Chi sono?

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Tic...tac...tic...tac

Come mi chiamo? Quanti anni ho? Perché sento solo confusione piombare dentro la mia testa? Una volta ho letto che la vita si considera un bellissimo dono e io non so quanto posso essere d'accordo con questa affermazione. Da piccola la vedevo come distante, diverso questo dono che tanti descrivevano come una meraviglia. 

Ma quando lo avevo ricevuto? Da chi? E sopratutto: Perché? Perché qualcuno si sentiva in dovere di donarmi la vita soltanto per vedere la sofferenza e la miseria, dentro una sola persona? Dicono che si chiami Dio e che ha tantissimo amore per noi esseri umani. Allora sono l'unica che non capisce come una persona che ti vuole bene puo farti un regalo cosi velenoso. Per carita, non capisco bene i sentimenti, i complessi che portano però non mi pare normale un amore cosi pauroso, in un certo senso una comedia tragica con in centro questo "Dio" che ci usa come marionette. Giocatoli in mano di questo uomo o donna che si nasconde in piccole dichiarazioni d'amore. 

Quando ero piccola mi obbligavano a pregarlo per una meraviglia, una cosa che sembrava assurda. E poi ogni domenica dovevo mettermi un vestito e andare dentro una chiesa gigante per ascoltare cose che non mi appartenevano. Il paradiso, l'inferno. Non commettere atti impuri, diceva il prete. Non capivo cos'erano e dicevo sempre lo stesso no. Poi la bibbia che sembrava un libro fantastico per leggere come una forma di distrazione e non per idolatrare, per imparare. Cosa potevo imparare da un libro cosi impossibile di avvicinarsi alla vita reale, alla miseria, agli sentimenti autodistruttivi che sentivo parte inseparabile di me. 

Ho provato tante volte a rifiutarlo quel dono, cercato di togliermi di dosso la vita che come una pazza mi perseguiva trovando per me solo fame, violenza e tristezza. La morte non mi accettava in quel regno cosi lontano dal paradiso. E poi sono stata io ad non accettarmi piu. Le urla uscivano sempre piu disperate dalle mie labbra e le lacrime erano sempre in fuga. Nascondermi era diventato difficile. E uguale tornavo sempre. Tornavo da lei, dentro quel mondo che mi provocava dolore fisico e emozionale. Non so se si possa chiamare amore o follia il fatto di sentire compasione.

E adesso chi sono? 

Chi sono mentre mi guardo nello specchio completamente transformata?

Chi sono mentre mi imparano ad usare il make-up per coprire i segni neri?

Chi sono quando esco in quelle strade fredde e pericolose per spegnere la fame di qualcun'altro?

Chi sono adesso sdraiata per terra con il sangue che scorre via dal mio corpo?

E finalmente non ho piu freddo...

La ballata di una anima perdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora