I patti

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Continuai a camminare, ma mi fermai quando intravidi una figura.

All'inizio pensai di andarle in contro e di parlare, ma ci ripensai nascondendomi dietro ad una colonna: non avevo voglia di altri problemi.

-Tu, ragazza, ti ho vista-

Merda.

Uscii da dietro la colonna che non si era rivelata un buon nascondiglio...

Mi avvicinai e riuscii a vedere quella persona.

Era una donna bionda con occhi azzurri e labbra carnose. Indossava lo stesso abito della signora che mi aveva accompagnata dal conte, solo che su di lei stava molto meglio, dato che era alta.

-Chi sei?- mi chiese severamente. Ormai mi ero abituata alle loro espressioni: tutte uguali, tutte prive di sorrisi, o almeno, sorrisi veri.

-Un essere umano- risposi divertita. Avevo voglia di scherzare, ma mi accorsi subito che a quella mancava il senso dell'umorismo.

-Non sei divertente- disse con disprezzo.

-Non era mia intenzione- affermai. Dio! Almeno io cercavo di essere amichevole.

-Ah capisco, adesso so chi sei: la nuova ragazza- disse sogghignando. Cosa? Era diventata una nuova moda quella di sapere tutto su di me?

-E allora?- chiesi confusa.

-E allora ci sarà da divertirsi- aggiunse prima di girare i tacchi e andarsene.

-Non si saluta eh?- gridai provando ad attirare la sua attenzione, ma non mi calcolò.

-Stronza- mormorai.

Ormai non sapevo più da che parte andare; quel palazzo era troppo grande ed io mi ero persa.

Provai a guardarmi intorno nella speranza di riconoscere qualcosa, così, orientandomi, sarei ritornata nella stanza dove c'era quel comodo letto.

Ma per quanto ci stessi provando non riuscii a concludere nulla. Facevo schifo nell'orientamento.

-Ecco dov'eri- si sentì una voce che mi fece trasalire.

Mi voltai e vidi la cameriera che mi aveva accompagnata dal tizio, e sembrava più incazzata di prima.

-Vieni subito qui. Sei già arrivata e stai già creando problemi, ma ti sistemeranno molto presto, vedrai- disse prendendomi per un braccio senza darmi tempo di dire una parola.

-Hey mi stai facendo male! Stupida vecchia- sbuffai irritata.

Stavamo vagando da più di cinque minuti per quei corridoi e lei non la smetteva di strattonarmi il braccio destro.

-Vedo che anche il tuo linguaggio dovrà essere corretto- affermò impassibile, ma scommetto che in fondo, un po', si era offesa.

Finalmente ci fermammo di fronte ad un'altra porta, diversa dalle altre. Era bianca ma con delle decorazioni floreali ai bordi.

-Entra- mi disse indicandomela.

La guardai per un momento; non avevo intenzione di entrarci ma devo ammettere che quella vecchia mi metteva in soggezione.

-Cosa aspetti?- chiese perdendo la pazienza. Spostai lo sguardo sui miei polsi facendole notare che ero ammanettata e che ero incapace di aprirla da sola.

Quando se ne accorse alzò gli occhi al cielo e girò lei la maniglia.

Rimasi sopresa di fronte a quello che vidi.

-Ancora tu? Stiamo scherzando vero? Io me ne vado!- sbottai. Feci per andarmene ma quella vecchiaccia mi spinse dentro per poi richiudere la porta. Ovviamente lei non era entrata.

My Master ||Justin Bieber||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora