Tragitti

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- Tragitti ai tempi del Covid -

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- Tragitti ai tempi del Covid -

E la gente dov'é? L'umanità dov'é finita? C'è un deserto primaverile la fuori, per le strade, nelle piazze, nelle città ipercaotiche. Ho visto un uomo vestito di bianco in qualche fotogramma, celebrava una messa innanzi al deserto umano di piazza San Pietro, per tutti i rinchiusi nelle loro case, in pausa con la propria vita. Ho visto droni sollevarsi sulle piazze di una Milano e Roma completamente vuote, siamo tutti fermi, si muove chi puó, chi deve, uniche pedine in moto debitamente a distanza.
Quasta strada deserta non mi è nuova, è identica ad una delle tante mattine delle feste comandate mentre si faceva ritorno a casa dopo una notte. Tutti a casa, per il sorgere del natale, il capodanno, la pasqua.

Siamo abituati nel nostro immaginario a vedere le guerre con le bombe, gli edifici che crollano, la gente che fugge oppure il primo piano di un bimbo che piange.
Vedo un mappamondo con tanti bollini rossi che spuntano, si allargano, sembrano bombe sganciate da chissà quale mano. Si parla di guerra ma stranamente gli edifici sono tutti in piedi, nessuna bomba cade, nessun umano corre al riparo, nessun bimbo piange e nessuna casa viene perduta. C'è solo un vento tiepido di primavera che quest'anno anzichè portare il profumo del fieno umido o dell'erba in fiore, ha l'odore della morte. Un vento forte che porta via i più deboli, i meno ancorati alla terra con la propria energia.
In tanti, caro Covid, hanno paura di morire. Io no, non ho paura di morire, ho solo paura di seminare un po' di morte inconsapevolmente, senza sapere di essere un tutt'uno con te.

In tanti vogliono insegnare, con le catene, con i video, con l'introspezione che germoglia quando  l'essere umano si  affaccia nell'abisso incerto della propria esistenza ma non ho nulla da imparare da questi segni e questi profumi, da queste catene. Siete troppi, siamo troppi ad essere fermi sullo stesso punto e non puó esistere altro simile ad accogliere.
Vieni con me, ti racconto delle storie, sono le stesse che mai hai voluto sentire. Sono le stesse che hai interrotto con un "basta è troppo". Ora questo troppo è sotto casa, in casa, in ogni angolo del mondo ed è la consapevolezza di tutti ad infastidirmi un po' con lo stupore di chi si credeva inattaccabile. Ci sono nascite senza festa del benvenuto al mondo e ci sono morti senza celebrazione dell'addio, senza carrozzone, senza regine i suoi fanti ed i suoi re e, senza doppiopetto blù. Chi la cantava? Zero?

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