Lo guardo e lui fa lo stesso sorridendomi, è difficile non ricambiare il suo sorriso.

È decisamente un bel ragazzo. Ha il viso simpatico e dolce, gli occhi piccoli e le fossette agli angoli della bocca quasi ad incorniciare quel sorriso che non si è ancora tolto dalle labbra. È molto, ma proprio molto, più alto di me ed ha il fisico asciutto e muscoloso. Mi fa un cenno verso un tavolino che si è appena liberato, così lo seguo appoggiando il drink sul tavolo e sedendomi davanti a lui. Restiamo in silenzio qualche momento poi lui mi chiede quanti anni ho.

-Tra qualche mese diciotto- rispondo nonostante il "qualche mese" sia praticamente un'anno -tu invece?- chiedo bevendo l'ultimo sorso del mio drink.

-Quasi venti- dice indicando il bicchiere di solo ghiaccio e chiedendomi se ne voglio un altro. Faccio un cenno con le spalle e lui ferma un cameriere per ordinare pagando già i drink. Lo ringrazio e lui muove la mano con nonchalance come a dire "una cosa da nulla". Appena arrivano i nostri drink mi chiede se sono della zona e io gli chiedo da dove arriva lui ridendo non appena mi dice Nuova Zelanda.

-Sei impegnata?- mi chiede.

-Mi ha lasciata a San Valentino- dico mordicchiando la cannuccia, mi chiede il motivo e io scrollo le spalle -diciamo che credevo fossimo una coppia ma eravamo molti di più- dico schiarendomi la voce -tu invece? Sei impegnato-

-Ci siamo lasciati da un mese circa, problemi di distanza e lavoro- conclude facendo calare il silenzio, un silenzio carico di imbarazzo.

-Fammi indovinare- dico cercando di eliminare questo momento di tensione posizionando una sigaretta tra le labbra -sei un pilota vero?- lui si passa la mano tra i capelli spettinati ridendo

-Come fai a dirlo?- chiede alzando il sopracciglio. Lo squadro "perché sei un manzo assurdo ed è tra i requisiti per essere un pilota forse?"

-Intuito- rispondo misteriosa accendendo la sigaretta -sei un pilota quindi?- lui annuisce dicendo che gareggia per la formula 2, aggrotto le sopracciglia -non si chiamava Formula 1?- chiedo facendolo ridere.

-Quella è il punto d'arrivo, devi essere tra i migliore per entrarci- annuisco -però la formula 2 è vicina, da lì che arrivano i piloti che poi, se riescono, vanno in F1- dice.

-Chiaro rispondo- annuendo -non ho mai guardato una gara di macchine- dico muovendo la cannuccia nel drink.

-Non sai cosa ti sei persa- dice alzando leggermente il bicchiere e bevendo fissandomi negli occhi.

-Ma quindi non vai a scuola- esclamo facendolo negare col capo -però questo è il tuo lavoro giusto?- questa volta annuisce divertito -beh ci sta come cosa- borbotto bevendo un sorso che mi fa bruciare la gola facendomi tossire.

-Parli molto bene l'inglese- afferma sorridendo quando finisco con i colpi di tosse.

-Beh qui è sempre pieno di turisti quindi si parla molto, poi mi piace- lui annuisce facendo calare nuovamente il silenzio.

-Spero mi facciano partire domani- borbotta -se devo stare in quarantena voglio essere a casa con la mia famiglia- dice sorridendo divertito.

-Io sono tornata a casa a fine febbraio- dico.

-Sono certa che ti faranno partire-

-In che senso tornata a casa? Non studi qui?-

-Faccio il liceo musicale a Milano- lui annuisce -mi fermo a Milano quasi tutto l'anno e torno a casa quando possibile ma in questo caso sono tornata a casa-

-Cosa sai suonare?- mi chiede finendo il suo drink in un sorso

-Violoncello e pianoforte, adesso seguo anche delle lezioni di chitarra- lui annuisce stupito quando ad interromperci arriva un ragazzo biondo. Si scusa con me con il sorriso sulle labbra voltandosi poi a parlare con il moro davanti a me. Questo biondino parla velocemente e con uno strano accento che credo sia russo. Capisco poco anche a causa della musica ma sento che qualcuno non sta bene e che devono tornare in albergo, il moro davanti a me annuisce alzandosi.

-Mi spiace ma devo andare- mi dice mentre il suo amico si allontana -uno dei miei amici ha bevuto troppo e dobbiamo portarlo in hotel, domani dobbiamo anche partire- annuisco facendogli un sorriso -è stato davvero un piacere conoscerti- dice sporgendosi leggermente per schioccarmi un bacio sulla guancia. Gli sorrido mentre lui si scusa ancora per poi andarsene.

Ci vuole poco per ritrovare la mia migliore amica che corre da me entusiasta.

-Andiamo a casa?- le chiede prendendo un'altra sigaretta dal pacchetto camminando verso l'uscita mentre lei mi segue saltellante. Una volta uscite mi fissa e, conoscendola, so che sta per esplodere.

-Quello era Marcus Armstrong!- urla saltellando mentre accendo la sigaretta con un sorrisetto senza guardarla.

-Si lo so- dico semplicemente guardando la strada cercandolo con gli occhi. Vedo un gruppo di ragazzi, alcuni di questi decisamente ubriachi, uno di questi si volta dopo l'urlo della mia migliore amica. Strizzo gli occhi guardando quel ragazzo, fermo in mezzo alla strada mentre gli amici camminano. Alza una mano verso di me facendo un cenno che ricambio mentre il ragazzo biondo di prima gli urla di muoversi.

Dopo quell'incontro iniziai a guardare le gare automobilistiche scoprendo, con mia grande sorpresa, che non mi dispiacevano per nulla.

Certo iniziare a seguire le gare non era stato certo per motivo di passione, era più per capire e seguire la carriera quel sorridente neozelandese. Dopo aver visto la sua prima gara gli avevo scritto in Direct su Instagram sperando nella storia a lietofine ma lui non mi ha mai risposto.

Verso la fine di agosto, una volta che l'emergenza era rientrata, sono tornata al locale con la mia migliore amica, ormai quel sorridente pilota neozelandese era solo un lontano ricordo.

Quella sera però il passato era tornato a farmi visita ed infatti, dopo aver preso un drink al bancone, una mano stringe il mio polso facendomi voltare velocemente.

-Anche questa volta non sei interessata o devo chiedertelo in neozelandese?- mi chiede Marcus con il suo solito sorriso sulle labbra in un italiano quasi perfetto facendomi sorridere divertita.

Survive to drive || OSWhere stories live. Discover now