Harry scoppia in un applauso ed io incomincio a ridere con lui.

“Non riesco a ricordare niente dopo a quella battuta.” Ammetto.

“Stai lì.” Dice e io lo guardo mentre finisce di attraversare il cortile e cammina attorno alla casa.

Pochi minuti dopo entra nel salotto, il grande sorriso è ancora vivo tra i suoi lineamenti.

“Saresti una perfetta Giulietta.” Afferma.

“Perché lo dici?” alzo un sopracciglio, chiudendo la finestra.

“Assomigli molto all’immagine che ho sempre avuto di lei quando leggevamo l’opera a scuola. Capelli scuri, occhi blu, bellezza naturale.”

Arrossisco, abbassando lo sguardo sul pavimento. “Dubito di esserlo.” Dico, consapevole di avere il suo sguardo su di me.

Harry si sposta per andarsi a sedere sul divano, stendendo le braccia sui cuscini. “Comunque, come fai a sapere quelle battute così bene?”

Scrollo le spalle. “Mio padre ha una collezione completa delle opere di Shakespeare, e ogni volta che mi sentivo… angosciata, andavo a leggerle per liberare la mia mente dai miei pensieri.” Mi volto verso la finestra per abbassare le tapparelle. “Non funzionava molto. Tuttavia conosco le storie dalla prima pagina all’ultima, il che mi dà una marcia in più in inglese.”

Lui fa un sorrisetto. “Capisco.”

“E tu?” chiedo, sedendomi su una scatola chiusa. “Come fai a conoscere le battute?”

“Inglese era l’unica materia in cui stavo attento.” Risponde. “E leggo i libri di Shakespeare dalla collezione di tuo padre quando tu sei a scuola.”

Faccio un mezzo sorriso.

Harry si spinge in avanti, appoggiando i gomiti sulle sue ginocchia. “Io ti prendo in parola! D'ora in avanti tu chiamami ‘Amore’, ed io sarò per te non più Romeo, perché m'avrai così ribattezzato.”

Riconosco la battuta, separando le mie labbra. “Oh, qual uomo sei tu, che protetto dal buio della notte, vieni a inciampar così sui miei pensieri?”

Lui si alza dal divano. “Dirtelo con un nome, non saprei; il mio nome, cara santa, è odioso a me perché è nemico a te. Lo straccerei, se lo portassi scritto.”

Mi alzo anche io dalla scatola. “L'orecchio mio non ha bevuto ancora cento parole dalla voce tua, che ne conosco già il suono: non sei Romeo tu, ed un Montecchi?”

Ora siamo vicini, c’è solo un piccolo spazio tra di noi.

“No, nessuno dei due, bella fanciulla, se nessuno dei due è a te gradito.” Continua, i suoi chiari occhi verdi sono fissi sui miei, un piccolo sorriso domina le sua pallide labbra.”

Tutti i ricordi delle battute che seguono svaniscono dalla mia mente mentre lo guardo.

Cerco la prossima battuta nella mia testa, tuttavia senza fortuna. “Merda, non me la ricordo.” Dico, scuotendo la testa ed abbassando lo sguardo.

Lui sorride. “Il tuo vuoto di memoria ha a che fare con la mia tangibilità?” alza un sopracciglio. Il suo sorriso diventa un sorrisetto provocatorio, mentre alza un braccio e lentamente sistema una ciocca di capelli dietro al mio orecchio.

Avvampo velocemente.

Harry ride piano, voltandosi ed incominciando a camminare per la stanza. Guarda oltre la sua spalla verso di me.

“Mia signora, per questa sacra luna che inargenta le cime di questi alberi, ti giuro...”

“Ah, Romeo, non giurare sulla luna, questa incostante che muta di faccia ogni mese nel suo rotondo andare, ché l'amor tuo potrebbe al par di lei dimostrarsi volubile e mutevole.”

Phantom (italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora