-Sbrigati o facciamo tardi- lo rimproverò alzandosi dal letto

Si avvicinò alla porta quando sentì il fratello tossire più volte

Si girò con aria interrogativa

-Non ho sentito il buongiorno- la rimproverò portando le mani ai lati dei suoi fianchi

-Scusa, buongiorno- sorrise per poi uscire dalla camera ridendo

Entrò nella sua stanza aprendo l'armadio

E come in un flashback le immagini del sogno le tornarono in mente

Rabbrividì pensando che potesse succedere realmente

Prese la felpa con la stampa dello stemma di Batman(rubata dall'armadio del fratello), dei jeans chiari aderenti e il suo adorato cappello nero con le orecchie da topolino

Non le interessava se veniva considerata infantile per il suo modo di vestire, come non le interessava se veniva presa in giro per i libri che si leggeva o per i sabato sera trascorsi a casa con il fratello a vedere film sul divano invece di ubriacarsi in pub o discoteche; non le interessava più, forse

****

-Stai scherzando vero?- quasi urlò colpendo più volte il braccio dell'amico

Il riccio scosse la testa alzando le braccia in aria in segno di difesa

-Posso secondo te fare la spogliarellista?- continuò urlando per poi arrossire immaginandosi la terribile scena

Ryan annuì sorridendo maliziosamente

-Potremmo lavorare insieme, e magari allenarci a casa- le sussurrò facendole l'occhiolino più volte marcando la sua demenza mentale

Alicia sgranò gli occhi coprendosi il volto con le mani, sapendo che non stesse scherzando

-Sto cominciando ad odiarti seriamente-

Ryan scoppiò a ridere per poi scompigliarle i capelli

-Tu pensaci-

****

-puoi ancora tornare indietro- la implorò il biondo tirandole la felpa

Ma a lei non importava, continuava a camminare per la sua strada, non poteva non obbedire, non se in gioco c'era suo fratello, unico membro della sua famiglia

-Luke ti prego-

Si fermò di scatto voltandosi in direzione del biondo

-Tu non mi puoi capire, non ci sono altre soluzioni-

Lui scosse la testa circondandola con le sue braccia calde

-Non fare come le altre- l'avvertì prima di lasciarla entrare in quello sbaglio dove non sarebbe potuta più uscire, in quell'incubo dal quale non si sarebbe più svegliata

Poggiò la testa sulla porta della casa dove non sapeva cosa l'avrebbe aspettata

Sospirò alzando il braccio per bussare ma venne interrotta dalla porta che si aprì di scatto

-Ti aspettavo, caramellina- sussurrò mordendosi il labbro per pochi secondi

Osservò i suoi movimenti non aprendo bocca

Abbassò lo sguardo incapace di sostenere il suo sguardo

Michael le prese la mano in modo rude facendola entrare con forza in casa

-Perché mi hai fatto venire qui?- chiese senza scrupoli

Il ragazzo che aveva cominciato a camminare intorno a lei, si fermò di scatto

Mental Obsession||Michael CliffordWhere stories live. Discover now