Let Me Get Lost In You [TaeKo...

Por Hananami77

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''«Taehyung non può sposare il figlio di Jeon. Ho sentito troppe cose poco rassicuranti sul suo conto, non po... Más

Personaggi+Introduzione
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#Special: [Biscotti in incognito]
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[Special 3#] Buon compleanno, hyung!
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~Epilogo~
LMGLIY - FAQ

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Por Hananami77

Taehyung si aprì in un gran sorriso verso Junhui e si spostò i capelli dalla fronte con la punta delle dita. 

«E' stato un vero piacer—».

«Sì, un piacere veramente immenso. Adesso è proprio necessario andare via» lo interruppe JK, prendendo la parola e stroncando la frase rivolta a quel damerino che, nonostante le sue occhiate omicide, aveva continuato, imperterrito, a rivolgergli la parola con puntuale insistenza. A serata quasi conclusa, la sua tolleranza verso quella festa  si era ridotta ai minimi termini -anche se era fusa ad un desiderio che non era andato a scemare in quelle atroci ore passate a cercare di non mandare nessuno affanculo e continuare ciò che avevano interrotto- e no, non voleva attendere ancora.

Non poteva farlo.

Taehyung emise un singulto sorpreso come si sentì tirare via per un braccio, mentre Junhui alzò curiosamente -e non con poca meraviglia- le sopracciglia verso i due che si stavano dirigendo a grandi passi verso una delle uscite della sala.

Ma gli occhi di quest'ultimo non erano gli unici puntati sulla loro uscita di scena; se Yoongi stava cercando di non ridere -soffocando le risa dietro colpi di tosse inesistenti e qualche sorso di pregiato vino liquoroso- Jimin e Jin guardavano il punto in cui la coppia era svanita più attoniti che sgomenti. 

All'ennesimo ridacchiare di Yoongi, che non riuscì a sopprimere neanche impegnandosi, Jimin si voltò verso di lui con un sopracciglio alzato a cui, in risposta, ricevette uno scrollare delle spalle. 

«Ma dove vanno così di fretta?» chiese Geunhye con sincera curiosità. Batté le palpebre un paio di volte e si strinse al braccio di Jin per sorreggersi -quelle scarpe erano così scomode che a stento stava riuscendo a tenerle indossate.

«Credo che non sia la domanda migliore che si possa fare» commentò Jimin, dimentico di tenere a freno la lingua. Non che di solito lo facesse, ma ancora non aveva tutta quella confidenza con la principessa; o meglio, una confidenza tale da dirlo con un tono ovvio e seccato a cui seguì un silenzioso ammonimento da Jin. 

Voltatosi di scatto verso di lui, aveva allargato gli occhi perchè, seriamente, la sua futura consorte non aveva davvero capito il perchè di quella quasi corsa. La confusione della principessa sembrava essere reale almeno quanto il suo titolo nobiliare e si mostrava sulle sopracciglia leggermente arcuate, sulle labbra piegate in una smorfia pensierosa e sull'attesa di una risposta da parte di qualcuno che le spiegasse cosa si fosse persa.

«Voi avete idea del perché siano andati via così di corsa? Mi sarebbe piaciuto trascorrere un altro po' di tempo insieme a vostro fratello» continuò con tono sinceramente dispiaciuto, rammaricata perchè non fosse riuscita ad intavolare alcuna conversazione con il principe Taehyung dopo il loro presentarsi. 

Jin si morse la guancia e rivolse uno sguardo al soffitto, sperando che il supplizio -meglio conosciuto come festa di fidanzamento- terminasse insieme alla curiosità della principessa, «Saranno andati a—uhm, cambiare le bende delle mani di Jungkook. Sicuramente era necessario cambiarle» borbottò in risposta, stentando a capire se l'ingenuità della sua futura sposa fosse reale o meno.

Geunhye alzò le sopracciglia e spalancò la bocca, in una posa consapevole e comprensiva con tanto di mano davanti al volto ed un annuire lento e conscio, «Cielo, avete ragione! Deve essersi fatto veramente molto male, mi rincresce che non sia ancora guarito del tutto... Non può neanche stringere la mano a qualcuno» asserì, sospirando piano per il dispiacere mentre arricciava le labbra.  

Jimin la guardò dall'alto della sua posizione con sguardo perplesso, voltandosi poi verso Yoongi con cinismo crescente. 

«Ma è seria?» mormorò a mezza voce, dubbioso. 

Dubbio che trovò il più totale appoggio nel consigliere, il cui volto era perplesso almeno quanto il suo, «A quanto pare» fu l'unico commento che si sentì di esprimere quello.

Jin strinse le labbra e le posò una mano sulla parte bassa della schiena per invitarla ad iniziare la passerella che avrebbe sancito la fine della festa. Come avvenuto ad inizio festa, gli invitati si disposero su due file come li videro scendere le scale per avviarsi verso la scalinata d'onore da cui, sperava, sarebbero riusciti a liberarsi da tutti quegli sguardi inquisitori e fintamente cordiali. La passerella non era mai stata un qualcosa di a lui troppo gradito, ma Geunhye ne sembrava entusiasta -almeno lei. 

Visto che tutti gli occhi della sala erano puntati sul futuro re e la futura regina del regno, furtivamente, Jimin fece qualche passo indietro per mettersi di fianco a Yoongi e tenne lo sguardo fisso sulla schiena di suo fratello mentre allungava appena la mano, giusto quel tanto che bastava per trovare quella di Yoongi. 

Sorrise segretamente come le loro dita si sfiorarono in una carezza calda e conosciuta e, successivamente, si intrecciarono come erano solite fare, in una collisione tra galassie infinite di momenti condivisi e sussurri mormorati. «Pensate sia possibile dedicarmi un po' del vostro tempo dopo la festa?» chiese Jimin in un sussurro che mostrava, quasi lo avesse esclamato a gran voce, solo una grande speranza.

La presa sulla sua mano si strinse e il pollice di Yoongi scivolò in piccole carezze sul dorso, assaporando la morbidezza della pelle di Jimin come la più sublime delle sensazioni ed il più segreto dei ricordi, «Ho sempre del tempo da dedicare a ciò che amo».

Le labbra carnose di Jimin si stesero in un sorriso ampio e difficile da contenere mentre il cuore prendeva a scalpitare nel petto per dimostrare l'eguale apprezzamento del suo animo all'implicita dichiarazione. E non servì voltarsi per sapere che, sul volto adorabilmente serafico del consigliere, albeggiasse lo stesso sorriso e nei suoi occhi, la stessa emozione.  


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Il colpo della porta riecheggiò con un sonoro tonfo come venne richiusa con grazia inesistente, tremolando appena per il contraccolpo ricevuto nel momento stesso in cui la schiena di Taehyung vi cozzò contro. Intrappolato tra il duro legno di ciliegio e il corpo di JK, le mani di quest'ultimo erano posate ai lati del suo viso, le braccia erano tese per sorreggersi mentre le dita di Taehyung erano intrecciate ai suoi capelli per stringere le ciocche corvine con presa salda.

Con il volto piegato ed il respiro accelerato, Taehyung spinse la lingua tra le labbra di JK per poter incontrare la gemella e coinvolgerla in un vorticare lento e sensuale, in intrecci umidi e strofinii languidi. JK modellò le labbra alle sue e spalancò la bocca, facendo scivolare la lingua lungo tutta la lunghezza dell'altra, arricciandosi in prossimità della punta per poi passare sul voluttuoso labbro inferiore di Taehyung, godendo della sua pienezza e della consistenza vellutata.

Bollenti, si intrecciarono e si abbracciarono ritrovandosi coinvolte e connesse in danze passionali e sensuali, compagne di quei respiri esagitati e veloci che le narici dilatate riuscivano a stento a rilasciare. Il soffiare dei loro ansiti bramosi si unirono al batticuore di Taehyung che, con l'unica briciola di buonsenso rimastagli dentro da quando JK lo aveva coinvolto in quel bacio da capogiro, non poteva ancora credere di star vivendo quel momento. 

Non poteva credere di essere passato dal voler a stento essere toccato a desiderare di sentirlo, pelle contro pelle, premuto addosso per averne di più, per sentire più di quanto stesse facendo in quel momento in cui ansimava sulle sue labbra e lasciava che le mani scivolassero sulla sua nuca. E invece, contro ogni sua più completa e rosea aspettativa, si trovava con il corpo premuto contro quello conosciuto ma nuovo -in un certo senso- appartenente a suo marito, che gli succhiava il labbro inferiore e fletteva appena le braccia per andare incontro a quei baci agognati e sospirati. 

Rimaneva affascinato come la forma delle sue labbra riuscisse a combaciare perfettamente con quelle di JK come tessere di un puzzle nate per incastrarsi.

Vampate di desiderio gli scorrevano addosso con la stessa intensità della risacca del mare, lambivano ogni anfratto del suo animo impetuoso propagandosi in ogni nervo, in ogni cellula, in ogni fibra del suo essere come se il suo tocco attraversasse le barriere fisiche per annidarsi nel cuore. 

Quel baciarsi intenso, mormorato, carnale ma non rude lo portò ad affondare le dita nella pelle del collo di JK, intento a suggere la sua lingua, a lasciargli appena il tempo di respirare per tornare a diventare la sua aria e scambiarsi quel bacio che i loro occhi si erano scambiati milioni di volte e molto tempo prima che le loro bocche gli dessero -finalmente- vita. 

«Principessa, le gambe attorno alla vita» gli mugugnò JK contro le labbra, lasciandoci su una lunga e lenta lappata, rimarcandone il possesso perchè erano sue. Non poteva essere diversamente vista la perfezione dei loro incontri e considerato ciò che essi racchiudevano; erano carezze volte a suggellare promesse, nuovi inizi, nuove parole ancora inespresse ma che presto avrebbero trovato sfogo.

Le sue labbra sfiorarono quelle di Taehyung per ogni parola mormorata rocamente ed il fiato caldo le solleticò appena, portando l'altro ad umettarle con la punta della lingua per assaporare quel calore di cui già sentiva la mancanza. Taehyung fece scorrere le mani sulle spalle, le dita strofinarono appena sulla pelle del collo e JK socchiuse leggermente gli occhi alla lieve carezza fattagli poco prima che quelle dita affusolate si aggrappassero alle sue spalle per darsi lo slancio necessario ad avvolgere le cosce alla sua vita stretta.

JK mormorò di approvazione, le mani si posarono sulle sue cosce e le strizzarono attraverso il tessuto; scorsero lentamente su Taehyung che, al gesto, rafforzò la presa sui suoi fianchi in modo che le loro anche si toccassero e che i loro piccoli ed accennati gemiti si incontrassero nella minima distanza che li separava. JK passò la punta del naso lungo il suo profilo, deviò verso lo zigomo e arrivò fino alla curva della mandibola, che iniziò a mordicchiare appena fino a che Taehyung non piegò il capo di lato per permettergli di approfondire il contatto, emettendo uno squisito ansimo roco.  

Un gemito di fastidio si levò come JK smise quella piccola tortura e risalì per mordicchiargli il lobo, sorridendo internamente al movimento di bacino di Taehyung che, sfruttando la sua posizione al meglio delle sue potenzialità, roteò i fianchi cosicché le loro erezioni visibili e tenute segrete fino a quel momento, si toccassero in uno sfiorare insoddisfacente. 

Taehyung schiuse gli occhi e catturò il labbro inferiore tra i denti sentendo le mani di JK artigliare i suoi fianchi per tenerlo fermo; sulle labbra rosse dai baci, la curva di un ghigno malizioso e voluttuoso sembrava promettere almeno tanto quanto i suoi occhi, intrisi di sensazioni così abbondanti, così vivide e molteplici da essere incontenibili. Si mostravano tutte, una per una, senza alcuna remora, senza alcun pudore così come era tipico di JK.

Brama e desiderio si erano uniti ad una sorta di adorante contemplazione della sua persona, perché JK non riusciva a capacitarsi di come Taehyung, quel Taehyung gli stesse permettendo di vederlo in quel modo deliziosamente eccitato e dolorosamente meraviglioso. 

Gli occhi blu erano vacui, era persi, erano ricchi e corposi di sensazioni tumultuose la cui dominante era la libidine; compita ma allettante libidine guidava le mani di Taehyung sul suo corpo, sulle sue braccia, e poi di nuovo tra i suoi capelli, sul suo petto e sui suoi addominali. Il tutto, fatto con quella lenta accortezza che sembrava essere la chiave per fargli nascere un desiderio così smanioso che quasi non se ne sentì consumato. 

Ciò che provava era così intenso e così reale da non lasciargli altra alternativa se non lasciarsi pervadere e guidare alla scoperta delle regole di quel nuovo capitolo della sua vita. Quella non era attrazione passeggera, non era volatile come lo era sempre stata; era un qualcosa di permanente il cui significato era lì ad attenderlo nel momento stesso in cui sarebbe stato pronto ad ammetterlo.

Le guance di Taehyung erano vagamente arrossate, le ciglia lunghe si spiegavano sugli occhi socchiusi, le labbra erano di un'intensa colorazione scarlatta, i capelli corvini gli ricadevano in morbide onde sulla fronte e le narici si dilatavano al ritmo del sollevarsi del suo petto. 

Un'immagine celestiale che sembrava troppo bella per essere vera deliziò la sua vista e gli sembrò di annegare in quelle pozze blu; in quelle labbra schiuse e lucide gli sembrò di vivere e morire nello stesso tempo; i piccoli sbuffi del respiro lo richiamavano come se ne volesse essere lui la causa principale, come se con Taehyung volesse condividere anche l'aria. 

«Sei fottutamente perfetto» gli sussurrò JK, e Taehyung avrebbe anche saputo come rispondergli se solo non fosse stato detto con un tono roco, profondo, vacuo e graffiante; o se quegli occhi sensuali, perforanti e peccaminosi non lo avessero quasi spogliato senza nemmeno toccarlo; o se solo le sue mani non avessero stretto le sue natiche o le sue labbra non fossero tornate sulle sue con impellenza. 

Se c'era una cosa che Taehyung aveva scoperto di amare -una delle tante cose che amava dell'uomo che lo stava baciando appassionatamente- era lo sguardo che gli riservava JK prima di baciarlo. Prometteva e gridava così tante emozioni che erano sufficienti a bloccargli la mente e lasciare che la ragione abbandonasse il suo cervello ed i suoi gesti che, invece, seguivano solo il cuore ed il desiderio. 

JK si staccò da lui per baciargli l'angolo della bocca, poi lasciò un bacio sotto il mento ed iniziò a tempestare di baci sonori e umidi la linea della sua mascella, arrivando nell'incavo sotto l'orecchio su cui passò maliziosamente la lingua.

Le mani di Taehyung si arpionarono ai suoi bicipiti flessi che -cielo santissimo- li percepiva perfino attraverso la giacca, ed un singulto di piacere gli sfuggì come JK iniziò a succhiare quel lembo di pelle, stringendo la presa sui suoi glutei e avvicinandolo a sé assecondando il movimento leggero delle sue anche in modo che le loro erezioni si tediassero sfiorandosi in tocchi tentatori e peccaminosi.

JK sibilò ed i denti affondarono nella pelle del collo di Taehyung per morderlo e suggerlo fino a che non divenne una tela costellata da macchie purpuree che, su quella pelle dello stesso colore dello zucchero fuso, sembravano risaltare ancora di più. 

«Non sai cosa ti farei, principessa...non credo possa immaginarlo», mugugnò contro la pelle sensibile della sua gola, proprio dove aveva lasciato un succhiotto più grande degli altri e su cui i denti strofinarono per mordicchiarlo e renderlo ancora più ipersensibile.

Taehyung trasalì e si sciolse al suo tocco, «Potresti sempre mostrarmelo» gli rispose, roco, poggiando il capo sulla porta alla lappata che JK lasciò lungo il collo prima di allontanare i loro visi e guardarlo. 

L'ombra del passato e di tutto quello che aveva commesso continuava ad aleggiare dentro di lui, alimentando quella minuscola parte di sè che continuava a ripetergli che lui non meritasse tutto quello. Che non meritasse poter vedere Taehyung aspettare una sua mossa con sguardo carico di aspettativa, non meritasse di sapere che gusto avesse la sua pelle succhiandola, non meritasse che la voce di Taehyung -velata da quel desiderio carnale di sentirlo e di farsi sentire- deliziasse le sue orecchie. 

Ma era Taehyung a decidere di cosa fosse meritevole, e se si stava abbandonando completamente al suo tocco in quel modo sublime, chiedendogli di mostrargli ciò su cui aveva fantasticato fin troppe volte negli ultimi mesi...allora lo avrebbe fatto e si sarebbe assicurato che quella diventasse la loro prima vera notte insieme. 

Premurandosi di imprimergli nella memoria quanto cazzo era bravo nel farlo godere, ovviamente.

Era ancora in tempo per poter scrivere il futuro ed aggiustare le bozze di quella storia sbagliata scritta in un momento della sua vita ancora più sbagliato; avrebbe solcato le dolce curve del corpo di Taehyung marchiandole indelebilmente con un nuovo ricordo, con una nuova emozione ed un nuovo sentimento che non poteva né sapeva spiegare a parole ma che, in cuor suo, stava solo attendendo di ammettere. 

Le mani di JK risalirono su di lui e gli strinsero i fianchi; un caldo e sconosciuto sentimento gli si stava via via propagando nel petto e non lo avrebbe mai fermato, neanche se avesse potuto. Inspirò il profumo dei suoi capelli e mugugnò di approvazione perché quello era proprio da Taehyung, era suo e di nessun altro. 

Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro. «Abbracciami».

Taehyung insinuò il volto nell'incavo sotto la mandibola, strinse la presa attorno ai suoi fianchi e gli avvolse le braccia attorno al collo, «Tutte le volte che vuoi».

JK sorrise contro la sua pelle nel riconoscere quell'atteggiamento dolcemente pretenzioso da parte della sua principessa e le braccia muscolose si mossero da sole, avvolgendosi alla vita di Taehyung in modo da tenerlo stretto e da sentire i loro petti premersi gli uni contro gli altri. Una serie di baci leggeri quanto ali di farfalla tempestarono la giugulare di JK ed un verso sorpreso lasciò le labbra di Taehyung come non sentì più dietro di sé la porta ma si accorse che JK lo stava trasportando verso il letto tenendolo saldamente a sé.

Ricadde di schiena sulle morbide coperte, il fruscio del tessuto precedette il curvarsi del materasso sotto il loro peso e JK trovò posto direttamente tra le sue gambe divaricate. Occhi da cerbiatto guardarono JK sovrastarlo e reggersi sulle mani, per cui Taehyung si leccò le labbra con fare inconsapevole e lo sguardò vagò sul corpo di suo marito. 

Si stupiva sempre della perfezione del suo corpo e di quanto sembrasse nato per stare lì in mezzo. 

Allungò le mani verso il suo petto e le fece scorrere lungo il busto, ancora racchiuso nella camicia i cui bottoni in tensione lasciavano presagire quanto fosse ben piazzato il principe e quanto egli stesso adorasse vederlo con i muscoli flessi e tesi in situazioni come quelle.

Eppure, impossibile fu notare come le sopracciglia di JK, seppur rilassate, creassero due piccole increspature alla loro base, come se si stesse concentrando su qualcosa. Escludeva una dissociazione o un cambio di personalità, eppure c'era quel qualcosa che spingeva JK a fissarlo così intensamente da sentirsene quasi consumato -nel senso più positivo e mirabile che esistesse.

Alle prese con emozioni strane e confuse, JK si stava chiedendo se fosse normale che, in un momento come quello -in cui aveva sempre e solo lasciato che la libido facesse il suo percorso- il cuore gli battesse così forte.

Se fosse normale che il suo stomaco stesse facendo le capriole e si stesse attorcigliando alla vista di Taehyung sotto di lui che lo guardava, pazientemente, in attesa che decidesse come continuare. 

Nonostante gli stesse cedendo il controllo, nonostante non ci fossero mai stati dubbi sul fatto che fosse JK, tra i due, colui ad essere poco incline al dialogo su chi dovesse stare dove, era come se le sue mosse dipendessero dall'altro. Non sembravano più essere esclusive ed egoiste volte a soddisfare sé stesso usando qualcun altro. 

Era una complementarietà che non aveva mai sperimentato, un qualcosa di strano che lo fece sentire quasi sopraffatto e che quasi lo portò sull'orlo della follia per quanto non sapesse a cosa dare ascolto prima. C'era il sé che voleva strappargli i vestiti di dosso e renderlo suo, quello che voleva spogliarlo poco per volta e godersi ciò che la calda luce delle abatjour gli avrebbe rivelato e poi c'era un'altra parte, quella che voleva spogliare e farsi spogliare a sua volta. 

«JK, va tutto bene?» gli chiese Taehyung con tono leggero e soffuso, passandogli le dita tra i capelli e mostrando per intero il suo viso tondo -per cui avrebbe ceduto anche la vita. 

Le ciglia di JK creavano ombre frastagliate sulle sue guance, piccole mezzelune che scorrevano al minimo movimento dei suoi occhi e che si fermavano nel momento stesso in cui tornavano nei suoi.

Gli vide fare un mezzo sorriso, uno di quelli che non gli aveva mai visto fare ma che nascondeva -forse- una piccola ed indistinguibile dubbiosità, «Sì, più o meno».

Taehyung arcuò le sopracciglia con fare divertito e rise rocamente, con quella risata capace di sciogliergli il cuore; gli avvolse le gambe alla vita come era palese che all'altro piacesse e lo attirò a sè posandogli una mano sulla nuca per far sì che, anche se le labbra erano ad un mero soffio le une dalle altre, gli occhi erano stretti in un legame intimo, così vicini che Taehyung poté ammirare le efelidi creare una galassia adorabile sotto gli occhi scuri. 

JK arcuò un sopracciglio per la presa di posizione di Taehyung e il sorrisetto divenne un ghigno di soddisfazione nel vedere l'altro avere quel tipo di approccio con lui. Era sicuro che con gli altri non fosse così e, il pensiero che fosse lui a tirare fuori quel lato nascosto, malizioso e provocante gli rinnovò il vigore provato poco prima. 

Le pupille si dilatarono come, tenendo il contatto visivo, Taehyung avesse tirato fuori la lingua per leccargli il labbro inferiore, lo avesse poi catturato tra i denti ed avesse preso a suggerlo senza staccare gli occhi dai suoi, iniziando a muovere suggestivamente la testa in un lento succhiare che gli fece risalire dalla gola un basso brontolio ed un'imprecazione sussurrata perchè -che diamine- aveva sentito il cavallo dei pantaloni tirare dolorosamente tanto. 

«No, non più o meno. Va bene e basta; io lo voglio, tu lo vuoi, questo è ciò che conta. Non c'è altro da attenzionare se non che noi due siamo insieme e con ancora degli ingombranti vestiti addosso. Sai che non si tolgono da soli?».

Taehyung gli fece l'occhiolino e strofinò la punta del naso contro quella dell'altro, un leggero sorriso ad incurvargli le labbra sottili, catturate da quelle morbide e piene di JK.

Il peso del corpo di quest'ultimo fu completamente su di lui come quello si resse sugli avambracci, posati ai lati della sua testa mentre le mani tenevano il suo viso ed i pollici -fasciati solo per metà- strofinavano sulle sue guance in carezze non troppo delicate ma che non lo infastidivano. Infatti, gemette nel bacio senza alcuna remora al rinnovato e profondo contatto tra le loro erezioni dolorosamente strette negli abiti e lasciò vagare le mani sulle sue braccia, sulla schiena e sul petto fino a che queste non rendessero palese l'intenzione di togliergli la giacca.

In un movimento perfettamente sincronizzato, JK si issò prima su un braccio e poi sull'altro per permettere a Taehyung di liberarlo e lasciare che il primo indumento -ed ostacolo- sparisse e ricadesse mollemente ai piedi del letto. Il frusciare dei loro corpi coprì i loro sospiri ed anche lo sfilare del gilet già aperto di JK, che fece la stessa fine della giacca.

«Togliti queste robe inutili. Se le tolgo io, puoi dirgli addio» gli sussurrò JK contro l'orecchio con voce roca, indicando i vestiti che Taehyung stava ancora indossando. Vista la poca agilità delle sue dita dovute alle bende -e visto quanto l'altro tenesse al suo guardaroba- allora avrebbe dovuto pensarci da solo a toglierli. 

Taehyung fece un ghigno e gli posò le mani sul petto; le dita si allargarono e palparono appena i pettorali coperti dalla sottile stoffa ma lo spinsero in modo che avesse abbastanza movimento da poter ribaltare le posizioni, passandosi la lingua sulle labbra come si ritrovò a cavalcioni su JK, la cui vena soddisfatta e carnale per poco non lo fece gemere. 

Da quando aveva sviluppato quel tipo di attrazione che bastava uno sguardo per poter far riaffiorare quel lato più nascosto della sua persona?

Le mani di JK furono sulle sue cosce e presero a massaggiarle dapprima affondando i polpastrelli nel muscolo, poco dopo aggrappandocisi saldamente e massaggiandone l'interno coscia con movimenti circolari. C'era un'irrefrenabile impazienza in quegli occhi vispi e accesi che lo guardavano per intero. 

JK non resistette alla voglia si strofinare l'erezione contro i glutei dell'altro e socchiuse gli occhi, imprecando a mezza voce. Il respiro di Taehyung si era mozzato appena al gesto, quindi si era sbilanciato in avanti e si era retto alle sue braccia, socchiudendo gli occhi con il capo reclinato all'indietro al brivido che era partito dalla schiena ma che si era trasferito direttamente al cavallo dei suoi pantaloni. 

«Se non fosse stato un tuo regalo, questi cazzo di pantaloni sarebbero già andati affanculo» sbottò JK, piegando le gambe in modo che Taehyung scivolasse più comodamente su di lui e le loro erezioni sfregassero insieme. 

Taehyung annaspò e strizzò gli occhi per qualche secondo, «Se continui così è difficile che arriveranno integri alla fine» mugugnò, aprendo gli occhi verso un JK estremamente divertito per l'ammissione che aveva fatto da eco suoi pensieri. 

«Devo forse ricordarti chi mi ha lasciato con il cazzo fottutamente teso per tutta la sera, ancheggiando per mostrarmi la perfezione di questo preziosissimo culo? Principessa, a giocare sporco siamo in due» rispose JK, tenendolo per i fianchi ed issando il bacino facendo leva sui talloni. 

Fu piacevole quasi quanto baciarlo vedere Taehyung muoversi in risposta quasi non aspettasse altro, reclinare il capo all'indietro con gli occhi socchiusi e vacui e le labbra strette tra i denti, in un morso sensuale e capace di accendergli dentro -l'ennesima- fiamma di ardente desiderio. 

«Togliti i vestiti , principessa. Non ci sarà una terza richiesta» avvertì con voce roca JK, facendo nuovamente scivolare le mani con lentezza quasi esasperante sulle sue cosce, strizzandole appena per sollecitarlo a spogliarsi. 

Taehyung puntò gli occhi liquidi di libido su di lui e si leccò le labbra con la punta della lingua, in una carezza sensuale e con un atteggiamento provocante e quasi felino. Si mise seduto più comodamente su di lui e portò le mani al nodo del foulard in seta, prestando attenzione affinchè JK seguisse ogni sua mossa. 

«Guardami mentre lo faccio» pronunciò con tono basso e denso; quasi come velluto, le parole rotolarono sulla sua lingua come se stesse dicendo una cosa peccaminosa; l'indice si agganciò al nodo per allentarlo, piegò leggermente il capo di lato e lasciò che il fruscio della stoffa pregata carezzasse il retro del colletto, lasciando vagare la mano libera su dove gli addominali di JK erano contratti.

Deliziò le sue dita con la compattezza dell'addome di suo marito sui cui avrebbe passato la vita e le fece scivolare sul bordo del pantaloni senza però toccare davvero dove l'erezione di JK premeva. 

Gli occhi scuri e profondi quanto pietre d'onice erano fissi su di lui, sui suoi movimenti, sulla grazia e sensualità dei suoi gesti e guardò il foulard venire lasciato cadere mollemente sulle coperte già sfatte nonostante non avessero ancora iniziato. Gli dedicò solo giusto qualche attimo di attenzione perchè poi, le mani di Taehyung, erano tornate sulla camicia per iniziare a sbottonarla.

Sentieri venosi percorrevano i dorsi delle mani che sembravano quasi una colatura d'oro mentre allentavano i bottoni e gli permettevano di guardare di più, avere di più.

La giacca che Taehyung aveva indossato per la serata era stata abbandonata da qualche parte che non ricordava ma che dubitava fosse dentro la stanza. Per quello che lo riguardava, avrebbe fatto il suo ingresso in stanza direttamente senza vestiti  -a maggior ragione in quel momento in cui era consapevole di quanto poteva essere piacevolmente tediante vedere Taehyung spogliarsi. 

JK non sembrava neanche stesse sbattendo le palpebre, era solo intento a seguire i movimenti delle mani di Taehyung, e poi ad ammirare i lembi di pelle sempre più ampi e più scoperti che l'altro gli stava dando il piacere di osservare via via che le estremità della camicia si allentavano e si ripiegavano su sé stesse. 

Ma più il petto si scopriva e veniva illuminato dalle calde luci della stanza, più il desiderio di saggiare la consistenza della pelle di Taehyung diveniva imminente, e divenne assolutamente impossibile per lui bloccare una mano dall'allungarsi verso il solco tra i pettorali e sfiorare con i polpastrelli -l'unica parte libera dalle bende- la lunga e profonda cicatrice vermiglia e vagamente raggrinzita.

Era come toccare un ricordo che JK identificava come il momento in cui aveva capito che Tahyung non fosse solo un principe di passaggio da detestare. Quell'evento aveva sancito, come un gong invisibile, un nuovo sentimento che non gli apparteneva, accrescendosi di volta in volta. 

La guardò con occhi attenti, passando le dita lungo i bordi vagamente frastagliati, facendo un sorriso sghembo come sentì Taehyung avere un tremito sopra di lui; le dita affusolate avevano stretto i lembi della camicia prima che la facesse scorrere lungo le braccia e sedimentare in modo che solo una porzione di avambraccio e la parte bassa della schiena venisse ancora lambita dal tessuto. 

Taehyung fece un respiro tremulo e sentì le budella attorcigliarsi al danzare delle dita di JK sul suo petto e che, adesso, erano risalite con una carezza sensuale e ferma sulle clavicole sporgenti e rette. Disegnavano due linee perfettamente squadrate, incorniciavano il collo slanciato e creavano un incavo su cui avrebbe voluto passare la lingua ma che, invece, toccò con le dita. 

Resosi conto di come brividi costellarono la pelle delle braccia e del petto di Taehyung, bloccò i suoi movimenti e ritornò con lo sguardo sui suoi occhi; le labbra appena schiuse e parte del corpo esposto, Taehyung si stava godendo quel tocco come se da questo ne traesse l'energia per continuare ad alimentare il suo personalissimo ed ardente fuoco che bramava di fondersi a quello dell'altro. 

Vide JK mordersi l'interno della guancia ed un sopracciglio arcuarsi appena; guardava la sua mano a contatto con la pelle dell'altro come se non ne capisse le intenzioni, come se stesse valutando qualcosa in particolare. 

Taehyung piegò il capo di lato e lo guardò con le sopracciglia inarcate ma con un leggero sorriso sulle labbra piene e voluttuose, «Perchè ti sei fermato?» chiese, sfilando le braccia dalle maniche e lasciando che solo la parte ancora tenuta stretta alla vita dai pantaloni evitasse all'indumento di essere scaraventato via. Il suo sorriso si ampliò come JK reagì istantaneamente al contatto con le sue mani che, fluide, serpeggiarono lungo tutto il suo petto fino a che non arrivarono al labbro inferiore. 

Gli prese il mento tra le dita per convincerlo a smettere di torturare le labbra, carezzandogli il neo sotto quello. 

«Questo lo voglio mordere io—vuoi forse togliermi tutto il divertimento?» ghignò, protendendosi leggermente verso di lui per baciargli il mento e poi prendere a mordicchiarlo, portando le mani su quelle di JK per convincerlo a posarle nuovamente sui suoi fianchi -stavolta finalmente scoperti. 

Da sotto il mento, lasciò un'umida e lunga scia di baci fino alla giugulare, scendendo ancora fino all'incavo tra le clavicole per suggere la pelle perlacea e rimarcare l'appartenenza a quel principe dalle mille sfaccettature. Sorrise mentalmente ai brontolii soffocati che il suo vezzeggiare la pelle sensibile stessero provocando in JK.

«Allora, mio bel principe? Sto aspettando una risposta» soffiò contro il suo collo, sospirando nel sentire le dita di JK affondare nella pelle dei suoi fianchi. 

«Non so fino a che punto posso spingermi senza che ciò che ti ho fatto in passato torni» rivelò in un mugugno JK, che impattò direttamente contro la curva della sua mandibola mentre le mani scorrevano lungo la sua schiena e scendevano nuovamente, stavolta sul cavallo dei suoi pantaloni con l'intento di sbottonarli.

«Non tornerà», assicurò quindi Taehyung, «Per cui non fare il timidone» ammiccò nella sua direzione e da JK provenne una risatina roca e profonda che, emessa direttamente al suo orecchio, gli fece liberare un ansimo.

«Timidone?» ripetè JK. Con un ghigno divertito portò le mani a coppa sul suo sedere e lo strizzò con fare prepotente, passando i palmi delle mani sulle sue natiche per bearsi della loro consistenza, «Un timidone azzarderebbe così tanto, principessa? O desidererebbe così tanto fotterti gentilmente fino a farti dimenticare anche come si parla?». 

Taehyung sussultò e rialzò di scatto la testa perchè una mano di JK si era insinuata tra i loro corpi e gli aveva strizzato il cavallo dei pantaloni. Il palmo passò lungo tutta la sua erezione costretta dalla stoffa e strofinò un paio di volte, provocando una frizione minima che gli fece venire un brivido che si abbattè proprio tra le sue gambe. Fece leva sulle ginocchia per sospingersi verso la sua mano ma una sculacciata gli impedì di continuare.

Lo schiocco accennato gli fece puntare gli occhi trasudanti desiderio su quelli accesi da una rinnovata malizia dell'altro, che ghignò. 

«Sì, ma—», Taehyung si azzannò il labbro inferiore come JK gli strizzò nuovamente il cavallo dei pantaloni, «Niente ma. Dammi il via libera e puoi anche dimenticare l'utilizzo delle gambe» gli sussurrò contro l'orecchio. 

Ma Taehyung non era il tipo da farsi sottomettere così facilmente. 

O meglio, così palesemente tanto facilmente; che JK avesse attorno a sé un'aura capace di fargli venire le gambe molli e pensieri poco casti era vero, ma non aveva fatto ancora i conti con il suo lato più impertinente e sfacciato, di quelli capaci a mettere a dura prova il suo autocontrollo e la sua capacità di rimanere fedele alle sue parole. 

Sapeva che JK non era più quello di un tempo e sapeva anche che si stesse trattenendo, per cui...avrebbe sospinto la sua naturale passionalità ad uscire in modo quasi naturale. 

Quasi perchè, per farlo, doveva appellarsi al suo lato più sensuale e voluttuoso; infatti, Taehyung gli afferrò il polso e JK alzò un sopracciglio nella sua direzione, mollando la presa sul cavallo dei suoi pantaloni. 

Tenendo gli occhi fissi nei suoi, Taehyung gli fece un sorrisetto inverosimilmente malizioso, portando la mano ad un soffio dal suo volto, «Però, se ti do il via libero...poi non potresti guardarmi fare questo» bisbigliò. 

Il fiato bollente solleticò le sue falangi scoperte e l'erezione gli ebbe uno spasmo -contenuto per la costrizione della stoffa- nel sentire una lenta e umida lappata scivolare sul suo indice; la lingua di Taehyung lambì il suo dito e lo fece scivolare appena tra le labbra, lasciando che quella vorticasse ed inumidisse la sua pelle con lentezza quasi logorante.

Le pupille di JK si dilatarono e si mise seduto di scatto, facendo scivolare le dita dalla bocca peccaminosa dell'altro per afferrargli il volto e portare le loro labbra a scontrarsi e coinvolgerlo in un bacio passionale e tentatore, dove le labbra si allargavano per lasciare spazio alle lingue e respiri sconnessi. 

Taehyung portò febbrilmente le mani sul suo petto per sbottonare la camicia che copriva il corpo scultoreo di suo marito, lasciandola aperta a metà per portare le mani a vagare sulla pelle nuda e tastare i pettorali con dita sapienti e delicate. 

JK se lo tirò addosso e lasciò che le dita passassero sulla curva della sua schiena, percependo il sentiero irregolare delle vertebre arcuate per permettere una maggiore frizione tra i loro corpi;  brividi intensi si avvolsero alle membra di Taehyung per quanto fossero sicure e ferme quelle mani e si appiattì maggiormente contro il suo corpo. 

Cercò una delle mani di JK, prendendola per il polso per posarsela direttamente dove poco prima aveva lasciato quelle delicate carezze. La stoffa ruvida delle bende passò sulla sua pelle, vagò per il suo petto, passò sull'accenno di addominali e strattonò via i lembi della camicia per potersene finalmente liberare. 

La gettò di lato, lontano, non curandosi particolarmente di dove questa finisse perchè era troppo impegnato nel prestare attenzione a quanto fosse sublime il contatto delle sue dita con la pelle vellutata di Taehyung. Quel calore gli pizzicava i polpastrelli e gli faceva montare dentro una sorta di bramosia che lo portò a sospingere la lingua dentro la bocca di Taehyung per rimarcarne il possesso assoluto, per sentire la gemella accoglierla e strofinarcisi umidamente sopra e per sentire quei piccoli gemiti rochi impattargli contro le labbra.

In una musicale sinfonia di gemiti, ansimi sconnessi e respiri accelerati, Taehyung fu costretto a dividersi per riprendere aria, respirano affannosamente contro le labbra rosse e lucide di JK che però non ne aveva abbastanza. Inclinò il capo e dedicò le sue attenzioni alla pelle del collo, prendendo a suggerla con cadenzati risucchi che lo portarono a piegare nuovamente il capo per permettergli di fare ciò che desiderava. 

Qualsiasi cosa. 

«Credi ancora che qualcosa del genere potrebbe riportarmi al passato?», si morse il labbro Taehyung, gemendo dolcemente contro il suo orecchio -quasi sciogliendosi al contatto tra loro.

«Siamo arrivati fin qui», mugugnò, portando una mano tra i suoi capelli per stringerli, «Toccami come preferisci. Io mi fido di te» gli mormorò contro la pelle della spalla, fremendo al morsetto lasciato da JK -il cui sorriso gli fu percepibile anche senza vederlo. 

«Ai tuoi ordini, principessa».

Taehyung spalancò gli occhi come si ritrovò con la schiena schiacciata contro il materasso e con JK a sovrastarlo, gli occhi illuminati da una fiamma di determinazione tale che il respiro gli si bloccò in gola. JK iniziò ad assalire il suo collo per tempestarlo dapprima di umidi e rumorosi baci, e poi li iniziò ad alternare a dei morsi, affondando i denti nel trapezio e creò costellazioni di baci fino alla spalla. La lingua iniziò ad esplorare il gusto della sua pelle, una lenta lappata strisciò sulla vena pulsante del collo e, reggendosi sulle ginocchia, lasciò correre le sue mani lungo il corpo dell'altro.

I pollici passarono sul costali, scesero sui suoi fianchi e tracciarono le non troppo definite fossette addominali, risalendo per iniziare a strofinare le dita sui suoi capezzoli in lenti movimenti che fecero rilasciare a Taehyung un ansimo più forte dei precedenti. Arcuò maggiormente la schiena per cercare di avvicinarsi a quella fonte di rinnovato piacere e reclinò appena il capo.

JK sorrise appena e, deciso a rovinare quella pelle caramellata invitante come forse poteva esserlo solo Taehyung, tracciò una lunga e fitta scia di macchie purpuree che, dal collo, scendevano fino alle clavicole, punteggiavano la spalla e arrivavano fino al petto. La soddisfazione nel vederlo in quel modo crebbe perchè quelli erano i segni del suo passaggio, quelli che rendevano Taehyung suo e di nessun altro, come sarebbe sempre dovuto essere. 

Quelli erano gli unici segni purpurei che avrebbero dovuto marchiare la pelle di Taehyung, quelli erano gli unici suoni che avrebbero dovuto lasciare le sue labbra e quelli erano gli unici momenti che avrebbero dovuto trascorrere tra le lenzuola.

E mentre Taehyung si arcuava sotto di lui, dimenandosi appena per i brividi di piacere che gli scorrevano addosso, JK ammirò tutti quei particolari che lo rendevano come uno degli spettacoli migliori che la vita gli avesse offerto. 

Niente e nessuno poteva reggerne il confronto- qualora avesse avuto tempo e voglia di paragonare Taehyung a qualcun altro- e JK alzò un sopracciglio, stuzzicato dall'audacia di Taehyung che aveva agganciato le dita ai suoi pantaloni. Li sbottonò appena ed abbassò la zip con un ghigno ad incurvargli le labbra piene, li allargò e abbassò abbastanza da permettere alla sua mano di scivolarvi dentro e premere il palmo sulla sua erezione. 

«Questa intraprendenza è una delle cose che preferisco. Non sai quanto io la adori, principessa», mugugnò JK contro il suo collo, muovendo i fianchi per spingersi contro la sua mano.

«Tu non hai idea di quanto io possa essere intraprendente. Sono pieno di aspetti nascosti, principe», gli mormorò contro la curva della mandibola, strofinando il pollice dove una chiazza scura inumidiva il tessuto in prossimità della punta, «Ma per goderne...beh, devi guadagnarteli» gli soffiò subito dopo, baciandolo mentre gli toglieva i suoi pantaloni e JK strattonava i suoi. 

Un suono poco rassicurante circa la non propria integrità di quelli di Taehyung si unì al loro fuscìo, le mani di JK passarono rudemente sulle sue cosce e scorsero sulla sua pelle lasciando scie bollenti tali da fargli avere tremiti capaci di scuoterlo visibilmente. 

Taehyung spalancò gli occhi e boccheggiò; un gemito sommesso e roco risalì dalla gola e deliziò le orecchie di JK, la cui mano si era fatta spazio tra le sue gambe ed era andata a stringere poco delicatamente la sua erezione, iniziandola a vezzeggiare con tocchi precisi e netti. 

«Cazzo—JK, dio» ansimò Taehyung, allargando d'istinto le gambe ed artigliando le lenzuola ai lati del suo corpo. 

Non che prima le avesse chiuse, visto che JK vi era seduto sui talloni esattamente in mezzo e le teneva bel più che divaricate; il suo nome venne pronunciato con voluttà e l'orgoglio sbocciò nel suo petto come pensò che, i risultati del suo lavorare così durante con sè stesso e con Taehyung per riuscire a dargli quel tipo di fiducia, avessero dato i suoi frutti e gli avessero permesso di amarlo come stava facendo in quel momento.

Si stava trattenendo? Sì.

Lo avrebbe fatto fino alla fine? Solo se necessario ma, a giudicare da come Taehyung muoveva le anche per andargli incontro e accelerare il ritmo delle suoi gesti, mormorando una sequenza di «JK, vai un po' più—v-veloce», seguiti dal gemito di protesta nel suo fare esattamente l'opposto di quanto gli era stato chiesto, era molto poco probabile che si sarebbe trattenuto fino alla fine. 

Era la prima volta che percepiva la voglia di sentirsi parte di qualcuno, o di sentire il suo nome venire pronunciato mentre era lui a donare il piacere senza aspettarsi nulla in cambio. 

Aveva sempre considerato Taehyung come la sua finestra sul mondo, un mondo che gli sembrava lontano e che non sembrava appartenergli. Aveva sempre odiato fare le cose con calma e non aveva mai capito cosa ci trovassero tutti di eccitante nel prendersi il tempo di fare una cosa che serviva come mero sfogo fisiologico. Ma, ovviamente, Taehyung aveva sovvertito anche quell'aspetto, e quindi ecco perchè osservava con contenuta brama Taehyung umettarsi le labbra e tentare di stringere le gambe allo strofinare del pollice lungo tutta la sua lunghezza. 

Quella carezza tentatrice e bastarda almeno quanto il sorrisetto soddisfatto sulle labbra di JK non gli diede nulla di quel minimo di sollievo che cercava, per cui la sua erezione ebbe uno spasmo e si scontrò contro le sue dita, sibilando dal disappunto per l'improvvisa mancanza di contatto ma rialzando il viso non appena anche l'ultimo indumento che lo ricopriva venne tolto. 

Taehyung si issò sui gomiti e lo guardò con un rossore a sboccargli sulle guance per quello sguardo che, dio santissimo, riusciva a sentire direttamente scorrergli addosso; non era vestito da niente se non tanta, profonda e manifesta malizia che gli danzava nelle iridi cerulee sciolte in liquido piacere e che si agitavano come maree, investendolo con la devastante sensazione di bramosia e dal desiderio di ascoltarlo gemere ancora e ancora.

Taehyung guardò JK a sua volta; vide i capelli ricadergli in ciocche scure sulla fronte, gli addominali creare la squadratura su cui aveva passato la lingua almeno un milione di volte, i pettorali gonfi e sodi contrarsi al movimento delle braccia, e notò come le efelidi rade che gli punteggiavano le spalle erano rese ancora più vivide dalle luci aranciate. 

«Principe, non è regale fissare così a lungo», lo prese in giro Taehyung mordendosi il labbro inferiore. 

Gli occhi di JK si scurirono, se possibile, ancora più di prima; sul volto apparve un'espressione così erotica, così dannatamente peccatrice e sensuale che Taehyung sentì sé stesso reagire in modo completamente sproporzionato alla portata della situazione.

Il respiro gli si mozzò, il cuore fece la capriola ed un suono umido si propagò tra di loro alla contrazione della sua erezione che battè sul suo addome macchiato da fili invisibili -segno che, forse, stava godendo fin troppo per essere appena all'inizio. Striature trasparenti si annidarono sulla pelle caramellata, brividi misti a pelle d'oca si propagarono a velocità sul suo corpo nel momento in cui JK gli afferrò le cosce e lo tirò a sé facendolo scivolare sul materasso. 

«Con queste cazzo di bende non sento nulla» sibilò, irritato, guardando con odio il tessuto che lo separava dal contatto con quella pelle che lo stava richiamando con la stessa intensità del canto delle sirene per Ulisse. 

«Vorrà dire che saremo costretti a rifarlo per farti recuperare ciò che ti stai perdendo» ammiccò Taehyung, allungando un braccio per avvolgere una mano attorno alla sua nuca e fare scontrare le loro labbra. In quel modo, JK gli si portò addosso e lui gli sfilò l'intimo, approfittandone per posare le mani a coppa sul sedere dell'altro e strizzarlo, godendo della consistenza soda e compatta contro i palmi. 

Un gemito roco si fuse a quello di JK che, reggendosi su un avambraccio, portò la mano libera tra i loro corpi; Taehyung gemette acutamente contro le sue labbra sentendo la sua erezione venire stretta in una presa salda e la pelle bollente scivolare contro la pelle tesa di JK. Alzò il bacino e la frizione risultò paradisiaca; affondò le unghie nelle sue natiche e si sollevò facendo leva sui talloni per averne di più.

JK era una sorta di incarnazione del suo desiderio, uno stimolo per il suo lato più nascosto ed incredibilmente provocatore, uno di quelli che non tutti -quasi nessuno, a dire il vero- riuscivano a tirargli fuori.

Eppure, a JK era bastato toccarlo perchè, come per qualche magia a lui sconosciuta, le sue barriere collassassero, la sua mente si spegnesse ed il suo istinto prendesse le redini del momento. E, cazzo, quella fetta di felicità lui se l'era guadagnata con pazienza, e adesso che stava avendo un assaggio di cosa significasse averla, non era di certo disposto a mollarla.

«JK, più veloce. P-per favore» mugugnò rocamente contro le sue labbra, rinnovando la richiesta fattagli poco prima che aveva portato a tutt'altro che ad una maggiore stimolazione. «No. Il ritmo lo decido io» gli sussurrò al suo orecchio, leccandolo subito dopo. 

Le gambe di Taehyung tremarono, le dita danzarono sulla sua schiena e si artigliarono alle spalle, guaì dalla protesta perchè JK gli si era premuto addosso in modo da approfondire il loro contatto ma, allo stesso tempo, rallentare i movimenti delle sue anche. 

«Sei proprio uno s—», JK gli morse il lobo e Taehyung sibilò. «Uno spettacolo? Lo so, e sono anche fottutamente bravo in ciò che faccio, principessa. Per cui, godi e basta», gli baciò l'angolo della bocca e vide Taehyung arcuare leggermente le sopracciglia e spostare lo sguardo liquido di piacere su di lui.

«S-sì. Proprio uno spettacolo—» ringhiò a denti stretti, reclinando il capo all'indietro come il polpastrello di JK passò lungo la sua fessura, muovendosi circolarmente sulla punta impregnandogli la pelle del risultato della sua evidente ed abbondante eccitazione.

Fece per parlare di nuovo ma il bacio di JK lo zittì del tutto.

Divorò l'ansimo che Taehyung avrebbe rilasciato, affondando i denti nel labbro inferiore di JK sentendo la ruvidità del suo palmo avvolgersi completamente alla sua erezione ed iniziare a muoversi con movimenti secchi e sicuri, che nascondevano una velata riverenza nei suoi confronti.

Era debolezza, quella che sentiva nei confronti di Taehyung? Forse, ma non aveva importanza perchè ormai era troppo tardi; Taehyung sarebbe sempre rimasto la sua più grande debolezza per cui avrebbe dato la vita -proprio come l'avrebbe data per Jungkook e Kookie.

Ma poteva anche avere un debole per quel principe dall'atteggiamento delicato e dal temperamento forte, poteva essere davvero la sua debolezza, ma quando le loro mani si stringevano...in quel momento Taehyung diventava la sua forza, la più vitale che avesse mai incontrato.

Tempestò di baci la sua mandibola, vezzeggiò la sua pelle, stuzzicò i suoi punti sensibili fino a che di Taehyung non rimase che uno stupendo e soddisfacente ammasso di gemiti.

«Sei uno spettacolo mozzafiato, principessa. Il miglior vestito è quello che non indossi» mormorò contro la sua gola, poi si issò sulle ginocchia e Taehyung lo guardò cercando di capire il motivo per cui si era appena fermato. 

Guardò le cosce flesse di JK mostrarsi nella loro prestanza, e giurò di poter sentire il suo cuore esplodere non appena risalì al suo volto, «Voltati. Su mani e ginocchia».

Taehyung alzò un sopracciglio nella sua direzione. 

 «E se non volessi farlo?».

JK si leccò le labbra, facendo scorrere la lingua con lentezza, «Non credo ti dispiacerebbe vedere come ti convinco ma...non mi hai ancora dato il via libera, per cui fallo e basta» gli rispose con tono vago ma profondo tanto quanto quelle orbite scure.

«Sai che ti conviene farlo, principessa » aggiunse JK con un sorriso malizioso che gli fece ribollire il sangue nelle vene e rendere il fiato irregolare e veloce. 

Non volevo spingere troppo il limite che JK si stava visibilmente imponendo -infatti, i tremiti del suo corpo, i muscoli che si flettevano in un contrarsi e rilassarsi frequente, il tentativo di modulare la voce in modo che fosse roca, bassa ma che non risultasse imperiosa come un comando- erano visibili nonostante i suoi neuroni si fossero spenti. Non era di certo stupido, per cui fece quanto gli era stato detto, trasalendo nel sentire le mani di JK posarsi immediatamente sui suoi glutei.

Il rumore dello schiocco della sculacciata che gli tirò lo fece trasalire ed emettere un singulto sorpreso che sfociò in un gemito profondo nell'avvertire la lingua di JK posarsi sulla parte più bassa della schiena e risalire, lentamente, fino alla nuca. 

«A cosa devo la sculacciata?» ansimò.

JK rise rocamente contro la sua scapola mentre tracciava il sentiero percorso poco prima ma al contrario- stavolta con la punta del naso. 

«Sicuramente non ad una punizione. E' una ricompensa per avermi dato ascolto ».

Le dita di JK affondarono delle sue natiche e Taehyung spalancò la bocca, «JK co-cosa v—».

«Le parole per dopo, Taehyung».

Gettò il capo all'indietro e decise che forse le parole in quel momento non servivano poi così tanto; ma non le avrebbe sapute articolare neanche se avesse voluto perché come poteva pretendere da sè stesso quel tipo di lucidità quando la lingua di JK passava lascivamente tra le sue natiche?

Le gambe di Taehyung -così come le braccia- tremarono visibilmente, tanto che fu costretto a posarsi sugli avambracci ma inarcò la schiena. Il capo venne rigettato all'indietro e gli occhi rotearono alla vampata di eccitazione che gli partì come la lingua di JK stuzzicò la pelle delicata. Libidinosa, lasciva, voluttuosa e dannatamente erotica, stava divorando ogni sua più esplicita ragionevolezza, portandolo a sentire la sua erezione quasi dolere ad ogni sfregare della lingua dell'altro sulla pelle sensibile.

La sentì scivolargli dentro, disegnandovi immaginari cerchi concentrici mentre si muoveva al ritmo sostenuto procurandogli brividi di devastante piacere che gli si irradiavano fino alla punta delle dita.

Lasciva, la lingua di JK lo tediò, si insinuò tra le soffici pieghe delle sue carni bollenti e Taehyung gemette rumorosamente, assecondando quel muscolo caldo artigliando le lenzuola e andandogli incontro, seppellendo però il capo tra le braccia mentre ansimava profondamente. Una mano di JK scivolò tra le sue gambe per stringersi attorno alla sua erezione e stimolarla con tocchi sapienti e mirati, muovendosi allo stesso ritmo della sua lingua e ponendo particolare attenzione a far scivolare il polpastrello sulla fessura -che grondava ancora deliziosamente tanto solo per le sue attenzioni.

«JK, n-non stuzzicarmi così t-tanto» annaspò a fatica Taehyung, mordendosi forte il labbro inferiore perché era suonato supplicante persino alle sue orecchie.

JK represse un sorriso e sospinse la lingua tra le sue carni, afferrandogli le cosce per tenerle quanto più allargate possibili e, per ogni fremito di Taehyung -accompagnato da gemiti rochi e profondi- lasciava che le mani scorressero in carezze lente e in un certo modo rassicuranti sulle sue gambe sollecitando il suo pube di tanto in tanto.

JK era ancora presente a sé stesso e non avrebbe perso il controllo -a meno che non fosse quello che Taehyung desiderava. 

JK tracciò una lunga lappata che dal centro del suo corpo si spostò sulla sua natica, la morse e gli lasciò su un'altra sculacciata perchè quel culo era assolutamente perfetto. Dannatamente e succosamente perfetto.

«L'ho leccato, sai cosa significa?» sussurrò contro la sua pelle, risalendo sulla sua schiena fino a posargli un bacio sulla spalla. 

Taehyung scosse la testa mentre il braccio di JK si avvolgeva attorno alla sua vita e la mano si allargava sul suo addome per tenerlo in posizione. «Cosa dovrebbe—significare?» annaspò, posando il capo contro la sua spalla. 

«Che adesso è mio» asserì quello, baciandogli la spalla e tirandogli un'altra pacca.

Taehyung prese un profondo respiro per cercare di trovare le giuste facoltà mentali per ribattere ma poi pensò che, agire, con JK funzionava di più.

Molto di più.

Ecco perché spinse il bacino all'indietro e si godette il gemito roco e profondo che raschiò la gola di JK allo strisciare della sua erezione nel solco tra i suoi glutei; reclinò il capo e annaspò sonoramente mentre gli umori di JK gli umettavano la pelle e una delle mani di questo si era stretta alla base della sua erezione. 

«Principessa» ringhiò JK al suo orecchio, mordendosi quasi a sangue la lingua perchè il desiderio di penetrarlo così per com'era erano forte e preponderante. 

«Mi permetti di mostrarti— cosa, invece, posso rivendicare come mio?» rispose Taehyung con tono soffuso quasi come una sorta di fusa; JK digrignò i denti e lo strinse a sé fino a che la schiena non fu completamente contro il suo petto. 

«Solo se non dovremo fermarci sul più bello dopo» sussurrò contro la pelle del suo collo, baciandolo su uno dei tanti succhiotti presenti.

Taehyung scosse la testa e gli fece un sorriso furbo, «La risposta la trovi nel comodino. Primo cassetto», indicò la mobilia sulla destra con un cenno e JK gli lasciò un bacio al centro delle scapole, allontanandosi non senza ringhiare per la sua dolorosa erezione che richiedeva espressamente di essere attenzionata.

La punta era di una profonda nota purpurea, sottili strisce trasparenti creavano ragnatele tra questa e il suo inguine, le vene la percorrevano per la lunghezza e aveva avuto non pochi spasmi per ogni singulto, ogni ansimo, ogni gemito e per ogni volta che il suo nome rotolava via dalle labbra dell'altro.

Dovette ammettere che, forse, così tanto eccitato non lo era mai stato.

Non era paragonabile alla sua prima volta in senso stretto perchè questa era stata molto poco appagante e solo dannatamente liberatoria, però quello era un qualcosa di diverso che lo spingeva a non saziarsi mai, a non averne abbastanza, in un ricercare quel movimento perfetto che portava tutto su un altro livello, che lo colpiva per la sua violenta perfezione.

Si voltò verso Taehyung e lo trovò con il labbro tra i denti, disteso sulle lenzuola stropicciate che si portava i capelli all'indietro a scoprire un po' la fronte -ma con lo sguardo vagante sulla sua figura. Si stava godendo il suo corpo per intero, i solchi muscolari delle sue cosce, la v che si perdeva e portava direttamente verso la sua erezione, gli addominali contratti, i costali creare striature assolutamente deliziose, bicipiti pieni e tondi e avambracci percorsi da vene pronte per essere leccate e tracciate dalla punta della sua lingua.

«Principessa, mi stai mangiando con gli occhi» esclamò divertito JK.

Avere Taehyung che gli sorrideva apertamente e con con un'eccitazione non solamente fisica ben più che evidente erano appena diventata una delle sue scene preferite.

Se aveva sperato che con Taehyung arrivassero a quel punto?

Assolutamente sì.

Si era toccato pensando a Taehyung? Diamine, sì. 

La sua erezione si contrasse al pensiero e vide Taehyung indicargli di stendersi -ed anche se preferiva stare sopra- si distese con occhi luminosi e carichi di aspettativa. Si sistemò con la schiena poggiata alla testiera del letto e divaricò le gambe, rigirandosi tra le mani la piccola ampollina sigillata dal tappo di sughero. 

Vide Taehyung gattonare verso di lui con fare languido; ancheggiando appena, le spalle ondeggiarono morbidamente mentre gli si avvicinava e gli sfilava dalle mani quello che avrebbero utilizzato in un secondo momento. 

«Questo per dopo» gli disse, posandola al suo fianco. 

JK arcuò un sopracciglio e piegò la testa di lato, stringendo tra le dita le lenzuola come Taehyung gli sussurrò un, «Occhi su di me. Sempre».

 E sì, dannazione, come avrebbe mai potuto staccare i fottuti occhi dalla figura di Taehyung che, reggendosi con le mani alle sue cosce, gli sorrideva con il volto ad un palmo dalla sua erezione? Come diamine faceva ad anche solo a pensare di essere capace di guardare ovunque che non fossero le labbra schiuse Taehyung allargarsi, una mano afferrare la sua erezione, gli occhi velarsi di seducente lussuria e la lingua fare la sua comparsa per passare con lentezza sulla sua punta, raccogliendo nel passaggio la sua eccitazione che, in rivoli trasparenti, gli macchiava la pelle? 

JK sibilò ed il respiro gli si mozzò in gola; una mano si posò sulla sua testa e le dita si intrecciarono ai suoi capelli, stringendoli senza tuttavia spingerlo verso la sua erezione come avrebbe voluto fare. 

Le labbra di Taehyung si schiusero sulla sua punta gocciolante e reattiva, fece scivolare la lingua contro questa e, sempre con lo sguardo di chi sa cosa sta facendo, la inglobò totalmente centimetro dopo centimetro, fino a che il naso non gli sfiorò l'inguine. Nessuna esitazione, nessun tentennamento, solo un fluido movimento che lo portò ad emettere un roco e profondo gemito di piacere a labbra schiuse ed occhi socchiusi. 

Come la punta toccò il retro della sua gola, Taehyung ebbe per un solo attimo il riflesso faringeo che lo portò ad emettere un singulto accennato. 

«Sono così importante da preferire il mio cazzo all'ossigeno?» soffiò JK, stringendo la presa tra i suoi capelli ma non riuscendo a bloccare il  bacino all'issarsi per spingersi nuovamente dentro la sua bocca ed arrivargli fino alla gola. A guance incavate ed espressione deliziata succhiò la sua erezione, lasciandola sgusciare fuori quasi totalmente solo per poi prenderla di nuovo per intero. 

La lingua gli si avvolse in turbini bollenti e vorticanti attorno alla lunghezza e poi, risalendo, fino alla punta, sentendosi felice degli ansimi rochi e baritoni emessi da JK che spingeva i fianchi per scivolargli dentro la bocca e affondargli dentro senza che Taehyung battesse ciglio. Visto che l'unico ricordo di un loro incontro intimo era dettato solamente dalla violenza, Taehyung aveva deciso che dare la controprova delle sue capacità potesse essere un nuovo punto di inizio per entrambi. 

Nessun ricordo spiacevole aveva attraversato la sua mente, neanche mentre l'altro lo sospingeva verso di lui, nemmeno quando una serie di imprecazioni si erano levate insieme ad un ansimare sconnesso e veloce. La ruvidità della lingua strofinava con lenta e calcolata perfezione su tutta la lunghezza, vezzeggiando la punta ed assaporando quel gusto vagamente salato che gli stuzzicava le papille gustative.

Strinse le labbra attorno la pelle tesa per aumentarne la frizione e iniziò a suggerla con dovizia, ricevendo in risposta alcuni spasmi che portavano la punta a sbattergli contro il palato. Risalì per stringerla tra le labbra al fine di dedicarvi qualche attenzione e, ad ogni incavare delle sue guance, lasciò che questa vi roteasse, scivolandovi sopra di tanto in tanto. 

«Taehyung» chiamò con tono quasi irriconoscibile, di una nota così calda e profonda che sembrò affondare perfino nell'animo di Taehyung, il cui cuore ebbe un tremito al suo nome pronunciato in quel modo. La presa sui suoi capelli gli impedì di continuare ciò che stava facendo e dallo sguardo quasi famelico che stava ricevendo, si sentì particolarmente orgoglioso. Scostò il capo dalla sua erezione, che svettò verso l'alto in tutta la sua dolorosissima gloria contraendosi come venne lasciata libera.

Taehyung si leccò le labbra lucide e rosse lasciando un bacio sulla punta umida. Un grugnito di insoddisfazione seguì al gesto e JK portò la mano sulla sua guancia fino a prendergli il mento tra le dita e passare il pollice sul suo labbro inferiore. 

«Principessa, muoio dalla voglia di fotterti», gli mormorò come se fosse perso nei suoi pensieri e stesse riflettendo ad alta voce, «Fotterti come non ha mai fatto nessuno, fino a farti dimenticare persino come parlare, fino a farti sentire quanto riesco ad essere perfetto per te» continuò, portando una mano sotto il suo viso per farlo rialzare e guardarlo ad un palmo dal volto con occhi vaganti sui lineamenti delicati, «Voglio vederti abbandonarti a me nello stesso modo in cui faccio io. Ti voglio, principessa».

Taehyung gli si mise a cavalcioni, avvolgendogli un braccio attorno al collo mentre gli sorrideva sinceramente, strofinando i loro nasi insieme, «Ed io voglio te. Voglio che lo faccia ma...», lanciò un'occhiata alla sua mano e poi tornò a rivolgergli la sua attenzione, «Hai le mani ancora fasciate». 

«Questo non mi impedirà di fotterti anche la ragione» assicurò JK ma Taehyung si sporse per afferrare la boccetta e rigirarsela tra le dita, «Non puoi metterti il lubrificante sulle dita, impregnerebbe le bende...» lasciò intendere. 

JK gli avvolse un braccio attorno ai fianchi e passò la punta del naso contro la sua gola, «Cosa cazzo me ne frega delle bende, le cambierò» asserì con noncuranza. 

Taehyung si aprì in una risatina, nascondendo così il guizzo del suo cuore a ciò che aveva pensato di fare, «Perchè non lasci che sia io a farlo?».

Alle parole, l'erezione di JK ebbe uno spasmo e prese un profondo respiro ad occhi chiusi, facendo un mezzo sorriso mentre gli pizzicava la natica, «Sapevo che la mia principessa mi avrebbe stupito. Lo sapevo, ed io non sarò di certo colui che ti impedirà di farlo».

Taehyung si versò un po' di lubrificante sul palmo delle mani e lo guardò con un ghigno malizioso, che si allargò vedendo JK mettersi più comodo con le mani poggiate mollemente ai suoi fianchi. 

«Deliziami, allora. Hai tutta la mia più completa e totale attenzione...oltre che la mia totale voglia di sco—penetrarti» si corresse, sperando che Taehyung non se la prendesse troppo.

Taehyung fece un sorrisetto malizioso che si tramutò in un sorriso più dolce. «Apprezzo, entrambe le cose. Però non voglio però che stia lontano. Quando ti ho detto di non allontanarti, intendevo non allontanarti mai da me...almeno volontariamente» gli disse, strisciando sulle sue cosce per potersi riappropriare del calore del suo corpo. 

«Non ho intenzione di starti lontano, principessa. Mi sono solo messo comodo», JK gli posò un bacio nell'angolo della bocca, «Anche perché non potrei farlo neanche se volessi. Ti desidero troppo per resistere».

Le pulsazioni di Taehyung aumentarono e le braccia di JK si avvolsero alla sua vita, stringendolo in un abbraccio stretto.

Un suono soffocato ed un sospiro esagitato impattò contro il suo orecchio nel momento stesso in cui le dita scivolose di Taehyung sfiorarono, autonome, la sua carne sensibile, sobbalzando appena all'intrusione e mordendosi il labbro inferiore mentre JK strofinava i pollici sui suoi fianchi, tempestandogli il collo esposto di baci. 

«Sai che sei uno spettacolo mentre ti fotti da solo con le dita? Un vero spettacolo» gli sussurrò contro l'orecchio, ricevendo un sospiro tremulo di risposta. Allungò una mano e gli prese il polso, accompagnando il movimento dell'indice con le proprie dita, sorridendo alla stretta delle cosce di Taehyung ai lati del corpo. 

«Dannatamente perfetto», mugugnò ancora, guidando il movimento di Taehyung in un fare dapprima leggero fino a che non lo invitò a muoverlo circolarmente, guadagnandosi un ansimo spezzato. Taehyung si issò appena sulle ginocchia, mordendosi il labbro inferiore per come sentì l'indice scivolare quasi totalmente da lui nella presa ferrea della mano di JK e quest'ultimo, con il braccio avvolto alla sua vita, accompagnò la sua discesa, baciandogli il collo a come Taehyung aveva reclinato il capo ad occhi chiusi. 

«Guardarmi» gli disse come un soffuso ma fermo comando, bloccandogli il movimento fino a che Taehyung non alzò gli occhi verso di lui. Non riuscì ad evitare alle sue guance di colorarsi di un brillante rosso perchè JK lo guardava dritto negli occhi e muoveva nuovamente le sue dita, adesso diventate due, tra le sue carni bollenti in modo che gli scivolassero dentro lentamente. 

«Baciami, per favore» sussurrò Taehyung con tono caldo direttamente, quasi esitante nella richiesta perchè il dubbio che JK lo potesse trovare in qualche modo svenevole c'era ed era palese. 

«Non dirlo come se dubitassi della mia risposta, perchè ti bacerei fino alla fine dei miei giorni senza mai fermarmi». 

JK spinse le dita di Taehyung più in fondo e quest'ultimo gemette sommessamente; stentava a riconoscersi per quel fare quasi remissivo ma, a quanto sembrava, JK riusciva a toccare tasti della sua persona a lui palesemente sconosciuti -ma non per questo non apprezzabili. 

JK premette le labbra sulle sue, divorando tutti quei sospiri esagitati, quei piccoli gemiti rochi e quel respiro ansante che portava i loro petti a premersi e le loro voci a fondersi. Taehyung sussultò e fu costretto a separare le loro labbra per ansimare sonoramente come le dita avevano toccato quel punto nevralgico capace di farlo sobbalzare e protendere verso JK e lasciare che le loro erezioni si strofinassero insieme. 

Le dita si aggrapparono alla spalla di JK e i denti affondarono nel labbro inferiore.

«Principessa...quante sono?» gli mormorò JK, baciandogli il mento.

«Tre—» annaspò a fatica Taehyung, e come fece per toccare nuovamente il centro del suo piacere, JK gli fece sfilare le dita lasciando che un guaito di protesta si levasse all'improvvisa mancanza. Le sopracciglia si aggrottarono mentre gli occhi azzurri erano quasi supplicanti. 

JK fece un ghigno, «Quello che ho intenzione di farti è molto più piacevole e soddisfacente delle dita» ammiccò, prendendo la boccetta abbandonata sul letto per guardare Taehyung attraverso le lunghe e folte ciglia. Un dubbio stupido che però non voleva andarsene si era insinuato in un suo pensiero mentre Taehyung sussurrava il suo nome ogni volta che il fastidio dell'intrusione delle sue dita diventava via via sempre più blanda e sopportabile - e fu costretto a dargli voce. 

«Tae» chiamò, rimanendo in silenzio fino a che Taehyung non socchiuse gli occhi verso di lui, sentendo il rossore risalirgli nuovamente alle guance per tutta una serie di motivi, tra cui il fatto che JK avesse appena usato il suo nomignolo. 

«Qualcosa non va?» domandò, passando la mano che aveva tenuto saldamente stretta alla sua spalla tra i suoi capelli, scoprendogli interamente non solamente la fronte ma anche gli occhi color caffè -che aveva amato e continuava ad amare incondizionatamente. Erano così profondi che sembrava un pozzo in cui specchiarsi sul pelo dell'acqua; nonostante fossero scuri, emanavano una luce così bella che si perse nella loro contemplazione.

Erano l'inchiostro con cui lui dava voce a parole che l'altro non sembrava riuscire a tirare fuori, con cui scriveva la loro storia e da cui non si sarebbe mai potuto distaccare. 

«Sei con me in questo momento?».

Taehyung si sorprese della domanda. Era strano, quella era la domanda che poneva lui a Jungkook ogni volta che si trovavano in situazioni che potevano portarlo a dissociarsi o...o per domandargli se la sua mente stesse vagando verso momenti ben diversi da quelli che stavano vivendo. L'associazione tra le due cose gli fu chiara e lo colpì perchè non si aspettava che JK prestasse così tanta attenzione al resto come invece aveva -piacevolmente- scoperto in prima persona. Fece presto ad annuire, convinto, e continuò a guardarlo negli occhi dove sapeva JK stesse cercando la risposta. 

Se avesse dovuto scegliere una parte di sé che più amava, Taehyung avrebbe scelto, senza alcun dubbio, i suoi occhi. 

Non per la loro forma, non per il loro colore, non per la loro bellezza.

Ma per ciò che erano capaci di vedere.

«Sì. Sì sono con te, con il JK di adesso che non ha nulla a che vedere con il passato», le dita di Taehyung passarono sulla rughetta in mezzo alle sopracciglia per appianarla, facendole poi scivolare con delicatezza sul ponte del naso tondo, «Il passato rimane tale. Questa è una nuova pagina, un nuovo capitolo, un qualcosa ancora da scrivere. Adesso è quello che conta, ed io sono con te, JK».

JK gli crebbe senza neanche battere ciglio. Gli crebbe senza esitazione, senza neanche rifletterci. Chissà se Taehyung si era mai reso conto di quanto fosse semplice per lui cadere in quell'oceano che erano i suoi occhi.

Era quasi sicuro di riuscire a vedervi le stelle in quella distesa blu e splendente insieme a quell'attenzione nei suoi riguardi mai vista prima. Fece scorrere lo sguardo ancora e ancora come se fosse sempre la prima volta che lo vedeva, come se, per ogni volta che ne studiava i dettagli, ne scovava degli altri che lo lasciavano sempre più ammirato. 

E poichè sapeva che non appena avesse assaggiato cosa significasse essere dentro il corpo di Taehyung non avrebbe più avuto la giusta lucidità per dirle, sentì le parole che avrebbe dovuto dirgli molto molto tempo prima venire pronunciate senza neanche accorgersene. 

«Mi dispiace».

Era stato un soffio quello che aveva lasciato le labbra di JK, un sussurro appena percettibile, un muovere delle labbra accennato che però Taehyung aveva sentito grazie alla distanza inesistente tra loro. C'erano state, quelle scuse sussurrate, e Taehyung aveva allargato gli occhi vedendo JK raccogliere il coraggio di rialzare lo sguardo su di lui.

«Mi dispiace per tutto quello che ti ho fatto, Taehyung».

Le mani gli risalirono sul viso per tenerlo fermo in modo che potesse allungarsi verso di lui e congiungere le loro labbra in un bacio che suggellava quella scusa che mai -mai- aveva lasciato le sue labbra prima di quel momento.

Il bacio partì come suggellazione della promessa, un premere di labbra contro labbra, divenendo poi un intenso vorticare di lingue, un ritrovarsi nuovo acceso da una scintilla diversa che glielo fece percepire come se tutto fosse partito da zero, come se tutto avesse smesso di vorticare, come se tutto avesse trovato il suo posto ed attendesse solamente di poter essere ammirato e vissuto.

Un gemito roco e profondo partì da JK come le dita coperte da quella sostanza vischiosa e viscida passarono sulla sua erezione per ricoprirla per intero, non dimenticandosi di vezzeggiarla per con dita connotate da quella sorta di delicatezza che JK aveva scoperto di adorare più dell'irruenza.

Taehyung fece leva sulle ginocchia e si issò il tanto che bastava per permettere a JK si allinearsi al suo corpo e, al contempo, si asciugò la mano tra le lenzuola sfatte attorno a loro, risucchiando il respiro e trattenendo il fiato.

Con le mani di JK posate sui suoi fianchi, fu quest'ultimo ad accompagnare il movimento che sancì la loro unione. 

Taehyung scivolò sulla sua erezione ed entrambi gettarono il capo all'indietro come le loro anche si toccarono.

Le unghie di Taehyung affondarono nella pelle delle spalle di JK mentre questo stringeva la presa sui suoi fianchi e socchiudeva gli occhi per quel caldo stretto, avvolgente, completamente fulminante che lo aveva accolto come se gli si fossero spalancate le porte del paradiso.

Quello che sentiva era Taehyung, e lui era colui che aveva fatto assumere al volto solitamente composto e serafico quella peccaminosa espressione di godimento; lui aveva visto Taehyung come nessuno aveva fatto prima, nel suo lato più disinibito e fottutamente eccitante, era lui che lo aveva portato ad ansimare come aveva ruotato i fianchi ed aveva fatto leva sui talloni per entrargli dentro fino in fondo. 

Si seppellì nel suo corpo con un movimento deciso, studiando il volto di Taehyung per notare eventuali tracce di dolore che non voleva assolutamente fargli provare. Non appena i loro inguini si toccarono, impose alle sue anche di starsene ferme e soppresse l'istinto che gli urlava di muoversi e di fregarsene di quelle accortezze per ricercare la sua personale soddisfazione. 

Ma non voleva farlo. Con Taehyung non stava semplicemente scopando e quest'ultimo non era nemmeno una puttana qualunque da utilizzare per dare sfogo ai suoi ormoni; per cui, attese che l'altro si prendesse il tempo necessario ad aggiustarsi nella sua posizione ed abituarsi alla sua presenza, facendogli qualche carezza sul retro della schiena.

Taehyung si mosse appena sopra di lui e JK si morse a sangue la guancia senza però cedere. «Male?» gli chiede, ma Taehyung scosse appena la testa. 

«No, anzi» gli sorrise, muovendo appena il bacino. Entrambi sibilarono al gesto ed una scarica di piacere intenso si propagò nei loro corpi adesso uniti.

«E' così dannatamente perfetto esserti dentro, principessa. Dimmi solo quando posso muovermi» gli disse JK con tono denso, posando una mano sulla curva del suo collo e toccandolo con mani non troppo rudi ma ferme; così tanto che Taehyung arrossì nuovamente ma rialzò la testa e si issò sulle gambe.

«Sai che non sono fatto di cristallo? Non mi rompo mica se inizi a muoverti» rispose Taehyung con un occhiolino. 

«Lo so, ma ho atteso fino ad adesso, per cui posso aspettare anche un'altra manciata di minuti prima di fotterti a dovere». Sorrise, sghembo e Taehyung si morse il labbro inferiore, non troppo segretamente grato delle accortezze che l'altro gli stesse riservando. 

Taehyung si mosse circolarmente su di lui, gemendo rumorosamente contro le sue labbra ed annaspando in cerca d'aria. Facendo leva sulle sue spalle, si riappropriò dell'erezione di JK discendendogli sopra in un movimento più veloce del precedente ed anche più netto. 

 Le anche di JK tremarono per imporsi di trattenersi perchè, cazzo, non voleva fargli male; nessuna smorfia di dolore doveva passare sul viso angelico e provocante di suo marito, doveva rimanere quell'espressione di puro godimento nel sentirlo dentro per intero e che, al roteare dei fianchi di Taehyung, rispose con la stretta delle dita sui suoi fianchi ed un movimento secco del bacino che lo portò a grugnire sommessamente. 

Gettò il capo all'indietro ansimando pesantemente, ignaro -o forse non troppo- dello spettacolo che stesse fornendo a JK in quel momento di assoluta estasi. «JK» chiamò, iniziando a sospingersi verso di lui, sentendo le mani di quest'ultimo scorrere sulla sua schiena fino a stringergli forte le natiche per dettare il ritmo cadenzato capace di far saltare, uno per uno, tutti i freni che JK si stava ponendo pur assecondando le sue spinte andandogli incontro con il bacino. 

«Ti voglio. Ti voglio in fondo proprio come mi hai promesso. Voglio sentirti e voglio che ti lasci andare», gemette Taehyung sulle sue labbra, «Fai di me ciò che vuoi, ma lasciati andare. Ti prego».

Gli intrecciò le dita tra i capelli e li strinse, strattonandolo appena per costringerlo a guardarlo mentre scivolava nuovamente su di lui e lo inglobava, sentendosi felice.

Lo era, perché lo amava.

Lo amava infinitamente, lo amava da far male, lo amava così tanto che sentiva quasi di non riuscire a contenere tutte quelle emozioni che gli si agitavano dentro.

JK sancì la sua quasi fine con un movimento secco e profondo ed un grugnito basso e baritono, che portò Taehyung a spalancare gli occhi alla sollecitazione. «Continua» esclamò senza neanche pensarci. «Principessa, mi basta tanto così per cedere» avvertì con tono pacato, anche se l'ardere dei suoi occhi era tale che Taehyung se ne sentì quasi consumato e, che diamine, voleva avere almeno un assaggio di quello stesso ardore e lasciarsi consumare da quelle fiamme che gli danzavano nelle iridi scure. 

Era l'ultimo avvertimento che poteva dargli prima che il suo cervello si spegnesse e l'istinto agisse per lui.

«Sto aspettando solo questo» mormorò sulle sue labbra.

Un verso di sorpresa risuonò nell'aria per l'irruento movimento fatto da JK  e Taehyung si ritrovò con la schiena schiacciata contro il materasso; JK lo coinvolse in un bacio passionale che poco aveva a che vedere con i baci scambiati fino a pochi attimi prima, gli passò una mano lungo la coscia con fare grezzo e forte, afferrandogli il retro del ginocchio per fargliela avvolgere alla vita, reggendosi su una mano.

Si ritrasse da lui quasi interamente e lo penetrò con un affondo secco e forte che sembrò toccare ogni nervo di Taehyung, i cui occhi si spalancarono ed il fiato si mozzò in gola. Ripetè il gesto con un movimento con la stessa intensità, godendo del gemito incontenibile di Taehyung nello stesso momento in cui lo schiocco di pelle contro pelle non sancì il toccare delle loro anche.  

«Ed io che pensavo volessi fare l'amore con lentezza» gli ringhiò contro l'orecchio, anche se il tono roco e caldo era così presente che Taehyung gli avvolse anche la seconda gamba attorno alla vita, passando le mani sul suo petto e sull'addome per poi farle arrivare sui glutei e sospingerlo ancora di più verso sé. Le membra bollenti e vellutate di Taehyung gli si strinsero attorno facendolo imprecare e ringhiare per il piacere.

Imitò il movimento di poco prima crogiolandosi nel suono di puro piacere che Taehyung aveva emesso ad un'altra stoccata, più mirata della precedente e che lo portò a mordersi forte il labbro; reclinò il capo all'indietro, roteò il bacino mentre JK affondava in lui senza alcuna remora, con quel sottotono dominante, potente, di chi ha intenzione di distruggerti e di farti saltare le corde vocali. 

JK gettò il capo all'indietro per il piacere diramante che gli stava avviluppando le viscere ad ogni roteare dei fianchi di Taehyung, assecondando le sue spinte in modo continuo ed incessante.

Cambiò angolazione e guardò con soddisfazione Taehyung boccheggiare; uno dei tanti gemiti rochi ed alti si librò tra loro riecheggiando nella stanza, gli occhi cerulei si spalancarono ed il suo corpo ebbe un tremito. La mano sottile si insinuò tra i loro corpi per stringere la sua erezione febbricitante e pulsante per iniziare a sollecitarla al ritmo cadenzato e poderoso delle anche di JK.

Nonostante il lieve bruciore, vampate di eccitazione lambivano la sua pelle per ogni volta che JK lo penetrava con quel fare illegale che non riusciva a fargli pensare ad altro se non a quanto fosse tutto assolutamente perfetto. 

«Sono d'accordo, ma— voglio che mi fotta a dovere mentre facciamo l'amore».

Fu come una reazione chimica, quella che fece esplodere l'autocontrollo di JK in milioni di frammenti attirati versi un'unica direzione, ovvero quella di far urlare Taehyung. Di farlo gemere così forte da assordarlo, da fare riecheggiare la voce tra le pareti della stanza, da fare riempire i suoi occhi di lacrime tanto era il piacere che lui gli stava donando. 

Lo attendeva come si attende l'acqua in momenti di siccità, per cui si ritrasse completamente da lui per poi spingersi nuovamente tra le sue soffici carni, ed un suono acuto di pelle contro pelle suggellò l'inizio di un momento in cui Taehyung si ritrovò a reclinare il capo all'indietro arcuando leggermente la schiena; con gli occhi che si rivoltarono, la sua erezione strofinò tra i loro corpi senza venire stimolata abbastanza perchè JK gli aveva afferrato le mani e le aveva intrecciate alle sue, portandole ai lati del suo viso. 

Taehyung si contorse sotto di lui. «JK—ah» chiamò in un gemito issando appena le anche mentre sentiva JK affondargli dentro senza alcuna remora o freno. 

Se gli avessero chiesto il suo nome, Taehyung non avrebbe saputo nemmeno cosa rispondere, perchè tutto ciò a cui riusciva a pensare era JK ed il suo fottergli -letteralmente- anche la ragione. 

«Fatti sentire. Fammi sentire la tua voce, Taehyung. Fammi sentire quanto ti piace essere fottuto così da me» gli sussurrò rocamente contro l'orecchio; in risposta, da Taehyung arrivò un gemito più forte degli altri a labbra spalancate per la precisione con cui, adesso, stava colpendo quel punto in particolare.

«C-continua lì—. JK, lì—ti prego» gemette Taehyung con una voce così carica di supplicante piacere che JK prese a succhiare la pelle del suo collo e si godette sommessamente il momento in cui il corpo dell'altro tremò sotto una spinta più forte delle altre. 

Schiocchi potenti, forti, decisi e mirati contro il punto più piacevole del suo corpo gli fecero pizzicare gli occhi ed emettere suoni che non credeva fosse capace di emettere; la mente era vuota e concentrata su JK, che stava assecondando in un modo assolutamente eccelso la sua richiesta.

«Sublime» grugnì JK. Gli leccò il collo e si spinse fino in fondo, socchiudendo gli occhi per il piacere intenso e per i brividi che gli si stavano arrampicando addosso ad ogni affondo.

Il corpo di Taehyung era perfetto, si muoveva con il suo assecondandone i movimenti decisi; la sua erezione gocciolava sulla pelle dell'addome, strisciava sui suoi addominali ogni volta che roteava i fianchi, aveva spasmi ed era gonfia. I lineamenti contratti dal piacere dell'altro erano contornati da una nota vagamente più disperata perché desiderava, più di ogni altra cosa, potersi toccare e liberare quella bolla di piacere che gli stava bruciando un nervo per volta e che sentiva annidato nell'inguine.

Da quanto spesso il corpo di Taehyung si stava stringendo a lui e per quanto tesi fossero i suoi muscoli, JK capì che non gli mancava poi molto per raggiungere il punto ultimo di non ritorno.

«Lasciami una ma—dio, sì», si morse il labbro Taehyung, «L-lascia che mi tocchi, p-per favore» soffiò con tono quasi supplicante capace di far accartocciare le budella di JK. Lasciò libera la sua mano destra, si posò sugli avambracci e grugnì come sentì quella familiare quanto idilliaca sensazione di calore iniziare a formicolare ed espandersi; quell'ardore soffuso, quella sorta di bolla di piacere gigantesca si espandeva ed inglobava, poco alla volta, la sua intera persona. 

«Amo fottutamente tanto quel per favore», il tono lascivo e sensuale di JK gli arrivò dritto tra le gambe; la sua erezione ebbe un tremito ed il corpo gli tremò. 

Portò una mano tra i loro corpi e la avvolse con presa ferma, incatenando gli occhi a quelli di JK; ansimarono l'uno contro le labbra dell'altro, i suoi gemiti rochi e soffusi vennero attutiti dalle labbra di JK che si modellarono sulle sue nell'intento di togliergli anche il fiato, di rendere propria anche la sua bocca, di fottergli la stessa con la lingua per rimarcarne il possesso. Gli sembrò tanto che si stessero conoscendo per la prima volta, che i loro occhi non si fossero mai incontrati davvero prima di allora, che le loro labbra non si fossero mai toccate, che non si fossero mai sentiti in quel modo, che non avessero mai condiviso momenti come quello.

Il respiro divenne quasi strozzato, le narici presero via via a dilatarsi per incamerare aria, un senso di calore gli si annidò sull'addome e sentì le gambe tremare appena mentre JK continuava ad istillargli spinte di piacere che lo costrinsero a separarsi del tutto dalle sue labbra per annaspare ed utilizzare gli ultimi rimasugli di forza per richiamare il suo nome. 

«JK, ti—» sussurrò senza neanche rendersene conto, stringendo la presa della mano tra i suoi capelli in un ultimo barlume di fermezza prima che il piacere gli annebbiasse i sensi. JK grugnì e gli passò una mano sulla coscia, stringendola con dita ferme e si issò per guardare Taehyung tendersi, la bocca schiudersi, il capo ricadere all'indietro, la schiena arcuarsi ed il petto issarsi un'ultima volta prima che dalla gola risalisse un gemito alto, roco e profondo. Il risultato del suo piacere si riversò sul suo addome in fiotti bollenti e biancastri che arrivarono ad imbrattare anche JK, che rallentò le spinte senza tuttavia fermarsi.

Volendo spingere Taehyung oltre il baratro del suo piacere, JK si chinò per lasciargli un bacio nell'angolo della bocca spalancata, mollò la presa sulla sua coscia e gli afferrò il polso per far sì che continuasse a stimolarsi con la sua stessa mano e prolungasse quelle ondate intense e quasi spasmodiche che avevano annientato le facoltà mentali di Taehyung. 

Quest'ultimo si contorse sotto di lui, singhiozzò alla sua ipersensibilità ed artigliò il suo bicipite con la mano libera. Gli occhi gli si inumidirono per l'intensità dell'orgasmo, stille di piacere carnale continuavano a scuoterlo e guaì al movimento rotatorio delle anche di JK. 

«Potrei ascoltarti venire per sempre».

Taehyung, le cui gambe erano indolenzite -ma non abbastanza da convincerlo a scioglierle dai fianchi di JK- prese un respiro tremulo mentre schiudeva gli occhi e lo guardava con il cuore a martellargli perfino nelle tempie. Lo vide rigirarsi la sua mano davanti al viso, guardandola con palese soddisfazione prima di puntare nuovamente lo sguardo su di lui. Gli occhi di Taehyung si sgranarono e giurò che il cervello gli fosse appena andato in cortocircuito per come la lingua di JK passò sulle sue dita. Raccolse il risultato del suo piacere che le macchiava con un fare erotico e carnale che se solo non fosse appena venuto, probabilmente gli si sarebbe rizzato. 

JK succhiò le sue dita e le lambì con la lingua per poi farle scorrere fuori dalla sua bocca ed ingoiare, umettandosi le labbra come se avesse appena assaggiato la sua pietanza preferita. 

Taehyung arrossì all'inverosimile; sentì il rossore espandersi e chiazzargli perfino il collo e voltò il capo di lato mentre il cuore faceva l'ennesima capriola della serata.

«Delizioso. Sei delizioso sotto ogni punto di vista» gli mormorò JK contro la punta delle dita, adorando letteralmente vedere Taehyung cercare di riprendere fiato e portarsi l'altra mano al volto perchè...diamine, era stato fottutamente eccitante e imbarazzante allo stesso tempo vedere JK fare quello

«Aish, la mia principessa è arrossita?» rise rocamente JK mentre Taehyung sbuffava giocosamente e gli lanciava un'occhiata di traverso; poi, però, lo sguardo scivolò languidamente verso il basso e come gli parve che JK si stesse per ritrarre, Taehyung alzò un sopracciglio verso di lui. 

«Non vai da nessuna parte» asserì, stringendogli le cosce sui fianchi.

JK lo guardò con fare interrogativo e Taehyung gli fece un sorriso sghembo che aveva sicuramente meno effetto del previsto visto che sentiva ancora le guance bollenti. 

«Dentro» fu l'unico commento che seguì alla stretta attorno ai fianchi dell'altro; gradì particolarmente come gli occhi scuri di JK si velarono di una rinnovata libido che solo le sue parole sembravano riuscire a suscitargli e mosse circolarmente i fianchi.

«Quando ti ho detto che sarei venuto dentro, in fondo, con il tuo corpo stretto al mio, lo intendevo per davvero» gli disse con tono grondante carnalità. JK grugnì sulla sua pelle e non ci volle molto perché, dopo una serie di poderose e secche stoccate, Taehyung lo sentisse affondare un'ultima volta tra le sue carni per seppellirsi dentro di lui rigettando il capo all'indietro. Emise un gorgoglio di piacere roco che raschiò la gola ed accompagnò il pulsare della sua erezione dentro il suo corpo, continuando a muoversi per ancora qualche secondo. 

Ad occhi chiusi, si godette il momento di pura estasi che lo colpì raggiungendo l'orgasmo con Taehyung, il piccolo gemito di quest'ultimo nel percepirlo fin nel profondo e la stretta delle sue carni che sembravano voler drenare anche l'ultima stilla di piacere dal suo corpo. Mugugnò soddisfatto alle leggere carezze delle mani di Taehyung sul suo petto e sulla sua schiena e gli ricadde addosso, respirando affannosamente con il cuore a scoppiargli nel petto ed un senso di pace e appagamento atipico. 

Le braccia di Taehyung lo strinsero in un abbraccio stretto che gli riscaldò il petto e lo fece sentire incredibilmente bene. 

Una sorta di brusio o farfugliare appena accennato attirò l'attenzione di Taehyung, portandolo a discostare il viso per guardarlo con le sopracciglia arcuate con fare interrogativo, «Hai detto qualcosa?» chiese, dubbioso. 

JK scosse la testa e si sistemò meglio con il volto contro la sua guancia, «No, niente» mugugnò al suo orecchio e Taehyung arricciò leggermente le labbra con fare pensieroso -ma era decisamente e positivamente troppo provato per poter approfondire la questione, quindi fece ricadere la testa sul materasso e socchiuse gli occhi, cercando di riprendersi. 

Prese a giocherellare distrattamente con i capelli di JK, insinuandogli le dita tra le folte ciocche scure per fargli dei piccoli grattini alla base della nuca; a quelle coccole inaspettate che aveva sempre disprezzato -sia verbalmente che fisicamente- JK strofinò il naso contro il suo collo e mugugnò di approvazione, portando una mano sul suo viso per carezzargli la guancia.

Era strano che Taehyung avesse quell'immane capacità di ribaltare completamente il suo mondo, modificare la percezione delle cose ed anche donare un significato nuovo e diverso a quello che lui aveva sempre fatto più per sfogo personale che per il vero piacere che ne traeva. 

Aveva sempre detestato quando le persone che si portava a letto tentassero di approcciarsi a lui toccandogli i cappelli o le spalle; odiava il contatto fisico immotivato, lo aveva sempre ritenuto una mera e sola perdita di tempo volta a fingere legami che non esistevano. In realtà, i contatti che cercavano -raramente- coloro con cui trascorreva qualche ora tra le lenzuola erano più... Vuoti, forse?

«Ti piacciono i grattini» constatò con divertimento Taehyung, aprendosi in un sorriso sfociato in un ridacchiare sommesso al brontolare di JK. «L'ho scoperto con te.  Nessuno me li ha fatti mai» sospirò quello, issandosi su un avambraccio e posando il volto sul dorso della mano.

Guardò Taehyung sorridergli apertamente; gli occhi ridenti erano chiari e limpidi, nessuna traccia di tristezza, timore o irritazione ad intaccare la loro serenità. 

Era grazie ad uno stupido contratto matrimoniale che aveva avuto modo di conoscere la personificazione di quello che significasse essere felice. E JK era pronto a scommetterci la sua intera esistenza che non si sarebbe mai potuto pentire delle sue scelte future -a differenza delle sue azioni passate; stava ancora cercando il motivo per cui la vita fosse stata così clemente da donargli un'altra possibilità, per quale motivo non si stesse accanendo contro di loro come aveva sempre fatto, se stesse veramente vivendo o sognando quel momento.

Taehyung, che possedeva quelle braccia in grado di stringerlo, quegli occhi in grado di farlo perdere, quel sorriso che avrebbe voluto vedere per tutta la vita, quella voce che avrebbe voluto sentire sin dal primo momento in cui aveva aperto gli occhi al mondo, era davvero con lui.

Era una sensazione di dispersione simile all'essersi trovati, strana almeno quanto loro ma unica nella sua sfaccettatura.

Non sapeva come classificare quelle emozioni, ma qualsiasi esse fossero, portavano con sé un tale senso di appartenenza, di completezza, di sensatezza da fargli intendere di aver trovato una nuova stabilità, migliore delle precedenti -ed anche più completa. E qualsiasi fosse stato il risultato della loro vicinanza, lui sarebbe stato disposto ad accettarlo fintantoché fossero stati insieme.

JK si sistemò meglio e posò la guancia contro il palmo, guardando curiosamente gli occhi di Taehyung osservarlo con un brillio tutto loro. Ma se lui si stava chiedendo perchè Taehyung sembrasse quasi per esplodere in un milione di coriandoli, l'altro era intendo a fissare quello scintillio vivido e vispo di quelle iridi finalmente non adombrate e brillanti come, forse, non lo erano mai state.

Guardò con occhi increduli JK aprirsi in un sorriso largo -ma largo per davvero- di quelli che gli scoprivano i denti, che facevano arricciare il labbro superiore, che arrivavano a mostrare perfino le gengive, mentre gli occhi si dischiudevano e diventano due teneri archi ridenti. 

«Adoro vederti sorridere, sai?» glielo disse senza neanche pensarci, sorridendogli a sua volta. Giurò che il cuore gli avesse fatto una capriola nel petto all'illuminarsi dello sguardo dell'altro e della giocosa linguaccia che ne seguì. «Io mi adorerei per altri motivi», ammiccò JK, lasciando poi che lo sguardo vagasse sul viso di Taehyung, «Ma se ti piacciono così tanto, allora sono tutti tuoi». 

Taehyung annuì velocemente e gli pizzicò una guancia, ridacchiando come JK gli morse giocosamente un dito e ne mordicchiò la punta. 

«Possiamo fermare il tempo?».

Il sussurro sospirato con un sorriso da Taehyung lo sorprese, tanto che arcuò un sopracciglio senza aggiungere nulla ma aspettando che fosse Taehyung stesso a parlargli. Questo allungò la mano e gli spostò i capelli dalla fronte, sistemandosi meglio con la testa sul materasso per rivolgere lo sguardo al soffitto. 

«Fermare tutto, bloccare questo momento e rimanere solamente noi quattro, felici e contenti e con il mondo fuori da quella dannata porta. Ogni volta che provo questo tipo di felicità, ogni volta che ho la sensazione che tutto stia andando nel verso giusto, ho sempre paura perché so che quando qualcos'altro capiterà, starò molto peggio».

JK si posò sul gomito e gli prese il mento tra le dita per farlo voltare e leggere quelle inquietudini agitarsi negli occhi di Taehyung come un mare in tempesta. Passò il pollice lungo il suo labbro inferiore e arricciò leggermente le labbra, «E' strano che lo dica io, ma non puoi solo goderti il momento e basta? C'è tempo per poter pensare a quando altra merda succederà. Io per primo so che la quiete non dura per sempre, soprattutto nel mio mondo, ma se la pensi così, rischieresti solamente di rovinare un momento che spero possa rimanerti nella memoria per quanto sia stato fottutamente perfetto».

Mentre parlava, JK battè velocemente le palpebre e aggrottò la fronte; le labbra si piegarono appena in una sorta di smorfia e scosse velocemente la testa. 

«Sì—insomma—», cercò di riprendere il discorso ma lo sguardo vagava un po' in giro e sembrava essere distratto. Sbuffò e arricciò il naso sotto lo sguardo curioso di Taehyung e rimase in silenzio fino a che non riprese a battere le palpebre a velocità più sostenuta e si schiarì la gola. 

«Dicevo—dicevamo, ho capito! Ma che cagacazzi» sbuffò all'improvviso JK, alzando gli occhi al cielo.

Taehyung si issò sui gomiti e piegò il capo di lato mentre JK si ritraeva da lui e rotolava sulla schiena per rimanere ad occhi socchiusi con un piccolo broncio a rendere il labbro inferiore sporgente. Taehyung gli pizzicò una guancia, attirando la sua attenzione ed attendendo che gli occhi di JK saettassero su di lui prima di parlare. 

«Chi sarebbe il cagacazzo?». Impossibile fu per lui non ridere alla smorfia stizzita di JK.

«Jungkook è qui». 

Il rossore sbocciò nuovamente sulle guance di Taehyung  e provò a mettersi seduto, sobbalzando sul materasso per la fitta che lo aveva colto sui reni; sibilò ma si mise di un fianco strisciando sul letto, «Jungkook?!» ripetè, avvicinandosi maggiormente per guardarlo dritto negli occhi come se vi potesse vedere attraverso .

JK annuì, «Sì, ci teneva a dirmi la sua» fece una smorfia.

Taehyung si morse nervosamente il labbro inferiore e attese qualche secondo prima di parlare. «E'...arrabbiato?».

JK gli rivolse un'occhiata perplessa e dubbiosa, «Arrabbiato? Credi sia arrabbiato?».

Taehyung giocherellò con la punta del lenzuolo ed abbassò lo sguardo sulle sue mani, stringendo le labbra in un piccolo cruccio, «Che noi due abbiamo fatto l'amore» mormorò, incerto su come spiegarsi. 

Anche se gli aveva sempre chiarito che non ci fosse nulla di male, dirlo facendo ipotesi sul futuro ed essere messo davanti al fatto compiuto erano due cose nettamente diverse. Però Jungkook gli aveva assicurato che—

«Beh, credi bene. E' ovvio che lo sia».

Quelle parole, dette con tono di chi sa e non vuole nascondere la verità, fece fermare il cuore di Taehyung. Quest'ultimo potè chiaramente sentire il volto perdere il suo colore, gli occhi sgranarsi inverosimilmente, le mani prendere a sudare dall'agitazione e le labbra schiudersi senza riuscire ad articolare alcun suono. 

Guardò con occhi completamente attoniti JK mordersi il labbro, iniziare a ridacchiare sommessamente fino scoppiare in una risata sonora con tanto di testa reclinata all'indietro e labbra spalancate; stava ridendo di cuore, il naso si era arricciato tanto stesse ridendo e Taehyung lo guardò -completamente attonito- rotolare su di un fianco fino a sollevarsi per metà ed indicarlo. 

«Avresti—avresti dovuto vedere la tua faccia!» rise, estremamente divertito. 

A seguito di quelle parole, una montagna di nome JK gli si abbattè addosso con l'intento di abbracciarlo, mordicchiargli giocosamente una spalla stringendolo stretto. «Principessa, non è arrabbiato» gli sussurrò contro l'orecchio, ghignando per l'occhiataccia che gli lanciò Taehyung.

«Mi hai fatto prendere un colpo!» si lamentò, assestandogli una giocosa gomitata.

JK fece un verso di melodrammatico dolore e lo avvolse ancora di più, «E' così che fanno le principesse? Seducono e poi colpiscono?! Se danneggi la materia prima, poi come posso godere ancora di questo preziosissimo culo?» gli sussurrò con fare fintamente serioso, portando una mano a stringergli la natica. 

Tahyung alzò gli occhi al cielo, «Non ci provare! Credevo fosse davvero arrabbiato!» si lamentò, voltandosi per mordergli una guancia a mo' di ripicca. 

JK gli diede una pacca sul sedere e scosse la testa. «Non potrebbe mai esserlo, ma tanto avrete modo di parlarne. Al massimo potrebbe venirgli qualche complesso perché, obiettivamente, io sono molto più sexy» e, dettogli questo, gli lasciò un bacio sul collo.

La sua mano passò languidamente sul fianco di Taehyung e questi alzò un sopracciglio nella sua direzione, guardandolo di sbieco aprirsi in un sorriso che voleva apparire innocente ma che, in realtà, di innocente non aveva neanche il sentore.

«Ah, no. No, non ci provare, abbiamo appena fi—». 

JK lo sospinse per farlo tornare su mani e ginocchia e gli avvolse un braccio attorno alla vita, premendosi su di lui, «E qui ti sbagli, principessa» sussurrò contro il suo orecchio, passandogli una mano sulla schiena leggermente incurvata, «Non abbiamo finito, abbiamo appena cominciato».










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NDA: 98.342 caratteri. 16.069 parole. 46 pagine di word in pt 11. circa 42 ore di editing. 

Ci saranno sicuramente degli errori -una marea, probabilmente- ma non me la sono sentita di rileggere il capitolo per la 15esima volta per cui ignorateli o segnalatemeli -se preferite.

Non so se settimana prossima riuscirò ad aggiornare, a questo capitolo ho dedicato tutte le mie giornate libere e tutti i miei sforzi mentali mettendo momentaneamente da parte la vita di tutti i giorni. In più, il lavoro in questo periodo è stato abbastanza pesante e non mi sono sentita troppo in forma; insomma: gli impegni sono tanti ed il tempo è poco. 

Niente note autore lunghe quanto capitoli stavolta, credo che di parole ce ne siano state anche troppe, quindi qualsiasi pensiero/dubbio potete lasciarlo qui.

Grazie per aver letto, a presto ❤

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