I was yours.

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"Spero che le tue canzoni ti portino lontano."

E invece io volevo starti vicino.

Mi misi seduta, davanti ai miei professori, per l'ultimo esame del college, mentre controllavano le ultime cose mi girai e vidi i miei amici di sempre che mi incoraggiavano tramite sguardi e sorrisi.

Luke, Emma, Ashton, Michael e Oliver.

Era addirittura arrivata mia madre dall'Italia per questo grande giorno, c'erano proprio tutti.

- - -

Dopo aver risposto a tutte le domande, il preside mi disse che il mio esame era terminato, finalmente avevo finito, prima che potessi alzarmi però il professor Maryline mi bloccò.

-signorina Drewing, dopo due anni, posso chiederle se ha cambiato idea sulla mia tesi dell'amore?-

Ritornai seduta e feci uno sguardo impassibile.

-sa professore, ci era quasi riuscito a farmi credere che l'amore esiste davvero, ma ho provato sulla mia pelle che, nonostante tu abbia amato con tutto il con tutto il cuore, non so esattamente come succeda, ma ti svegli una mattina e non è più il tuo primo pensiero.-

Lui mi sorrise malinconico.

-..per i risultati, domani dalle tre qui a scuola.- continuò.

Io annuii e mi diressi verso i miei amici.

- - -

"se ne è andato."

Ho pensato, mentre ogni cosa dentro di me sprofondava in un buco nero.

Passeggiavo per il centro della città, mi avevano spedito qui perchè "dovevo cambiare aria" ma in realtà, sapevo benissimo che stavano organizzando una festa per la mia laurea.

Guardai qualche vetrina distrattamente, quando il mio sguardo cadde su una piccola bacheca.

*Calum Hood

Il ritorno a casa della nuova promessa australiana.

Sabato 18 Giugno ore 10pm.

Hindmarsh Stadium, Adelaide.*

Sentii una fitta allo stomaco, al cuore, forse una pugnalata avrebbe fatto meno male.

Era anche allegata una foto, era sempre uguale, sorridente davanti ad un microfono.

Ormai ero cresciuta, pensavo che niente poteva provocarmi dolore, se c'è una cosa che amo di noi donne è che siamo capaci di tenerci tutto dentro, dolori lancinanti, mancanze, rimpianti.

Possiamo portarcelo dentro per tutta la vita, e il più delle volte lo facciamo.

- - -

Non rimasi poi così sorpresa quando, tornata a casa, trovai la stanza piena di vecchi amici, palloncini sparsi qua e là, e cibo per un esercito.

Sforzai di sembrare entusiasta di tutto ciò, ma non mi riuscì granchè bene.

Mentre tutti chiacchieravano e mangiavano, salii nella mia stanza e guardai quelle vecchie foto che avevo fissato al muro.

Mi scappò un sorriso, infondo, niente poteva rubarmi il ricordo di quando, con tutta me stessa, ero sua.

Sentii la porta aprirsi.

-posso?-

Vidi mia madre entrare lentamente.

-certo, dimmi.-

-ti manca? non è così?- mi chiese.

-sai mamma, ormai ci ho fatto l'abitudine, ho aggiunto due coperte in più nel letto, e anche quando è caldo le lascio, perchè non so se lo hai mai provato, ma fa sempre freddo quando dormi senza la persona che ami..-

Lei mi abbracciò forte a se, forse aspettandosi le mie lacrime, ma no, niente.

Soffrivo ma non lo esternavo.

-ormai è passato, non mi devi consolare.- mugulai.

-io non ti riconosco più Liz..-

La guardai e vidi i suoi occhi azzurri, così simili ai miei, scrutarmi.

-nemmeno io mi riconosco più.- soffiai.

Scesi le scale e mi ritrovai di nuovo a recitare quella parte, il solco che mi divideva dagli altri si faceva sempre più profondo.

- - -

Chiusi gli occhi decisa ad addormentarmi subito, pronta per il giorno dopo, decisa ad andare in quello stadio per confondermi tra altre centinaia di persone, per poterlo guardare da lontano senza essere riconosciuta, per non fargli tornare in mente il nostro vecchio amore.

Un'amore che ha la coscienza di aver perso già in partenza ogni battaglia.

HEY

Scusate per la mia assenza, ecco il capitolo.

Lo so, è molto triste..

Siamo quasi arrivati alla fine\:

Commentate please!

A domani, prometto. xx

Strangers » c.h.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora