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Kuroo accompagnò il ragazzo a scuola. Voleva riportarlo a casa ma Kenma aveva insistito di no. Sembrava terrorizzato dall'idea di tornare a casa prima del previsto, guardava con occhi sgranati Kuroo cercando di convincerlo a non portarlo in quel posto che lui reputava così orribile. Entrarono dalla seconda entrata, un forte odore di polvere riempì le loro narici e Kenma starnutì ripetutamente. Nessuno si era accorto che avevano saltato un ora, nemmeno i professori. Il moro non sapeva perché ma si sentiva in dovere di riaccompagnare Kenma fino alla rispettiva classe. Prima d'ora non lo aveva mai notato nei corridoi. Già. Non lo aveva mai visto, e lui sapeva il perché. Il ragazzo più piccolo infatti marinava la scuola da ormai molto tempo. Kuroo conosceva tutte le persone, e tutte le persone lo vedevano con un ancora di salvezza, a cui appendersi mentre scivolavano verso l'ignoto. Kuroo infatti aiutava tutti coloro che ne avessero bisogno, per questo si sentiva in dovere di aiutare Kenma.

-Vuoi una mano?- domandò.
Non sapeva nemmeno perché lo aveva chiesto, Kenma non sembrava volesse una mano e non stava chiedendo aiuto.

-Per cosa?-

-Qualunque cosa- si era reso conto troppo tardi di star dicendo di voler dare una mano a qualcuno che non aveva bisogno di aiuto.

-Non ho bisogno di aiuto- rispose in modo freddo.

- D'accordo.. -

Kenma si voltò ed entrò in classe senza nemmeno salutare. Kuroo decise allora di ritornare finalmente in classe.

Suonò la campanella che annunciava la fine delle lezioni, Kuroo si stava camminando verso la palestra, anche se sperava di poter rivedere il piccolo ragazzino di quella mattina. Per tutto il giorno non fece altro che pensare a Kenma. C'era qualcosa che non gli tornava. Il modo in cui parlava, il fisico magrolino, tutti quei graffi e il perché non voleva tornare a casa. Non lo incontrò da nessuna parte quindi pensò che fosse ritornato a casa. Si convinse che fosse così ed entrò nella palestra per iniziare ad allenarsi con la squadra.

Passò un ora. Passarono due ore. E alla fine passarono le 3 ore in cui dovevano allenarsi. Kuroo dopo essersi cambiato uscì annusando l'odore della pioggia che ancora non era andato via. Prima di tornare a casa decise di andare a prendere un panino con della carne. Uscendo però vide qualcuno che non aspettava di vedere.

Kenma era seduto sul muretto mentre mangiava un onigiri. Accanto a lui aveva una palla da pallavolo. Kuroo si avvicinò lentamente e si MiSE affianco al ragazzo più basso. Era sudato, aveva appena finito di giocare.

-Sai giocare a pallavolo?- chiese Kuroo

-Un po' -

- Ohh non me lo sarei mai aspettato da un budino - Tirò fuori uno dei suoi soliti sorrisi poco rassicuranti

- Budino...? -

- Già! guardati e dimmi se non sembri un budino -

- Può darsi, è da ormai molto tempo che non mi guardo ad uno specchio -

- Non hai uno specchio a casa? -

- L'ho coperto -

- Come mai? - Kuroo era molto curioso di sapere delle cose in più sul ragazzo, ma lui non sembrava intenzionato a dire molto.

- Non mi piaceva -

Kuroo scoppiò a ridere. "Davvero ha coperto lo specchio perché non gli piaceva?"

- Va bene.. ma sembri comunque un budino! -

Dopo quella frase finalmente riuscì a vedere un sorriso sul volto di Kenma. Anche se poco, stava sorridendo.

- Domani vuoi provare a giocare con me a pallavolo? - Aggiunse Kuroo

-Va bene - -in che posizione giochi?- chiese Kenma.

-Io sono il centrale e il capitano -

-mhmh- Annuì con la testa

- D'accordo, domani giochiamo. Ma ora devo andare - disse il più piccolo

Kenma non sembrava molto felice dell'idea di tornare a casa, ma ormai erano le 8, e se non voleva dormire fuori doveva tornare.

Salutò Kuroo e si incamminò senza rendersi conto che...

- Mi stai seguendo? - chiese Kenma a Kuroo

-abito anche io da questa parte - disse mettendosi a ridere

-...-

-okay andiamo- sbuffò kenma

Kuroo accompagnò Kenma fino al cancello di casa sua, e poi andò verso la sua di casa.

La casa del più piccolo aveva un che di sinistro, aveva molte finestre ma tutte erano chiuse. C'erano degli alberi poco curati e delle erbacce erano cresciute ovunque. C'era un giardino dietro e Kuroo riuscì a vedere solo una vecchia altalena cigolante. Vicino ad essa c'era anche un grande albero di ciliegio, ormai appassito.

Voleva vedere cosa c'era dall'altra parte della casa ma era troppo stanco per pensare a come muovere le gambe per arrivare fin lì. Decise allora di rientrare a casa sua e andare a dormire.

Durante la notte sentì vari rumori. Ci stava facendo caso solo perché sapeva che venivano dalla casa del suo nuovo amico. Era il rumore di un vaso che si rompeva. Non senti più nulla poi. Buio totale. Silenzio. Chiuse gli occhi pensando che ci avrebbe pensato domani mattina.

EHILÀ AMICI CARI.

nessuno sta guardando la storia, spero che qualcuno che almeno io conosca si muova a condividerla.

Non mi piace granché questo capitolo, ma siamo solo al capitolo due, FACCIAMO ANDARE AVANTI LA STORIA.

Sapete benissimo dove sto andando a parare in questa storia, o almeno credo. Se non lo avete capito meglio per voi, almeno avete la suspense.

ADDIO AMICI, ADDIO

vado a dormire -3-

baci

Rainbow Days - kuroken Where stories live. Discover now