Secondo Capitolo

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«Sei così carino» pondera, e abbassa nuovamente il capo, perdendosi il modo in cui il rossore di Jimin gli colori il naso.

Il minore ha paura che Yoongi senta come il cuore gli stia impazzendo nel petto.

Ma lui non lo sente.

Ci vogliono in totale cinque ore per far capire a Jimin che i bambini di prima elementare sono dei fottuti coglioni.

Mentre alla materna nessuno li ha mai realmente infastiditi, qua sembra che l'obbiettivo di tutti sia quello di aspettare che cedano.

Inizia la prima lezione. Il loro insegnante li divide in gruppi da quattro per un compito di scrittura e Jimin e Yoongi fanno squadra — per motivi ormai ovvi. Uno dei ragazzi del loro gruppo chiamatosi Henry, nome che apprenderanno tardivamente, non si lascia fuggire il modo in cui Jimin si stringe al fianco del maggiore senza alcuna esitazione.

«Siete ad un appuntamento?» prende a stuzzicare, anche se non ha lo stesso tono che usa Yoongi quando lo prende in giro. Sembra che abbia un reale problema con la loro vicinanza.

«Tu sembri stitico» gli dice Yoongi in tono piatto quando nota Jimin irrigidirsi un po' al suo commento; si siede con la schiena meno incurvata affinché il suo corpo si stacchi totalmente dalla piccola sedia della plastica. «Ma non mi sembra di avertene mai fatto una colpa»

Questo fa zittire Henry, facendolo tossire goffamente dall'imbarazzo.

«Sei almeno nella classe giusta?» gli chiede un altro ragazzino, scrutandolo dai suoi occhiali spessi contornati da una montatura nera.

«Lo sono. Tu piuttosto preoccupati della tua ortografia e forse arriveremo da qualche parte oggi» Jimin quasi sobbalza al suo tono asciutto, e si avvicina furtivamente al suo fianco, lanciando qualche occhiata al viso del maggiore. Yoongi coglie lo sguardo e gli rivolge un piccolo sorriso, scompigliandogli i capelli e Jimin ridacchia.

«Quanti anni hai comunque?» chiede la ragazza del loro gruppo, Kayla, mentre scrivono il corretto spelling della parola giraffa. «Undici?»

Yoongi alza lo sguardo con una lieve ira sul viso, e Jimin istintivamente gli stringe la mano, facendolo rilassare all'istante.

«Nove»

«Wow» sbuffa Henry. «Hai fallito o qualcosa di simile?»

«Visto il modo in cui stai scrivendo "diverso", preferirei ti preoccupassi per te stesso» risponde impassibile, per poi appoggiare la testa sopra quella di Jimin e aiutarlo a scrivere le risposte. Il minore decide, per la seconda volta nella sua vita, non riuscirebbe a farcela senza Yoongi.

🎏

La prima volta che succede è all'intervallo di quel giorno.

Yoongi va in bagno e Jimin aspetta fuori, alle altalene, dondolando i piedi e mangiando i suoi sandwich all'uomo fatti in casa. Si assicura di tenerne un po' per Yoongi; lui ama la cucina di sua madre.

Non si sa cosa abbia fatto di male, anche perchè si stava solo occupando dei fatti suoi, quando Henry e altri due ragazzi che non conosce lo accerchiano, mentre lui li osserva con precauzione.

«Ehi, dov'è il tuo ragazzo?» uno di loro sogghigna e Jimin inclina la testa, incerto su cosa intendano.

«Yoongi?»

Henry fa una smorfia. «Lo dici in modo così strano. Cosa siete voi due? Una specie di scherzo della natura?»

Jimin sussulta e graffia con le unghie la scatola del pranzo, guardandosi i piedi. Henry ride della sua stessa battuta e Jimin vorrebbe chiedergli cosa trova tanto divertente. Ma non lo fa. Non è certo di cosa possa permettersi di dire.

trying to behave | yoonminTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang