'La Sindrome di Didone' di LabyrinthumEfp

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ma non aveva pretesti per poterlo umiliare, essendo bravissimo -> stessa cosa qui. Il soggetto della frase è la professoressa, mentre quell'essendo si rivolge a Adriano.

Gli occhi di Adriano indugiarono sul suo fisico asciutto, non potendo impedire a questi -> il soggetto sono gli occhi.

Come dicevamo, ci sono tantissimi congiuntivi sbagliati che si ripetono per tutto il libro e rendono particolarmente difficile da leggere la fine del capitolo 12, da cui abbiamo tratto il seguente esempio:

Leo le aveva raccontato pochissimo di lui in quegli anni, giusto che fosse (era) il suo migliore amico e che tante ragazze gli morissero (morivano) dietro.[...] Col senno di poi, Cat aveva capito che Leonardo, conoscendo bene il suo migliore amico, non lo ritenesse (riteneva) affatto adatto a lei, e che fosse (era)stata questa la ragione per cui non avesse (aveva) mai cercato di presentarglielo.

Ma non solo qui, come abbiamo detto, i congiuntivi di troppo sono sparsi per tutta la storia e purtroppo non diminuiscono con l'aumentare dei capitoli. Eccone alcuni esempi:

La porta cigolò di nuovo e si richiuse, prova che Adriano fosse andato via -> era

Quelli con cui avesse a che fare -> aveva

Si vedeva lontano un miglio che fosse cotta -> era

E così via.

Altre disattenzioni:

non farei mai niente che tu non volessi -> voglia

Lo guardava come se lui fosse stato il suo dio -> fosse, a meno che non è una cosa finita e superata, ma dalla scena (la bambina che adora Adriano) non sembra.

[...]» balbettò Caterina a disagio, una volta che si fermarono in prossimità -> furono fermati

Attenizone all'uso del dialetto, poiché è una cosa parecchio difficile da gestire, grammaticalmente parlando. Di questo possiamo dirti che ogni troncamento ha bisogno di un apostrofo (e non di un accento):

stava a dì -> di'

se sò -> so'

pe te -> pe'

etc.

- Altro. Attenzione alle D eufoniche. In campo di romanzi, questo genere di D si aggiungono alla congiunzione e e alla preposizione a solamente quando rispettivamente seguono una parola che inizia per e e una parola che inizia per a ( a parte alcune eccezioni).

ad osservarlo -> a osservarlo

ed aveva -> e aveva

ad odiarlo -> qui non solo le vocali sono differenti, ma ci sono anche due D dopo le due vocali  (ad od) che stonano moltissimo, così come nell'espressione "ad adriano" (ad ad), nella quale, secondo la regola la D eufonica non andrebbe, ma una cosa simile è molto a discrezione dell'autore, mentre "ad odiarlo"è sicuramente poco eufonico -> a odiarlo.

I trattini e le lineette non sono la stessa cosa, ognuno ha un'utilità propria:

lanciando uno sguardo - infastidito? - in direzione -> per creare un inciso come in questo caso, c'è bisogno di un trattino più lungo che si chiama lineetta (–).

Stessa cosa vale per l'interruzione di un dialogo, anche se in romanzi italiani è solitamente sostituita dai puntini di sospensione, ma questo non ti vieta di certo di scegliere il modo che preferisci:

stavo giusto dicendo a Leonardo che-» -> stavo giusto dicendo a Leonardo che–»

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