2 - Duello nell'erba

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Brius vide il terreno avvicinarsi e il cuore prese a battergli all'impazzata.
«Tallie!» gridò tirando le redini. «Tallie, svegliati!»
È svenuta!
Era la seconda volta che vedeva la tortora perdere conoscenza. La prima volta era successo mentre era appollaiata sul suo ramo, a Villa Corteccia, ed era caduta da un'altezza sufficiente solo a renderla ridicola, ma ora...
«Tallie!!!»
Boschi, prati e rocce si ingrandivano sempre più.

A un certo punto Tallie ebbe un sussulto e lanciò un altro grido. Poi riprese a battere le ali, con forza, in modo scomposto, tanto che Brius non cadde di sella per miracolo.
«Stai bene?» domandò lo scoiattolo.
La tortora pareva stremata.
«Ho capito, atterriamo.»
Ma Tallie non aveva bisogno del suo permesso, aveva già deciso e Brius rimase guardingo mentre la sua cavalcatura compiva una stretta virata, abbassandosi di quota. Lo scoiattolo scorse qualcosa, nell'erba sotto di loro e aguzzò lo sguardo riconoscendo un gruppo di figure nei pressi di una macchia di cespugli. Poco lontano, una costruzione sorgeva appoggiata a un albero, forse una locanda o una fattoria.
«Scendiamo lì, Tallie, forse potremo...»
Solo che c'era qualcosa di strano.
Tre sauri erano legati per le briglie ai cespugli e, poco distante, un corvo da sella zampettava piano trascinando un'ala. Le figure in piedi erano armate e l'altra, a terra, indossava un pettorale splendente.
Durargento! Quello è un Difensore!
realizzò Brius. Ma perché non si muove?
Proprio allora, velocissima, Tallie piombò al suolo, finendo su un morbido cespuglio di felci. Brius venne sbalzato di sella Brius e rotolò in mezzo ai tre sconosciuti.

«Ehi! E questo chi è?» esclamò una vocetta stridula.
Brius si rimise in piedi, scuotendo la testa e cercando di mettere a fuoco la scena che aveva di fronte. Riuscì a vedere le punte di tre spade. A reggerle erano un topo dal naso sfregiato e due scoiattoli col muso coperto da una sciarpa. Uno dei due, vestito riccamente e con una piuma nera nel cappello, stava più indietro, vicino al Difensore immobile.
«È uno di loro, capo?» domandò il topo con la vocina sottile. «Lo faccio fuori?»
«Ehi! Voi non fate un bel niente!» rispose Brius grintosamente, barcollando e tastandosi alla ricerca di ferite.
Lo scoiattolo con la piuma nera lo fissò.
«Niente testimoni» sibilò agli altri. «Eliminatelo!»
Brius aveva la gola secca, ma dentro di lui si accese all'improvviso un fuoco.
«In nome del Regno Verde» disse sguainando il fioretto che portava al fianco. «Lasciate in pace quel Difensore o ve la vedrete con me.»
«Levatemelo di torno» ordinò sghignazzando il riccone mentre si asciugava il lato della bocca con un fazzoletto ricamato.
I suoi scagnozzi si gettarono all'assalto.

Brius si trovò da subito in difficoltà. I suoi avversari cercavano di colpirlo insieme. Il giovane Corteccia parava gli assalti e rintuzzava, eppure la punta del suo fioretto non raggiungeva mai un bersaglio. Vide il topo leccarsi le labbra e cercare di aggirarlo. Lo scoiattolo col muso coperto ridacchiava, con la coda che ondeggiava di qua e di là.
Questo era solo un assaggio, volevano capire di cosa fossi capace... Be
' non ne hanno ancora idea.
Si tolse la cappa e le fece fare un giro intorno al polso. Sogghignò, con i baffi vibranti e il cuore che cantava per l'emozione della lotta.
«Muovetevi, ci state mettendo fin troppo tempo» sbraitò il riccone.
Il topo fece una finta, attaccando per primo, poi tentò un affondo. Brius era pronto. Il suo braccio con la cappa scattò il avanti, il tessuto pesante deviò la lama e il mantello si avvolse intorno al polso e alla mano del topo.
«Parato!» esclamò Brius.
Sentì l'attacco dello scoiattolo prima ancora di vederlo e invece di voltarsi balzò in avanti. Volteggiò sopra il roditore, esterrefatto, e lo mise tra sé e l'attacco del nemico.
«Togliti, sacco di semi!» gridò questi.
Brius svolse la cappa liberando il braccio del roditore e lo allontanò con un calcio appena sopra la coda. La spada del topo cadde nell'erba.
«A noi due!» ringhiò Brius affrontando l'altro scoiattolo.

«Incompetenti! Fannulloni!» si lamentava il riccone. «Sbrigatevi!»
Le lame si scontrarono, tintinnando e danzando. L'altro scoiattolo era abile, anche se pareva nervoso e incredulo, mentre Brius si divertiva proprio. Le lunghe ore di addestramento finalmente gli tornavano utili.
All'improvviso notò che dalla casa vicino all'albero stava accorrendo qualcuno.
Il topo si gettò in avanti a raccogliere la spada e il suo compagno approfittò della distrazione per cercare di infilzare Brius. Il giovane Corteccia evitò il colpo per un soffio e allungò a propria volta un affondo da manuale.
«Ah! Mi hai ferito!» gridò l'altro saltellando e reggendosi una zampa.
«Via, buoni a nulla!» ordinò il riccone. «Scappiamo!»
«Sì, andatevene, prima di fare tutti una brutta fine» incalzò Brius, aveva la coda dritta e un sorriso da un orecchio all'altro.
«Ci rivedremo» gli disse lo scoiattolo dalla piuma nera mentre spronava al galoppo il proprio sauro. Le tre lucertole dalle zampe lunghe si allontanarono in un attimo.

Con una sgradevole sensazione addosso, Brius corse dal Difensore.
Ti prego, fa che non sia morto
.
Il Difensore era uno scoiattolo dal pelo grigio, con un'orecchia lacerata da qualche antica ferita. Un piccolo buco nero gli perforava il pettorale di Durargento all'altezza del fianco e la coscia dei pantaloni era macchiata di sangue.
«Ma cosa può esser stato?» mormorò Brius guardando gli occhi chiusi del Difensore. Avvicinò il suo muso a quello dell'altro e ne percepì il respiro.
È ancora vivo, per fortuna...
Sospirò sollevato.
«Ehi, tutto bene? Che succede?» chiese una voce profonda alle sue spalle.
Due scoiattoli, un vecchio maschio e una giovane femmina, lo fissavano dal prato. Indossavano grembiuli bianchi.
«Presto, aiutatemi!» rispose Brius. «Questo Difensore è ferito!»

Continua...

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Brius Corteccia - Agguato a GhianderaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora