T/n urlò spaventata, Alex si svegliò all'improvviso e urlò pure lui in preda al panico, cadendo dalla sedia di pancia. Le urla del ragazzo fecero saltare la corrente in tutto l'edificio.

"Chi cazzo sei e cosa ci fai qui in camera mia?!" urlò t/n prendendo la mazza da softball che nascondeva dietro il letto.

Alex si sfregò la fronte per cercare di alleviare il dolore della testata che aveva tirato contro il pavimento. Alzò lo sguardo e vide la ragazza dal pigiama di Topolino con la mazza impugnata saldamente. La sua espressione era a metà tra il confuso e l'impaurito.

"Uhm, sono Alex, piacere, sono il demone che hai evocato, ti prego metti via la mazza, se mi spavento posso fare qualche casino... Sono un demone da poco e sto imparando a controllare i miei nuovi poteri..." supplicò.

Alex si sedette a gambe incrociate, prese la propria coda tra le mani e la fece ondeggiare leggermente, come se fosse un antistress. T/n lo osservò, la creatura che gli si parava davanti sembrava un normalissimo ragazzo di vent'anni. L'unica cosa strana erano le corna ricurve color castagna e la coda, sottile e anch'essa marrone, che terminava con un piccolo cuoricino rovesciato. Non sembrava una minaccia. La ragazza abbassò la mazza e lo guardò meglio.

"Mi pare di averti già visto, ma non so dove..."

"Oh, sì, scusa, sono Alex Albon, sono anche un pilota, corro per Red Bull ora... Ho visto che segui la Formula Uno, dai poster che hai appeso..." disse sorridendo e passandosi una mano tra i folti capelli ricci. Questi contemporaneamente al movimento si accorciarono, le corna scomparvero e la coda si dissolse.

"Porca puttana..."

"Oh, quasi dimenticavo... Piacere, sono il tuo demone per la giornata" disse l'inglese prima schioccando le dita, facendo tornare la corrente, poi porgendo la mano destra alla ragazza.

"Demone? Mi stai prendendo in giro? Comunque io sono t/n e non ho la più pallida idea di come abbia fatto a evocarti qui in camera mia..." rispose stringendogli la mano incerta.

"Hm, posso?" chiese Alex indicando il letto. T/n annuì e i due vi si sedettero sopra a quella che Alex chiamava una distanza di sicurezza appropriata per un primo incontro.

"Allora... Ci sono un paio di cosette da chiarire... Primo, tutti noi piloti di Formula Uno siamo demoni, non credo che molti esseri umani provino veramente piacere nel rischiare la vita ad ogni curva... Per noi è diverso e risulta molto divertente! Ognuno sta a capo o di un girone o di un cerchio o di una bolgia. I vari luoghi sono ovviamente suddivisi per peccato e hanno la forma di un hotel, ci sono sia hotel di lusso che bed and breakfast, Sebastian ha voluto così e noi ci adeguiamo..."

"Stai parlando di Sebastian Vettel? È un demone?" chiese esterrefatta t/n.

"Oh sì, lui è il capo. È la colpa dei mali nel mondo! Vedilo tipo come Lucifero, però più gentile. A meno che tu non faccia diventare la struttura un bordello, dovevi vedere quando sparava palle di fuoco contro Daniel e urlava in tedesco, quello è stato divertente... Comunque, ognuno di noi è a capo di una struttura, ce ne prendiamo cura quando non corriamo... Tecnicamente lo facciamo anche in quei momenti, perché abbiamo dei poteri speciali, ma facciamo finta di niente per divertirci un po'..."

Alex stava sorridendo impacciato al ricordo della sua frizzantina famiglia allargata.

"Tu di che cerchio ti occupi?" chiese t/n sedendosi meglio sul letto, poggiando la testa sul palmo della mano. La voce calma e pacata del giovane pilota la stava lentamente incantano.

"Ehm... Voi umani credete che ci siano solo sette peccati capitali, perché sono quelli di cui avete traccia nei manoscritti che vi siete ritrovati, ma in realtà ce n'è un ottavo... La lealtà... Purtroppo non è un peccato che molti commettono, la compagnia da me scarseggia... Mi hanno affidato l'incarico dell'hotel l'anno scorso, quando sono entrato in Formula Uno... Seb diceva che quando saliva nell'Antipurgatorio, perché gli è permesso di andare fino a lì visto che è l'anticristo, mi vedeva sempre a giocare a carte con le anime che aspettavano e voleva portarmi in un posto più felice. Io non sono un angelo, sono un semi-demone, una roba stramba, posso stare solo in alcune parti dei tre regni, tra cui l'Inferno! Quindi mi hanno trasferito, prima al Limbo, poi a metà stagione al mio nuovo cerchio, quello dei leali..." disse il ragazzo grattandosi la nuca impacciato.T/n incuriosita si raddrizzò e fece segno ad Alex di andare avanti a raccontare.

"L'ottavo peccato si è perso con le traduzioni nel tempo della Bibbia, tutti pensavano che la lealtà fosse una cosa scema e hanno cercato di gettarla nel dimenticatoio... Per fortuna che Sebastian non dimentica niente..."

"E come ho fatto a chiamarti sulla Terra?"

"Beh, molti autori latini erano demoni o semi-demoni, e si sono divertiti a creare frasi che sono in grado di evocare i guardiani dei cerchi, tanto per dare un tocco iracondo alla situazione... Una volta Dante per sbaglio ha evocato lo spirito di Virgilio ed è nata la Divina Commedia, tutto perché quel pirla non aveva niente da fare quando Augusto passeggiava per i Fori... Comunque credo che quello che ti può interessare ora sia sapere come liberarti di me... Beh, devi evitare di peccare di lealtà. Devi sostanzialmente abbandonarmi qui per ventiquattr'ore. Più il tempo passa più tu dovrai stare lontana da casa per farmi andare via. Una volta passata l'ora x il mio cercapersone squillerà di nuovo, Seb mi richiamerà giù all'Inferno e tornerà tutto come prima..."

"Hai un cercapersone?" chiese t/n scettica.

"Ordini superiori... Sebastian adora le cose vecchie..." sospirò il ragazzo.

"In ogni caso, io posso sparire di mia spontanea volontà solo per un tempo limitato che solo tu potrai stabilire nel caso tu non voglia rimandarmi indietro subito... La polizza per le restituzioni assomiglia a quella di Amazon..." continuò Alex tranquillamente, come se stesse leggendo la lista della spesa.

"Uhm okay... Ehm, vuoi fare colazione? Ho fatto dei bagels ieri, sono un po' dei mattoni ma sopra ci ho messo un quantitativo spropositato di semi e roba varia per distrarre chi li mangia... Cazzo forse ci ho messo dell'aglio sopra, per te va bene lo stesso no? Sono i vampiri quelli che muoiono con l'aglio, credo" blaterò t/n confusa alzandosi dal letto.

"I vampiri non esistono t/n, e comunque grazie, non ho proprio necessità mangiare, bere o dormire, ma sono attività carine e voi umani le apprezzate molto... Quindi, se non è di troppo disturbo, mi piacerebbe molto fare colazione con te!"Il sorriso del giovane inglese gli illuminò gli occhi, che erano color cioccolato, niente giallo serpente o qualche strana diavoleria. Interessante pensò t/n.

T/n gli fece strada e lo portò in cucina. Alex insistette per darle una mano, mettendo sul fuoco un pentolino con dentro dell'acqua per fare il tè. Accese poi il fuoco attraverso la punta dell'indice, da cui ora fuoriusciva una piccola fiamma aranciata.

T/n guardò la scena a bocca aperta ma non fece domande. Scosse la testa lievemente e riprese a preparare il pasto.

Alex guardava la ragazza, vedeva i morbidi capelli incorniciarle il viso, gli occhi attenti sotto le palpebre rese pesanti dal sonno. Le labbra concentrate erano premute insieme formando una linea piatta. La scena aveva un non so ché di domestico, sprigionava un calore piacevole. Era una sensazione che Alex aveva provato pochissime volte e in quel momento gli si strinse il cuore, che aveva solo figuratamente perché un demone non ha bisogno di un cuore, al pensiero di dover lasciare quel piccolo appartamento in città.

Nel muoversi, nella stretta cucina, T/n cercò di prendere un piatto da un ripiano troppo in alto,

Alex che aveva visto parecchi film romantici con Charles nei pigiama party al suo hotel, sapeva che avrebbe dovuto prendere lui il piatto, sfiorando la ragazza. Fece così ma diventò rosso sulle guance a vedere la ragazza girarsi di scatto e fissarlo negli occhi. I due bagels saltarono fuori dal tostapane abbrustoliti. Alex si fece scappare un altro urletto.

"Scusami, faccio accadere cose quando sono imbarazzato... hm..." disse appoggiando il piatto sul piano di lavoro e mettendoci sopra i bagels fissando il pavimento.

T/n sorrise intenerita, gli accarezzò un braccio per tranquillizzarlo e gli fece cenno di seguirla per andare nel piccolo salotto, dove si trovava anche la sala da pranzo. Alex prese le due tazze di tè in cui aveva versato l'acqua e messo in infusione le bustine. T/n accese la TV e la prima cosa che vide fu il Presidente del Consiglio annunciare che l'intero paese era stato posto in lockdown. Era vietato uscire di casa se non per fare spesa per i generi alimentari, scuole, fabbriche e negozi erano stati chiusi nel giro di una notte per l'avvento della pandemia di Covid-19.

"Questo credo sia un problemino per il nostro patto..." mormorò Alex guardando la ragazza

Survive to drive || OSWhere stories live. Discover now