- Sei forse la prima persona che viene da me per chiedermi informazioni, e non per farsi fare una foto o un autografo.

Rimango stordita da tutto ciò, sembra tutto frutto della mia immaginazione.


- Mi scusi se l'ho disturbata, Signor Leclerc...


Dico, imbarazzata. Mi sento rossa come un peperone, che figuraccia!
Lo vedo ridere, mentre scuote la testa.


- Signor Leclerc, questa mi è nuova!


Aggiunge, continuando a ridere.
Rimango dubbiosa, ripensando a cosa posso aver sbagliato; volevo solo essere cortese e non dargli troppa confidenza.


- Puoi semplicemente chiamarmi Charles, come fanno tutti. Sono un semplice ragazzo di 21 anni, anzi quasi 22.


- D'accordo, Charles...


Riesco a dire, ancora in tilt.


- E lei come si chiama, signorina?


- Sissi, mi chiamo Sissi Sartori; e puoi darmi del tu.


- É un piacere conoscerti, Sissi. Il bar è da quella parte comunque, se ti fa piacere ti ci accompagno.


Rimango sempre più sbalordita, mi sembra di vivere un sogno.
Tutto mi sembra quasi uno scherzo.
Lo guardo attentamente, sempre più incredula, restando in silenzio.
Lui sorride, poi abbassa lo sguardo, mentre io riesco ad intravedere delle piccole fossette sule sue guance.
Credo di essermi incantata, è bellissimo, con quei capelli scuri ribelli, gli occhi verdi che spiccano in contrasto con la pelle abbronzata e quel po' di barba che gli dona un pizzico di virilità in più.

- Seguimi, dai!

Mi dice, ed io eseguo.
Dopo pochi metri, siamo al bar.

- Grazie mille, Charles.

- Prego, tu che prendi?

Mi chiede poggiandosi al bancone, ed io guardando il cibo esposto gli rispondo:

- Un sandwich al prosciutto e una bottiglietta d'acqua naturale.

- Allora Sabrina, puoi darmi gentilmente un sandwich al prosciutto e due bottigliette
d'acqua?

- Subito, Charles!

Risponde la barista bionda, dietro il bancone.

- Allora Sissi, sei qui da sola o in compagnia?

Mi domanda, curioso.

- Sono qui in col mio fidanzato.

Ribatto io.

- Mh, capisco.

Dice lui annuendo, volgendo lo sguardo alle punte delle sue Puma.
La ragazza ci porge la nostra ordinazione. Apro il portafogli, ma lui mi blocca immediatamente.

- No, tranquilla; favorisco io.

Mi dice, mettendo la sua mano sulla mia.
Improvvisamente sento una piccola scossa al contatto, ma non ci faccio molto caso; accuso l'emozione al mio essere impacciata.
Ci guardiamo per qualche istante, come se stessimo cercando di leggerci dentro e in seguito Charles toglie la sua mano dalla mia con fare frettoloso, per poi abbassare lo sguardo interrompendo il momento.
Usciamo dal bar, ed io ne approfitto per ringraziarlo.

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