So come sei in realtà // Reiji x reader [CONCLUSA~]

Capitolo 22

Per favore leggete la nota autrice in fondo Grazie

Reiji's pov:
Non sapevo che cosa mi stesse succedendo: in questo periodo (più da qualche giorno) mi comportavo in maniera diversa dal mio modo di agire e riflettere, soprattutto se ero vicino a T/N.
Sentivo, ogni volta che ero con lei, un'emozione di imbarazzo nei suoi confronti.
Durante la strada per andare a scuola, (essendo accanto a me), non riuscivo a non guardarla con la coda dell'occhio; comunque cercavo di nascondere le mie emozioni e di non arrossire ogni volta che mi guardava con i suoi grandi occhi c/o, mantenedo un'espressione fredda e impassibile, ma desieravo solo che mi parlasse come al primo ballo.
Verso le 23:00 di sera, entrò nella mia stanza Shū, quel buono a nulla di tutta la stirpe dei Sakamaki.

Shū: "Reiji devo parlarti" disse togliendosi un auricolare.

"Sono molto occupato al momento ma ti ascolto solo se l'argomento è importante. Dimmi" dissi con un tono scocciato e freddo.

Shū: "Si tratta di T/N"

Quelle parole furuno così potenti che riuscirono a fermare il mio lavoro. Ormai mi faceva questo effetto il suo nome. Non ruscivo a rimanere calmo e razionale quando si trattava di lei.

"Che cosa c'è?"

Shū: "Innanzitutto, vuoi davvero accettare T/N come tua compagna dopo che lei avrà terminato le tue prove?"

"Esattamente, diventerà la mia compagna"

Shū: "Chissà perché le tue parole non mi convicono del tutto."

"Non mi interessa se non ti fidi delle mie parole, è un tuo problema di mancanza di fiducia"

Shū: "Mi voglio accertare che non la stai ingannando di nuovo come hai fatto con Akemi come l'ultima volta"

-Si sbaglia, io non voglio più farla soffrire per colpa mia... voglio vedere di nuovo quel sorriso che mi ha fatto quel giorno-

Shū: "Voglio che T/N non soffra più per i tuoi secondi fini"

"Non soffrirà. Quando diventerà la mia compagna, non ci sarà più bisogno della tua protezione. Io la proteggerò. "

Dopo un po' Shū se ne andò dal mio laboratorio, lasciandomi a riflettere tra me e me cosa potevo fare.
Non sapevo il perché o il come, ma T/N era riuscita a farmi sentire accettato, amato da lei stessa.
Akemi mi aveva amato solo per il mio rango e la mia posizione sociale, ma T/n invece mi aveva amato conoscendo ogni mio difetto e successivamente i miei pregi.
Decisi come attuare l'ultima prova per T/N e andai in camera a sua per enurciargliela.

"La tua ultima prova consiste nell'essere la mia segretaria per qualche giorno, aiutandomi con i doveri, l'amministrazione degli affari esterni ed interni della famiglia."

Una volta conclusa la frase, lei mi sorrise, ma rimase in silenzio.
Ancora una volta stavo rischiando di far uscire allo scoperto i miei sentimenti o peggio le mie emozioni.

- Come riesce sempre a distruggere la mia freddezza solo con un sorriso?-

Sparii da quella stanza, lasciandola da sola.

Inoltre, oltre al mio cambiamento e atteggiamento con T/n, avevo anche notato che i miei fratellastri, sempre in questo periodo, non le avevano neanche torto un capello, neanche un prelievo, e questo non sapevo se mi doveva farmi sentire felice o meno, perché solamente i tre gemelli non attaccherebbero la "sposa sacrificale" per un paio di giorni, per poi prendere il suo sangue tutto in una volta. O almeno questo era il loro schema.
Questo comporterebbe al cambiamento di T/n in una vampira o peggio, ad ucciderla.
Non sopporterei un peso del genere, in quanto solo da poco mi stavo rendendo conto di amarla e di quanto ero stato sciocco a preferire Akemi invece di lei.
Mi teletrasportai in giardino, dove rimasi a pensare, riflettere su quanto conoscevo di lei: avevo solo un fascicolo sulla sua famiglia e questo non mi avrebbe portato da nessuna parte perché desideravo conoscerla di più.
Il fatto di chiedere informazioni a Shū mi irritava parecchio, dall'altra parte però la voluttà di stare al suo fianco era molto più forte, e così decisi di mettere da parte il mio essere orgoglioso e chiesi informazioni.
All'inizio Shū era molto titubante, anzi non voleva proprio dirmi niente perché pensava che io avessi dei secondi fini, come al mio solito.