๐๐Ž๐˜, ๐˜๐Ž๐”'๐•๐„ ๐๐„๐„๐...

By workingclasscheroine

3.4K 220 260

[๐˜ต๐˜ถ๐˜ต๐˜ต๐˜ช ๐˜ช ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ณ๐˜ช๐˜ต๐˜ต๐˜ช ๐˜ท๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ข ๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ด๐˜ฆ๐˜บ๐˜ด๐˜ช๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ต๐˜ฐ๐˜ณ๐˜บ, ๐˜ช๐˜ฐ ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ท๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜จ๐˜ฐ ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ญ๏ฟฝ... More

1.
3.
4.
5.
6.
7.
8.

2.

403 32 29
By workingclasscheroine

La camicetta "in prestito" con cui Paul saltò fuori era una scelta abbastanza ben studiata, John dovette ammetterlo. Sul davanti arrivava fino sulla gola, un triangolo che iniziava a stringersi verso le ascelle e terminava in una sorta di girocollo che si abbottonava sulla nuca di Paul. Metteva in risalto le sue clavicole e copriva il leggero rigonfiamento del pomo d'adamo, ed era il tipo di cosa che generalmente indossavano le ragazze che, come Paul, erano piatte come una tavola.

Il sorriso di Paul testimoniava che sapeva di aver scelto bene, e John non potè impedirsi di ricambiare il sorriso.

"Ti dona" disse, muovendo velocemente le labbra, e Paul chinò il capo e sorrise in una convincente imitazione di una ragazza che si schernisce dopo un complimento.

"Il verde mette in risalto i miei occhi" disse Paul. (Lo faceva). "Andiamo, allora"

Avevano raggiunto a malapena la fine della strada quando un tizio ebbe la faccia tosta di fischiare. John, nonostante le sue migliori intenzioni, sentì l'ira montargli dentro.

"Visto?" disse, tentando di camuffare il tuffo al cuore con l'autocompiacimento, "Che ti avevo detto?"

"È dall'altra parte della strada" protestò Paul, ridendo. "Non conta. E ha palesemente creduto che fossi un bersaglio facile, no?"

"E perché mai?" John poté percepire la piattezza del proprio tono.

"Beh" Paul scrollò le spalle, "Non mi stai dando molta attenzione, sbaglio? Se io avessi una ragazza come me la terrei ben stretta. Ergo..." Paul allargò le braccia "Devo essere tua sorella"

"Una ragazza come—" la voce si John si spezzò per l'incredulità. "Brutta sguardrina impertinente, Macca. Questa cosa ti sta divertendo più di quanto dovrebbe, per tua informazione"

Paul alzò semplicemente le sopracciglia e sorrise, e John sentì il proprio stomaco rigirarsi.

"Dio" borbottò, "Che suggerisci, quindi?"

Senza dire una parola, Paul gli tese la mano. Sarebbe stata una mano grande per una ragazza, ma era sottile e dalle dita lunghe e John si ritrovò a sfiorarla, seppur nella nebbia della convinzione che quello dovesse essere una specie di sogno delirante. Paul non avrebbe mai – Paul non era –

Però, in effetti, Paul avrebbe resistito alle stupide idee di John fino a un certo punto, per poi cedere e portarle avanti fino alla fine. Paul era così. John prese un lungo respiro e afferrò la mano di Paul.

"Bravo ragazzo" disse Paul, "È per il tuo bene, lo sai. Sto proteggendo la tua virilità, io"

"Peccato per la tua" borbottò John. La gamba nuda di Paul sfiorava la sua, liscia persino attraverso il denim dei propri jeans.

Paul alzò le spalle e fece dondolare – fece fottutamente dondolare le loro mani intrecciate.

"Tornerò indietro e la raccoglierò domattina. Andiamo"

E trascinò John all'interno del Pineapple Club, per mano, abbagliando il buttafuori con un sorriso che diede a entrambi il via libera senza ulteriori discussioni. Il buttafuori era stato a solo un passo dal viso di Paul. Non aveva battuto ciglio. Davvero, John avrebbe potuto dichiarare la scommessa già vinta, mettere un punto a tutta quella faccenda.

"Andiamo, Johnny" disse Paul. La sua voce era più morbida del solito, un po' più alta, ancora roca. Nell'illuminazione fioca dell'ingresso del locale, era tutto occhi e curva della bocca ombreggiata.

John prese un respiro profondo e lo seguì all'interno.

Il Pineapple Club brulicava di gente. Questa era, ovviamente, la ragione per cui lo avevano scelto, ben sapendo che era improbabile incontrare qualche conoscente, al contrario del Cavern – il Pineapple metteva quel tipo di musica che piaceva ad altre persone, non il genere di John e Paul. Nessuno dei loro amici avrebbe mai messo piede lì.

Paul, d'altronde, sembrava divertirsi abbastanza, il coglione.

"Hey" lo chiamò John, "Non vuoi bere qualcosa prima?"

Paul, a bordo pista, era nel mezzo di una specie di complicato movimento ondeggiante, che non interruppe nel sorridere a John e urlare "Whisky e Cola, grazie, amore!"

"Oh, agli ordini" borbottò John, "Immagino che sia compito mio, no?"

Grazie, amore. Suonava curiosamente normale in bocca a Paul, e John si scrollò di dosso un caldo rossore nella strada verso il bar.

Quando fece ritorno con i due drink, Paul era... occupato. O meglio, un ragazzino con un ridicolo taglio di capelli continuava a tenerlo occupato, nonostante Paul si limitasse a sorride pudicamente e allontanarsi.

"Hoy!" Il ragazzino stava tentando di rimorchiare Paul, il Paul di John, e ovviamente la sua mente era offuscata dalla situazione, ma gli sembrò un'invasione di campo. Il suo braccio circondò immediatamente la vita stretta di Paul, portandoselo contro. "Posso aiutarti?"

Il ragazzino alzò le mani. "Scusa amico, non sapevo"

Appena sparì tra la folla, John si sentì imbarazzato. Afferrare Paul in quel modo, a cosa stava pensando? Ma quando fece per allontanarsi, Paul lo fermò, e si voltò completamente verso di lui.

"Hey" disse Paul, con fermezza, "Devi ballare con me, capito? O continuerà a succedere. Sii uomo, Lennon"

Entrambe le mani di John erano in basso sulla schiena di Paul adesso. Il tessuto della sua camicetta era liscio contro i suoi palmi. Sentiva il desiderio di accarezzare la schiena di Paul, dalla vita alle spalle, sentire sotto le dita la curva della sua spina dorsale. Ingoiò a vuoto.

"Forza allora, ragazza" disse. "Balliamo"

L'ambiente era caldo, umido per via della calca di corpi stretti, e la musica batteva il suo ritmo attraverso il pavimento, attraverso le piante dei piedi di John. Questo non era per niente il loro genere, ma Paul, già immerso nel personaggio, si ci era buttato a capofitto, i fianchi che si muovevano, la testa che si scuoteva languidamente a tempo.

Manteneva gli occhi fissi in quelli di John, nel muoversi, e John sapeva a livello logico che l'espressione sul suo viso era ironica, divertita: ha ha, guarda qui, guarda me, se vuoi mettermi in imbarazzo dovrai impegnarti di più.

Ma John era già stato guardato in quel modo, quando lo sguardo significava solo stai guardando?

L'associazione gli fece sentire il retro del collo accaldato, come era calda la mano di Paul sulla vita di John, il suo pollice che percorreva la cresta del suo bacino attraverso il denim consunto dei jeans stretti.

La musica si intensificò in un crescendo e Paul con lei, ancheggiando. "Andiamo" gridò sopra il rumore, "Questo lo chiami ballare?"

"Che cosa vuoi da me" chiese John, "Che balli lo swing?". Con attenzione, minuziosamente, riuscì ad allontarsi da Paul a livello della vita – solo per sicurezza, solo per evitare di veicolare impressioni sbagliate.

Ma quando si inclinò all'indietro, Paul lo seguì inconsapevolmente, le sue ginocchia nude premute appena sopra quelle di John, la sua presa instancabile sulla vita di John.

Maledetto Paul, mezzo pollice più alto di John, nonostante lui portasse gli stivaletti, eppure nessuno sembrava trovarlo strano.

Le persone lo stavano guardando, sì, ma non erano occhiate sospettose. Piuttosto, erano occhiate che John avebbe voluto levar loro dalla faccia a suon di botte, sfacciati bastardi.

"Twist" dichiarò Paul, risvegliando John dal suo crescente ribollire al pensiero dei suddetti bastardi. "So che sai ballarlo, John. Ti ho visto"

John fece un'espressione ironica. "Su questa?"

La canzone volgeva al termine, e le note di apertura di qualcos'altro ne presero il posto, ritmate e veloci. Paul sollevò entrambe le sopracciglia e sorrise. "Oh, sì" disse, "su questa".

John sospirò pazientemente. "Bene, allora. Ma non scordarti che tu devi andare all'indietro"

Non che avesse alcuna rilevanza la direzione quando c'era da ballare il Twist.

Paul annuì e sorrise, ma alla fine, quando la musica cambiò in uno swing pieno, entrambi si muovevano allo stesso modo, movimenti da hoola hoop che partivano dai fianchi e li portavano giù, con le ginocchia piegate, e di nuovo su, e così via. Tutto intorno gli altri facevano lo stesso, ruotando i fianchi a ritmo come dei pazzi, le gonne delle ragazze che volavano in alto nel movimento, e John sbatté le palpebre, tentando di mantenere la propria attenzione errante, in movimento.

Davvero, qualsiasi cosa sarebbe stata un oggetto d'attenzione preferibile rispetto al modo in cui la gonna di Paul, troppo corta per quel ballo, continuava a volteggiare scoprendo il davanti delle sue cosce, i muscoli che si tendevano e allungavano mentre si muoveva. Qualsiasi cosa sarebbe stata un oggetto d'attenzione preferibile, ma John si sentiva tutto accaldato ed era incredibilmente difficile controllarsi. E non era l'unico, tra l'altro. Uomini su entrambi i lati lanciavano occhiate a Paul, ai chilometri e chilometri delle sue gambe, e John era irritato e ansioso e stranamente, paradossalmente... orgoglioso?

Perché lui sapeva, suppose.

Sapeva chi era Paul, cosa era Paul; sapeva che tutti gli altri si stavano rendendo ridicoli guardando questo ragazzo che ballava e aspettando di scorgere sprazzi delle sue mutandine.

Doveva essere così.

John si passò un dito attorno al colletto – laddove il sudore si stava attaccando al collo, e si soffiò via i capelli dal viso.

"Canzone fottutamente lunga, eh?" urlò.

Paul rise e annuì.

"Quasi finita" rispose. "Ho paura che potresti vincere la scommessa però, idiota". Poi gli face l'occhiolino, in maniera appariscente e provocatoria, e si morse la punta del pollice, creandovi attorno una piccola o con la bocca. Era una mossa stupida. Era sciocca, esagerata ed effemminata, ed era così di proposito.

Quindi John non avrebbe saputo dire perché, d'improvviso, si ritrovasse con un'erezione delle dimensioni della Torre Eiffel, ma era lì, e lo era anche Paul e oh, fanculo, questa era l'idea più stupida di sempre.

"Um" borbottò, scivolando verso il bar, "Bene – siamo a secco qui, amico – un altro drink?"

Se la filò, con le guance paonazze, senza attendere la risposta di Paul.

Al bar, a quell'ora, c'era una folla terribile. John aveva appena abbandonato l'idea di sgomitarvi attraverso e si era rassegnato ad attendere un poco quando una ragazza lì accanto disse "Non vieni qui spesso, vero?"

Sbatté le palpebre, e si voltò verso di lei.

Era minuta e bionda, occhi azzurri. Stupenda. Fosse stata un'altra sera le avrebbe steso ai piedi un tappeto rosso, ma adesso era sconvolto, accaldato e confuso e tutto quel che riuscì a dire fu: "Eh?"

"Ti ho visto" disse la ragazza. Curiosamente sembrava, se non altro, intenerita dalla sua goffagine. "Ballare. È la tua ragazza quella?" Un secondo di pausa, e poi le nocche delle sue dita arricciate gli si strofinarono sul bacino. "Una ragazza imponente, vero? Mani grandi".

Il cervello di John subì una battuta di arresto. Qualcosa in fondo alla sua mente insorse – come cazzo ti permetti? – ma sarebbe stato ridicolo, non è così? Difendere il fascino femminile del suo miglior amico. Nonostante Paul fosse, davvero, la ragazza più bella lì, più bella di questa piccola cosa bionda con la sua piccola bocca arcuata e i suoi grandi e sdolcinati occhi da mucca, nonostante – nonostante—

"Il meglio per farti a pezzi" disse una voce, insieme familiare e sconosciuta, "Mia cara". Paul sorrise senza gentilezza, materializzandosi come un'ombra alle spalle di John. Gli occhi di Paul erano puntati sulla bionda; gli occhi di lei ricambiarono lo sguardo con velenoso disprezzo.

John si sentì a un tratto del tutto superfluo in quella conversazione, e anche come se stesse sognando, adesso, perché doveva essere tutto un sogno.

"Oh" disse la ragazza, freddamente. "Ciao"

"Ciao" disse Paul. Nello spazio di un secondo si era incollato al fianco di John, entrambe le braccia intorno al suo collo e tutta la sua gelida attenzione concentrata sulla ragazza. "Cosa vuoi dal mio ragazzo, eh?"

"Nulla" disse la ragazza, acidamente, "Non ha gusto. Ora lo ho capito"

Fu solo per una fortunata coincidenza che John intercettò il braccio di Paul mentre si alzava, prima che calasse in uno schiaffo – un fottuto schiaffo – sulla guancia dell'altra ragazza, mentre questa se ne andava.

"Dio, Paul!" sibilò, le dita strette attorno al polso di Paul per immobilizzarlo. "So che ti stai calando nella parte, principessa, ma lei è una bionda di un metro e cinquanta e tu un tizio di un metro e ottanta con un bel gancio, o te lo sei dimenticato?"

Paul lottò per un secondo, ma solo un secondo, poi il suo braccio si afflosciò nella mano di John. "Non lo so" disse, cupo, e guardò John con gli occhi oscurati "E tu?"

Lo stomaco di John sussultò come se avesse mancato uno scalino. Paul sorresse il suo sguardo per un altro attimo, ma prima che John riuscisse a raccogliere il coraggio per chiedergli cosa intendesse, lui si era voltato, spostandosi di nuovo verso la pista.

"Dai" disse, dolcemente, "Lascia perdere i drink. Stammi vicino, o qualcun altro tenterà di portarti via prima che possa anche solo dire 'Hoy'".

"Non sono così desiderato" scherzò John, e Paul gli lanciò uno sguardo.

"Lo sei" disse. Si voltò e alzò nuovamente entrambe le braccia, intrecciandole attorno al collo di John e appigliando le dita alla sua nuca. "Ma non possono averti. Sei qui con me".

Paul aveva di nuovo quel sorriso, ironico, ma anche nella luce fioca John avrebbe quasi potuto giurare che un rossore gli strisciasse sugli zigomi, colorandogli il collo. "Lo hai promesso".

John si sentì immediatamente eccitato, di nuovo. La musica era più lenta adesso, tenebrosa e sensuale, e Paul abbastanza vicino perché John potesse percepire il suo calore; immaginò di poter quasi sentire il battito del suo cuore.

Aveva un buon profumo, shampoo e pelle calda e Dio, sicuramente era questa mascherata a confondere John, il suo corpo deformato in queste vesti? Di sicuro era colpa della gonna corta e della morbidezza delle gambe di Paul che si strofinavano contro le sue, se John desiderava così ardentemente farsi più vicino, lo stomaco stretto in piccoli, mortificati, eccitati nodi a ogni movimento dei fianchi di Paul che lo avvicinava, minacciando la copertura di John.

Sicuramente era quello.

Il cuore di John martellava nella sua gola, e lui non si sentiva sicuro per nulla.

Avrebbe dovuto spostarsi. Lo sapeva, sapeva che l'incessante strofinare del suo pollice lungo la schiena di Paul non lasciava presagire nulla di buono: sapeva che il modo in cui la sua guancia si inclinava naturalmente verso quella di Paul avrebbe portato a guai seri.

Ma la musica lo teneva in pugno, un ritornello familiare come il profumo del corpo di Paul, e John si lasciò andare, ballando, ballando. Quando Paul cadde contro di lui, per via di qualcuno che lo aveva urtato da dietro, John non rifletté prima di afferrarlo, le braccia intorno alla sua vita stretta e i loro corpi a contatto. John aveva la bocca secca, il battito gli risuonava furioso e sordo nelle orecchie, e Paul era lì, Cristo, e John avrebbe potuto quasi giurare – quasi credere – di aver sentito Paul respirare come un maratoneta esausto.

"Paulie" avrebbe voluto dire John, le parole già sulla punta della lingua. Stava tremando, patetico, il corpo rigido come un pezzo di legno nello sforzo di mantenere una briciola di dignità. Ma poi Paul si mosse, un suono a mezza bocca che gli sfuggiva dalla gola, e John lo sentì. Paul aveva un piede tra quelli di John, la coscia contro la sua, e lì, lì dove si toccavano, era duro.

L'intuizione colpì John con tale violenza che le sue ginocchia quasi cedettero. Ma Paul era troppo vicino per consentirglielo, le braccia intorno al suo collo, e John notò, senza capirne il perché, una chiara ansia negli occhi scuri di Paul, quasi paura.

"Johnny" disse Paul, piano, ed era così vicino, la sua bocca arrossata e piena e il suo viso che sembrava un'opera d'arte.

John prese un respiro profondo, lasciò scivolare le mani un po' più in basso e se lo tirò contro, bloccando Paul. Tenendolo fermo lì.

"Paul" disse, tremante, e lui sorrise.

Non smisero di ballare. Non era il genere di canzone che ti consente di smettere di farlo, le coppie tutte intorno che si inerpicavano le une sulle altre come piante rampicanti, mani e fianchi che si muovevano piano mentre la canzone suonava sporca nelle orecchie.

Pensano che siamo come loro, pensò John, stupito. Lui e Paul, stretti, insieme.

John riusciva a sentire il battito del proprio cuore, con più chiarezza del proprio respiro irregolare, e Paul si stava ancora muovendo contro di lui, duro e caldo attraverso la gonna, Dio.

Ci sarebbe stato un enorme effetto tenda, che avrebbe rovinato tutto.

Probabilmente era – cazzo, adrenalina o qualcosa di simile, Paul eccitato per essere riuscito a ingannare tutti quelli che lo guardavano, e John era un folle a essersi lasciato coinvolgere così nel proprio stesso piano malato.

Poteva esserci della matita attorno agli occhi da cerbiatta di Paul, e glitter nei suoi capelli, ma era ancora solo Paul, Paul l'amico di John.

A Paul piacevano le ragazze.

Lo stava facendo solo per farsi una risata, perché era un tipo sportivo, e John era il più grande e fottuto idiota del mondo per essersi lasciato prendere in quel modo.

La coppia alle spalle di Paul si stava baciando. John lo notò a malapena, infastidito; gli ci vollero altri cinque secondi per realizzare che non erano gli unici. Alla sua sinistra, una bionda era sulle punte, e pomiciava con il suo ragazzo. Alla sua destra, un alto ragazzo smilzo aveva infilato la lingua in gola a una piccola ragazza dai capelli rossi.

Erano fottutamente circondati, tutti che si muovevano come loro, ragazzi e ragazze, e nel mezzo la piccola isola Paul-e-John, incagliata sulle rocce della stupidità di John.

Dio, doveva andarsene di lì.

John voltò freneticamente il capo, aprendo la bocca, ma Paul era lì, pronto ad attirare il suo sguardo. "Paul" disse John, e le dita di Paul si strinsero intorno alla nuca di John, la sua espressione che si addolciva.

"Stupido ragazzo" disse, con quel tono che usava quando sapeva a cosa John stava pensando, in ogni dettaglio. Come se sapesse che tutto il corpo di John gridava di fuggire prima di fare qualche sciocchezza, come tirare su Paul così che le sue lunghe gambe nude si aggrappassero alla vita di John, infilare le mani sotto la sua gonna.

Come se sapesse tutto ciò, e stava ancora sorridendo, il che era – era --

"Vieni qui, allora" disse Paul, chinandosi su di lui, e lo baciò.

Non fu delicato. Avrebbe potuto esserlo, per salvare le apparenze. Paul che baciava John in quel modo, su una pista piena di coppie, ma John capì che non era quello il caso. Non fu esitante, nonostante Paul fosse attento, la sua bocca morbida contro quella di John mentre lo baciava ancora e ancora, piccoli baci umidi che davano senza chiedere, finché il respiro di John non si spezzò.

"Shhh" disse Paul allora, approfittandosi della momentanea distrazione di John, e premette ancora, l'interno umido della sua bocca che catturava il labbro inferiore di John finché questi rimase senza fiato, senza poter resistere neanche volendo.

Il suo miglior amico, il suo miglior amico maschio, lo stava baciando, e tutto ciò che John poteva fare era ascoltare il ritmo del proprio cuore che batteva nelle orecchie e aspettare.

Era il bacio di Paul, non c'erano dubbi a riguardo.

Avrebbe potuto essere la sua versione in gonna e ballerine, ma era Paul che stava d'improvviso portando il tutto da zero a cento in dieci secondi netti.

Era Paul quello che stava spingendo la lingua nella bocca di John mentre questi gli si aggrappava alla vita e gemeva.


Note

Eccomi di ritorno <3

Scusate l'assenza, sono molto di fretta.

Prometto che tornerò in carreggiata.

Intanto ecco la traduzione del secondo capitolo, se notate errori di sintassi ecc fatemeli pure notare.

Un bacio,

h <3.

Continue Reading

You'll Also Like

83.6K 3.7K 46
Where... Camilla Leclerc e Lando Norris scoprono cosa c'รจ oltre la linea sottile che divide il punzecchiarsi e l'amore. Non possono o meglio non vogl...
90.2K 2.7K 69
perchรฉ ho gli occhi molto piรน cechi del cuore e non sono mai riuscita a vederci amore... rebecca chiesa, sorella di federico chiesa, affronta la sua...
63.6K 3.4K 44
"E poi, c'hai quel taglietto sul ginocchio che ti sanguina sempre un po', come a ricordarti che in monopattino quando sei in ritardo non ci sai andar...
31.4K 1.9K 40
๐——๐—ฎ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฆ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ: "๐„ ๐จ๐ ๐ง๐ข ๐ฏ๐จ๐ฅ๐ญ๐š ๐œ๐ก๐ž... ๐“๐ฎ ๐ฆ๐ข ๐œ๐š๐๐ข ๐Ÿ๐ซ๐š ๐ฅ๐ž ๐›๐ซ๐š๐œ๐œ๐ข๐š..." "๐๐ข๐œ๐œ๐จ๐ฅ๐š..." sussurra prima di bu...