Spinse i suoi occhiali in cima alla testa in modo che non cadessero più. Il suo sorriso si allargò mentre stimava esattamente dove erano gli occhi di Niall, e fece la sua migliore imitazione di guardarli. Era migliorato in cose del genere; migliorato a mentire e fingere. "A me sembra più arancione," Harry si morse il labbro per non sorridere, dopo che le parole gli uscirono dalla bocca.

La sua spalla fu quasi immediatamente spinta in seguito, e poi sentì: "Stai scherzando?"

I suoi occhi si spalancarono alla replica tagliente, e gli angoli delle sue labbra si sollevarono in un piccolo sorriso. Sentì la mano del suo amico tirarlo da un lato e girarsi verso quella direzione senza dire una parola, aggrappandosi distrattamente al suo bastone bianco nascosto.

Amava una buona discussione; non ne aveva avuta una da quando aveva incontrato Niall in un teatro un anno fa, così strinse i suoi occhi non vedenti su quelli di lei, leccandosi le labbra.

"Io vedo cerchi arancioni." Disse Harry, incrociando le braccia al petto.

Niall gli pizzicò l'omero del braccio destro.

"Linee," sussurrò la correzione. "Le linee sono arancioni."

Sentì la ragazza fare un passo avanti, e il suo respiro colpire il suo collo. Voleva allontanarsi  dal suo respiro come aveva fatto con Niall, ma decise di non farlo. "Chiaramente non
riesci a vedere correttamente."

Mentre il petto di lei premeva delicatamente contro il suo, sentì il suo dolce profumo e combatté un sorriso. "Non è carino da parte tua dirlo a un cliente."

La presenza della ragazza lo faceva sentire troppo pesante. Si sentiva attaccato così emise un respiro, girando la testa verso le luci perché quello era l'unico modo in cui poteva respirare correttamente. Chiuse gli occhi finché lei non disse: "Non ho tempo per le battute."

Fu allora che si aprirono, ampi e ardenti per tutte le luci della stanza. Erano troppo luminose e lei lo stava facendo sentire troppo pesante.

Fu in quel momento che calcolò dove fossero i suoi occhi, prima di tenerli lì, congelati su quelli di lei.

"Fai qualcosa," sussurrò improvvisamente lui. La sua voce suonava profonda e minacciosa, e la ragazza sospirò a se stessa come se fosse stanca, come se non avesse abbastanza energia per parlare con lui. (E forse non l'aveva, ma Harry sentiva di avere tutto il tempo del mondo, e si stava divertendo così tanto che non riusciva nemmeno a nasconderlo). O forse il suo sospiro era uno sbadiglio, ma lui ne dubitava fortemente dato che il suo corpo non aveva tremato come avrebbe fatto normalmente.

"Non costringermi a chiamare la sicurezza."

Harry roteò gli occhi, senza pensare a quanto quel gesto fosse maleducato, spingendo indietro i capelli senza togliersi gli occhiali dalla testa. "Tragico," mormorò, voltandosi e allontanandosi da lei. La sensazione di essere osservato dalle persone con cui lei stava parlando lo faceva sentire a disagio. La sensazione di essere osservato da lei mentre se ne andava lo faceva sentire davvero, davvero teso. Harry afferrò il colletto della camicia di Niall mentre si dirigevano verso l'uscita, schivando le persone con una certa abilità. A volte non aveva bisogno di essere guidato da un amico o da un bastone. A volte se la cavava bene da solo.

Da quel momento lui è Niall decisero che le gallerie d'arte solamente non erano per loro.

"È stato maleducato," mormorò quando furono fuori. Harry si sistemò gli occhiali sul naso, le braccia di essi agganciate alle sue orecchie. Mentre camminavano fianco a fianco, tolse il bastone bianco dal maglione, aprendolo prima di abbassare la punta a terra. "Penso che dovremmo tornare a scusarci."

"Non penso proprio," fu la risposta del suo amico.

"Dov'è la macchina?"

Niall emise un lamento prima di battere le mani insieme. Non c'era mai una volta nella quale non fosse agitato. "A due isolati di distanza."

"Che ore sono?"

Pausa.

Harry smise di camminare e si girò verso il punto in cui si sarebbe dovuto trovare il suo amico. "Niall?" Lo chiamò a voce bassa.

"Scusa," sentì la sua voce. Era un po' scosso, Harry si tirò indietro i capelli e si spostò sui suoi passi, cercando di ascoltare qualcosa che gli avrebbe dato un indizio sul perché Niall avesse smesso di camminare così all'improvviso.

Non trovò nulla.

"Scusa, pensavo di aver perso il telefono. Sono umm..., sono quasi le nove, sei pronto per tornare a casa o hai qualcos'altro in mente?"

Considerando le sue opzioni, Harry si morse il labbro inferiore e chiuse gli occhi, battendo leggermente il bastone contro la sua gamba destra. Aveva imparato a proprie spese quanto delicato e costosi fossero quei bastoni bianchi, e sebbene il loro scopo non fosse così necessario tanto quanto era solito pensare che fosse, gli era sempre piaciuto usarli. "Pronto per tornare a casa."

Continuarono a camminare fino a raggiungere la macchina di Niall, un modellino con solo quattro posti e un piccolo bagagliaio.

Dopo il viaggio di ritorno a casa, Harry era troppo stanco per portare avanti una conversazione e finì per inciampare fuori dalla macchina, con il bastone bloccato sotto il sedile. Lo tirò delicatamente ma senza successo. Emettendo un gemito frustrato, chinò la testa e gettò il resto del bastone sul sedile.

"Hai bisogno di aiuto?"

Le sue sopracciglia si mossero a fatica. "Me lo porti entro domani?"

"Certo," sentì Niall spostarsi un po' dall'altra parte della macchina e Harry ebbe la sensazione che si stesse massaggiando gli occhi come faceva sempre quando era stanco. In un altro universo, Harry gli avrebbe chiesto se voleva passare la notte nel suo appartamento, ma non sarebbe successo in questo. La durata di viaggio verso il suo stesso appartamento sarebbe di dieci se non quindici minuti, perciò pensò che sarebbe stato più preferibile per lui sopportare la corsa che dormire a casa sua.

"Notte," disse, facendo cenno a Niall di chiudere la portiera del lato passeggero. Fu grato di non essere stato scortato fino all'interno dell'edificio, anche se il silenzio intorno a lui suggeriva che Niall fosse ancora parcheggiato lì davanti, in attesa che lui entrasse.

Esausto, spalancò la porta ed entrò, senza preoccuparsi di voltarsi e dire un buona notte finale. Mentirebbe se dicesse di non sentirsi come un bambino ostinato di cui nessuno si fida perché tutti pensano che sia troppo debole e incompetente.

E davvero, voleva solo dormire. Gli facevano male gli occhi e voleva davvero solamente dormire, infatti fu quello che fece non appena entrò a casa; Camminò casualmente attraverso il labirinto che era il suo appartamento, spogliandosi una volta vicino alla camera da letto, e abbassandosi quando seppe di aver raggiunto il suo letto, era stato molto maleducato con quella ragazza prima.

[Nota dell'autrice: I primi capitoli non sono mai stati un mio punto di forza, e mi scuso per non aver avuto il tempo di lavorarci. Comunque, spero che sia almeno abbastanza buono da farvi capire il carattere di Harry in questo au (universo alternativo). Inoltre, mi dispiace per eventuali errori (chiedo scusa anch'io per i miei).
Sentitevi liberi di informarmi per poterli risolvere. Grazie mille.]

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