Charles ripiegò la giacca di Harry sul suo braccio. L'avrebbe portata nella sala della servitù per farla lavare e stirare. Una dozzina di altre giacche esattamente uguali erano appese nel guardaroba.

Harry toccò il tessuto nero.

"Ho deciso di uscire dal lutto, Charles. Mandate a prendere qualche nuovo frac. Di velluto. Come quelli che indossa il Visconte Greindl."

Charles si accigliò. "Il Visconte Greindl è un damerino che passa le sue serate all'opera, e le sue notti a fare ... Dio solo sa cosa." Tirò l'orlo della camicia da notte del suo padrone cercando di coprirgli le ginocchia.

Harry si portò un dito alle labbra pensieroso. "Forse dovrei iniziare a frequentare l'opera? Amo la musica."

"Siate un bravo ragazzo e continuate a studiare musica nel Somerset. Suonate per vostra madre. Adora i vostri piccoli concerti!"

Harry roteò gli occhi e iniziò ad elencare alcuni potenziali colori per i nuovi frac: blu zaffiro, rosso, smeraldo, lavanda, rosa cipria, oro...

"Pensate davvero che sia il momento, vostra grazia?"

Harry prese il biglietto di Louis. "Non sono più in lutto per il passato. Sto celebrando il futuro. Charles, non sono mai stato così felice!"

***

Louis guidò William verso il letto.

Camminando per la stanza che un tempo era appartenuta a sua madre e suo padre, cercò di ricordare com'era prima dell'incendio. Le sue dita sfiorarono la cassettiera dai pomelli dorati che un tempo era stata di quercia, la carta da parati rossa che un tempo era stata color tortora.

Louis chiese a William di coricarsi ma non si unì immediatamente a lui.

Si versò un bicchiere di vino dalla caraffa sulla credenza e ne prese un sorso.

Guardando la minuscola lancetta dei minuti del suo orologio a parete, si chiese se Harry avesse notato che le lettere mancavano dalla sua scrivania. Quando se ne sarebbe accorto, sicuramente avrebbe dedotto che era stato Louis a trovarle. Harry era troppo intelligente per non arrivarci.

Accese una candela al suo capezzale e fissò il ragazzo nudo attraverso le tende trasparenti del baldacchino. William si sdraiò sulla pancia e incrociò le caviglie, la pianta dei piedi rosa e calda. La sua pelle era color avorio come quella di Harry a parte una leggera spruzzata di lentiggini simili ad una mappa stellare lungo le spalle. Era anche più magro di Harry, i suoi muscoli duri e sodi a causa del lavoro, tranne che per il suo sedere che sembrava morbido come una pesca matura.

***

Ventuno minuti.

Charles scoprì il letto e Harry stropicciò il tappeto persiano sotto i suoi piedi nudi. Vi era raffigurato un pavone, le piume della sua coda erano il motivo dell'intricato disegno del tappeto. Harry aveva pensato che fosse il massimo dell'ostentazione la prima volta che era entrato in quella stanza, ma ora l'appariscente creatura lo ammaliava.

Abbracciò la colonna del letto e guardò il suo valletto che piegava il lenzuolo in un angolo perfetto di novanta gradi.

"Non mi troverete qui domattina."

Charles non alzò lo sguardo dal letto ma continuò a sistemare i cuscini, facendo finta di non capire perché Harry non sarebbe stato nella sua stanza il mattino seguente, come se fingesse di non sapere perché Harry avesse insistito per lavarsi da solo quella sera o perché avesse voluto indossare una nuova vestaglia semitrasparente.

"Vi chiamerò dalla camera da letto del Duca."

Il suo cameriere smise di occuparsi della biancheria del letto e disse sottovoce, "per favore, non fatelo."

Victorian Boy || Italian translation || Larry Stylinson ||Where stories live. Discover now