Capitolo 29. Settimane

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Dalla partenza di Ted, il sonno di Andromeda si era deteriorato e si era nascosto sotto le assi del pavimento, proprio come il suo, e talvolta si trovavano in cucina nelle ore solitarie prima dell'alba. Sorseggiavano caffè tiepido e trascorrevano le notti con solo una manciata di frasi tra di loro, e sebbene nessuno di loro lo avrebbe mai ammesso, la loro strana routine divenne qualcosa di confortante.

E non fu solo la compagnia di sua zia che contribuì a mantenerlo sano di mente.

Draco e Theo avevano iniziato a giocare a scacchi dei maghi nel pomeriggio, e Blaise si univa spesso a loro quando la Lovegood era altrove, come era stato negli ultimi sette giorni. Come per punteggiare quel pensiero, Blaise irruppe così violentemente dalla porta che sbatté contro il muro e rabbrividì.

Superò Draco senza guardarlo, i suoi passi pesanti e duri, e la sua bacchetta stretta saldamente nel suo pugno tremante. Draco rimase in silenzio quando Blaise si fermò di colpo a pochi metri di distanza e sollevò il braccio per scagliare una maledizione non verbale contro uno dei meli di Andromeda. Esplose con un botto acuto e schegge accecanti piovvero con scintille rosse e arancioni.

"Ti senti meglio adesso?" Chiese Draco.

"No" sputò Blaise, girandosi lentamente. "Ho solo voglia di uccidere qualcosa di innocente."

Incapace di pensare a una risposta, Draco studiò semplicemente il suo vecchio amico; dall'ombra della barba si notava che non si era curato per una settimana, la pelle delle sue labbra erano screpolate, e suoi occhi gonfi e iniettati di sangue.

L'insonnia non è mai un segreto. Si ritaglia nel tuo aspetto.

Vedere Blaise così colpito dall'assenza di Lovegood fece sentire Draco a disagio, perché Blaise era sempre stato quello razionale, mentre Theo aveva una natura instabile che spesso portava a esplosioni, e Draco decise che si trovava da qualche parte tra i due.

"Quei due mi stanno facendo scoppiare la testa" disse Blaise, con voce roca mentre iniziava a camminare avanti e indietro. "Si urlano a vicenda come una coppia di bambini di dieci anni per qualcosa che non ricordano nemmeno-

"Si calmeranno tra po'-

"E Theo mi sta facendo incazzare-

"Zabini, siediti e basta. Mi stai dando alla testa-

"Sono passati sette fottuti giorni, Malfoy!" sbottò. "Sette! Di solito se ne va per tre, forse quattro al massimo. È successo qualcosa...

"Blaise, rilassati e basta-

"Non dirmi di rilassarmi, Malfoy!" sputò. "Non sai-

"Non so cosa?" Draco lo interruppe, socchiudendo gli occhi. "Pensi che sette giorni siano brutti? Prova un fottuto mese."

Blaise esitò. "Intendi la Granger?" chiese con tono cinico. "È diverso-

"No non lo è-

"Alla fine ammetti di amarla, quindi?" lo sfidò.

"Allora ammetti finalmente di amarla?" lo sfidò.

Draco interruppe il loro contatto visivo e fissò i resti fumanti del melo. "Chiedimelo di nuovo quando succede qualcosa di buono." Chiuse gli occhi. "Chiedimelo in un giorno in cui nessuno muore."

Luna tornò quella sera e disse loro di accendere la radio, divagando su qualcosa chiamato "Potterwatch".

Blaise si era rasato.

Draco indossava il cappotto che Granger gli aveva dato e distrusse due meli.



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