2: CONTINUO

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Ormai era di consuetudine da parte di Ryuuji andare a trovare Hiroto; erano diventati quasi amici. Perché quasi? Bé, è semplice, avevano un rapporto alquanto strano, direi.

C'erano momenti, anche se rari, nei quali qualcosa andava storto, molto storto; tanto da litigare e non parlarsi per settimane. Di solito questo accadeva quando Hiroto iniziava a fare domande riguardo alla famiglia di Ryuuji; e quest'ultimo andava nel panico; o quando il verde nominava Yagami Reina e il rosso lo aggrediva. Tuttavia pian piano avevano iniziato a comprendere di quali argomenti parlare e di quali no, o per meglio dire, Midorikawa aveva imparato, Hiroto, testa calda quale era continuava a tirar fuori la sua famiglia.

" Midooo " 

Ryuuji si girò, seccato dal continuo urlare del compagno

" Che vuoi? "

Hiroto lo guardò stranito " Sei ancora arrabbiato? "

Il verde continuò la sua camminata per i corridoi dell'ala sud, ignorando palesemente le parole dell'amico. Quell'idiota l'aveva fatto di nuovo; nonostante tutte le volte che gli aveva detto di smettere l'aveva fatto. Continuava a chiedergli della sua famiglia, continuava a parlargli della sua, ignorando quanto Midorikawa ci stesse  male.

Hiroto sapeva di essere stupido, ormai l'aveva accettato, era un tale scemo; ma era più forte di lui, voleva sapere di Ryuuji quante più cose poteva.

" Midorikawa Ryuuji " Il verde si fermò; non lo aveva mai chiamato col suo nome intero " Ti ordino di fermarti " Non aveva mai fatto neanche quello; dargli un ordine contro il suo volere; di solito si preoccupava sempre della sua opinione.

L'interpellato si fermò di scatto, voltandosi lentamente verso il principe.

Lo sguardo di Hiroto trasudava di scuse e di vergogna verso se stesso; ma nella mente di un bambino di dieci anni non appariva nessun'altra cosa da fare.

Si avvicinò lentamente a Ryuuji; erano l'uno di fronte all'altro.

Il principe lo abbracciò stretto, disperato mormorando " scusa " contro la pelle del verde.

Inizialmente Midorikawa era sul punto di cacciarlo, ma poi senti il tessuto del suo abito umido e comprese che il ragazzo era veramente dispiaciuto. Sempre lentamente contraccambiò il contatto.

Entrambi non volevano staccarsi, non c'era bisogno di altre parole, si erano già perdonati a vicenda.

" Hiroto, tranquillo, se vuoi possiamo parlarne dopo, okay? " Il rosso annuì contro la sua spalla, ma non accennò a staccarsi.

Ryuuji iniziava a sentirsi un po' a disagio, non che quel contatto non gli piacesse, intendiamoci, ma più che altro perché non era abituato al fatto che i loro corpi fossero così vicini, era strano.

" Mido, mi accompagni in camera? "

Si staccarono lentamente e si diressero verso la stanza del principe.

Varcata la soglia si sedettero entrambi sul letto.

" Ryuuji, puoi parlarmene? "
Il verde sospirò ed annuì, lentamente

" Allora, cosa vuoi sentire in particolare? "
" Tutto quello che tu hai da dirmi, per esempio, se ti mancano, o com'erano? "

" Mio padre era un tipo alquanto strano,  ossessionato dalla gloria e dal voler ottenere tutto. Per lui dovevo raggiungere la perfezione, dovevo essere il soldato perfetto. Ed ora guardami, abbandonato da tutto e tutti, senza dote o altre cose a dover pregare di non finire reclamato da nessun nobile. " fece una pausa, come a voler soppesare la reazione di Hiroto, ma lui non rispondeva, o meglio, aveva sempre la stessa espressione curiosa di prima. 

Midorikawa girò il volto verso il muro e continuò " Mia madre era del tutto sottomessa, non aveva libertà di parola, e non si azzardava neanche ad ottenerla. Dipendeva esclusivamente da mio padre. Era una donna bella, molto bella, e anche priva di iniziativa. Insomma, l'esemplare perfetto. Credo che l'unica decisione che abbia mai preso sia di lasciarmi vivere al posto suo "

Si fermò, per un periodo alquanto lungo, e Hiroto capì che non aveva intenzione di continuare. Ryuuji si alzò dal letto e si diresse verso la porta, voleva uscire e stare un po' da solo.

Hiroto non voleva lasciarlo andare, ma si costrinse a farlo, aveva accelerato i tempi e lo aveva costretto a parlare, si ripudiava da solo.

Midorikawa sperava in cuor suo di essere fermato, e non poté trattenere una lacrima quando si ritrovò fuori da quella stanza.

Si diresse in camera sua, affacciandosi alla finestra, sedendosi sul balcone ad osservare la luna.

Gli mancavano i suoi genitori, moltissimo, nonostante fossero delle pessime persone, erano comunque la sua famiglia, e comunque li amava.

Quand'era piccolo suo padre gli disse di non piegarsi mai, di non arrendersi e ormai quello era diventato il suo mantra. Non se li ricordava molto bene, ma le poche persone del palazzo che conosceva gli avevano parlato di loro, e lentamente era riuscito a raffigurarli nella sua testa, e si appigliava a quelle figure ogni volta.  

Alzò il volto verso il cielo, e gli sembrava quasi che gli sorridesse, che loro gli sorridessero, le lacrime uscirono dai suoi occhi scuri, ma Ryuuji non provò a trattenerle consapevole che ne aveva bisogno, non poteva tenersi tutto dentro.


Il tempo passa e pian piano i due ragazzi iniziano a cresce, da ogni punto di vista, arrivano i primi amori e le prime delusioni, le prime pressioni dal trono e i primi pianti.

Ma, entrambi continuavano a stare assieme, continuavano a volersi bene e continuavano a non lasciarsi.

Ryuuji era riuscito ad aprirsi completamente e Hiroto era riuscito a mettere da parte l'orgoglio, e lasciare all'altro il suo spazio.

Tuttavia ben presto tutto fu rovinato, da un piccolo ed insignificante gesto compiuto da Ryuuji.

Forse si era lasciato andare un po' troppo.

Castel of love || Hiromido AUWhere stories live. Discover now