1- Lotta

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Sento suonare la sveglia, quel suono assordante mi stressa ogni mattina.

Sono le 5. Mangio, mi vesto, mi lavo e poi mi fiondo fuori dalla finestra facendo meno rumore possibile.

È ora del mio solito allenamento mattutino. Mi dirigo alla base della UMA del mio paese, si trova sottoterra, sotto una botola presente nell'ufficio del sindaco al pian terreno, in comune. Ovviamente i politici sanno di noi.

Appena esco dalla finestra il mio orologio inizia a suonare, lo zittisco il più velocemente possibile e guardo l'ora: 5:30, dovrei già essere là. Inizio a correre come una furia, fortunatamente sono veloce e in men che non si dica mi ritrovo in comune.

-Carter,dove diavolo eri finita?- mi urla contro il capitano Smith.

-Mi scusi signore ho fatto il prima possibile- dico con voce ferma portandomi sull'attenti.

-Al lavoro- grida deciso.

Raggiungo Connor e mi alleno con lui.

-L'hai fatta grossa Belle, sai quanto Smith odia i ritardatari- mi dice lui scherzoso.

-Grazie per avermelo ricordato, sai non me ne ero accorta- gli rispondo sarcastica.

L'allenamento trascorre in silenzio, già io non sono molto loquace di mio, poi di mattina sono proprio con il morale a terra.

Mentre faccio le parallele qualcuno mi prende le ginocchia e mi fa cadere,per poi scoppiare a ridere. È Elliott, un ragazzo che si crede superiore a tutti. Mi odia perché sono l'unica più forte di lui. In muscoli mi batte, ma una cosa che a lui manca per superarmi è l'intelligenza.

-Ti sei fatta male capelli rossi?- mi chiede lui con una risata sprezzante.

-No,tu invece hai per caso deciso di mostrarti più stupido di quanto già sei?- mi piaceva rispondergli così, lo lasciavo spiazzato, senza possibilità di ribattere.

-Mi stai sfidando principessa?-

Senza darmi tempo per rispondere Elliott mi tira un pugno in pieno volto,non indietreggio, resto coi piedi puntati per terra e sferro un pugno sotto il mento del ragazzo. Lui fa un passo indietro, gli prendo una gamba e lo faccio cadere, lo girò a pancia in giù e gli fermo un braccio dietro la schiena.

Non ha ancora imparato che non gli conviene mettersi contro di me.

Si sentono degli applausi in lontananza, è Smith.

-Ottimo Carter, ti sei dimostrata ancora una volta la migliore-

Tutti mi stanno guardando, mi alzo in fretta e torno ad allenarmi.

Mi sono lasciata trasportare, di nuovo, la violenza non è mai giustificata, ho sempre odiato far male agli altri eppure quando qualcuno mi provoca non riesco a trattenermi e la cosa peggiore è che qui istigano la violenza.

È già da nove anni che sono qui, nove anni che cerco di trattenermi,nove anni che non ne sono capace.

-Forse dovresti chiedergli scusa- mi dice Connor dopo avermi raggiunto.

-Io non chiedo scusa a chi ha torto- gli rispondo sprezzante.

-Gli hai quasi rotto un braccio- continua lui premuroso.

-E non me ne può fregare di meno- finisco il discorso, accompagnata dal suono dell'orologio che mi indica di dover tornare a casa.

Corro,scavalco la staccionata ed entro dalla finestra, sono le sette, i miei si sono appena svegliati. In un minuto mi ritrovo in accappatoio pronta per la doccia, ormai tutti in casa mia sono abituati alle mie docce mattutine.

Egoismo - Gli alieni ci hanno cambiatoWhere stories live. Discover now