemata la mia attrezzatura un trillo delle email mi risuonò nelle orecchie in modo fastidioso: pronto a cancellare email inerenti a collaborazioni con delle aziende dei caratteri viola e in maiuscolo attirarono la mia attenzione.

COLLABORAZIONE

Al Signor. Alberto, in arte Xiao,
La contattiamo inerente a una possibile collaborazione con il nostro nuovo gioco "Multiverse". In poche e brevi parole è un server dedicato a giochi in multiplayer in tempo reale dove i partecipanti saranno trasportati all'interno del gioco, potranno sperimentare il nostro progetto in prima persona come se venissero realmente trasportati all'interno di questa grande avventura. Se questa collaborazione andrà bene e se È disposto a provare siamo lieti di sponsorizzare il suo canale e, ovviamente, dare un compenso per la sua partecipazione.
Sarà necessario possedere un VR per garantire una maggiore esperienza realistica all'interno del nostro Server.
Cordiali saluti,

Multiverse's Company

L'email non diceva molto a dire il vero, ma il pensiero di essere pagato per giocare a un gioco con la realtà multimediale mi aveva convinto, in fondo cosa poteva andare storto? Ero già stato ingannato tempo fa ma almeno stavolta non mi chiedevano di scaricare dei programmi aggiuntivi o d'inserire i miei dati personali. Ci sta, potevo farlo.
Allegato alla breve email c'era anche il sito del gioco e, una volta inserito il VR e messo sul viso, lo aprii.

Davanti ai miei occhi si aprii la schermata del logo della ditta, caratteri cubitali che roteavano su uno schermo nero con una musica tecno in sottofondo degno delle intro del 2015 più o meno. Nonostante la scelta discutibile del logo lo schermo sembrava avvicinarsi sempre di più verso di me e prontamente cercai di afferrare il mouse in caso mi chiedesse d'interagire con il server, ma non c'era. Ero sicuro che fosse alla mia destra sulla scrivania ma non c'era nemmeno quella... Andai nel panico completamente cieco da uno schermo bianco cercando di trovare gli oggetti che avevo in camera e mi resi conto che non ero nemmeno seduto, o meglio, fluttuavo. Di scatto misi le mani sul VR per toglierlo ma sentivo solo il mio volto e nessun oggetto elettronico.
Stavo per dare voce ai miei pensieri con qualche imprecazione annessa quando quel senso di leggerezza che sentivo sparì e mi sentii precipitare per quello che sembravano minuti fin quando non mi ritrovai disteso per terra. Non avevo sbattuto sul pavimento semplicemente ero a pancia su mentre la vista tornava lentamente: non ero più in camera mia questo era certo. Avevo un cielo azzurro con qualche nuvola sopra di me. Girai appena la testa di lato e trovai i miei classici occhiali di tutti i giorni e li misi in fretta come uno scudo contro questo strano mondo.

«Xiao, utente numero 1111 ben arrivato, ti do il benvenuto nel Multiverse.»
Al suono di quella voce scattai in piedi pronto a sferrare pugni a chiunque e non avevo nemmeno torto, davanti a me un ragazzo completamente vestito di nero con un cappuccio sulla testa e una mascherina nera semplice gli copriva completamente il volto. Era dannatamente alto e grosso e d'istinto abbassai i pugni, se voleva fare a botte senza dubbio mi avrebbe steso.
Mi guardai intorno mentre lo scenario si caricava un po' lentamente: sembrava una arena da combattimento e sulla mia destra si estendeva un tavolo lunghissimo con sopra pozioni, armature, armi e ogni genere di oggetto utile.

«Dove mi trovo? Come ci sono finito qua è fin troppo reale.» Dissi cercando di trovare un contegno.

Il ragazzo mi squadrò da testa a piedi come se fossi stupido e incrociai le braccia al petto cercando di stare calmo.
«Sei nel Multiverse, ti abbiamo inviato una email e tu hai accettato di partecipare.»
Il ragazzo indicò con la mano in cui teneva una cartella bianca il tavolo mentre si incamminava continuando a spiegare.
«Sei il numero 1111, congratulazioni. Ti spiego brevemente cosa devi fare, vedi quel tabellone lassù?»
Sollevai la testa e un tabellone trasparente era collocato esattamente al centro del cielo sopra l'arena e trasmetteva un conto alla rovescia, annui.

«Tra 10 minuti inizierà una nuova sfida casuale scelta dal server, tu parteciperai e ovviamente il tuo obbiettivo è quello di superarla. Essendo una versione beta ancora non completa ti chiediamo solo di provare una sfida e darci un parere sincero. Se tutto va bene avrai la tua pubblicità e contributo in moneta.» Finì il suo discorso posizionandosi davanti a delle armi: c'erano spade, armi da fuoco o da corpo a corpo di diverse dimensioni e presi immediatamente un fucile d'assalto pronto a provarlo.

«È carico fa attenzione.» Provò a dire il ragazzo in nero ma lo ignorai sparando un colpo non troppo lontano da noi. Non feci in tempo a realizzare che il fucile mi saltò all'indietro dalle mani lasciandomi nella posa iniziale a mani vuote come uno stupido.

«Ma che...»

Il ragazzo prese l'arma e la appoggiò sul tavolo «Pensi davvero di saper utilizzare un'arma fin da subito? Siamo in una realtà virtuale certo ma le nostre capacità sono le stesse, solo livellando otterrai le capacità necessarie per utilizzare gli oggetti su questo tavolo.»

«Ma chi sei esattamente? Parli tanto e giudichi prova tu a essere catapultato in un server senza sapere nulla!» Sbottai cercando un'altra arma più accessibile.

«Mi chiamano l'Ignoto, sono la tua guida per il tutorial.» Dichiarò e cercai di non ridere per il nome ridicolo.

«Okay "Ignoto", nel tutorial posso cambiarmi di aspetto? Magari con qualche abito fico.» Tutti i giochi rispettabili avevano l'opzione di cambiare il proprio aspetto.

«Tocca due volte l'angolo sinistro dei tuoi occhiali si aprirà una schermata, vedili come un menù di gioco dove troverai ciò che ti occorre.»

Con entusiasmo toccai velocemente gli occhiali e davanti a me si aprì un meno con diverse categorie: Personaggio, armatura. Armi, pozioni e oggetti per costruire. Allungai le mani e come un touch screen riuscii a scorrere tra i vari oggetti ed entrai nelle sezioni abiti. C'erano centinaia di versioni di diversi capi ma non appena cambiai pagina divennero tutti grigi e non accessibili.

«Spiacente ma per poter prendere abiti o altro hai bisogno di esperienza o soldi. Ma vedo che il tuo portafoglio è vuoto»
L'Ignoto fece spallucce e gli tirai una occhiataccia, mi sembrava strano che qualcosa andasse nel verso giusto al primo colpo.

Lo schermo al centro dell'arena cominciò a suonare e comparì la scritta "Costruzione di un fortino, obbiettivo eliminare gli altri concorrenti."

L'Ignoto si coprì la fronte con la mano per non essere accecato dalla luce e ridacchiò
«Poteva andarti peggio, alcune sfide sono davvero difficili. Entra al centro dell'arena da lì inizierà la sfida. Ricordati di attivare i tuoi occhiali ti saranno dati oggetti utili alla costruzione, armi e altro appariranno casualmente. In bocca al lupo Xiao.» Detto questo sparì.

Sbuffai mentre mi dirigevo verso la mia meta e notai almeno altri dieci concorrenti che chiaccheravano fra loro, stavo per andare da loro per fare amicizia ma non appena misi piede dentro l'arena il gioco iniziò con un suono di tromba.
Mi ritrovai a correre a perdifiato verso un angolo del campo di battaglia attivando i miei occhiali. Una volta aperta la schermata cercai un materiale abbastanza solido per costruire almeno una casetta, scelsi dei semplici mattoni che sicuramente erano meglio del legno. Per fortuna non dovevo impilarli da solo ma una volta scelto il materiale le mura si innalzavano da sole! Con un sospiro di sollievo cominciai a costruire le quattro pareti principali, le volevo abbastanza alte per permettermi di stare più comodo ma all'improvviso un suono di sparo mi immobilizzò; oltre lo schermo del menù aperto tre ragazzini avanzavano correndo puntando me e la casa con i loro fucili di precisione. Non poche imprecazioni uscirono dalla mia bocca non appena realizzai che avevo costruito quattro mura invalicabili ma nessuna porta...cominciai a tirare calci con la suola delle scarpe cercando di crearmi un varco ma non veniva giù nemmeno un mattone, almeno finché uno di quei ragazzini non lanciò una granata in un lato della casa creando un varco abbastanza grande da farmi entrare. Beh, grazie ragazzino che ha armi super forti a nemmeno dieci minuti dall'inizio.
In fretta costruii di nuovo la parete mentre i proiettili si abbattevano sulla casa, cercai di costruire almeno un tetto per proteggermi e per pensare con calma a un piano ma quei maledetti continuavano a distruggerlo con facilità mentre cercavo di posizionarlo, costringendomi a iniziare nuovamente.

«Vedo che non stai molto simpatico. Devo confessartelo abbiamo scelto persone dalla tua chat durante le tue stream, non sono proprio dei tuoi fan. Divertente, no?»
La voce d'Ignoto mi arrivò da fuori dall'arena come se avessi un auricolare nelle orecchie.

«Niente di nuovo, di bambini stupidi che mi insultano ne ho tanti»
Riuscii a prendere un mattone rotto a metà e da un buco creato da una granata lo scagliai con tutta la mia forza contro uno dei ragazzi e con mia grande sorpresa il mattone aveva fatto abbastanza danno da farlo scomparire in una nuvola di pixel. «Headshot» urlai chiudendo al più presto il foro. Chi aveva bisogno di un'arma quando avevi un mattone?

Ma il mattone non poteva salvarmi per molto e presto mi ritrovai sommerso di macerie e proiettili volanti, il mio inventario era vuoto e non potevo più costruire un rifugio. Quando sei seduto sulla tua sedia comoda da gamer nella tua camera, con uno schermo a proteggerti, sembrava così facile e divertente ma ora che c'ero dentro avevo il cuore in gola. Mai avrei pensato di poter lottare così tanto e fare di tutto pur di non finire a pezzi per mano di ragazzini.
Come se il gioco mi avesse letto nel pensiero poco lontano da me apparì una scatola viola che fluttuava sommersa in una luce tenue, mi lanciai sopra di essa come se fosse l'ultima mia speranza e cavolo se lo era. In miniatura all'interno della scatola c'era una spada, la lama era larga ma sottile di un color viola scuro e l'impugnatura massiccia in nero.
Mi alzai dal mio nascondiglio mentre la spada si materializzava a grandezza naturale nelle mie mani.

«È tempo di spaccare qualche ginocchia»
Saltai fuori dalle macerie con l'arma alzata, il primo ragazzo puntò una pistola rossa probabilmente personalizzata contro di me ma la mia lama era molto più veloce e con un colpo di polso ormai era già polvere di pixel.
Quella kill lasciò tutti gli altri in silenzio e cominciarono a guardarsi titubanti.

«È solo una spada noi abbiamo armi da fuoco!»
Uno dei otto ragazzi urlo agli altri e si posizionò per sparare. Come se la mia spada avesse vita propria mi costrinse a unire le mani davanti al petto stringendo l'impugnatura con forza e si aprì a ventaglio creando uno scudo compatto, nemmeno i loro proiettili potevano scalfirla.
I ragazzini provarono a lanciarsi su di me scagliando proiettili, granate e qualsiasi cosa avessero attorno ma cadevano come mosche sotto i miei piedi con fin troppa facilità. Facile avere armi a distanza, ti nascondi dietro un muro e nessuno può toccarti ma se ti scoprono e sei a corto di munizioni sei morto.

Finito anche con l'ultimo giocatore il tabellone irradiò una luce verde emettendo una canzoncina allegra a dichiarare il gioco concluso. Storsi il naso a quel suono, avevano davvero dei gusti orribili e speravo che nella versione finale sistemassero questa cosa, a costo di produrre io stesso qualche melodia decente.
La terra sotto di me cominciò a tremare quando i miei piedi si staccarono da essa, cercai di afferrarmi da qualche parte ma ero troppo stanco per mantenere la presa e inevitabilmente il mio corpo volò verso l'alto. Vidi il cielo blu e le nuvolette scomparire in uno sfondo nero mentre il terreno sotto di me era già sparito, la mia spada scomparve dalle mie mani e sentii un moto di tristezza. In pochi secondi il mio corpo divenne così pesante che sussultai mettendo le mani avanti per paura di precipitare ma toccai qualcosa, la mia scrivania. Mi tolsi il VR e a fatica misi a fuoco la mia stanza. Ero tornato.
Il trillo delle email mi riportò alla realtà.

Al Signor Xiao,

La ringraziamo per aver partecipato al nostro evento, la collaborazione è andata molto bene. In allegato troverà il buono in moneta da spendere nel nostro gioco. Se in futuro vorrà partecipare nuovamente ai nostri giochi non esiti a contattarci.
Cordiali Saluti,

Multiverse's Company.

Scoppiai a ridere mentre mi stiracchiavo dolorante. Quei bastardi mi avevano dato i soldi solo da spendere nel gioco e non come volevo. Come al solito dovevo essere ingannato, dovevo proprio iniziare a chiedere informazioni prima di lanciarmi in un nuovo progetto. Ma si, un'altra partita l'avrei fatta volentieri.

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