01. Le bizzarre avventure di Jotaro Kujo

Începe de la început
                                    

Jotaro non rispose alla madre, nascose il volto sotto il suo fedele cappello nero.
Varcò la porta della casa, imitando un cenno col viso per salutate Holy. Si incamminò per le lunghe vie del Giappone: molti studenti erano a casa da scuola e il vento soffiava leggero accarezzando il pieno volto del ragazzo.
Da quando Dio era stato sconfitto, Jotaro provava molta leggerezza e tranquillità. Nonostante le avvertenze di Holy, sul non sforzarsi, non era il suo primo interesse. Dopo la morte dei suoi compagni, conosciuti grazie al lungo viaggio, un forte vuoto a ogni respiro si bloccava ogni volta che ci rifletteva. Non ne aveva mai parlato con nessuno, probabilmente se ne vergognerebbe e non sarebbe una cosa da lui: misterioso e silenzioso.
Jotaro indossava la classica divisa scolastica giapponese nera: una lunga giacca, con una grossa catena gialla come decorazione attaccato al colletto, dei comodi pantaloni con doppia cintura e una maglietta viola che scolpiva i suoi perfetti muscoli.

- Signore, mi può passare la palla?

Prima che Jotaro potesse rispondere, notò la palla rotolare verso di lui, accostandosi delicatamente sul piede sinistro. Non rispondendo, si abbassò per prendergliela e la osservò velocemente: era di un meraviglioso celeste e al tatto sembrava rovinata e pesante, forse 2kg? Con quel peso poteva essere solamente un pallone medico utilizzato nelle palestre o negli studi di fisioterapia. Leggermente, il ragazzo udì come uno scorrere al suo interno molto rilassante: si trattava di sabbia.

- Sta più attento.

Disse con tono distaccato, lanciando con attenzione il pallone verso il ragazzino. Jotaro infilò entrambe le mani nelle tasche davanti dei pantaloni e nascose il volto sotto il cappello.
Il ragazzo, però, aspettò che il pallone atterrasse senza prenderla con le mani.

- Giochi da solo, ragazzino?
- Esatto! I miei amici sono tornati a casa già da un po' di tempo...
- Dimmi – Sussurrò, mostrando il profilo del suo volto – perché l'hai fatto apposta a lanciarmela?
- I-Io?
- Stai giocando da solo ed eri a pochi metri da me. Un pallone con quel peso mi doveva dare un colpo e non accostarsi proprio al mio fianco. Inoltre, come facevi a sapere che sarebbe arrivata a me ancor prima che arrivasse? Su questo marciapiede ci sono molti altri studenti e adulti. Il mio lancio era stato leggero e non l'hai presa con le mani perché sai che il peso sarebbe stato fastidioso da prendere e ti saresti fatto male alle mani, visto che è rovinata e graffiata. Siamo alla stessa distanza di prima che me la lanciassi tu.

Il ragazzino, non appena il pallone si fermò a terra, l'afferrò con entrambe le mani e si volse di spalle per non mostrare il suo viso, cosa inutile visto che Jotaro se lo ricordava perfettamente: a prima vista era alto sul 1.60 cm, magro, e con il volto pieno di lentiggini marroni chiari, come i grossi occhi, e i suoi capelli, spettinati all'insù, erano rossi spenti. Non sembrava un ragazzo giapponese nonostante la sua pronuncia fosse senza errori, forse era nato lì. Indossava una maglietta bianca, a maniche corte, e dei stretti jeans blu. La voce era molto roca e metallica, probabilmente era in fase di sviluppo.
Il giovane ragazzino rimase in silenzio per lunghi secondi, senza mai girarsi in direzione di Jotaro.

- La nostra conversazione finisce qui.
- Hey moccioso, come mai questo cambio di tono?

Rispose, restando immobile. Effettivamente, la voce del ragazzino era diventata più profonda come quello di un adulto sopra i trent'anni.

- Jotaro Kujo, cosi sei riuscito a sconfiggere Dio Brando, nella sua residenza a al Cairo. – Sospirò, lasciando andare il pallone a terra senza farlo rotolare via – ti starai chiedendo chi sono immagino o forse vuoi solamente picchiarmi col tuo Stand. Esistono molti portatori, seguaci stretti di Dio, che vogliono solamente inseguire il suo sogno: eliminare la stirpe dei Joestar.
- Di che diavolo parli.
- Non capisci? Per voi Joestar non c'è via di fuga! – Urlò, attirando l'attenzione di alcuni passanti – Tutti i portatori di Stand, prima o poi, sì incontreranno per destino.
- Altri portatori di Stand... quanti ne esistono?
- È un informazione tanto importante?

JoJo: The Heart BroochUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum