Butterflies in the stomach.

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«Beh... non torneremo a casa, non ora!» Ridley fissò accigliata Michael, che forse non aveva capito del tutto la situazione.
«Che... che cosa? Oh no, Mike! Non posso farmi vedere da Calum ad una festa di gente più grande e vestita... così!» sbottò. Se c'era una cosa che aveva sempre trovato estremamente dolce ed allo stesso tempo irritante di Calum era la sua innaturale gelosia, che si trasformava sempre ed inevitabilmente in iperprotettività.
«Uhm... e con Ash? Vuoi lasciar perdere così? Sono sicuro che ti chiederà di ballare entro la fine della serata!» Ridley parve pensarci un attimo. Forse Mike aveva ragione, dopotutto.
«E... con Calum come facciamo?» Michael sorrise compiaciuto e le si avvicinò, le cinse di nuovo i fianchi, ma quella volta le diede un bacio sulla fronte, gesto che Rid trovò molto dolce.
«Beh ci nasconderemo da lui e questo renderà il tutto ancora più eccitante» mormorò, voltandola tra le braccia e spingendola in sala, dove era stata improvvisata una consolle e si ballava.
«Mike... se mio fratello ti vede così uccide anche te prima di fare i conti con me!» Mike rise divertito, ma Ridley non voleva davvero che si facesse male, non per lei.
«Non ho paura di tuo fratello, Rid! E non farei mai a botte con lui sapendo che gli vuoi un mondo di bene» precisò, anche se era tanto che non provava l'ebbrezza di una rissa.
«Grazie per il pensiero, Mike, ma... io non voglio nemmeno che tu ti faccia male. Non me lo perdonarei!» Avvampò all'istante, notando ciò che aveva appena detto. Ma in fondo era vero.
Lui tuttavia rise, mentre Rid pensò di sprofondare. Non ebbe nemmeno il tempo per provare imbarazzo che Michael prese a strofinare il naso contro il suo collo. Come poteva quel gesto essere così piacevole?
Una sorta di fitta la colse appena sotto lo stomaco e un brivido la costrinse a fremere quando lui spinse il bacino contro il suo.
Odiava il modo in cui Mike sapeva essere eccitante.
«Oh, piccola... non devi preoccupati per me. Io mi sto divertendo.» Ecco qual era il problema con Michael Clifford: lei perdeva la testa e lui si divertiva!
«Mike smettila per favore!» mormorò, ritrovando un po' di fiato. Tutti i suoi tentativi, però, si rivelarono vani quando lui cominciò a premere piano le labbra sul suo collo. Il primo impulso di Ridley, tuttavia, non fu quello di scappare come si era aspettata.
Sentiva un uragano di emozioni devastarla, come se tutti i suoi organi stessero combattendo una battaglia dentro di lei.
Ed era così piacevole che voleva solo sospirare: sospirare il suo nome ed implorarlo di continuare.
«Zitta tesoro, ti ho già detto che devi fidarti di me.»
«D-Dove vuoi arrivare, Mike?» balbettò, confusa.
«Beh, piccola, devi capire che l'universo maschile è molto complesso. Ci eccitano cose strane, molto spesso, ma, soprattutto, siamo attratti da ciò che non potremmo avere. Normalmente più una cosa è immorale, più ci appaga. Ovvio, non tutti sono così... perversi come probabilmente pensi tu, però... a giudicare da come Ashton ci sta guardando in questo momento, cosa di cui tu di sicuro non ti sei accorta, direi che la regola per lui vale, almeno in parte. Vorrebbe parlare con te, forse e soprattutto perché ora tu sei qui con me e lui si è lasciato scappare un bocconcino come te. Credo sia una questione d'orgoglio perché sa che avrebbe potuto averti e invece ti ha perso. E quindi sì, ti desidera pur sapendo che sei mia.» Le ci volle qualche secondo per metabolizzare quello che Mike aveva detto, ma non era certa di aver capito, soprattutto perché il suo cervello si era irrimediabilmente fermato sull'ultima parola del discorso. Quel "mia" risuonava nella sua mente e non poteva smettere di pensarci.
«Oh... e come dovrei comportarmi io?» domandò, perplessa. Se Mike la reputava "sua" come avrebbe conquistato Ash?
Michael, in risposta, soffiò sul collo della ragazza prima di pizzicarle la pelle.
Ridley, involontariamente, piegò il capo all'indietro, come a chiedergli di più. Si sentì andare a fuoco e non poté far altro che gemere quando lui la mordicchiò di nuovo. Era bellissimo. Ed era la prima volta nella sua vita che provava sensazioni così forti.
Mike sorrise compiaciuto. Ridley era fin troppo sensibile, ma, anche se darle piacere gli sarebbe piaciuto immensamente, loro due avevano una missione da compiere.
«Tieni gli occhi aperti, Rid, continua a guardare Ashton mentre balli con me. Lui sa che tu sei innamorata di lui, fagli credere che per lui ci sia ancora una speranza» spiegò.
Ridley si sarebbe vergognata da morire, ma d'altronde Ashton non aveva mai guardato la "brava ragazza", perciò tanto valeva giocare sporco, essere sporca.
Guardò Ashton e cercò di ammiccare mentre muoveva il bacino contro Michael, incerta. Lui, dal canto suo, sapeva che sarebbe stato facile eccitarsi con Ridley letteralmente appiccicata a lui.
«Rid ascoltami... adesso andiamo a prenderci da bere. Voglio che mentre passiamo di fianco ad Ash tu lo sfiori con la spalla e che lo guardi quando lui ti guarderà. Seguilo con lo sguardo e quando saremo al bar, dopo aver bevuto, io ti lascerò sola.» Doveva staccarsi al più presto da lei e recuperare aria.
«Che cosa?» urlò quasi la ragazza. Non avrebbe avuto problemi a seguire le istruzioni, ma... come sarebbe riuscita a stare sola senza Mike? Lei... aveva bisogno di lui!
Non ebbe il tempo di ribattere che Mike la prese per mano e la trascinò a prendere da bere.
Ridley eseguì i suoi ordini, prese dell'alcool per prepararsi e, una volta sola, attese.

Ashton ancora non riusciva a credere che quella ragazza così provocante fosse proprio Ridley Hood, la stessa ragazzina che da tre anni aveva una cotta per lui.
Ovviamente se ne era accorto, ma prima di quel momento non aveva mai dato peso alla situazione.
Detestava l'idea che stesse con quel tizio che non aveva mai visto, ma d'altro canto lui se l'era lasciata scappare.
Tuttavia, da come lei l'aveva guardato per tutta la serata, aveva pensato che lei non avesse del tutto cambiato idea: lui le piaceva e, dato che ora quell'idiota l'aveva lasciata sola, pensò di approfittarne.
Aspettò qualche secondo, ma, dato che lui non tornava, le si avvicinò.
«Ehi, ciao. Ridley, giusto?» esordì, stupidamente.
Ridley alzò di scatto gli occhi dal drink che stava bevendo. Quella voce. Quel sorriso. Ashton Irwin. Ashton Irwin di fronte a lei. Ashton Irwin che parlava con lei.
«S-sì... Ashton, giusto?» Sentì il cuore saltarle nel petto e le mani prenderle a tremare. Non era possibile.
«Già... ci vediamo a volte a scuola. Io, ehm... ho visto che sei rimasta sola e mi chiedevo se... ecco, insomma... se ti andava di ballare con me.» Ridley deglutì e annuì senza esitare, porgendogli la mano forse con troppo entusiasmo.
Ashton la accompagnò in pista. Era molto diverso da Mike, lui era più delicato e gentile, all'apparenza.
Le sorrise e Ridley pensò di non aver mai visto nulla di più bello di quel sorriso. Beh... quello di Michael, forse...
«Sei bellissima, sai?» Ashton richiamò la sua attenzione, distogliendola da quel pensiero inappropriato.
«Oh, beh, grazie... anche... anche tu non sei male.» Si morse la lingua, per l'assurdità di quella sottospecie di complimento. Ma d'altronde lui la confondeva. Non riusciva ancora a credere che stesse succedendo davvero: stava ballando con Ashton Irwin, l'uomo dei suo sogni, che le aveva appena rivolto un complimento! Probabilmente era svenuta e stava solo sognando.
Ballare con lui era molto diverso dal ballare, o come era più appropriato definirlo, con Mike. Ashton non la toccava, la sfiorava appena, era meno... violento. Eppure lei voleva toccarlo, voleva che le stesse più vicino.
Fu proprio lui ad esaudire i suoi desideri e ad attirarla a sé.
«Ehi, ehm... scusa se ti sembrerà sfacciato chiederlo, ma... quello era il tuo ragazzo?» domandò, speranzoso. Si era maledetto tutta la sera per essersi lasciato scappare Ridley. Voleva capire fino a che punto le sue illusioni dovevano restare tali.
Ridley, che certo non si aspettava quella domanda, dovette raccogliere tutta la concentrazione del mondo per ricordare quello che Michael le aveva raccomandato di dire.
«No, non ancora almeno... ma andiamo molto d'accordo.» Ashton sembrò piacevolmente colpito dalla risposta. Ora per lui era una questione di orgoglio: voleva Ridley e lei sarebbe stata sua.
Stava per ribattere, ma l'attenzione di Rid fu attirata da Michael, che le intimava di sbrigarsi, dall'altra parte della sala.
Data la sua agitazione, Ridley ipotizzò che avesse visto Calum da qualche parte, così, mettendo da parte l'imbarazzo, si avvicinò di più ad Ashton e:
«Tu mi piaci, Ashton, lo sai, ma... ora dovrai darti parecchio da fare per conquistarmi.» Ashton sorrise compiaciuto e le accarezzò la schiena, facendola rabbrividire. Gli sembrava giusto. «Oh, e per favore, non dire a Cal che mi hai visto qui» aggiunse quindi. 

«Sei stata bravissima, Rid, ma ora dobbiamo andare... ho visto Calum passare di qui, poco fa» esclamò Mike, appena la vide.
Per quello che aveva potuto osservare Ashton gli era sembrato molto preso, tuttavia ora non avevano tempo per parlare di lui e di quello che era successo.
«Oh, dannazione! Proprio ora! E che si fa adesso?»
«Beh... andiamo nella direzione opposta e poi cerchiamo di uscire.» Fu proprio in quel momento che Ridley notò Calum, di fronte a loro. Per fortuna non l'aveva vista, ma non sapeva se ci fossero vie d'uscita e il suo primo impulso fu quello di urlare.
Non ebbe il tempo per pensare, perché Mike le tappò prontamente la bocca e la tirò con poca grazia. Aprì la prima porta che gli capitò a tiro e si chiuse in una stanza, apparentemente una camera da letto, con Ridley.
«Cazzo! Volevi urlare per caso? Ma che ti salta in mente?» sbottò. Ridley tremava, agitata. Se Calum avesse detto a sua madre che l'aveva vista a quella festa sarebbe finita male, molto male. E Michael e i suoi cambiamenti di personalità certamente non aiutavano.
«Scusa, Mike, mi dispiace, solo che... oh, io...» Si appoggiò al muro, incapace di parlare. 
Michael fece lo stesso e si mise al suo fianco, mentre lei tentava di regolarizzare il respiro.
Cercò l'interruttore della luce a tastoni, senza successo.
«Siamo al buio.» Ridley sospirò e aprì leggermente la porta, in modo che la luce soffusa che proveniva dall'altra sala, entrasse attraverso il piccolo spiraglio.
«Ecco... ora mi vedi e così possiamo anche tenere d'occhio Cal per uscire di qui.»
«No, Rid, non se ne parla di uscire ora. Se rivedi tuo fratello come minimo ti viene un attacco di panico o ti metti ad urlare in mezzo alla sala. Aspetteremo.» Ridley lo guardò accigliata e sempre più preoccupata. Cosa intendeva fare?
«Aspetteremo cosa?» urlò allarmata, sbattendo la schiena contro il muro. Doveva assolutamente tornare a casa, non c'era tempo da perdere. E poi... non poteva certo stare chiusa in uno stanzino buio con Michael!
«Aspetteremo che tu ti sia calmata» rispose lui, asciutto.
Le si avvicinò pericolosamente e Ridley pensò di scappare, ma, come al solito, non riuscì a muoversi. Michael poteva farle fare quello che voleva, era piuttosto evidente.
L'aspetto divertente della situazione, tuttavia, era che, per quanto strano e stupido, lei si fidava incondizionatamente di lui.
Lo vedeva appena, data la quantità di luce molto scarsa, ma tanto bastava ad osservare il suo profilo e quel sorriso che la faceva letteralmente impazzire.
Notò appena la mano di Michael sulla sua guancia e percepì il familiare calore invaderla, dallo stomaco fino alla faccia.
Doveva decisamente stare più attenta ed essere meno sensibile a certe cose.
«Calmati, piccola. Va tutto bene. Non succederà niente finché ci sono io, okay?» mormorò, in tono dolce. Non stava mentendo, Ridley lo capiva dalla sua voce: non voleva che Calum le facesse una scenata di iperprotettività proprio lì alla festa e non voleva che lei ci restasse male, soprattutto.
«Michael... io...»
«Scusami, davvero. Io non avrei dovuto portarti qui. Tu non volevi e certo non puoi fare qualcosa che non vuoi ed essere qualcuno che non sei. Non dovevo spingerti a seguirmi qui. Volevo solo regalarti una serata perfetta e invece...» Ridley si sentì in dovere di bloccarlo immediatamente, prima che potesse continuare. Che gli saltava in mente? Se non fosse stato per lui non avrebbe mai parlato con Ashton nella sua vita.
In un gesto involontario gli accarezzò la guancia, per fermarlo. Era la prima volta che lo toccava lei, così.
«Michael... ma che stai dicendo? Questa è stata una delle serate più emozionanti della mia intera vita! Sono scappata da mio fratello, ho parlato con Ashton e ho ballato con...» Si bloccò, palesemente sconvolta da quello che stava per dire. Non ci aveva nemmeno pensato, le parole erano arrivate così. Perché, dopotutto, stare attaccata a Mike per lei era stata la sensazione più forte di tutta la serata. Non aggiunse altro, nella speranza che lui non avesse capito.
«Beh? Vuoi parlare o devo costringerti a farlo?» sussurrò invece lui, segno che non si era lasciato sfuggire il commento.
«Oh... beh, ecco, io... volevo dire che mi è piaciuto ballare con te» balbettò qualcosa, perché non sapeva davvero come spiegare quello che aveva sentito, nemmeno a se stessa.
«Dio, Ridley, sei così ingenua» mormorò lui, scuotendo la testa. Ridley lo fissò confusa, cercando di interpretare, con scarsissimi risultati, la sua affermazione.
Michael rise leggermente, spostandosi di fronte a lei. Gli occhi della ragazza incontrarono i suoi, per una frazione di secondo.
Non c'era nulla di più bello degli occhi di Ridley, per quanto riguardava Michael e, in quel momento, non c'era altro che volesse fare se non stare così, magari con lei addosso, sentire la sua pelle, il suo profumo. Lei che era così... semplice, dolce, troppo ingenua.
«Ridley... è una cosa bella, okay? Non ce ne sono tante di ragazze come te, sai? Tu sei speciale e... dovresti restare così» spiegò, senza distogliere gli occhi dai suoi.
Ridley deglutì e si schiacciò di più contro il muro quando Michael posò la mano sul suo fianco, quella volta in modo più delicato.
«Non... non è facile restare ingenui con te» ammise. Si sentiva come ubriaca in quel momento: la sua razionalità pretendeva di respingerlo, ma il suo corpo era di tutt'altro parere. Il suo corpo desiderava solo di essere toccato da Michael ancora e ancora.
Perse il respiro e i suoi occhi finirono inevitabilmente sulle labbra di Mike che, in quel momento curve in un delizioso sorriso, trovò estremamente invitanti.
Il ragazzo se ne accorse, ma quella volta non le sollevò il viso. Sentiva il respiro di Ridley sulla bocca, affannoso. Era preoccupata eppure dentro il suo sguardo lui leggeva quasi una sorta di desiderio che lei, forse, non si accorgeva nemmeno di avere.
Spinto dall'istinto e dalla sua voglia, avvicinò le labbra alle sue, andando piano, aspettando una sua reazione.
Non sapeva come fosse arrivato al punto di desiderare di baciarla davvero, ma lo voleva con tutto se stesso, più di qualsiasi altra cosa.
Ridley non reagiva, restava impassibile. Respirava piano e guardava la sua bocca carnosa, che in quel momento le sembrava fatta apposta per baciare. Per baciare lei. Abbandonò le mani sul suo petto, stringendo debolmente la t-shirt bianca di Mike.
