Le più fortunate (Julianne Pachico)

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Questo è un libro che fin dalle prime pagine o si ama o si odia

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Questo è un libro che fin dalle prime pagine o si ama o si odia.

Lo stile è particolare ed è influenzato profondamente dal personaggio che in quel capitolo sta raccontando i fatti. A un lettore disattento, i vari capitoli potranno sembrare una serie di racconti slegati tra loro, ma in realtà c'è sempre un filo conduttore che li lega e che gira attorno alle quattro protagoniste del libro, le cosiddette "più fortunate". 

Ragazze che di fortunato non hanno nulla, che vedono la ricchezza dei loro padri sgretolarsi sotto la morsa della guerra civile in Colombia. Una Colombia che così non è mai stata raccontata, che attraverso gli occhi ingenui di quattro bambine ci mostra i suoi lati più crudeli. 

A mio parere ci sono dei capitoli semplicemente geniali, da incorniciare, dove ogni frase è pura poesia. Ne consiglio assolutamente la lettura a tutti e, per chi è preoccupato per le tinte forti, posso assicurare che essendo raccontato da dei bambini/adolescenti non troverete niente di sanguinolento o splatter, l'autrice lascia sempre molto spazio all'immaginazione.

SINOSSI

Cosa sappiamo della Colombia? E' un paese lontano che in noi evoca quasi solo l'immagine spaventosa quanto stereotipata dei narcos col mitra in mano. Gli undici racconti collegati che compongono questo romanzo a episodi sono un viaggio nella sua storia recente, dal 1993 al 2013, raccontata con un taglio inedito, e cioè attraverso le vicende di un gruppo di ragazze privilegiate, figlie di diplomatici, politici e uomini d'affari, educate nelle scuole migliori e imbevute di cultura nordamericana. Saltando avanti e indietro nel tempo le seguiamo dall'infanzia alla maturità, conoscendo le loro domestiche e i loro professori, i loro compagni di giochi e i loro amanti, e vedendo dipanarsi tutto intorno un mondo contraddittorio fatto di ville faraoniche e guerriglia nella giungla, coniglietti da coccolare e sacchi di coca nascosti in garage, da cui non tutte usciranno vive. Un esordio spettacolare e polifonico che ricama intorno all'impeccabile ritratto psicologico dei suoi personaggi l'affresco politico e sociale di un'intera società.  

BIOGRAFIA

Julianne Pachico è nata nel 1985 a Cambridge, in Inghilterra. È cresciuta a Cali, in Colombia, dove i genitori lavoravano nell'ambito della cooperazione internazionale. Nel 2004 si è trasferita negli Stati Uniti, continuando gli studi, e nel 2012 è tornata in Gran Bretagna, dove vive tuttora. È l'unica autrice che finora sia mai comparsa con due racconti nella stessa edizione dell'antologia Best British Short Stories (nel 2015), e per Le più fortunate, il suo libro di esordio, è stata finalista allo Young Writer of the Year Award, il premio del Sunday Times per i migliori scrittori britannici under 35.  

CITAZIONI

"Una notte si sente abbastanza coraggiosa e disperata da uscire a bordo piscina. Il silenzio è tale che riesce ad avvertire lo sciabordio dell'acqua che accarezza le pareti di cemento. Abbraccia l'albero di pompelmo e sforza gli occhi per scrutare le montagne, riuscendo quasi a convincersi di vedere gli incendi, piccoli come i puntini arancioni che bruciano all'estremità delle sue sigarette. Si convince di sentire l'odore del fumo e della polvere da sparo, le esplosioni e i colpi d'arma da fuoco che accompagnano l'arrivo delle truppe americane, i rinforzi dall'estero. Se chiude gli occhi e preme il viso contro il tronco ruvido riesce quasi a sentire gli elicotteri, il fragore delle portiere metalliche a scorrimento che si spalancano, il tonfo della scala di corda bitorzoluta che atterra ai suoi piedi. Stephanie Lansky, siamo qui per salvarti!"

"La plastica si stropiccia se le stringe troppo forte, per cui le tiene con cura, delicatamente. Si sdraia se le accosta alla guancia, riconosce il loro odore dolciastro, familiare e rassicurante come la naftalina. Non importa quanto le bruciano gli occhi, le pizzichi il naso o le si intorpidisca la gola. Si accoccola in posizione fetale con il tucano di legno che le punge una coscia, i pezzi del puzzle attaccati al braccio, un mucchietto morbido di borse sotto la testa. Sdraiata sul paese incompleto le tira a sé, stringendole in un tenero abbraccio sussurrando paroline dolci."

"Puoi illuderti di averla fatta franca, disse, ma quelli tornano. I ricordi che credevi di aver dimenticato: se non stai attenta ti vengono a cercare, ti travolgono finché non sai più chi sei, dove inizi e dove finisci. Un ricordo che stai cercando di reprimere può farti tutto questo: ingoiarti finche non resta niente di te, come se fossi sparita nel nulla, scomparsa, svanita del tutto; Sei fortunata, disse tua madre, se riesci a tenerti le scarpe."

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