Capitolo 1

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L'Oscuro Signore impartiva i nuovi ordini ai suoi seguaci, voleva le informazioni che cercava, e le avrebbe avute. Chiusa in una cella non molto lontana da Malfoy Manor's, aveva la mente del trio, ormai famosa esattamente come il bambino sopravvissuto.

Grazie ad un idea di Lucius, l'avevano fatta prigioniera.

La caparbietà di quella ragazzina lo stava infastidendo, l'avevano picchiata e cruciata senza che lei si scomponesse, fiera aveva subito, sfidandoli con gli occhi. Da un lato l'ammirava, in molti erano crollati prima, ma ora lo stava sminuendo agli occhi dei suoi uomini, doveva punirla e l'avrebbe fatto nel " cerchio ". L'avrebbe umiliata, facendo si che poi, disfatta, si sarebbe prostrata a lui, sempre se fosse sopravvissuta. Ed un ghigno sadico si allargò sul volto dell'uomo serpentino. Si alzò e, quasi come se stesse galleggiando nell'aria, cominciò a percorrere il grande salone. Poi sibilando, disse all'uomo ancora inginocchiato davanti a quello, che lui considerava il suo trono

- Portatela qui, prima del " cerchio ", voglio leggerla. Voglio violare la sua mente, rubarle i ricordi, la voglio annientare. -
Abbassando il capo, l'uomo fece il saluto e rispose
- Come desiderate mio Lord - e veloce uscì.

Il buio incombeva come una cappa, anche le stelle nel cielo si rifiutavano di brillare.
Il paupulare dei pavoni nei giardini del manor, aveva un che di agghiacciante, si aggiravano inquieti celati da una nebbiolina, che dava a quel posto già tetro un aria spettrale.


Draco riposava, le pozioni che la madre gli somministrava erano un palliativo, ma sortivano almeno per ora il loro effetto. Oltre che calmarlo, gli toglievano il dolore che lo invadeva, si sentiva come se bruciasse, sembrava che le sue ossa si staccassero dalle articolazioni, come se i suoi tendini fossero tesi fino a spezzarsi.
Narcissa era furiosa per la maledizione che le stava strappando il figlio, per l'invasione di casa sua da parte di rozzi personaggi, per l'obbligo di dover ubbidire al marito e nascondere un segreto così straziante. Sentiva risate sguaiate provenire dall'androne sottostante. Come se quei "porci " fossero i padroni di casa, più della metà di loro non erano degni di pulirle le scarpe, erano sempre stati considerati feccia, ed ora giravano indisturbati e si sedevano sui suoi divani, sporcando con le scarpe i suoi tappeti, una smorfia di disgusto le comparì sul volto a quel pensiero.
In quel momento sentì delle voci concitate, una voce femminile che sembrava quasi un lamento.. Che diavolo stava succedendo in casa sua? Si alzò e si diresse verso il pianerottolo vicino alle scale. Vide una ragazza, le mani legate dietro la schiena ed una benda le copriva gli occhi, la stavano trascinando strattonandola in malo modo, urlandole contro insulti. Stava per scattare in sua difesa quando vide che un ghermitore la colpì. Va bene la guerra, va bene tutto quello che comportava, ma lei non tollerava la violenza su di una donna, non in casa sua.
Ma una mano si posò sulla spalla e, bloccandola con fermezza, Lucius le soffiò in un orecchio

- Non pensarci nemmeno Cissy, - la voce risuonò fredda e dura.
- Ma..-
- Non ci sono ma, una mossa falsa e siamo morti, lo sai. - Lei alzò lo sguardo sul volto del marito, che impassibile la fissava come ammonendola. Poi acida, tornando sui suoi passi, rispose
- Solo dei vigliacchi se la prendono con donne e bambini. E lei è solo una ragazzina. - Lucius la lasciò andare, sapeva quanto poteva essere testarda la moglie. Ma sapeva anche che, a causa dei suoi fallimenti, le loro vite erano appese ad un filo di lana. Loro erano purosangue, atti alle arti oscure, nati e cresciuti con principi a volte " folli ", fedeli al signore Oscuro, ma comunque avevano delle regole non scritte, non che i mezzosangue ne facesso parte, ma alcuni gesti riprovevoli infastidivano anche lui. Come quello che avveniva nel " cerchio. "


Il cerchio:


Il cerchio si formava durante alcuni riunioni, era composto solo da seguaci di antiche casate, l'élite, persone che abbracciavano in tutto e per tutto le idee dell'Oscuro. Non bastava essere seguaci per farne parte, dovevi avere certe peculiarità, tra cui essere un purosangue Doc. Una sorta di consiglio, a volte qualche esterno ne veniva ammesso, ma era raro.
Serviva per ammettere ed apporre il marchio, per lodare o punire, per interrogare e torturare i prigionieri, ma sopratutto veniva usato per abusare delle donne. Infatti a turno, stupravano, torturavano ed uccidevano la vittima designata.
Il resto del gruppo, faceva da spettatore. Lui stesso era stato costretto ad assistere varie volte a spettacoli simili, non aveva mai partecipato attivamente, stuprare donne indifese non era desiderabile per un Malfoy e aveva deprecato tali violenze, ma, come seguace d'elite di Voldemort, non aveva scelta, e fortunatamente il suo signore non gli aveva mai ordinato espressamente di usare violenza ad una donna, quindi era riuscito a defilarsi ogni volta.

Come Narcissa entrò nella stanza, vide che suo figlio si stava agitando, sembrava quasi avesse le convulsioni. Sembrava che rantolasse, o meglio ringhiasse.
Con voce dolce lo chiamò, mentre gli carezzava il capo nel tentativo di calmarlo.
- Draco, tesoro, calmati - sussurrava dolcemente.
Dolore, provava dolore. Qualcosa gli stringeva il cuore. Sentiva male, e poi rabbia, paura, ribrezzo, ecco cosa lo pervadeva. Sembrava che tutto quello che avvertiva non accadesse a lui, eppure era quello che provava.
Di colpo, come se fosse stato colpito da una scossa elettrica, spalancò gli occhi, annaspando. Aria, aveva bisogno d'aria, la gola era chiusa, stava soffocando. Si portò le mani alla gola, era pallido, molto pallido e sua madre preoccupata cominciò a scuoterlo. Narcissa pensava che stesse vivendo un sogno ad occhi aperti, ma per lui era reale, lui stava subendo i contraccolpi fisici di qualcosa che era solo nella sua testa.
-Draco..DRACO! - Esclamò la donna, spaventata. In quel momento la porta si spalancò e Lucius fece il suo ingresso, a grandi passi si avvicinò al letto e subito capì. Veloce tirò fuori la bacchetta e schiantò il figlio. La moglie, sconvolta, l'aggredì
- Ma che diamine fai? Sei uscito di senno? - Lui, allontanandola da se, rispose
- l'ho fatto per il suo bene. Per quanto assurdo, lui è connesso a lei. Prova quello che prova lei. E' vicina, che Merlino mi fulmini, nella casa ci sono la figlia di Parkinson e le Grengrass – disse, quasi parlando con se stesso, e rapido sparì a passi veloci, scese le scale e si recò nel salotto dove trovò tre ragazze, che chiacchieravano con sua cognata Bellatrix. Lucius fu accolto dalle donne con entusiasmo, ma lui le guardò con aria di sufficienza. Se una di quelle tre oche era la soluzione, beh avrebbe accettato di buon grado, ma guardandole, vedeva solo delle piccole arriviste allevate per essere delle arrampicatrici sociali.
- Oh signor Malfoy, si unisca a noi - civettò Astoria. Lucius freddo rispose
- Lascio a mia cognata il gusto di fare conversazione con voi, non sono avvezzo a discorsi femminili - e così dicendo, voltò la schiena ed uscì rapido come era arrivato.
Tornò nella stanza di suo figlio, che sembrava essersi calmato, e disse alla moglie
- Di sotto ci sono tre donne, escludendo Bellatrix, una di loro potrebbe essere lei. - La donna annuì speranzosa, anche se non capiva come due genitori potessero mandare le figlie in un covo di mangiamorte, uomini rudi poco avvezzi all'essere dei gentiluomini, assassini della peggiore specie.
- Smettila di pensare queste cose - ringhiò il marito, - come sento io i tuoi pensieri, potrebbe avvertirli lui. - Lei sorrise e rispose
- Tu ci sei nato con questo dono, lui lo ha dovuto coltivare. E lo sai anche tu, che non è la stessa cosa. -
Oltre a essere maghi possenti, i Malfoy erano legilimens naturali, abili occlumanti, pozionisti di alto livello, inclini alle arti oscure, che apprendevano con un abilità sorprendente. Insomma, il meglio che poteva esserci, e spesso ogni nuova generazione regalava un nuovo potere. La magia nella casata Malfoy scorreva potente nelle vene dei suoi eredi.
Lucius buttò uno sguardo al suo unico figlio e si rese conto, che una di quelle tre era la prescelta, perchè il suo colorito era cambiato, il suo respiro era meno affannoso, sembrava sentire l'aura di lei.
Un lieve bussare alla porta lo riportò alla realtà, si rimise la sua maschera di gelo e con voce priva di inflessione disse
- Avanti. - Un'elfa, tenendosi lontana e tirandosi le orecchie, disse
- Pa..Padrone è atteso di sotto – Lucius, scacciandola con la mano, rispose
- Di che sto arrivando, vattene ora. -
Con la camminata calma ed elegante raggiunse il salone, s'inchinò e prese posto intorno al tavolo. La riunione era iniziata, lui faceva parte del " cerchio" e doveva essere presente.
Tuttavia quello con era che un antipasto, erano presenti pochi mangiamorte infatti, il cerchio vero e proprio era stato convocato per quella notte. Al momento l'Oscuro voleva solo "giocare" un po' con la prigioniera di riguardo. Spesso si intratteneva in simili giochi sadici, piccole torture prima del "piatto forte." Lucius intimamente disgustato, fece buon viso a cattivo gioco, impassibile si accinse ad assistere all'ennesimo spettacolino ordito dal sui signore.
Poi una voce sibilante disse
- Portate la mezzosangue al mio cospetto. -

Aveva aperto gli occhi, si sentiva decisamente meglio. Sua madre, si affaccendava intorno a lui come una chioccia, incredula, ma felice. Con voce quasi stridula chiacchierava ininterrottamente, quasi stordendolo. Non era più abituato alle parole, per troppo tempo era stato avvolto da tenebre silenziose.
- Madre - mormorò quasi supplicandola.
- Scusa figliolo..E' che sono felice che tu stia meglio – s'interruppe, sedendosi sul bordo del letto, gli prese la mano tra le sue e, carezzandogli il dorso, riprese in un sussurro
- Lei è qui.. -
Draco la fissò, suo padre gli aveva raccontato tutto, del segreto di famiglia e del perchè era tale, il giorno che era diventato maggiorenne, lo scorso cinque giugno. Conosceva ogni più piccolo dettaglio, quindi capì cosa voleva intendere la madre, ed il perchè si sentisse meglio.
In quel momento Draco scattò, gli occhi si erano assottigliati, lo sguardo era tagliente e pericoloso. Narcissa lo sentì ringhiare, come se fosse una belva in gabbia, non capiva. Che quelle oche stessero facendo le smorfiose? Veloce come la luce uscì dalla stanza, la sigillò con una potente magia e la insonorizzò. Poi silenziosa scivolò di sotto, voleva comprendere cosa facesse irritare così suo figlio. Lo spettacolo, che si presentò ai suoi occhi, la scioccò. Riuscì a stento e solo grazie alla sua freddezza a trattenere un grido. Portò una mano sulla bocca e rimase nascosta nell'ombra. Voleva sentire, voleva vedere con i suoi occhi.
Poi prima che si accorgessero di lei, sparì. Il cuore le batteva a mille. Scuoteva il capo, cercava di scacciare le immagini e quegli assurdi pensieri.
Si dice che una madre vuole sempre il meglio per suo figlio, che anche a malincuore abbassa il capo ed accetta la scelta. Ma la maledizione, aveva scelto per loro e, nonostante i presupposti, dopo quello che aveva visto, non era pronta ad accettare.
Intanto Draco nella sua stanza sembrava una furia, urlando come un pazzo aveva distrutto tutto. Sentiva qualcosa di strano, come una forza che si stava liberando, aveva la testa che gli pulsava. Improvvisamente si bloccò e si strinse la testa con entrambe le mani.
Sapeva che era la connessione, ma comunque era spaventato, spaventato da tutto quello che non riusciva a controllare, per quasi diciotto anni era stato allevato imparando a tenere sotto controllo tutto, emozioni, sentimenti, rabbia e quant'altro. Ed ora improvvisamente si era scordato di tutto.
Sentiva un forte dolore alla testa, come se qualcuno gliela stesse rivoltando come un guanto, lottava per risalire dal gorgo che lo trascinava giù, durò parecchio, minuti, ore, non avrebbe saputo quantificarlo. Alla fine quel giogo che lo avvolgeva asfissiante terminò di colpo com'era iniziato, e Draco crollò in ginocchio per terra sfinito, ma i dolori che lo avevano accompagnato in quei giorni erano scomparsi. Aprì gli occhi che aveva tenuto stretti e lentamente si sollevò in piedi, al manor c'era lei, lo sentiva sempre più forte, era una sensazione che gli pervadeva le viscere. Doveva trovarla a tutti i costi, c'era qualcosa che non andava, l'urgenza gli attanagliava il cuore.
La porta della stanza si spalancò e Narcissa piombò pallidissima nella stanza, si bloccò sull'uscio, fissando il figlio, pallido ma composto, in piedi di fronte a lei. Lui la fissò e calmo, ma con voce tesa disse
– Lei è qui.- ripeteva come un mantra
Poi aggirò la madre paralizzata e procedette spedito, lei si riscosse e gli corse dietro, l'afferrò per un braccio, dicendo
– No, non andare giù, ti prego, non..-
- Devo, madre, lei è qui. - La fissò con occhi brillanti di bramosia repressa, - non ho scelta, e tu lo sai.- Poi le diede un bacio sulla guancia e con gentilezza la lasciò immobile in cima alla rampa di scale, che portava al pian terreno.
"Lucius, devo trovare Lucius." Pensò lei agitata.
Intanto Draco aveva raggiunto il salotto, in cui Astoria, Daphne e Pansy erano intrattenute da sua zia, non appena mise piede nella stanza notò come si illuminarono tutte, mentre i loro sguardi si illanguidivano impercettibilmente. Lo fissavano come se lui fosse la risposta ai loro desideri, un concentrato di virilità, come se quantità industriali di ormoni stessero circolando per la stanza. Draco era abituato a quel tipo di reazione nelle donne, persino sua zia Bellatrix non ne era immune, anche se lo mascherava bene.
- Draco, tesoro, siediti con noi.- Disse quest'ultima.
Lui infastidito rispose, mentre Lucius entrava nella stanza,
- Mi spiace zia, ho altro da fare.-
- Draco, non essere maleducato, le signorine sono qui per te.- Disse secco Mlafoy senjor.
Pansy intanto si era alzata e lo aveva raggiunto, gli aveva poggiato una mano sul braccio e glielo accarezzava lievemente,
- Amore, ti prego, siediti con noi.- gli sussurrò roca.
Draco la fissò quasi disgustato, eppure aveva condiviso il letto con lei varie volte; Pansy era un amante passionale, aperta ad ogni pratica sessuale, era stata la sua prima, e già allora non era una verginella, da lei aveva imparato molte cose, sperimentando mille e più piaceri. Tuttavia in quel momento l'avrebbe cruciata, se non avesse tolto la mano dal suo braccio più che in fretta.
Si allontanò di scatto e, voltando le spalle alle sue ospiti, disse
- Mi spiace, chiedo scusa, ma devo andare.- Poi uscì a grandi passi dalla stanza, Lucius, dopo avere a sua volta mormorato delle scuse alle allibite purosangue, si affrettò a raggiungere il figlio.
Lo afferrò per una spalla e lo trascinò nel suo studio
– Draco, cosa succede? Tua madre mi ha detto che..-
- Lei è qui. - Lo interruppe il figlio con lo guardo lucido di eccitazione.
- Si ma, le Grengrass, Pansy, forse una di loro... -
-NO! Nessuna di loro! Ma lei è qui.-
- Non ci sono altre purosangue al manor. Come è possibile che..- Si interruppe colpito da un'idea assurda, "possibile che... No, impossibile, inaccettabile..."
Draco, quasi febbrile, insistette
– lei è qui!- Poi si aggrappò alla giacca del padre – devo trovarla, ora!!-
- Figliolo, io...-
Draco assottigliò lo sguardo, tutti i sensi attivati, comprese che suo padre gli nascondeva qualcosa , così lo scrollò con forza e gridò
- TU SAI!! DIMMELO, PADRE! SAI CHE NON C'E' SCELTA. NON PER ME. Me l'hai detto tu, o lei o la morte. Ti prego... -
Questo o la morte di suo figlio, cosa scegliere... Il cuore vinse, era suo figlio.
– C'è un altra donna qui al manor... E' nostra prigioniera.-
-Chi?- Chiese Draco con voce secca.
- E' l'unica altra donna presente al manor al momento, ma...-
- Non mi interessano i ma o i se. E' lei, deve essere lei. - rispose Draco tesissimo.
- Hermione Granger, la mezzosangue del magico trio, - mormorò Lucius con un filo di voce.
- Dov'è? - Chiese senza battere ciglio.
- E' una sanguesporco, non è possibile, è inaccettabile..-
- Padre! - Esclamò spazientito il ragazzo, stufo di sentire inutili parole di fronte ad una realtà ineluttabile. Mentre il suo sguardo cominciava a diventare pericoloso, istintivamente ringhiò minacciosamente, quasi ad avvisare il padre, poi secco riprese
- Se è lei, tutto è possibile. A me non interessa sapere altro. Dove si trova?-
- E' stata riportata nelle segrete, l'Oscuro l'ha torturata, ha penetrato la sua mente, ma non è finita, stanotte sarà sottoposta al "cerchio". -rispose Lucius preoccupato.
Draco si girò e si diresse a passo deciso alla porta.
– DRACO!! Cosa vuoi fare, lei è condannata... Merlino cosa farai?-
Draco si girò ed incontrò lo sguardo del padre, serio e deciso
– Lei è mia! Nemmeno Voldemort in persona può contestarlo. Se è lei, non c'è scelta, lo sai benissimo.- Poi si diresse a passo spedito verso la sua meta.
Hermione giaceva sfinita, sconvolta, ferita, piangente sul pavimento della cella dove era stata buttata dopo il suo incontro con il signore Oscuro. Tremava priva di forze, angosciata, pensava che quello che le era stato fatto non era ancora nulla, Voldemort si era divertito, alla fine, a bombardare la sua mente di immagini di povere prigioniere sottoposte al cerchio. Aveva visto un mangiamorte dopo l'altro stuprare a turno quelle povere ragazze, che urlavano disperate, molti avevano usato l'incantesimo engorgio per aumentare le dimensioni della loro verga, il risultato era stato devastante... Ora piangeva in silenzio Hermione, se avesse avuto un arma si sarebbe tolta la vita, ma era impotente. Mentre giaceva sdraiata sulla fredda pietra non si avvide di due occhi argentei che la fissavano attraverso le grate, sentì solo uno strano sollievo invaderla, come se una coperta calda arrivasse a scaldarle le membra congelate.
- Hermione Jane Granger, sei tu..- Mormorò una voce ad un tono così basso da non essere udita.
Mentre Draco la osservava, una mano gli si poggiò sulla spalla,dandogli quel conforto di cui in quel momento aveva necessità. Non si girò, conosceva quel tocco, sentì un sospiro e un voce morbida che gli sussurrò lieve
- Salvala Draco e salverai te stesso. - A quelle parole aveva chiuso gli occhi, vedeva solo lei, rannicchiata e scossa dai singhiozzi, lei così fragile, lei la sua salvezza.

The secret of Malfoy |Dramione|Onde histórias criam vida. Descubra agora