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 <<Ma quell'uomo non poteva trovarsi un passatempo migliore al posto di akumatizzare gente completamente a caso? tipo farsi Mayura>> combattevano contro l'ennesimo akumatizzato random di Papillon e lamentandosi come sempre -era l'unico giorno completamente libero della settimana (forse anche del mese) che aveva- diede un pugno dritto sul naso a colui che doveva essere una specie di uomo-delfino o quello che era, l'importante era che non poteva più dare fastidio essendo svenuto.

Per poi essere rimproverato dalla sua compagna tanto amabile e odiabile allo stesso tempo, in quel momento stava rompendo l'oggetto che conteneva l'akuma <<Chat lo sai benissimo che non dovresti esagerare, si sono akumatizzati e nostri nemici, ma anche persone innocenti controllate da Papillon... giusto?>> appoggiò la mano sulla spalla del ragazzo per sorridergli, ma soprattutto per cercare una conferma da parte sua.

Il biondo annuì leggermente, ma rimase con la testa rivolta verso il basso... pensò a come fossero cambiate le cose tra lui e Ladybug nel corso degli anni, ormai erano buoni amici, non una semplice coppia di supereroi che lottavano contro dei pazzi assetati di vendetta creati da un altro pazzo che sa solo deprimersi da solo nel suo covo e maledirli in un modo ogni volta più originale, lasciando l'assistente fare tutto il lavoro sporco al suo posto.

Fatto sta che loro erano amici. Sì, amici. Al Chat Noir del passato questo avrebbe fatto molto male, ma a quello del presente no. L'amore che provava per Ladybug era man mano scomparso, non gli importava più di tanto. Era come se avesse lanciato un enorme secchio d'acqua sulla fiamme che circondavano e alimentavano il suo cuore nell'amore verso Ladybug. Forse una scintilla era rimasta ancora accesa, ma non avrebbe cambiato nulla.

Strinse i pugni e guardò per qualche secondo l'anello, anello a cui doveva tutto. Iniziò a lampeggiare per avvertirlo che doveva andarsene a meno che non volesse che la sua identità venisse scoperta prima da tutta Parigi e poi da tutto il mondo. Si voltò per vedere la corvina liberare l'akuma, ormai purificata, in cielo e pronunciare una delle solite frasi che più la caratterizzava, mancava solo salutarla freddamente come sempre <<allora ciao Ladybug>> e sparì completamente tra i tetti dell'enorme città.

Ricambio il saluto tristemente anche lei, si era perfettamente accorta che qualcosa tra loro due era cambiato da un pò di tempo, ma ogni volta che la chiamava 'Ladybug' e non 'm'lady' era come se ricevesse una pugnalata al cuore, cuore già spezzato in mille pezzettini. Non aveva provato nulla che riguardasse l'amore verso Chat, era solo che le mancava quello vecchio con tutti i suoi pregi, ma soprattutto difetti.

<<non riesco a sopportare tutta questa gente felice! Soprattutto a Natale>> era appena uscita di casa per dirigersi verso un qualunque bar dove rifugiarsi, ma niente. Perfino il bambino a cui aveva appena strappato i biglietti per Disneyland davanti agli occhi era rimasto allegro e gioioso dicendole <<tanto Babbo Natale me ne porta altri 3 di quelli! anzi 69!>> ma la cosa che la faceva più arrabbiare era il fatto che quel ragazzino andava tranquillamente in giro a mostrare i biglietti alla gente, nemmeno stesse spacciando droga (ovvero Kinder per un bambino della sua età).

Continuava a borbottare da sola, scorrendo l'home d'Instagram e mettendo 'un cuore' anche a tutte le foto che avrebbero contenuto qualsiasi riferimento al Natale. Per carità non aveva niente contro il Natale era solo che... non voleva nemmeno pensarci. Quella cosa faceva parte del passato, doveva solamente rigare dritto e continuare a fingersi la brava e onestà cittadina che tutti ammirano e conoscono. Si fece un selfie con il filtro da renna e lo pubblicò augurando a tutti un buon Natale e felice anno nuovo. Magari non proprio a tutti, ma era fatta così in fondo.

<<avrei preferito un altro filtro, che ne dici del camembert?>> una voce che veniva dietro di lei la fece sobbalzare con la conseguenza della caduta del telefono dalle mani, grazie al cielo aveva solo sfiorato la tazzina piena di cappuccino e non era caduto per terra. Tirò un respiro di sollievo, per poi voltarsi di scatto nella speranza di vedere a chi apparteneva la voce. Nessuno. Non c'era nessuno. 'Quel pirla se ne è andato per sua fortuna' pensò ancora voltata fissando un punto indeterminato dell'orizzonte.

Ritornò tranquillamente al suo spuntino, notando che mancava qualcosa sul piatto, mentre al suo posto c'era qualcos'altro o meglio dire qualcun'altro. L'esserino sputò con cattiveria sul tavolino con il tentativo di levare quel saporaccio dalla bocca, sapore di croissant da come aveva dedotto. Il SUO croissant integrale.

Stava per insultarlo e ucciderlo con il cucchiaio fumante e caldo -preso direttamente dal cappuccino bollente- ma ci ripensò su, lasciò il cucchiaino accanto alla tazzina del cappuccino e lo squadrò per bene, aveva la strana sensazione che le ricordasse qualcosa o qualcuno. La cosa bella era che nemmeno si era accorto di essere osservato da un paio di minuti, era troppo occupato a pulirsi la lingua con un tovagliolo.

'Sembra un pokemon'

Sorrise leggermente a questo pensiero, giocava sempre ai pokemon da piccola, conservava ancora il cappellino di Ash Ketchum (o Ash Ketchup come lo chiamava lei). Presto quel sorriso si spense, facendo ritornare la solita faccia seria e perfida che aveva ogni giorno. <<CHE SCHIFOH! COME FA ADRIEN A MANGIARE QUESTE COSE OGNI GIORNO?! RIVOGLIO IL MIO CAMEMBERT, ANZI PRETENDO IL MIO CAMEMBERT>> l'esserino aveva iniziato a impazzire davanti ai suoi occhi continuando a urlare sempre più spesso 'camembert', ma non stava lì l'espressione sorpresa che aveva assunto, ben sì nel fatto che conoscesse Adrien.

<<allora ''Meowth Junior'' lasciamoci alle spalle il fatto che hai appena sputato un pezzo del mio croissant, dimmi... di quale Adrien parli? Adrien Agreste per caso?>> la ragazza e Plagg si trovavano faccia a faccia, lei son il suo solito sorrisetto malizioso stampato in volto e lui con gli occhi pieni di panico, conosceva molto bene la persona con cui aveva a che fare. Dire una sola parola sbagliata poteva mettere a rischio l'identità di Chat Noir e di conseguenza anche quella di Ladybug.

La fame frenetica, Adrien che non lo ascoltava per correre dietro Katami e quel profumino di buono che veniva proprio da quel tavolino, lo avevano fatto impazzire.

Doveva andare sul sicuro <<camembert, came-camembert camembert bert>> aveva iniziato a dire per confondere la ragazza, ma non sarebbe bastato perciò iniziò ad urlare e gridare sempre quella parola che tanto amava.

Quelle urla attirarono l'attenzione di molta gente tra cui Adrien -che aveva subito riconosciuto la voce- e Katami, che erano in un negozietto di antiquariato proprio dall'altra parte della strada.

Chat era abbastanza stanco e aveva intenzione di ritornare a casa per farsi un bagno rilassante in modo da schiarirsi completamente i pensieri, ma una persona in particolare stava ammirando la vetrina dello stesso negozietto in cui si trovavano adesso. Era Katami. Così decise di salutarla e magari passarci il resto della giornata, ignorando completamente Plagg che implorava pietà, ma soprattutto del cibo. Mai lasciare un kwami come Plagg senza cibo.

Lasciò Katami in negozio e corse subito verso la direzione di quelle grida, per chiedere qualche spiegazione dal suo kwami, ma le parole gli morirono subito in gola appena lo vide con Lila Rossi, una sua vecchia conoscenza. 

Sotto la neve |Miraculous Winter Holidays 2019Where stories live. Discover now