Let Me Get Lost In You [TaeKo...

Hananami77 tarafından

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''«Taehyung non può sposare il figlio di Jeon. Ho sentito troppe cose poco rassicuranti sul suo conto, non po... Daha Fazla

Personaggi+Introduzione
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#Special: [Biscotti in incognito]
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[Special 3#] Buon compleanno, hyung!
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~Epilogo~
LMGLIY - FAQ

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Hananami77 tarafından

«Sei sicuro che mi stia b-bene?».

La voce dubbiosa di Jungkook arrivò alle orecchie di Taehyung che, davanti la specchiera del bagno, stava studiando con fare attento e scrutatore come gli erano stati sistemati i capelli. Li spostò in modo che lasciassero intravedere una porzione non troppo ampia di fronte e si voltò verso la porta, mutando l'espressione da concentrata a quasi esterrefatta vedendo Jungkook fare la sua comparsa. 

Fasciato da un completo grigio scuro dall'effetto satinato, si guardava le maniche con fare titubante e con un piccolo broncio sul viso. 

Gli occhi di Taehyung vagarono sulla sua figura per intero e lo guardarono con un misto di ammirazione e di orgoglio; il vestito gli abbracciava le spalle e le braccia in modo esemplare, così come i pantaloni, che facevano risaltare la linea netta del muscolo e si allargavano morbidamente sul polpaccio slanciando la sua figura -già sinuosa.

«E' di JK questo a-abito? Non ricordo di averne mai fatto cucire uno così». Jungkook alzò gli occhi verso suo marito e lo trovò con un ampio sorriso che andava da parte a parte e il volto illuminato da una gioia incontenibile; inspiegabilmente, le sue guance reagirono a quel sorriso colorandosi istantaneamente di rosa e si grattò la nuca con fare imbarazzato, dondolando sui talloni. 

«L'ho fatto cucire io» ammise Taehyung, andandogli incontro. Si fermò ad una distanza minima da lui per potergli sistemare la balza della camicia in modo che ricadesse perfettamente centrata, piegando il capo di lato per studiarlo attentamente. Mugugnò tra sé un assenso come finalmente il tessuto prese la piega che desiderava, e fece un mezzo passo indietro per lanciargli un'occhiata lunga e concentrata. 

Gli stava divinamente. 

Ma se i suoi occhi erano fermi sulla figura di Jungkook, quelli di quest'ultimo erano fissi su di lui, ravvivati da un misto di curiosità e meraviglia. 

Non si sarebbe dovuto stupire di un gesto del genere, eppure lo stupore era solo una delle tante emozioni che l'ammissione di Taehyung -di aver fatto cucire un abito per loro- gli aveva scaturito dentro, «Lo hai fatto cucire tu?» sussurrò, sentendo il rossore sbocciare nuovamente sulle gote come l'altro confermò, sorridente all'inverosimile. 

«Ho pensato che, visto che adesso tu e JK vi alternate più spesso, e vista l'insofferenza di quest'ultimo verso il tuo guardaroba, potesse essere utile avere un vestito capace di andare incontro ai gusti di entrambi» rispose Taehyung, guardandolo con occhi ridenti. 

«E'..è stato t-tanto—», Jungkook si morse il labbro inferiore e si guardò intorno con il cuore che gli batteva veloce ed una voglia di stringere Taehyung fuori dal comune.

Per una volta ti capisco, ragazzino fu il commento di JK, che lo portò a ridere appena e, successivamente, a coinvolgere l'altro nell'abbraccio che fremeva per essere liberato. Lo strinse forte e quasi non lo portò ad inglobarsi nel suo petto per quanto fosse dannatamente carino suo marito. 

Taehyung emise un verso di sorpresa ma lo abbracciò di rimando, sorpreso dal gesto ma sinceramente contento che Jungkook stesse mostrando tutto quell'entusiasmo per un vestito da cerimonia. Se avesse saputo che un abito fosse stato in grado di portare tutto quel buonumore e quel sorriso a naso arricciato, avrebbe fatto cucire un intero guardaroba. 

«Questo abbraccio è da parte di tutti» sussurrò Jungkook all' orecchio; un soffio ridente e gioioso, ecco cos'era stato il suo tono di voce, accompagnato poi da un bacio lungo ed intenso sfociato poi in un rossore evidente delle sue orecchie. 

Di quello slancio di felicità si era tinteggiato anche il suo umore, palesemente e visibilmente più leggero di quanto non lo fosse stato in precedenza; non aveva permesso a nulla di scalfirlo, neanche al nervosismo dovuto all'idea di dover stare in una sala gremita di persone di cui non conosceva praticamente nulla. 

Infatti, come avevano fatto il loro ingresso nell'enorme e sfarzosa sala reale adibita a festa per il fidanzamento di Jin, Jungkook aveva stretto la presa sulla mano di Taehyung e si era lasciato guidare, importandosene meno che niente del fatto che dovesse essere lui -in qualità di futuro erede al trono e regnante- a camminare avanti. Ed in quel preciso istante, in quel vociare continuo e in quel suono di violini ed arpe per intrattenere gli ospiti -in attesa della coppia festeggiata- Jungkook si strinse contro la schiena di Taehyung.

Fermo da circa un quarto d'ora, sentiva suo marito rispondere cortesemente a delle chiacchiere di poco conto di un nobiluomo sulla quarantina e dai folti capelli brizzolati. Glielo aveva presentato, si erano addirittura messi a parlare per un po', ma aveva dimenticato il nome nel momento stesso in cui lo aveva sentito e quindi aveva evitato accuratamente di richiamare la sua attenzione quando questa era rivolta ad altri. 

Non era troppo attento a ciò di cui stavano parlando, ed il motivo principale era perchè stava commentando con Kookie, da cinque minuti abbondanti, i grossi lampadari dai blindoli di cristallo che pendevano dal soffitto e che illuminavano di raggi arcobaleno parte dei dipinti della sala.

A quanto pare, Taehyung gli aveva promesso di mostrarglieli, e Jungkook si era ritrovato con Kookie che voleva dare una sbirciatina e con JK che gli borbottava di starsene buono con la promessa di farglieli vedere un'altra volta. Al lamento di Kookie sul perchè non potesse vederli in quel preciso istante, Jungkook aveva sorriso perché c'era un motivo preciso per cui JK si stava opponendo così tanto alla presenza di Kookie. 

La confusione. 

Jungkook detestava la confusione e, come lui, anche Kookie non amava particolarmente essere al centro di grandi sale gremite di gente. La presa salda di Taehyung sulla sua mano era sempre presente ma, nonostante quello, poteva comunque sentire un lieve disagio nell'essere praticamente sfiorato con una frequenza quasi scomoda ad ogni minimo movimento dei nobili presenti. Continuava a mal sopportare il contatto con persone estranee -anche se in modo non così tanto drammatico- e se Kookie si fosse ritrovato in quel frangente, molto probabilmente avrebbe potuto combinare qualche pasticcio. 

«Principe Jungkook, vi state godendo la serata? E' di vostro gradimento il ricevimento?». 

Gli occhi di Jungkook si scollarono dai lampadari al soffitto per incontrare il volto di Yoongi che, a qualche passo di distanza da lui, gli rivolgeva un sorriso a labbra chiuse e si guardava intorno con fare rilassato. Udire la voce del consigliere lo fece sentire incredibilmente meglio; apprezzava particolarmente la vicinanza di qualcuno di cui si fidava, per cui si aprì in un gran sorriso e lasciò la presa sulla mano di Taehyung per andargli vicino. 

Percepita la presa di Jungkook sciogliersi dalle sue dita, Taehyung aveva interrotto il suo discorso per voltarsi e sincerarsi del perchè non sentisse più Jungkook vicino a sé. Lo vide vicino a Yoongi e sorrise, tornando con l'attenzione al suo interlocutore e gettando, di tanto in tanto, lo sguardo verso il principe. 

Non aveva bisogno della sua protezione, era vero, ma Jungkook era come quel libro a cui si tiene di più in assoluto e che si custodisce con cura; pertanto, gli veniva naturale preoccuparsi e ricercarlo con lo sguardo quando lo sapeva distante. 

«Come al solito. Queste feste sono sempre un po' monotone, ma per adesso non va tanto male» rispose con sincerità Jungkook, facendo spallucce verso il consigliere. 

«Oh, Taehyung vi ha già dato il regalo per il vostro primo anno di matrimonio?» chiese con sorpresa quello e Jungkook piegò il capo di lato. Lo guardò senza capire e Yoongi ricambiò il suo sguardo confuso con uno ancora più perplesso. 

«R-Regalo di matrimonio?» ripetè, diventando ancora più incerto all'annuire di Yoongi e al suo indicare il completo, «L'abito che indossate. Taehyung lo ha disegnato personalmente insieme al sarto reale; ha scelto lui le stoffe, i tessuti ed i ricami». 

Jungkook allargò gli occhi e si voltò verso Taehyung che, cordiale, sorseggiava una coppa di champagne e annuiva ad un qualcosa che era stato appena detto di-apparentemente- divertente abbastanza da portarlo a ridacchiare. 

Ritornato con lo sguardo su un sorpreso consigliere, Jungkook scosse la testa ed abbassò gli occhi sul suo vestito, facendo scorrere le punte delle dita sulla stoffa pregiata con un rossore diffuso ed il cuore in gola. Taehyung aveva lavorato a quel vestito...solo per lui? Aveva dedicato tutto il suo tempo a quell'abito solo per poterlo rendere perfetto per loro?

Ecco cosa faceva fino a notte fonda nello studio...me lo sono sempre chiesto, ma credevo seguisse solo le ristrutturazioni degli orfanotrofi commentò JK con tono neutrale, anche se Jungkook vi lesse chiaramente una nota...emozionata?

«Quanto t-tempo ci ha passato s-su?» fece eco ai loro pensieri Jungkook, rialzando lo sguardo su Yoongi, appena resosi conto che forse aveva detto un qualcosa che non avrebbe dovuto. Si schiarì la voce e rizzò le spalle, anche se si sarebbe voluto prendere a calci per aver rivelato un qualcosa che, a quanto sembrava, Taehyung non voleva l'altro sapesse. 

«Parecchio» concesse con fare essenziale, non volendo peggiorare ulteriormente la sua posizione. Si guardò in giro e Jungkook trovò il secondo motivo, quella sera, per spalancare la bocca e sgranare gli occhi, mordendosi il labbro subito dopo per evitare di ridere. 

«Principe?» chiese Yoongi, piegando il capo di lato con preoccupazione, «Cosa vi succede? Vi sentite forse male?» sussurrò, protendendosi verso di lui per scandagliarlo e trovare l'eventuale causa del rossore sulle guance di Jungkook e del suo...sghignazzare?

Jungkook stava davvero sghignazzando?!

«Yoongi, i-il collo—» rispose Jungkook indicandogli con un cenno le tre macchie purpuree a lui note che, latenti, facevano la loro impudica comparsa oltre il bordo del colletto inamidato della camicia. 

«Il collo?» ripetè, perplesso, «Vi fa male il collo?». 

Jungkook rise più porte e si portò una mano davanti al viso per cercare di sopperire alle risate che, in un crescendo, rischiavano di attirare l'attenzione. Scosse la testa e cercò di ricomporsi, «Succhiotti» sussurrò con fare divertito -divertimento che aumentò come l'altro si portò immediatamente una mano al collo ed imprecò sottovoce, guardandosi intorno con fare allarmato.

«Merda! Si vedono tanto? Sono così tanto visibili? Cielo santissimo, glielo avevo detto a Jimin di non farl—» resosi conto di ciò che stava confabulando, alzò gli occhi nuovamente verso Jungkook che, di fronte a lui, lo guardava come se stesse assistendo allo spettacolo più spassoso del mondo. 

Yoongi che imprecava e perdeva la sua naturale compostezza per lasciarsi andare ad espressioni poco raffinate -andando nel panico come non lo aveva mai visto fare- era un qualcosa che non sperava di vedere e che invece, non solamente lo stava divertendo da morire, avrebbe voluto vedere più spesso.

«N-non ti facevo tipo da s-succhiotti! Gliene hai fatti anche tu?».

A Yoongi andò di traverso la saliva e tossì un paio di volte, guardando con occhi acquosi un curioso Jungkook, il cui sguardo d'attesa lo fece sentire in imbarazzo. Il sangue gli fluì alle guance solitamente pallide e poco colorite e si schiarì rumorosamente la gola, «Principe ma..» cercò di dire, incredulo che gli stesse davvero chiedendo quello.

«E-era una battuta. F-forse però non è uscita come tale» si scusò con lo sguardo Jungkook e Yoongi sospirò passandosi una mano sul viso per dissipare l'imbarazzo e riacquistare la sua compostezza.

«Ma anche se fosse, n-non farebbe niente. Anche Taehyung m-me li fa» continuò quindi, giocherellando con le dita e sorridendo nella direzione del consigliere, il quale annuì con un mezzo sorriso. 

«Credo che sia più difficile trovare chi non sa che ve li facciate» scherzò Yoongi, salvo poi il sorriso perdersi in un'espressione pensierosa e vagamente amara che troncò l'atmosfera leggera creatasi tra loro. Gli occhi affusolati vagarono per la sala e si soffermarono qualche secondo di troppo su un punto lontano, tornando su Jungkook rinnovati dalla stessa quiete rassegnazione difficile da interpretare -ma comprensibile.  

«Per me è un po' diverso, principe; vi ringrazio per avermi posto sul vostro stesso piano, ma se si dovesse scoprire della mia relazione con Jimin, si creerebbe un disastro. Il re Kim potrebbe benissimo considerarlo un disonore» gli disse con tono risoluto e Jungkook si dispiacque nel vederlo in quello stato. Aggrottò la fronte e si guardò intorno a sua volta, dandogli poi una leggera pacca sulla spalla, «Yoongi, so bene quanto possa essere rischioso, per cui è ovvio che non lo dirò a nessuno m-ma non abbatterti così tanto».

Yoongi fece un sorriso incerto, aggiustandosi il colletto della camicia, «Si vedono davvero così tanto?» chiese con fare preoccupato. Ad accentuare la sua apprensione, le sopracciglia arcuate e la sensazione di disagio che si mostrava nel suo guardarsi continuamente intorno. 

Jungkook si prese un istante per notare quanto Yoongi apparisse diverso in versione meno formale, ma sapeva perfettamente cosa stesse passando per la mente del consigliere, per cui allungò le mani e gli sistemò il colletto.

«Se non muovi troppo il collo n-non si vedrà» asserì, e Yoongi lo guardò con profonda gratitudine, aprendo la bocca per ringraziarlo ma zittendosi come quello scosse la testa. 

«Niente grazie. Oppure, se proprio vuoi ringraziarmi, d-dimmi», Jungkook si aprì in un sorriso allegro, «Sei felice con lui?».

Yoongi si stupì della domanda e Jungkook notò come le guance iniziassero nuovamente a tingersi di un tenue e soffuso color pesca; si sentì incredibilmente felice come lo vide annuire lentamente con le labbra curvate in un sorriso prezioso. 

«Sì, lo sono. Molto più di quanto avrei mai immaginato, ad essere onesto. Sono sinceramente affezionato a Jimin e credo che il mio sentimento non andrà mai a scemare nei suoi confronti, seppur sono consapevole che la nostra relazione non è un qualcosa che dovrei avallare. Non potremo mai stare insieme, io verrei sollevato dall'incarico di consigliere e lui verrebbe estromesso dalla casa reale dei Kim» sospirò pesantemente Yoongi. 

Il suo non era un amore destinato a poter sbocciare perchè, in primo luogo, non sarebbe nemmeno dovuto esistere. Lui non avrebbe dovuto intraprendere una relazione con qualcuno della levatura di Jimin, ma...perchè amare nella sua forma più deliziosa, era proibito? Perchè si doveva per forza resistere a quella voglia di innamorarsi e di sentire le farfalle nello stomaco ad ogni tocco, ad ogni sguardo e ad ogni carezza? 

Erano state queste le domande che avevano affollato la mente di Yoongi dal primo momento in cui si era reso conto che ciò che stava nascendo dentro di lui come un germoglio, stava fiorendo nel suo animo solitario preparandosi a sbocciare e mostrarsi rigoglioso; ed era arrivato alla ferma conclusione che anche se quella relazione non poteva essere ciò che si supponeva fosse diventata, anche se quello tra lui e Jimin sarebbe nato e cresciuto come un silenzioso patto goduto in momenti rubati, non esisteva motivazione sufficientemente grande a convincerlo a rinunciarvi. 

Perchè, anche se il pensiero di non poterlo avere come desiderava era più doloroso di uno stiletto nel petto, di una passeggiata sui rovi ardenti o di una nuotata in una corrente imperiosa, era comunque una prospettiva migliore della sua vita senza Jimin. 

Jungkook guardò attentamente l'espressione del consigliere mutare drasticamente di secondo in secondo e strinse le labbra, rammaricato. Nel suo ideale -e forse, perchè no, anche infantile- modo di vedere la vita e le relazioni, tutti avrebbero dovuto avere l'opportunità di amare chiunque avessero voluto incondizionatamente, senza alcuna restrizione. 

Cosa importava alla corte, se Yoongi era un consigliere? Cosa importava se Jimin si fosse innamorato di un uomo che non portava il titolo di principe? Cosa toglieva ad ognuno di quei singoli individui che avevano dettato leggi, regole e restrizioni, l'amare un'altra persona di categoria sociale differente?

Il paragone con la sua relazione e matrimonio con Taehyung avvenne quasi nell'immediato, come una naturale conseguenza di tutta la vicenda di cui Yoongi era, indirettamente, testimonianza. Il pensiero che potesse essere allontanato permanentemente da Taehyung lo mandava nel panico, lo faceva sentire nuovamente minacciato da tutte le paure che stava mettendo da parte insieme a JK e Kookie, ed anche se suo marito non era il suo dottore e non toccasse a lui provare a rimarginare le sue ferite, riconosceva l'immane importanza nella sua vita della sua esistenza e vicinanza.

E se Jimin rappresentava per Yoongi almeno la metà di cosa Taehyung significasse per lui, non voleva che, a sua volta, il consigliere si sentisse in difetto per assecondare l'unica emozione che -forse- valeva la pena vivere nella loro vita patinata. 

Fece un profondo ma silenzioso sospiro, cercando di riorganizzare le idee per trovare la cosa più giusta da dire -sempre ci fosse stata, «Yoongi, io non ne so molto di queste cose e a-ammetto di essere anche l'ultima persona a poter esprimere un parere in merito ai s-sentimenti. Però, u-una cosa l'ho capita, in questo anno di matrimonio con Taehyung: se ti rende felice, allora non è sbagliato. Non può e-esserlo, a maggior ragione se vi amate. N-non è sbagliato provare ad essere felici con qualcuno, e se Jimin è la persona che ti b-battere il cuore, che ti rende la versione migliore e f-felice di te stesso e s-se è il motivo per cui aspetti il nuovo giorno...Allora è c-come dovrebbe essere» asserì con sicurezza Jungkook, e Yoongi potè leggere la stessa vena determinata e convinta del suo discorso riflettersi anche nei suoi occhi scuri.

Yoongi lo guardò, palesemente ammirato per la presa di posizione così netta e sicura. Se avesse dovuto fare un confronto con il Jungkook conosciuto agli inizi della sua carriera, o con il Jungkook di appena un anno e mezzo prima, il contrasto risultava così musicalmente delizioso da essere già sufficiente per sorridergli apertamente. Non sperava di vivere abbastanza a lungo per poter provare la gioia nel sentire Jungkook suggerire a qualcun altro di pensare prima a sé stesso e alla propria felicità e poi a ciò che gli altri pensavano di tutta la situazione. 

Non ricordava di aver mai sentito Jungkook parlare di felicità; per tutte le volte che si erano trovati a discorrere -che fosse con Jungkook, JK o Kookie- la parola felice non era mai in cima ai loro discorsi né era il fulcro delle loro riflessioni. Non era il fine ultimo della loro esistenza e non era nemmeno un'ipotesi contemplabile; era un qualcosa da osservare dall'esterno, un po' come un quadro di un pittore famoso, che si ammirava con il rammarico di non riuscire ad essere abile o bravo abbastanza da toccare i suoi livelli ma di cui si era -inevitabilmente- affascinati. 

Ricordava vividamente quella volta in cui Kookie gli aveva chiesto «Yoo, c-cosa significa e-essere felici? Hyung s-se lo chiede spesso» che aveva messo a dura prova le sue emozioni ed anche la sua capacità di espressione perché...come si poteva rispondere a quella frase? Ma da quella semplice domanda ne era uscita una discussione sorprendentemente ricca con il piccolo Kookie che, per quanto potesse essere un bambino di otto anni e mezzo, spesso toccava e analizzava le situazioni più complesse con un'accuratezza invidiabile. 

E proprio come Kookie, anche Jungkook aveva le guance rosse, l'espressione seria -seppur addolcita dai morbidi tratti del volto- e la posa ritta e fiera; nei suoi occhi ardeva la stessa luce di quando Kookie aveva fornito la sua personalissima idea di felicità. 

«La f-felicità non n-nasce con noi. I-io non sono s-sempre felice, però ho scelto di esserlo. E' una cosa che non viene da n-nessuno se n-non da noi s-stessi e i-io la vedo un po' ovunque p-perchè c'è. Bisogna solo i-indossare gli occhiali giusti p-per vederla».

Yoongi gli sorrise. 

Gli sorrise sinceramente perché tutto il lavoro, la pazienza e tutto il tempo che Taehyung aveva dedicato ad ogni singolo aspetto, sfaccettatura, crepa e ferita di Jungkook nella sua interezza, si stavano riversando in quel semplice ma significativo discorso. 

Messa per un secondo da parte la sua situazione, il cuore gli si gonfiò dall'orgoglio nel vedere Jungkook finalmente capace di lottare per sé stesso e, perchè no, aiutarlo a difendere quel sentimento nascosto che custodiva con cura oltre le tende del suo cuore.

«Vi ringrazio..a volte si ha bisogno che qualcuno ci ricordi che valiamo più di un titolo» asserì, grato. 

Jungkook scrollò le spalle e il volto si illuminò dalla contentezza, «Tutto questo non è proprio t-tutta farina del mio s-sacco; ho capito molte cose stando con Taehyung e ho motivo di credere che lui è un po' ciò che Jimin è per te —s-suppongo. Non lasciarlo andare Yoongi, anche se è dura. Non lasciarlo andare e vedrai che andrà tutto bene; o-ogni volta che me lo dice Taehyung poi si rivela veritiero, quindi forse lo sarà anche se lo dico io». 

Lo sguardo di Yoongi si addolcì, «Siete una persona meravigliosa, Jungkook. Proprio per questo, non permettete a ciò che è successo tempo fa con Jimin di turbarvi più di tanto; non vi odia e dubito che qualcuno possa odiarvi a questo mondo».

Jungkook sgranò gli occhi, «Te lo ha d-detto lui?!».

«Diciamo di sì. L'odio non è un sentimento che appartiene alla sua persona, nonostante sia un po' irriverente. Ha visto Taehyung non in condizioni ottimali per il litigio avuto con JK, non credo si possa condannare per questo, anche se si possono condannare le sue parole. Ma la felicità di Taehyung è palese, il sorriso che si porta dietro ogni volta che è con voi solo un cieco potrebbe non notarlo. Augura solo il meglio a suo fratello, e voi siete il meglio per Taehyung almeno quanto Taehyung lo è per voi».

Un qualcuno toccò la spalla di Jungkook e questo sobbalzò, voltandosi di scatto solo per trovarsi una dama che, inciampata nel suo stesso abito, si era aggrappata al suo vestito per evitare di crollare; ad aiutare la dama ci aveva pensato prontamente Yoongi mentre Jungkook cercava con lo sguardo Taehyung. Lo trovò intento a provare a congedarsi da una conversazione e che, per questo, gli lanciava sguardi carichi di supplicanti richieste di aiuto per mettere fine al supplizio. 

Jungkook rise tra sé e fece per andarci vicino, ma qualcuno aveva appena chiamato il suo nome. 

Qualcuno dagli occhi azzurri ed i capelli cinerini. 

«Jimin?» domandò, sorpreso che quello gli si fosse avvicinato di sua spontanea volontà. Districatosi tra la marasma di invitati alla cerimonia, stringeva tra le mani un flûte di champagne da cui aveva appena preso un sorso, fermandosi a pochi passi da lui con espressione dubbiosa e scrutatrice. Jungkook alzò le sopracciglia e fece un passo indietro per mettere almeno un braccio di distanza tra lui e l'altro; non gli piaceva che qualcuno invadesse il suo spazio vitale, a maggior ragione se era già ristretto a causa del poco spazio a disposizione. 

Yoongi quasi potè toccare con mano la tensione tra i due e si schiarì la gola, attirando su di sé l'attenzione del fratello di Taehyung e liberando così Jungkook dal suo sguardo indagatore. 

Perchè Jimin lo guardava come se fosse pronto a fare a pezzi qualcuno?

«Jimin» salutò Yoongi, con un tono che era più un "se ne combini un'altra, ti pesto". Jimin alzò gli occhi al cielo senza farsi vedere e prese un altro sorso del vino frizzante e fresco, concedendosi un'occhiata in giro e notando che, all'entrata di Jin e della sua futura consorte, mancava meno di un quarto d'ora. 

«Vi state godendo la serata? E' di vostro gradimento la stanza che abbiamo fatto preparare?».

Jungkook sentì il disagio strisciargli dentro e si leccò le labbra improvvisamente fattesi secche, annuendo, Se osa dire una parola di troppo giuro che lo schiaccio come un cazzo di moscerino fu il commento piccato di JK in risposta alle sue emozioni.

Fai dei respiri profondi, è solo una brutta sensazione suggerì poco dopo.

Jungkook annuì appena e prese un profondo respiro a labbra schiuse, convincendosi che no, non c'era assolutamente niente da temere così tanto e che JK avesse ragione: erano solo brutte sensazioni. 

Rizzò le spalle e puntò lo sguardo in quello di Jimin, «Sì, grazie. P-possiamo continuare a darci del tu come f-facevamo prima? Gli onorifici n-non piacciono a nessuno dei d-due—l-lo avevamo detto anche all'inizio» gli rispose, mordendosi la lingua per il suo nervoso balbettare.

Ragazzino, non lasciarti intimidire, non sta succedendo nulla per cui essere così nervosi. 

Jimin accennò un sorriso; le labbra piene si piegarono appena e guardò le bollicine risalire dal fondo del flûte e diramarsi in frammenti minuscoli che costeggiarono il bordo in cristallo del calice, «Certo. Non sembra una cattiva idea» concordò.

Ce la stava mettendo tutta per provare a farsi andare nuovamente a genio Jungkook, ci stava davvero provando ma non riusciva ad essere spontaneo tanto quanto avrebbe voluto perchè, per ogni volta che gli occhi si posavano su Jungkook, l'immagine di suo fratello -deturpato e ferito- tornava a ronzargli nella mente. Non poteva fare a meno di imputare a lui la colpa del malessere che aveva patito Taehyung e, per questo, gli risultava complicato non abbandonare ogni speranza di poter anche solo lontanamente essere naturale con lui. 

Quell'imbarazzante silenzio, che vedeva Jungkook intento ad osservare Taehyung attraversare la sala per andare verso di loro, venne smorzato da un grugnito da parte di Jimin ed un suo alzare gli occhi al cielo con fare irritato e quasi esasperato.

«Io non ce la faccio» sbottò improvvisamente, bevendo d'un sorso l'intero contenuto del calice come se fosse un superalcolico, «Senti, Jungkook, sarò sincero con te: all'inizio mi stavi simpatico ed ero anche contento di averti come marito di mio fratello; attualmente, la simpatia è l'ultima cosa che provo per te e qualcuno» rispose, calcando su quella parola e lanciando un'occhiata ad un finto ignaro Yoongi, «Ha minacciato la sua lontananza da me se non ti avessi dato possibilità di spiegare, per cui te la darò. Anche se la possibilità te l'avrei data a prescindere perchè vorrei capire se ho fatto bene o meno a convincere Jin a non venire a riprendere Taehyung e portarlo lontano dal tuo palazzo».

Lo sguardo di Jimin era serio e la voce non aveva tradito alcuna emozione o nervosismo, cosa che, invece, stava divorando Jungkook e che adesso, nel momento stesso in cui gli era stato riferito che avevano sfiorato la possibilità che Taehyung venisse portato via, gli fece bloccare il respiro. 

Strinse i denti e la gola gli si serrò, iniziando ad indietreggiare mentre perdeva il controllo sulla fermezza delle sue mani -che gli presero a tremare visibilmente. 

Jimin lo guardò cambiare completamente espressione, incespicare in una serie di parole e battere velocemente le palpebre, finendo con il fare cozzare la schiena contro il petto di Taehyung, sopraggiunto -finalmente- dopo aver cercato di districarsi in saluti e discorsi innecessari e tediosi. 

Le braccia di Taehyung si avvolsero alla sua vita e aggrottò le sopracciglia, sporgendosi di lato per poter guardare meglio in viso Jungkook. Non ci impiegò molto ad associare la presenza di Jimin al volto pallido ed il tremore visibile delle mani di Jungkook, per cui ignorò completamente la presenza del mondo intero e portò una mano sotto il suo mento per farglielo issare. 

«Ehi, Koo. Cosa è successo?» gli chiese, e gli occhi di Jungkook saettarono nei suoi, legandosi stretti. Il principe alzò la mano e prese la sua per intrecciare le loro dita, stringendola per quanto gli era possibile e fece un respiro profondo, scuotendo la testa. 

«N-niente, è tutto ok» cercò di dire, iniziando a percepire una sorta di lento assopimento. Taehyung lo guardò per intero per un lungo istante e si voltò con espressione dura verso il consigliere e Jimin che, a poca distanza da loro, erano intenti a parlare in modo concitato -lo si poteva vedere dal modo in cui confabulavano tentando di tenere la voce bassa. 

«Jimin!» chiamò, assottigliando lo sguardo verso suo fratello, «Mi spieghi per quale motivo, ogni volta che ci sei tu, Jungkook non può starsene tranquillo e godersi una fottuta festa?».

Nonostante il volto fermo, l'espressione inquietantemente tranquilla e la posa compita, il tono utilizzato per rivolgersi a suo fratello era stato tagliente e duro, con un sottotono così irritato che Jimin strabuzzò gli occhi per quell'attitudine così poco alla Taehyung. 

Le labbra gli si schiusero dalla spiacevole sorpresa ed arcuò le sopracciglia.

«Non può starsene tranquillo?! Io non ho detto assolutamente niente! Stavo solo dicendo che non mi fa simpatia dopo quello che è successo alla tenuta di re Namjoon!» esclamò con voce incredula, guardando suo fratello come se fosse completamente impazzito.

«Cosa dovrei dirgli? Cosa vi aspettate tutti da me? Nonostante ve la stiate tutti prendendo per cosa dico, io le cose le dico in faccia e non faccio segreto proprio di niente! E, a dispetto di quanto tutti crediate, sono stato io a convincere Jin a non venire al palazzo Jeon per sciogliere il dannato matrimonio, per cui non guardatemi come se avessi appena preso a schiaffi qualcuno perchè non ho fatto nulla di più del parlargli!» sibilò, incollerito, stringendo la presa sul fine collo del calice ormai vuoto. 

Taehyung resistette all'impulso di scompigliarsi i capelli e sbuffò dall'irritazione, «Non potevi parlargliene in un altro momento? Conosci l'esistenza della parola tatto?» sibilò.

Jungkook strattonò appena la sua mano per attirare la sua attenzione e lo guardò con occhi supplicanti. 

«L-lascia stare, Tae. Per favo—re» scandì, aggrottando la fronte e si massaggiandosi gli occhi con la mano libera dalla presa di Taehyung, sospirando pesantemente. 

Arricciò il naso e iniziò a battere a velocità le palpebre, lasciando la presa sulla mano di Taehyung per portarsele entrambe sul volto, «Mi sto dissociando» rivelò, mormorandolo a mezza voce affinché solo l'altro lo sentisse. 

«Avrei anche potuto ringraziarti per ciò che hai fatto, potresti solo essere un po' più comprensivo? E poi, potresti anche spiegarmi per quale motivo vi stiate tutti interessando alla mia vita coniugale, visto che non vi prendete neanche la briga di rispondere alle mie lettere?!» esclamò quindi, inverosimilmente indispettito.

Jimin fece una risata poco convinta, «Un po' più comprensivo, devo avere tatto...come se non mi conoscessi» rispose, il tono amareggiato venne accompagnato da un abbassare gli occhi sul pavimento e voltare poi il capo di lato. 

Yoongi si frappose tra loro e si portò di fronte a Taehyung, «Per favore, calmatevi. Entrambi».

Taehyung lo fulminò, «Io non sono agitato, sono contrariato. Ci sono modi e modi per dire qualcosa, e così come io doso le parole ogni volta che parlo con qualcuno, esigo che gli altri facciano altrettanto» ragionò, perentorio, schioccando la lingua sul palato per il fastidio. 

«Resta il fatto che se qualcuno ha qualcosa da dirci, sono tutto orecchie».

JK si portò al fianco di Taehyung ed alzò un sopracciglio nella direzione di Jimin come se fosse in attesa di un suo responso, piegando il capo con espressione curiosa. Il braccio era passato direttamente sulle spalle di Taehyung e si era posato su queste, sbilanciando il peso su una gamba.

«Quindi? Nulla da dire?» domandò, gli occhi fissi in quelli di Jimin che stava ancora processando ciò che era accaduto in modo così repentino da confonderlo. A differenza di Yoongi e Taehyung, lui non era abituato a vedere quel tipo di cambiamenti comportamentali, né riusciva a processare con facilità il fatto che quella sembrasse essere la versione sicura e strafottente di Jungkook. 

Il braccio di JK scese dietro la schiena di Taehyung fino a che le dita si avvolsero al suo fianco. 

«Tu saresti chi tra tutti?» gli chiese Jimin con costernazione.

JK fece un ghigno, «Mi hai già conosciuto, per tua e mia sfortuna. Oltre ad essere basso, hai anche la memoria corta?».

Il sarcasmo pungente di JK fece spalancare la bocca di Jimin dall'indignazione, e la mascella quasi non gli crollò come sentì Taehyung mugugnare: «JK, non essere scortese» dandogli leggermente di gomito in una complicità che non ricordava di aver mai visto prima.

Prima che potessero aggiungere altro, le luci della sala divennero soffuse e calde, la campanella attirò l'attenzione dei presenti e il silenzio calò nel grande salone perchè, tutta l'attenzione, era da dedicarsi allo scalone d'onore in cima a cui l'araldo si stava preparando ad annunciare gli ultimi ospiti della serata -nonchè la reale motivazione per cui fossero presenti alla cerimonia. 

«Sua altezza reale, il principe Kim Seokjin della casata dei Kim del sud e sua altezza reale, la principessa Chung Geunhye» annunciò con voce profonda e squillante. Il silenzio era tale che la voce baritona riecheggiò in un eco che fece trattenere il fiato a Taehyung.

Gli occhi si allargarono e si illuminarono alla vista della figura di suo fratello che, in cima alla rampa di scale, fece la sua comparsa avvolto in un abito dalla pesante quanto sfarzosa giacca dagli intricati riccioli dorati e dai riporti color porpora. La balza sul collo era tenuta ferma da uno spillone su cui brillava una pietra che Taehyung riconobbe come quella appartenuta un tempo al fermacapelli di sua madre. I capelli erano pettinati all'indietro, il ciuffo era adagiato in una morbida curva che però veniva in parte nascosta dalla punta di diamante di tutto -quasi letteralmente- ovvero la corona indossata per l'occasione, le cui pietre preziose di cui era tempestata brillavano e scintillavano acutamente. 

Jin scrutò la folla con il portamento fiero e composto da vero regnante e, poco dopo, alzò una mano e la tese per far sì che un'altra, sottile e delicata, vi si posasse sopra per bilanciarsi e mostrarsi agli invitati con un raggiante sorriso.

La principessa Geunhye fece la sua comparsa al suo fianco e la prima cosa che Taehyung notò, fu che non era molto alta e che la differenza di altezza tra lei e suo fratello fosse piuttosto marcata. La guardò per intero e la studiò. Di statura minuta, il volto aveva dei dolci tratti tondeggianti dovuti alla giovane età; i capelli scuri erano raccolti in un'intricata acconciatura impreziosita da fermagli in oro e pietre preziose, mentre morbidi boccoli le ricadevano sulla spalla.

«Cosa ti turba, principessa?» sussurrò JK contro l'orecchio di Taehyung, vedendo come questo stesse guardando attentamente la coppia che si accingeva a scendere le scale per dare inizio alla festa.

«E' giovanissima» bisbigliò di rimando. 

JK lo guardò con fare interdetto, arcuando un sopracciglio.

«E quindi? Di cosa ti stupisci? L'avevamo già letto sull'invito» fece notare con fare ovvio.

Taehyung lo guardò come se gli avesse appena comunicato di dover rimette e storse il muso, «Lo so! Solo che... fa strano vedere mio fratello con una ragazza così giovane» gli sibilò come se non si capacitasse del fatto che lui non vi stesse vedendo alcun problema circa la differenza di età.

JK roteò gli occhi per la drammaticità della sua principessa e gli diede, silentemente, una pacca sul sedere, «Stai esagerando; ha comunque diciotto anni, e non potremmo farci nulla neanche se volessimo perchè è questo che è stato deciso. Bisogna arrovellarsi sulle faccende che si possono cambiare, non su ciò che ormai è stabilito».

Taehyung gli scoccò un'occhiata torva, «Adesso che hai dispensato una delle tue perle di saggezza, mi sento davvero rassicurato» esclamò con sarcasmo, dandogli una gomitata come quello gli diede una seconda pacca sul sedere, stavolta un po' meno nascosta. 

«So che ti piacciono le pacche sul culo, principessa» mormorò contro il suo orecchio, ritraendosi con un ghigno stampato in viso e gli occhi consapevoli. 

Taehyung si leccò le labbra e le arricciò appena, «Vero, te ne do atto. Ma non in mezzo ad una folla di persone. Queste dimostrazioni di affetto risparmiatele per quando non ci sono migliaia di occhi a guardarci» lo rimbeccò, facendo una smorfia di disappunto all'espressione insofferente di JK.

«Su questo non preoccuparti, mi sono assicurato che non ci vedessero. Non vorrei mai che qualcun altro si godesse il suono del tuo culo contro il mio palmo» assicurò con fare soddisfatto, afferrando un calice di spumante da un vassoio di passaggio. 

Taehyung alzò un sopracciglio nella sua direzione e il suo sguardo mutò, velandosi di una scintilla di sfida che era come un invito a nozze per JK. Quello era uno sguardo per cui avrebbe mandato volentieri al diavolo la razionalità e qualsiasi altra cosa ad essa correlata per mostrare il cazzo che gliene fregava della decenza quando poteva avere un Taehyung sotto di sé.

«Occhio, JK. Che tu potresti essere in lizza tra quelli che non se lo godranno mai».

Dicendolo, Taehyung si leccò le labbra con lentezza, apprezzando fin troppo il fuoco che parve ardere ed avvolgere le iridi di JK. 

Fu costretto a spostarsi e dare le spalle a JK per fare spazio alla passerella di Jin e la principessa Geunhye, sentendo il cuore rimbalzare nel petto nel percepire un braccio di JK avvolgersi intorno alla sua vita. Fu il suo turno di far toccare la schiena con il petto del principe, sorridendo appena percependo il mento di JK posarsi sulla sua spalla.

«Sappiamo entrambi che è esattamente l'opposto, visto che l'esclusiva è nostra e ti condivido con fin troppe persone per i miei gusti. E sai una cosa, principessa?» soffiò JK contro il suo orecchio. Taehyung cercò di mantenere l'espressione neutrale anche se sentiva il cuore essere arrivato allo stomaco e la pelle del volto pizzicare per il fiato caldo di JK contro di lui. Posò una mano sul suo avambraccio e prese un respiro per cercare di calmare il subbuglio interiore. 

«Che cosa?» riuscì a tirare fuori, rabbrividendo come JK passò la punta del naso sul suo collo. 

«Arriverà il momento in cui io sarò parte di te e tu di me. In cui noi saremo una cosa sola mentre ti guarderò perdere il controllo e ti sentirò gemere il mio nome» gli mormorò, baciandogli la pelle sotto l'orecchio. 

«Ancora e ancora».











✁✁✁✁✁✁✁

NDA: Non potevo non droppare un aggiornamento per i 90K di LMG.

90.

N O V A N T A. 

Chi non ci sta ancora credendo? SEMPRE IO XNCJNSFJZ  ( ༎ຶД༎ຶ')

Il mimino che potessi fare per potervi ringraziare, era anticipare la pubblicazione del capitolo di domani che è stato preventivamente troncato in due parti perchè so fvkng long e sarebbe stato controproducente metterne uno da 12mila parole.

Più che il numero di parole in sé, temevo rischiassimo di perderci una delle cose fondamentali di tutta l'evoluzione di LMG (una delle tante che ce ne sono state)...Ovvero: il cambiamento di Jungkook. 

Credo sia stato progressivo e graduale abbastanza da non essere nemmeno notato, ma io lo devo puntualizzare perchè è stato...enorme. Infinito. Grandissimo. Sono così felice per il piccolo fagiolino timidone che vorrei affogare in un mare di zucchero filato perchè è così patato ಥ﹏ಥ

Ma andiamo un attimo con ordine:

Jimin: non odiatelo. Al massimo detestatelo un pochino, ma non odiatelo perchè non se lo merita. Voi direte: non se lo merita dopo cosa ha detto a Jungkook nel capitolo 31/32?! Ni. Premessa che le parole hanno un peso che forse -spesso- superano le azioni, lui non ha visto l'evoluzione di Jungkook/JK. Lui ha trovato suo fratello in condizioni abbastanza gravi ed anche dolorose, e anche se so che la violenza verbale è -appunto- violenza cercate di vedere le cose anche dal suo pdv. Non lo giustifico ed io per prima lo avrei preso a schiaffi così frequentemente da farlo sdoppiare MA il mio vuole essere un invito a guardare la situazione nella sua globalità.

(#fact 1: l'amnesia dissociativa esiste per una ragione. Se Jungkook non ha ricordi di determinate cose -tra cui quello successo alla sua persona o a Taehyung- significa che la parte di mente a lui riservata non è preparata o atta a ricevere questo tipo di informazioni. Ciò non significa che sia un debole o che non sappia cosa sia successo -a grandi linee-ma che la sua mente ha stabilito questo per permettergli di fronteggiare la vita al meglio delle sue possibilità. Il DID è un meccanismo di difesa, remember that).

(#fact2: se mai vi troverete a parlare o a rapportarvi con una persona con il DID, non dimostratevi mai troppo entusiasti dello switch. Non è cortese e li potreste mettere a disagio -a meno che non siamo loro stessi a dirvi che è ok ;) idem per la "delusione"-obv).

Yoongi: cute. In una sola parola. 

Appurato che le mie note autore siano pari a dei capitoli, vi ringrazio per aver letto, ci vediamo presto ad always ♡

Love ya♡

Okumaya devam et

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