Illusion \\ Luke Hemmings

Per mrsmaddoxx

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Chiusi il diario stanca di leggere quelle stronzate da quattordicenne. Inutile dire che in quattro anni non c... Més

Chapter 1
Chapter 2
Chapter 3
Chapter 4
Chapter 5
Chapter 6
Chapter 7
Chapter 8
Chapter 9
NON E' UN CAPITOLO
Chapter 11 - Break Up
Chapter 12
Chapter 13

Chapter 10

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Per mrsmaddoxx

Luke quella sera era veramente intenzionato a rimanere ovviamente se ne andò quando Daisy tornò.

La ragazza era sorridente e nonostante fossi invidiosa che lei andasse d'accordo con Ashton mi sforzai un minimo di essere gentile con lei, anche se il compito era abbastanza semplice, finché non iniziava a parlare del mio ex, o per così dire, migliore amico. Ne era cotta glielo leggevo negli occhi, lei gli stava vicino ed io avevo combinato un fottuto casino.

“Ti da fastidio che io parli di Ashton?” mi aveva chiesto un giorno mentre, per l'ennesima volta, roteavo gli occhi e sbuffavo alla sola pronuncia del suo nome. Non le avevo risposto ed ero uscita dalla camera dirigendomi verso l'area comune. Da quel giorno non ne parlò più. Da un lato mi sentivo sollevata dall'altro no, non sapevo più nulla del mio ex migliore amico.

Passavo la maggior parte del tempo con Luke evitando tutti i suoi amici. Dopo la figura della mensa decisi che sarei stata distante da loro per dare anche la possibilità a Luke di stare da solo con i suoi amici senza avermi sempre tra le palle. Tuttavia mi sentivo sola quando lui non c'era, era l'unico amico che avevo e mi dispiaceva il fatto che il mio ragazzo non se ne accorgesse, ma preferivo così non volevo passare per la vittima di turno, perciò me ne stavo zitta. Parlottavo qua e là con qualche compagna di corso ma non era come parlare con Luke o Ashton. Mi rattristai a quel pensiero. Dovevo fare qualcosa, assolutamente. Luke me l'aveva ripetuto un migliaio di volte di scrivergli ma io avevo sempre cambiato discorso.

Aveva ragione.

Presi il cellulare e gli inviai un messaggio sperando che rispondesse.

A: Ashton

Hey Ash... Allora.. Ehm.. Ok. Dobbiamo parlare.

Chiusi la conversazione e buttai il cellulare sul letto che rimbalzò finendo con lo schermo sul piumone. Il cuore mi balzò in gola e iniziai a tremare. Quest'attesa mi stava snervando. Poi il cellulare vibrò, esitai un attimo prima di leggere il messaggio.

Da: Ashton

Okay. Dove ci vediamo?

Risposi in fretta.

A: Ashton

Alla hall, tra un'oretta..

Rispose con un "okay" e poi più nulla. Ero rimasta immobile. Improvvisamente a tutta la buona volontà ed il coraggio prese posto il terrore. Un motivo non c'era. Ero agitata e tutto il discorso che mi ripetevo ogni singolo giorno perso, cancellato.

Chiamai subito Luke, sperando non lo stessi disturbando.

“Hey” rispose con voce allegra.

“Tra un ora vedo Ashton” gli dissi tutto d'un fiato.

“Fantastico” non sembrava molto entusiasta all'idea eppure era lui che molte volte aveva insistito per farmi inviare uno stupido messaggio

“Luke..” esitai un po' “Tutto bene?”

“Si scusa, sono solo un po' stanco” annuii anche se non poteva vedermi. “Allora.. Cosa gli dirai?”

Merda, non ci avevo pensato. “Non lo so” gli dissi frustrata.

“Hai le idee molto chiare, dolcezza” rise, risi con lui.

“Okay.. Vado a prepararmi. Ci vediamo dopo”

“Va bene” poi attaccò.

Non ci misi molto a prepararmi, rimasi con i vestiti della giornata, mi aggiustai i capelli, misi le scarpe ed ero pronta.

Daisy se ne stava nel suo letto intenta a leggere una cosa al computer, ogni tanto annuiva in accordo con ciò che c'era scritto e non prestò attenzione a me. Aveva cambiato colore ai capelli, ora aveva le punte rosa molto acceso. Mi piacevano.

Decisi di rompere il silenzio che aleggiava da fin troppo tempo nella stanza.

“Che leggi?” chiesi

Non rispose, non so se per il fatto che non mi avesse sentito oppure perché, semplicemente, non voleva. Strinsi le labbra e uscii dalla camera per andare nella hall dove avrei incontrato Ashton.

Mi si torsero le budella al pensiero. Ero agitata e durante tutto il tragitto mi masticai tutte le unghie.

Alla hall non c'era nessuno, era grande. Con le pareti rosse e i divanetti bassi abbinati. Dei piccoli tavolini in legno erano sparsi all'interno del cerchio dei divanetti. Le signore delle pulizie stavano pulendo il bancone di legno mentre qualcuno, dietro, trafficava con dei fogli. Mi sedetti senza disturbare e aspettai.

Meno di dieci minuti dopo Ashton si sedette vicino a me. Indossava una maglietta blu a maniche corte, dei jeans i delle vans nere. I capelli erano tiranti indietro da una bandana abbinata alle scarpe. Tenne la testa bassa e la sua espressione mi fece dimenticare all'istante i miei buoni propositi.

“Ciao” osai dire. Lui fece un mezzo sorriso. Presi un respiro profondo e cercai di mettere insieme due parole. “Allora... Ashton. Mi manchi okay?” mi interruppe ma gli feci cenno con la mano di non parlare “Fammi finire, quindi.. Rivoglio il rapporto che avevamo prima. Non so cosa sia scattato ma lasciamocelo alle spalle e ritorniamo come prima..” non mi ero neanche accorta di non respirare finché non emisi un respiro lungo e profondo pieno di frustrazione.

“Ciò che mi da più fastidio è Hemmings, mi urta il sistema nervoso. Non lo sopporto, okay? Quattro anni a fare il fighetto ed ora viene a rompere le palle a noi”

“Ciò significa che noi abbiamo litigato perché Luke ti dà sui nervi?” aprii la bocca scioccata.

Annui serio.

“Va bene, okay, okay. Facciamo così ritorniamo amici come prima, e tu fai finta che Luke non esista, lo ignori e se dici qualche tua battutina che mi fa saltare i nervi ti taglio la lingua”

Rise all'ultima frase. “Va bene” disse infine

“Tutto come prima?”

“Tutto come prima”

Gli allacciai le braccia al collo e lo abbracciai. Lui ricambiò stringendomi più forte. Inalai il suo profumo dolce. Mi era mancato, stare senza di lui era come stare senza ossigeno, quell'orribile sensazione che i polmoni stanno per esplodere alla disperata ricerca di ossigeno.

Ci staccammo.

“Allora...” esordì, lo guardai in faccia attenta a ciò che stava per dire “.. Come va con.. Hemmings..?”

Sorrisi. Un sorriso sincero. Lui sembrava imbarazzato, si grattava la nuca e sorrideva. Una domanda simile dal "nemico" di Luke non me la sarei mai aspettata. Insomma se n'era fregato per un po', stando lontano da me. Ci stava provando e questa ne era la prova.

“Va tutto bene” risposi entusiasta. Lui sorrise.

“Quel tipo non mi piace, lo sai. Se ti fa qualcosa dimmelo subito che..”

“Ashton!” lo ammonii interrompendolo. “Da quando sei diventato mio papà?”

Strinse le labbra in una linea sottile e serrò la mascella. “Scusa” disse infine. Gli appoggiai una mano sulla spalla e gliela strinsi per rassicurarlo.

Guardai l'orologio sulla parete si era fatto tardi e solo allora mi accorsi del vuoto allo stomaco. La mia pancia brontolò.

Mi alzai, forse troppo in fretta. Tutto si fece buio in un istante e la testa iniziò a pulsare, chiusi gli occhi cercando qualcosa a cui appoggiarmi poiché le gambe non avrebbero tenuto a lungo. Poi dopo qualche secondo mi sentii meglio. Piano piano si fece tutto più chiaro e la testa smise di pulsare. Non era la prima volta che capitava, forse la prima davanti a qualcuno. Ashton mi guardava con preoccupazione.

“Sto bene” lo rassicurai. Cercò di rilassarsi senza successo. Raddrizzai la schiena e mi incamminai verso la mensa facendo finta che non fosse successo niente. Mi sentivo bene. Ashton mi seguii ma poco dopo sparì vedendo Luke in lontananza che si avvicinava e parlando con dei suoi nuovi amici. La cosa mi infastidiva. Ashton non voleva vedere Luke ed il fatto che non ci provasse neanche mi faceva salire i nervi. Sbuffai andando in contro a Luke che mi sorrise.

“Com'è andata?” chiese sinceramente incuriosito, glielo leggevo negli occhi.

Sorrisi anch'io, “abbiamo chiarito” gli dissi e poi gli spiegai la situazione omettendo il fatto che Ashton non lo sopportasse.

Mi girai verso il self-service e preso un vassoio riempiendolo con un primo ed un secondo, il dolce lo lasciai li. Solo guardarlo mi veniva da vomitare e forse neanche il sapore era così buono come le signore del ristorante lo descrivevano. Avrei dovuto parlare con qualcuno di questa situazione. L'annotai in mente, sperando di non dimenticarmene. Con Luke al seguito mi sedetti in un tavolo libero, i suoi amici non c'erano così si sedette con me. Divorai tutto in poco tempo. Luke mi informò che ci sarebbe stata una festa per fine semestre e che se sarebbe stato entusiasta di portarmi con lui. Accettai volentieri ancora un po' turbata. Sarebbe girato di tutto quella serata ne ero certa.

“Sta' tranquilla” disse Luke stingendomi la mano. Annuii, finché fossi stata al suo fianco non mi sarebbe capitato nulla no? Almeno speravo di si.

Luke era una ragazzo con la testa sulle spalle, ma non l'avevo ancora visto ad una festa con un sacco di alcol e tante belle ragazze. Mi fidavo di lui. Qualcun altro invece no.

Quella stessa sera Ashton entrò in camera mia senza neanche bussare scuro in viso.

“Non voglio che vai a quella festa con lui” disse duro.

Sbuffai. “Ashton la smetti di fare il papà, per favore?”

Daisy osservava la scena incredula e sinceramente lo ero anch'io. Da come mi parlava di Ashton ero convinta che le piacesse e ne ebbi la conferma quando entrò nella stanza, le si erano illuminati gli occhi, ma tuttavia si rattristò quando non la calcolò di striscio pensando piuttosto al fatto che andassi alla festa.

“Non sono il papà di nessuno, Ev”

“Allora smettila di comportarti in questo modo, sei fastidioso” risposi a tono dicendo la verità. Il suo sguardo era ferito e sinceramente non mi dispiaceva neanche un po'. Era troppo, davvero troppo apprensivo.

“Scusa se mi preoccupo per te!” alzò il tono di voce di un ottava portando le mani in alto in segno di resa, poi se ne andò.

“Quando ti passa fammi un fischio” urlai ad una porta chiusa, sperando che mi sentisse. Poi mi rivolsi alla ragazza che si era sdraiata sul letto dandomi le spalle. “Scusami” dissi solo. Non so se per la scenata oppure per il fatto che non l'avesse calcolata. Mi strofinai le mani sul viso con frustrazione e cercai di prendere sonno.

***

Venerdì.

Il giorno che amavo di più. In più era la fine del semestre e avevo la piena sufficienza in tutte le materie. Aprii gli occhi con calma e decisi di prendermela con comodo; quindi sarei entrata in aula alla seconda ora. Daisy era già scappata, senza salutare per giunta. Alzai le spalle con disinteresse guardando il suo letto fatto alla perfezione. Mi trascinai verso il bagno e mi sciacquai la faccia con acqua congelata per svegliarmi un po'. Mi truccai con molta calma e mi vestii.

Presi lo zaino e uscii dalla stanza chiudendo la porta a chiave. Mi diressi verso l'edificio della scuola stringendomi nel cappotto. Percorsi il breve tratto tra le macchine del parcheggio evitandone due che facevano retromarcia.

Salii di corsa le scale facendo attenzione a non scivolare sul ghiaccio. Entrai dentro l'edificio e andai dritto verso le palestre. Svoltai a destra verso lo spogliatoio delle ragazze, dove alcune si stavano già cambiando. Aprii un armadietto a caso, il più vicino alla mia postazione e ci misi dentro lo zaino. Mi cambiai in fretta mettendo un paio di pantaloncini blu e una maglietta bianca, infilai le vans bianche e blu - per puro caso - chiusi l'armadietto con il lucchetto e uscii per andare nelle palestre. Faceva freddo, fin troppo.

Le dita delle mani erano congelate e cercai un modo per riscaldarle mettendole sotto le cosce quando mi sedetti su una panca adiacente al muro. Misi la chiavetta dell'armadietto nelle tasche ed aspettai che il professore si presentasse per fare la lezione. Dopo venti minuti buoni il professore si presentò, con tutta calma, con il suo caffè e il registro sotto il braccio. Tutti si misero in fila feci lo stesso. Il professore fece l'appello sbagliando molti cognomi. Quando pronunciò il mio alzai la mano e dissi presente. Non vedevo l'ora che finisse con questa cosa, avevo i brividi e piano piano anche i piedi si stavano raffreddando. Odiavo educazione fisica, soprattutto in pieno inverno anche se nelle giornate calde non faceva eccezioni. La gente da più di un mese mi guardava in modo strano, per le cicatrici sul mio braccio ma non mi importava, non ero un autolesionista e non avevo motivo di esserlo, era solo uno sfogo, uno sfogo che mi ha segnato per tutta la vita, forse. Quel giorno in ospedale, quando mi tolsero le bende rimasi scioccata da ciò che vidi. Era come se fossero li per ricordarmi di essere stata stupida, ma ero accecata dalla rabbia. Era successo tutto in una frazione di secondo e non me ne resi neppure conto

Riluttante degli sguardi degli altri iniziai i miei esercizi cercando di scaldarmi il più possibile, senza successo. Corsi per la palestra un paio di volte. Inutile dire che furono le due ore più lunghe di tutta la giornata. A momenti mi spaccavo un dito giocando a pallavolo e mi stirai un muscolo facendo stretching. Salii le scale fino al secondo piano zoppicando ed entrando nell'aula di matematica, Luke era seduto al suo posto e quando incrociò il suo sguardo con il mio mi fece segno di sedermi.

Accigliato mi chiese cosa avevo fatto, gli risposi con un'alzata di spalle. Seguii la lezione anzi, cercai di seguire la lezione mentre Luke mi massaggiava la coscia.

“Sei pronta per domani?” domandò. La festa. Cazzo la festa. Me ne ero completamente dimenticata. Tirai giu la manica della felpa fino alle dita imbarazzata. Annuii evitando che la voce mi tradisse, con il semplice tono di voce rauco e sexy mi aveva mandato in paradiso. Cercai inutilmente di concentrarmi di nuovo sulla lezione. Alla fine ci rinunciai e Luke sorrise quando se ne accorse. Spostai la sua mano dalla gamba e lui intrecciò le sue dita alle mie, questo gesto mi fece diventare rossa, qualcuno lo notò, purtroppo.

“Avete finito voi due?” sprofondai per l'imbarazzo. Cercai di staccare la mano dalla sua senza risultati.

“È un problema, professore?” rispose Luke. Oh no, per favore.

“Si è un problema, quindi vi chiedo di accomodarvi fuori. Ne riparleremo dopo” fece un segno con la mano. Ci mancava solo di essere sbattuta fuori dall'aula, con Luke per giunta. L'ultima volta mi aveva dato la possibilità di conoscerlo non so cosa sarebbe successo ora.

__

Oddio vi prego non mi uccidete! Scusate per il mega super extra ritardo e per lo schifo di capitolo che ho scritto. Vi lascio così con l'amaro in bocca di una Evelyn e un Luke che se ne vanno tutti soli in giro per la scuola. lol.

Fatemi sapere cosa ne pensate

Lots of love

Me x.

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Lil e Sarah, amici di Maria de Filippi.. eh niente leggetela 😝