*A seguito, poesie (o presunte tali) che non ricordo di aver scritto*
Fischia nel vagone la tua coscia
stretta tra le mie costole, ignara,
del vento, il sale in poppa. Stridono
nei denti le tue guance ossute.
Lontano, sfreccia nel vetro, pianura, gialla,
piega i fiori in macchie oscure. Indistinta,
la tua coscia, si culla sul mio mento. Eterna
nausea di arrivare. Trema, tra le tende, effimera
parvenza
di non tornare.
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Pleonasmi e altre amenità
PoetryQualcosa che dovrebbe voler essere poesia, ma poi magari sono ventilatori rotti