Forse un giorno

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Sto pensando alle parole non dette e a come ci siamo scelti, riconosciuti, avuti e persi.

Tu te lo ricordi?

T'ho conosciuta in un giorno di Dicembre, mi avevano appena accettato nella scuola e ti ho vista, t'ho scelta.

Bella, fiera e brava con quel caschetto arancione e la pelle di panna. Due puntini sotto agli occhi, che chissà come e perché ci stanno sempre bene sul tuo viso; sono chicchi di caffè tostato, te lo dicevo sempre.

E ci siamo riconosciuti così, sempre quel giorno, tra un 'mi spieghi come funziona' e un 'posso mangiare con te?'.

T'ho avuta in un giorno di vacanza, quando mi dicesti: "ti va di videochiamarci?"

È che forse ti mancavo, ma non me lo hai mai detto.

Però un po' t'ho capita. Un poco. Non troppo.

È che forse Mi manchi tu, Tish, anche dopo sei mesi.

E t'ho persa in un giorno di Gennaio, mentre gli altri mangiavano e scherzavano ignari, tu ed io ci perdevamo seduti su una panchina.

"Sei cambiata, che ti ho fatto?"

"Niente."

"È da quando sei tornata che sei strana, non mi calcoli, non mi guardi e non mi parli. Ma che ti ho fatto?"

"Mi hai fatto che ti devi scollare, ho bisogno di spazio."

"Ma perché"

"Ci deve per forza essere un perché?"

Il perché non me l'hai mai spiegato. Forse ci hai provato, solo che la mia voglia di averti e il mio rancore mi hanno impedito di ascoltarti.

Colpa mia, hai ragione tu.

Cosa farai stanotte, Tish? Mi penserai un poco o i tuoi pensieri saranno tutti dediti a lui e ai tuoi amici?

Pensami un poco.

Te lo chiedo così, senza dirtelo veramente, perché sono le quattro di pomeriggio e sono fradicio di sudore e d'amore non ricambiato.

È colpa mia, anche stavolta. Me li riconosco gli errori, io.

Ti vorrei chiedere scusa ma come faccio se lasci andare le mie chiamate?

Perché io e te siamo stati fatti di baci e attese e tempi imperfetti, però abbiamo avuto qualcosa che non è facile trovare in una vita intera.

Quindi perché non darmi una possibilità?

Te la ricordi quella notte a letto?

Non c'erano pelli in contrasto, ma solo occhi che si riconoscevano; c'eri solo tu che mi toccavi un sopracciglio e mi raccontavi della tua infanzia.

"Di chi è la fede che porti al collo?"

"Di nonna." Te lo dissi di getto.

E ti dissi pure che era un casino perché non riuscivo a parlarne senza piangere, e allora tu mi mettesti una mano sul petto e lasciasti che le tue dita giocassero con la vera d'oro

"Nonna Rosetta", ti spiegai "è morta qualche anno fa, non è passato molto. A volte, sai, le chiedo scusa per tutte le volte che non l'ho abbracciata, e per quelle in cui l'ho lasciata piangere. E altre volte mi chiedo se lei sia fiera di me."

Tu m'abbracciasti, stretto, e mi lasciasti continuare.

Non l'ho dimenticata quella volta, Tish.

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⏰ Terakhir diperbarui: Aug 18, 2019 ⏰

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