Capitolo 2 A traveller without observation, is a bird without wings

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Nonostante i forti venti lo impedissero, cercai di tener gli occhi aperti ma soprattutto vigili. Sapevo fosse un vaneggiamento sciocco guardare verso il basso e distinguere anche un solo granello di terra che – contro ogni mia certezza – in passato avevo calcato, eppure ne serbavo speranza.

Dopo aver lasciato il ricetto volammo verso le catene montuose, queste parevano non aver mai fine e le cime che si ergevano tra le nuvole, mi riportarono alla memoria le antiche leggende sugli alberi giganti che mio padre soleva narrarmi. Allora non riuscivo a concepire siffatta enormità, così mi imperniavo su ciò che avevo intorno ma nulla la mia mente riusciva accostar ad essi.

Mi destai da quei ricordi quando notai che sotto di me la terra cominciò a cangiar d'aspetto.

Le montagne si appianarono, lasciando spazio a delle vallate verdeggianti irte di perigliosi dirupi senza fine, poi dinanzi ai miei occhi si rivelò qualcosa, privandomi delle parole. Delle enormi mura di cinta si apprestavano a racchiudere ciò che pareva un borgo ma, prima che potessi vedere altro, il corvo deviò verso sinistra e abbassandosi d'altezza mi lasciò delicatamente a terra.

In un luogo che ahimè, ancora non discernetti. Mi guardai attorno, prudente.

Se non altro lì il cielo era terso, con qualche nuvola sparsa qua e là. Ma non erano le temperie a dovermi dare pensiero, tanto quanto il luogo in cui mi trovavo: sembravano delle antiche rovine, di cosa non saprei dirlo ma disposte circolarmente vi erano delle panche di pietra coperte di muschio, arcate e mura diroccate e – inverosimilmente – dei veri e propri edifici sventrati risalenti a chissà quale secolo. Se codeste pietre potessero proferir parola, cosa direbbero di aver visto? Quante epoche si susseguirono per plasmarne la forma a siffatto punto? Niente meno svettava una vera e propria torre in cui era possibile intravedere il corvo gigante ed il suo nido. Poi dinanzi a me poco distante dal fusto di un albero spoglio vidi – ancora una volta – di quelle spade a spirale avvolta da una debole fiammella. Mi avvicinai, osservandola nuovamente. Non portava nulla di dissimile da quella già incontrata ma ora ne avevo certezza: di questi oggetti di culto o qualsiasi cosa essi rappresentassero, ve ne erano anche qui. Lasciai alle spalle la lama arrugginita e volgendomi alla destra, vidi un umano dall'armatura rilucente seduto su di una roccia pochi metri più in là. Mi accostai.

I capelli castani, il viso allungato dai lineamenti affilati con una leggera barba incolta e gli occhi infossati solcati da delle occhiaie profonde, facevano profilare avesse avuto giorni migliori. Mi osservò, passo dopo passo, sul volto un'espressione che non avrei saputo definire se di scherno o di avvilimento. 

«E tu chi sei? Oh no, non importa, se vuoi uccidermi accomodati, fa pure. Del resto per cosa potrebbe esser stata portata una creatura come te?» mi squadrò da capo a piedi «Lasciamo stare. Ma se non sei un non morto, allora cosa ci fai qui?»

«Il mio dovere non vi riguarda ma forse potete darmi delle informazioni.» mi limitai a rispondere.

«Allora lascia che ti fornisca la prima: non c'è redenzione qui. Facevi meglio a marcire in qualsiasi posto dal quale provieni. Ma ora è troppo tardi per avere rimpianti.» 

«Non è questo ciò che voglio sapere. Ditemi piuttosto ove siamo e perché vi è tutta questa teppaglia di creature... non morte.»

Poteva sembrar bizzarro ma ancora non riuscivo a chiamarle col loro nome proprio. Sì che per me erano solo delle ripugnanti creature, non faceva distinzione appellarle in altro modo. Il guerriero strabuzzò gli occhi per poi scoppiare a ridere.

«Ma dove vivi? Siamo nella terra degli Antichi Lord, Lordran, ed il luogo in cui stai sostando è il Santuario del Legame del Fuoco. E tutto questo afflusso di non morti vi è poiché cercano di compiere invano la loro missione.»                                                                                                                      Alzai un sopracciglio, lo smarrimento traspariva nonostante l'elmo ne celasse la visione ma l'uomo se ne accorse ed aspettò di proposito che gli ponessi la domanda per denigrarmi.

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