Capitolo 2 - La Temperanza

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Nei Tarocchi, la carta della Temperanza è medicina naturale, energia che fluisce per trasfondere forza, per guarire, per trasformare. Temperanza che porta a guardare con senso d'indifferenza a tutto ciò che la vita presenta sotto forma di grettezza, insegnando la rassegnazione. Può indicare sensibilità profonda, ricettività a tutto ciò che ci circonda, e ancora: senso di pace, di dolcezza, di riposo.
Al negativo, però, può indicare una natura apatica e instabile. Si può giungere a un'apatia totale, una passività negativa, o eccedere in certi settori di vita.

Gemma estrasse per l'ennesima volta lo stiletto dalla cintura e ricominciò a giocherellarci, cercando di ingannare l'attesa, sempre più snervante. Ancor più che dal ritardo dei suoi collaboratori, era seccata al pensiero di quello che stava per accadere.

Non era la prima volta che aveva a che fare con Al-Rahim, ma in ogni occasione sperava e pregava che fosse l'ultima. La sua riapparizione voleva dire lunghi viaggi in tutta Italia, per tentare di stare al passo con i suoi spostamenti, oltre che interminabili interrogatori tutt'altro che piacevoli con chiunque avesse avuto la sfortuna di incontrare quell'uomo che tanto insisteva nel farsi chiamare il Turco.

E soprattutto, quell'incarico comportava frequenti visite in Vaticano, presso Sua Santità. Al solo pensarci, strinse lo stiletto con tutta la forza di cui era capace, pur di opporsi alla tentazione di lanciarlo e conficcarlo nella prima superficie disponibile; una forza tale da far emergere il segno di un anello sotto la pelle nera dei guanti.

Prese un profondo respiro e concentrò i suoi pensieri su tutt'altro, o ci avrebbe guadagnato solo una grande e dolorosa rabbia. Pur di distrarsi, rivolse la sua attenzione allo stiletto, al movimento fluido ed elegante con cui lo rigirava tra le mani, qualsiasi mossa volesse compiere. Quasi le scappò una risata nel rifletterci: aveva imparato ad impugnare e ad usare quell'arma ancor prima di studiare le basi della religione cattolica.

A quale scopo investire tempo e denaro in una preparazione culturale, se si fosse rivelata incapace di combattere? Con ogni probabilità Sisto aveva seguito quello stesso ragionamento, facendo iniziare il suo addestramento quanto prima possibile.

Ed eccola lì, in grado di impugnare un'arma da quando aveva appena otto anni, ma a volte incapace di recitare a comando gli insegnamenti della Bibbia. D'altro canto, si ritrovava a ventiquattro anni con due terzi della sua vita trascorsi al servizio della Santa Madre Chiesa, più o meno ufficialmente, impegnata in allenamenti ed addestramenti serrati e senza tregua, per mantenerla degna di essere definitail gioiello più prezioso del Vaticano.

E in contesti più nascosti, l'arma più potente del Vaticano.

Titoli che suonavano entrambi prestigiosi, di cui andare fieri, ma per Gemma altro non erano che macigni, onnipresenti sempre e comunque. A volte sopportabili, a volte così pesanti da impedirle di respirare.

Il suono, ormai familiare, della serratura della porta la destò dai suoi pensieri. In tanti anni aveva attraversato quel passaggio segreto molto più spesso dell'entrata principale. I soliti discorsi sulla segretezza e sul bisogno di discrezione.

Con il suo caratteristico passo pesante e grezzo, il capitano Grunwald comparve nella sala, dopo aver superato un'imponente libreria colma di libri e manufatti, e cercò Gemma con lo sguardo.

La trovò seduta su uno dei maestosi tavoli degli Archivi, anch'essi tutt'altro che utili ad esplorare ed esaminare i tesori lì custoditi, ma volti solo ed esclusivamente ad esibire e ad ostentare tutta la ricchezza posseduta dalla Chiesa. Probabilmente era stato usato più oro per decorare quello scrittoio che non per una corona.

Non a caso, era il preferito di Gemma. Ogni volta che aveva la possibilità di stare da sola negli Archivi, senza papa Sisto nei paraggi, saltava sul quel tavolo e si sedeva sul bordo, rigorosamente con la più regale e raffinata delle posture: schiena dritta, una gamba accavallata sopra all'altra, e le mani elegantemente congiunge davanti a sé. Oppure, come in quel caso, impegnate a giocherellare con il suo amato stiletto.

Il Gioiello del VaticanoWhere stories live. Discover now