The last Destroyer

By eucalyptush

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Sono passati quasi duecento anni da quando il riscaldamento globale ha fatto sì che le città venissero allaga... More

✨Personaggi 🥰
1. La condanna
2. Lotta all'ultimo sangue
3. La tempesta sta arrivando
4. Un tuffo nel passato
5. Gli altri sopravvissuti
6. Il test
7. Il dormitorio
8. Un bel tuffo
9. il gusto del potere
10. La morfina
11. Il cielo al mattino
12. La concentrazione
13. Dimenticare il passato
14. Una spia sotto copertura
15. Lo studio
16. Ciò che mi alimenta
17. Un agente operativo
18. Tristan sei un clown
19. Il tormento infernale
20. Una missione disastrosa
21. Facciamo un gioco
22. Un appuntamento al buio
23. Un appuntamento memorabile
24. Un bicchiere di cristallo
25. L'energia vitale
26. Un premio particolare
27. Un piano elaborato
28. l'ira della Distruttrice
29. Il burattino e il burattinaio
30. Il fuoco ti consuma l'anima
31. Un sogno bizzarro
32. In un mare di guai
33. La delusione più grande
34. Un attacco inaspettato
35. Il sacrificio di Tris
37. Una pessima idea
38. L'inizio della fine
39. Un incontro sgradevole
40. L'ultima alba

36. Un risveglio traumatico

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By eucalyptush

Il dolore alla testa mi sta uccidendo. Non riesco nemmeno a mettere a fuoco i miei pensieri perché appena cerco di concentrarmi, questi scivolano via.

"Dannazione..." borbotto e apro gli occhi.

"Bentornata" Trevor mi prende la mano e poi mi accarezza la fronte, forse per controllare che non abbia la febbre.

"Che diavolo è successo? E dove siamo?"

"Sei svenuta sul jet e Jenifer ha allestito questa stanza solo per farti riprendere. Quel proiettile aveva un siero sperimentale capace di affievolire i poteri dei Dotati per qualche ora. Sono felice che tu ti sia ripresa"

"Si è svegliata?" Jenifer entra nella stanza senza bussare. Si appoggia alleo stipite con la spalla e con i suoi occhi felini, rimbambendosi lì a scrutarmi.

"Sì, sto bene." dico seria. Cerco di alzarmi ma come faccio peso sul braccio, una fitta lo attraversa e mi fa ricadere sul letto. Sbatto la testa contro la testiera e mi piego in due per il dolore. "Maledizione!" impreco e sento gli occhi riempirsi di lacrime.

"Irelyn..." Trevor mi lancia uno sguardo spazientito. "Devi fare con calma finché non sarai guarita del tutto. Quel siero è ancora nel tuo sangue e ti sta impedendo di guarire velocemente."

Jenifer si avvicina e lancia uno sguardo calcolatore a Trevor. Lui non se ne accorge ma lei insiste, gli batte il dito sulla spalla per farlo voltare e gli indica, non troppo gentilmente, l'uscita.

"Io e la tua amica abbiamo bisogno di parlare. Da sole."

Trevor è riluttante. Non vuole lasciarmi sola con il capo della base ma lei non sembra voler parlare con lui nella stanza.
Il mio amico mi lancia un'ultima occhiata apprensiva e palesemente allarmato. Come la porta si chiude, Jenifer si fa spazio sul mio letto e si siede affianco a me, senza mai rompere il contatto visivo.

"Ora che siamo sole, è ora di parlare di affari."

"Cosa stai dicendo?" mi passo una mano sulla fronte, stanca di tutto questo. Magari se sprofondo tra questi comodi cuscini in piuma d'oca tutti i miei problemi spariranno e Tristan tornerà da me.

"Dimitri è stato catturato, così come due dei tuoi amici a quanto pare. Hai intenzione di stare a letto a commiserarti o vuoi aiutarmi a finire ciò che Dimitri ha iniziato?"

"Scusa se continuo a non capire ma sono ancora sotto l'effetto di qualche strana droga, ti dispiacerebbe essere più chiara?" le sorrido falsa e mi raddrizzo contro la testiera per essere più autoritaria. Non mi farò intimidire da una donna di mezz'età con la ricrescita e con un pessimo senso dell'arredamento.
Chi diamine abbina delle lenzuola rosse con dei quadri tendenti al verde e delle pareti arancioni? Di certo non qualcuno con del buon gusto.

"Certamente." veloce come un fulmine, la sua mano finisce sulla mia gola e inizia a stringere. "Forse non l'hai notato prima ma non sei l'unica Dotata in questa stanza. Dimitri ha portato avanti la Resistenza per tanto tempo ma è ora di porre la parola fine a questa crociata. Domani mattina ti farò recapitare dei piani d'attacco e delle coordinate. Uno dei miei piloti ti porterà a destinazione, ti lascerò delle direzioni in una lettera. Nessuno deve sapere quello che stai facendo, nemmeno il tuo amico."

"E come pensi che io possa fare quello che mi chiedi se non riesco nemmeno ad alzarmi?" ringhio a denti stretti.

"Speravo lo chiedessi" Jenifer si tira fuori una boccetta con del liquido azzurro cobalto all'interno e una siringa. "Siamo riusciti a sintetizzare un amplificatore per i nostri poteri. Purtroppo l'effetto non dura granché e una volta finito crollerai a terra stremata. Devi saperlo dosare alla perfezione."

"Bene, altra droga..." sospiro e nascondo la faccia dietro un cuscino.

"Dimmi esattamente quale sarebbe il tuo piano o puoi benissimo arrangiarti. Non andrò in una missione suicida senza sapere esattamente quale sarà il premio."

La verità? Sono così disperata che farei di tutto.

"Le mie spie hanno scoperto dove sono tenuti Dimitri e i tuoi amici. Fortuna vuole che si tratti di una delle case presidenziali di Weldon Grayson e che lui sia lì in questo momento per la chiusura di un contratto."

Mi metto a sedere dritta di scatto. "Dimmi che scherzi! Mi vuoi far infiltrare nella casa più sorvegliata e sicura dell'intero continente? Tu sei completamente pazza. Non posso entrare lì da sola e di certo non posso riuscire a liberare i miei amici e uscirne viva!"

"Non hai molta scelta ragazzina. I tuoi amici non dureranno più di una settimana se non fai come ti dico. Infondo ti sto chiedendo di uccidere l'uomo che ha causato tutte le tue disgrazie. Grayson non è che il diavolo e tu saresti ricordata come un'eroina per il tuo coraggio."

"Pensaci bene." La donna si alza e va verso l'uscita a passo deciso e elegante. "Questa è l'unica opportunità che avrai mai per rivedere Theodore, o era Tristan?"

Stringo le mani a pugno finché non sento la pelle venire lacerata dalle unghie lunghe. Jenifer ride e apre la porta ma prima di uscire mi lancia uno sguardo penetrante e feroce che mi fa accapponare la pelle.

"Trovi tutte le istruzioni nel mio studio se sei interessata, altrimenti..." sussurra prima di chiudersi dietro la porta.

Trevor entra poco dopo e la sua sola vista mi rilassa infinitamente.

"Ciao, dimmi che porti buone notizie" gli faccio spazio affianco a me in modo che possa accoccolarsi nel letto con me. Ho proprio bisogno d'affetto in questo momento.

"James sta bene e si sta divertendo, sono andato a vederlo proprio ora."

Sospiro e sorrido sul suo petto. "Almeno lui è felice..."

"Ho anche brutte notizie. Sono riuscito a scoprire come la Grayson ha trovato la base. Una bibliotecaria gli ha chiamato dicendo di averti avvistata nel suo negozio e con un po' di fortuna sono riusciti a risalire alla nostra posizione."

"Lo sapevo! È colpa mia se i nostri amici non sono qui con noi..."

"Guarda il lato positivo, Wilson, Danielle e Jansen sono riusciti a scappare e persino i bambini si sono salvati."

"A proposito, dove si era cacciato Jansen durante l'attacco?"

"Era in città e come è tornato ha capito che qualcosa non andava, ha visto i bambini venire caricati sul jet e ha aiutato i ragazzi a portarli in salvo." Trevor mi pettina i capelli con le dita cercando di calmarmi ed effettivamente ci sta riuscendo.

Non dico nulla. Se fosse stato alla base sarebbe stato tutto diverso. Forse saremmo riusciti a salvare Dimitri e adesso non sarei stata messa all'angolo da Jenifer con una missione suicida e destinata a fallire.

"Sono un po' stanca, penso che dormirò ancora un po'." borbotto.

"Va bene, ti porto la cena e poi ti lascio riposare."

Trevor mi sorride e delicatamente mi fa sollevare per potersi alzare. Qualche minuto dopo essere uscito dalla stanza ritorna con un piatto di pasta al sugo fumante che appoggia sul comodino affianco al letto. Mi da un bacio della fronte e prima di andarsene mi augura un buon riposo.

Appena la porta si chiude scatto in piedi. Il veleno dev'essere svanito del tutto perché come abbasso la fasciatura, il foro di proiettile non è che una macchiolina rossa sul mio avambraccio. Non mi sento ancora al pieno delle forse ma ho ancora qualche ora davanti prima che tutti se ne siano andati a letto. Non posso starmene qui seduta e non posso nemmeno seguire le direttive di qualcuno a cui interessano solo i suoi scopi. No, devo fare a modo mio ma non posso portare nessuno con me.

Aspetto seduta sul bordo del letto per ore aspettando che la base cada in un profondo silenzio. La pasta si è ormai raffreddata da un pezzo quando decido che è meglio mangiare prima di partire, non so per quanto tempo starò via o se avrò altre possibilità di gustare un pasto decente. Sono quasi le due di notte quando mi alzo, prendo in spalla lo zaino e mi dirigo verso lo studio privato di Jenifer. Faccio attenzione a non fare rumore quando entro e inizio a rovistare tra i cassetti per trovare le sue istruzioni. Nel primo cassetto del suo scrittoio d'antiquariato trovo una busta gialla con il mio nome scritto sopra. All'interno c'è il siero azzurro, una serie di cartine geografiche, le piantine di quello che sembra un castello e una lista dettagliata. Da una teca appesa al muro recupero delle chiavi e adesso non mi rimane che rubare un jet e metterlo in moto. Grazie al cielo Karina si è presa la briga di darmi qualche lezione di volo quando avevamo del tempo libero alla base.

Mi avventuro a tentoni nel buio, evitando le due guardie che fanno la ronda davanti agli ingressi e mi dirigo verso il tetto. Appena l'aria gelida della notte mi sferza il viso, vengo avvolta da una sensazione inebriante di potere. Essere tornata nel mio ambiente mi ha rinvigorita all'istante. Salgo sul velivolo e lo metto in moto in meno di cinque minuti. I motori si accendono silenziosi e mentre la terra si allontana sotto di me, io mi sento sempre più viva.

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