Finalmente le loro labbra si sfiorarono, per un attimo. Ridley chiuse gli occhi, assaporandole. Erano morbide come le aveva immaginate e per un istante pensò che ne voleva di più, che quelle labbra non le sarebbero mai bastate. Così, presa da una voglia irrefrenabile, tirò leggermente la maglietta del ragazzo a sé, per tenerlo vicino.
Quello strano brivido, che ormai aveva imparato a riconoscere, si fece sentire di nuovo, agitandola.
Era così... bello, dannazione.
E il suo profumo era qualcosa di indescrivibilmente attraente. 
Si muoveva piano, per abituarla. E a lei piaceva che lui fosse così dolce, per una volta.
Michael riuscì a sorridere e le pizzicò appena il labbro inferiore coi denti, ma solo quando tentò di approfondire il bacio si rese conto che Ridley non era disposta a farlo. 
La ragazza, improvvisamente, cambiò umore. Si maledisse per quello che stava facendo perché lei non era così. Nonostante non riuscisse a pensare lucidamente, l'immagine di Ashton l'aveva fatta desistere dal proposito di baciarlo. A lei piaceva Ash, non poteva comportarsi così né con lui, né con Mike né tanto meno con se stessa. 
Lo allontanò, spingendolo bruscamente e, prima che Mike potesse intuire le sue intenzioni, il suono di uno schiaffo rimbombò nel piccolo stanzino.
«Cazzo! Ma che ti prende ora? Pensavo ti piacesse!» si lamentò lui, toccandosi la guancia dolorante. Ridley abbassò lo sguardo, imbarazzata e anche dispiaciuta. Certo che le era piaciuto, dannazione! Ma...
«No, cavolo! Ma che ti è saltato in mente? A me piace Ashton e non vado in giro a baciare chiunque!» sbottò, irritata. La verità era che stava solo cercando di difendersi, in qualche modo. La verità era che lei non aveva mai baciato nessuno e quello era stato il suo primo bacio. O meglio, il suo primo finto bacio. Ma poco contava, forse aveva esagerato, era vero... però nei suoi sogni il primo vero bacio lo aveva immaginato con Ash e ora che ci era così vicina, non voleva rinunciare ai suoi desideri da adolescente solo perché Michael non sapeva tenere a bada gli ormoni. D'accordo, si corresse, perché anche lei non li sapeva tenere a bada quando si trattava di Mike. Ma non contava nulla, giusto?
«D'accordo, senti... facciamo così... la clausola della quinta regola è "niente baci", ci stai? E non sono solo io che mi devo trattenere» precisò Michael, fingendosi disinteressato. La verità era che ci era rimasto male, molto più di quanto si sarebbe aspettato. E non solo perché Ridley lo aveva rifiutato, ma anche perché lui che l'aveva aiutata a conquistare Ashton, lui che era l'unico che in quel periodo si interessasse a lei, proprio lui... era appena diventato "chiunque". E questo era insopportabile, persino per Michael.
Gli sarebbe andato bene sentirsi dire che non voleva baciarlo perché non era Ashton, ma non perché lei non baciava chiunque! Il suo orgoglio ne era uscito calpestato e distrutto.
«Va bene... ecco... scusami per lo schiaffo... ora possiamo tornare a casa?»
Michael annuì e sorrise, sforzandosi di farle credere che era come se non fosse successo nulla.
«Certo... andiamo» disse, spingendola fuori dalla stanza. Si accertarono che Calum non fosse nei paraggi e corsero verso la porta.
Uscirono senza salutare nessuno e in men che non si dica erano sulla moto di Mike.
Tornarono a casa senza più parlare, senza rivolgersi la parola, ma Ridley non smise un secondo di stringerlo.
Quel bacio era stato il più bello che potesse immaginare e, per quanto strano, aveva estremamente bisogno di contatto con lui, sempre.
Michael Clifford era appena diventato la sua rovina. 


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Ehilà :)
Disobey
è la terza FanFiction più popolare del fandom su EFP (fangirla). Sono molto felice per questa, e Giada mille volte di più..
Ritornando a noi, sono in ritardo, lo so. Ho avuto 2 giorni di merda, tra corsi di recupero ed emicrania di merda… Anyway….
Ma questa bacio? Mmm, ve lo aspettavate? Commentate dai, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. Ho visto che le visite pian piano aumentano e che anche i mi piace.
Ogni vostra impressione è benvenuta :)
Mi dileguo, un bacione, Sara.

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