Vampire masquerade

755 81 68
                                    

Questa storia l'ho scritta di getto, lasciandomi ispirare dalla melodia di "Dark Vampire Music - The Vampire Masquerade- Walz music" di Peter Gundry su You Tube. Vi consiglio di ascoltarla perché semplicemente bellissima. E, prima che mi dimentichi, una delle scene in questa OS è ispirata ad un pezzo del film "Crimson Peak".

Senza ulteriori indugi vi lascio alla storia. Buona Lettura!

Venezia, 1800.

La Serenissima era in giubilo per i festeggiamenti del carnevale. Piazza San Marco era ghermita di gente, con le maschere a coprire i loro visi, che ridevano e chiacchieravano tra di loro. I colori degli abiti e le stupende fatture delle maschere erano ben visibili anche alla flebile luce delle torce e delle lampade a gas.

"Buonasera signora maschera!" di tanto in tanto alcune delle persone che festeggiavano lo salutavano in quel modo. Era tipico durante il carnevale: con i volti coperti ci si salutava con un generico "signora maschera". L'uomo ricambiava i saluti, ma non si fermava mai a chiacchierare: scivolava agilmente tra i festeggianti, districandosi a poco a poco da quella foresta intricata di tessuti e maschere.

Girò agilmente in una calle buia, allontanandosi rapidamente dall'assordante festa della piazza, cercando di calmare i suoi sensi sovreccitati. Gli era costato un enorme sforzo resistere alla sete e non saltare al collo di nessun umano, nonostante il sangue che scorreva nelle loro vene lo chiamasse come una canto di sirena.

Si mosse con velocità tra le calle della città dove era nato e cresciuto più di quattrocento anni fa. Di tanto in tanto ritornava nella bella Venezia, tutte le volte con un'identità diversa. Era giovane quando era stato morso, aveva appena compiuto venticinque anni: l'ultima cosa che ricordava prima di essere trasformato era il bagliore degli occhi del vampiro che l'aveva attaccato. Da lì in poi la sua vita era stata dominata dal nomadismo e dalla tristezza: i suoi genitori erano morti credendolo scomparso nel nulla, ma era stato meglio così. Non avrebbe mai potuto rivelare loro cos'era diventato, nemmeno alle sue amate sorelle. Lo avrebbero creduto un mostro... quale era in effetti.

Tutte le volte che tornava nella sua città natale visitava sempre la sua vecchia casa: un grande palazzo signorile poco distante dalla piazza centrale. Non potendo visitare le loro tombe nel cimitero, un luogo consacrato, non gli rimaneva che visitare quella dimora e richiamare alla mente i ricordi della sua famiglia, e ogni volta lasciare la città gli risultava sempre più difficile. Eppure non riusciva a farne a meno: gli ricordava tutto quello che aveva perso quella sera.

Con un turbinio di vesti nere si fermò di fronte ad un palazzo nobiliare dall'aspetto ordinario. Si riassettò il lungo cappotto e sistemò meglio la maschera nera sul suo volto prima di entrare. Uno dei servitori gli aprì la porta e prese il suo cappotto, svelando le vesti ricche: la casacca a doppio petto nera era di fattura eccellente, con leggere bordature rosso sangue sulle maniche che le donavano un po' di colore. I pantaloni e gli stivali in pelle erano anch'essi neri, così come i guanti di velluto che indossava. Al collo portava una vaporosa cravatta bianca, una spilla con un rubino incastonato risplendeva alla luce dell'atrio. I capelli corvini erano stati lasciati sciolti, ricadendo morbidamente sulle spalle. Gli occhi scuri brillavano dietro la maschera, studiando l'ampio atrio con curiosità.

"Vogliate seguirmi, signore" esordì un servitore, precedendo l'uomo e mostrandogli il grande salone dove si stava tenendo la festa "Il Lord vi aspetta"

"Nicholas di Angelo! Finalmente siete arrivato" la voce baritonale del Lord lo accolse non appena mise piede nel salone.

"Gautier Dubois è un piacere rivederti" rispose quietamente Nicholas, accettando il rapido abbraccio dell'amico.

"Sempre in ritardo" lo rimproverò l'uomo con un sorriso ferino, mettendo in mostra i canini affilati. Gautier era un uomo alto e massiccio con lunghi capelli castani e occhi d'ambra come quelli di un lupo. Dimostrava quarant'anni e, anche dopo quasi trecento anni che si conoscevano, il suo accento francese non l'aveva mai abbandonato.

Vampire masquerade (solangelo OS)Where stories live. Discover now