Capitolo 2.

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Il caldo era torrido e davvero eccessivo.

I tre ragazzi si trovavano fuori dall'aeroporto di Palermo, a mezzogiorno di un comune sabato di Agosto.

Cesare si spostò gli occhiali da sole sui capelli, visto che iniziavano a procurargli non poco sudore sul naso. La luce intorno a lui era accecante.

"Dovremmo andare a destra" Disse Dario, dopo aver controllato il telefono e averlo riposto nella tasca anteriore dei suoi bermuda.

"Dovremmo o è sicuramente a destra? Con questo caldo non resisterei a dover fare un solo
passo in più se dovessimo sbagliare strada" Disse Tonno, caricandosi il borsone sulle spalle, pronto comunque a seguire l'amico.

"Fidati, andiamo di qua." Replicò Dario, continuando dritto.

Cesare imitò il biondo, caricandosi il borsone sulle spalle, imprecando contro Nelson per non esserli venuti a prendere.

Odiava con tutto il suo cuore prendere i mezzi pubblici, almeno che non fosse la metro di Milano o un vecchio tram, solo perché la metro era comoda e veloce ed il tram gli ricordava la sua infanzia e sua nonna.

Si era quindi imposto con tutto se stesso alla proposta del riccio di venire in pullman dall'aeroporto a Cefalù.

"Piuttosto vengo a piedi" Aveva detto sbarrando gli occhi.

Così, l'unica altra alternativa era stata quella di noleggiare un'auto all'aeroporto.
L'avrebbero tenuta per qualche giorno fino a metà settimana, quando, come da programma, sarebbero tornati a visitare la città di Palermo.

Così, quando mezz'ora dopo, Cesare stringeva le chiavi dell'auto appena noleggiata, una Alfa Romeo Giulia, non si poteva dire soddisfatto, ma almeno era felice di non essere su un autobus.

"Tu che guidi una Alfa Romeo, assurdo" Disse Tonno sistemandosi sui sedili posteriori.

Dario, affianco a Cesare sul sedile del passeggero, sorrise.

"Taci, era la macchina migliore che avevano, peggio del pullman c'è solo la Panda del 2006"

"L'anno dei mondiali e della mia prima volta" Rispose il biondo canticchiando.

"Ecco, bravo, metti la musica invece di blaterare di auto" Rispose Cesare ridendo e partendo alla volta di Cefalù.

                                          *

"Non ci credo". Disse lui, tirando un pugno contro al volante.

"Giuro, se non facesse così caldo sarebbe esilarante" Concluse Tonno, uscendo dall'auto trattenendo un sorriso.

"PER TE È ESILARATE UGUALEMENTE" Replicò Cesare mentre guardava il fumo uscire dal cofano dell'auto appena noleggiata.

"Già, ma avrei meno caldo, mi gusterei meglio la scena".

"Dario ti prego fallo stare zitto o giuro che lo
uccido".

Il moro alzò gli occhi al cielo, come ogni volta che i due iniziavano uno dei soliti battibecchi, e semplicemente tirò fuori il telefono.

"Ei Nels, non è che ci daresti un passaggio? Si, lo so che sei ad un pranzo di famiglia, ma siamo letteralmente davanti al cartello di Cefalù, la macchina è in panne"

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