CAPITOLO 2. La scelta sbagliata.

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Di colpo, quel ricordo mi fece sussultare. Avevo creduto intendesse che le avevo fatto male, calcolando che aveva le occhiaie. E invece ora, la consapevolezza di aver sbagliato tutto, mi trafisse come una spada.

Non ci eravamo preoccupati, quella notte, di stare attenti o cose simili. Era andata come era andata, ed io non mi ero più preoccupato delle conseguenze. E, rivedendola con la bimba in braccio, non avevo fatto caso a quanto tutto coincideva perfettamente.

Due anni dopo quella notte era ricomparsa dal nulla, con una bimba di un anno e poco più. Tutti si incastrava perfettamente a creare una storia terribile.

Da quella sera, i nove mesi di gravidanza, e un anno e più della bimba. Esattamente due anni. E due anni erano passati quando la rividi.

"È mia figlia" sussurrai, gli occhi spalancati e il cuore che perdeva un battito.

E fu così che, dopo qualche minuto di shock assoluto, uscii dalla vasca e veloce come un fulmine ero gia vestito in camicia e pantaloni neri, e raggiungevo la sala dei giochi, dove Andromeda e Scorpius ridevano assieme.

Lei, vedendo la mia faccia sconvolta, si preoccupò e mi chiese se c'era qualcosa che non andava.

"Si, si Meda. (3) Ma perdonami, sono di fretta. Ti spiegherò questa sera a cena, tranuilla. Ora, devo portare Scorpius con me, abbiamo delle conoscenze da fare."

Lei prese Scorpius in braccio e me lo diede. Il piccolo si strinse forte al mio collo e io ricambiai, stringendolo a me.

"Andiamo, piccolo. Ti presento qualcuno. Meda, torneremo per l'ora di cena, credo."

"Si, signor Malfoy." Sorrise e si dileguò, mentre io coprivo Scorpius con un giubetto e mi affrettavo alla carrozza di Malfoy Manor.

Entrai, tenendomi Scorpius, tremante, stretto al petto.

La carrozza partì e presto fui nel cortile della casa della Granger, in un bel quartiere della Londra Babbana.

Le finestre lasciavano intravedere la luce accesa all'interno ed un salotto molto carino ed elegante.

Tenendo Scorpius al caldo tra le mie braccia, avanzai e suonai il campanello di casa Granger.

Quando la ragazza aprì e mi notò, rimase immobile sulla soglia, sul viso un'espressione decisamente oltraggiata.

"Malfoy, cosa vuoi?" Il suo sguarso si soffermò sul piccolo accovacciato tra le mie braccia, e un sorriso materno si allargò sul suo volto.

"Idiota, quel piccolo sta gelando!" Mi urlò addosso, come se fosse colpa mia se faceva freddo!

"Se mi facessi entrare, il caldo camino della tua casa potrebbe scaldarlo, non trovi?"

Fece una smorfia disgustata al pensiero di lasciarmi entrare in casa sua, ma si fece da parte dicendo "solo per quel povero piccolo, sia chiaro."

Ignorandola, entrai e rimasi abbagliato dalla luminosità e dal calore di quella bellissima casa.

Mi accomodai sul divano, mentre Scorpius si dimenava cercando di liberarai dalla mia stretta.

"Dobbiamo parlare, Granger"

"Non ho niente da dirti."

"Io sì."

Risposi secco.

Quando la Mezzosangue stava probabilmente per insultarmi, si udì un pianto disperato.

La donna che avevo davanti sparì, lasciando il posto alla mamma premurosa che avevo visto quella mattina.

Senza degnarmi di uno sguardo, si affrettò su per le scale correndo e si sentì una porta sbattuta violentemente.

A New Life | DramioneWhere stories live. Discover now