«Buonanotte Mike» abbozzai un leggero sorriso, di scatto mi voltai dal lato opposto coprendomi fin sopra la testa con il lenzuolo. Sentì un tonfo provenire dal pavimento, mi voltai leggermente e intravedi la figura dell'uomo stesa supina sul parque.

«Ma che fai?» corrucciai lo sguardo.

«Ti rispetto, per cui dormirò sul pavimento. E poi non voglio disturbare» sorrise fintamente ma il suo tono sembrò così dolce che quasi dimenticai il motivo per il quale ero arrabbiata con lui. Sprofondai nuovamente il viso nel cuscino, avrei voluto dirgli che poteva restare che poteva accostarsi a me e tirarmi a se tenendomi stretta al suo petto sodo, ma non lo feci. Mi limitai a chiudere gli occhi e ad immaginarlo accanto a me.

Uno suono. Un altro. Poi un forte tonfo. Sobbalzai al terzo rumore probabilmente di un trapano, spalancai gli occhi strofinandomeli con lentezza.

«Ma che succede?» avevo ancora la bocca impastata. Michael era in piedi dinanzi alla porta provando girare la maniglia. Non ricevendo alcuna risposta, posai i piedi nudi sul parquet e mi alzai dal comodo materasso.

«Buongiorno!» mi mostrò un sorriso smagliante, mentre io ricambiai con un'alzata di sopracciglia.

«Sei sempre così di buon umore la mattina?» sospirai.

«Si» biascicai, in quel preciso momento la porta finalmente riuscì ad aprirsi, dietro quest'ultima trovai Travis, con in mano un trapano e altri attrezzi da lavoro. Jamie e di Christian affiancavano l'autista di Michael.Il mio ragazzo aveva gli occhi infuocati e la mascella contratta.

«Finalmente!» esclamò mio fratello venendomi incontro.

«Tutto okay?» annuì e mi carezzò la guancia delicatamente.

«Ciao Travis» piegai la testa verso c'entra per scorgere la figura dell'autista accovacciato e intento a recuperare gli attrezzi. Gli posi un cenno e un piccolo sorriso cordiale.

«Salve signorina Johnson» mi sorrise.

«Si può sapere perchè non mi hai risposto ieri sera?» il corpo di Christian superò quello di Jamie. Eravamo faccia a faccia mio fratello si era fatto da parte.

«Che vuoi dire?» strosi il naso incrociando le braccia al petto. Il biondo sbuffò pesantemente afferrandomi saldamente per un braccio e trascinandomi al piano terra, il tutto con lo sguardo vigile ma confuso di Michael e di mio fratello.

«Mi fa male, lasciami!!» strattonandomi, mi liberai dalla sua presa.

«Dimmi perchè non mi hai risposto» mi puntò contro l'indice, quasi ansimava, nella sua voce non c'era rabbia ma.. preoccupazione?

«Non lo so, forse non ho letto il messaggio» gesticolai.

«Se, sono tutte scuse!» esclamò lui.

«Chris che cosa vuoi insinuare?» altezzosa, alzai un sopracciglio.

«Che non vedevi l'ora di chiuderti in stanza con quel vecchietto» i bollini s'erano sganciati, le orecchie in fiamme e nel petto il cuore batteva come non mai.

«Ah si? Allora è questo che credi di me? Tu non mi conosci» minacciosamente gli puntai un dito contro. Ero a un palmo dalla sua statura più alta.

«Si, hai ragione non ti conosco per niente ma credimi so per certo che tu, stravedi per quello lì» ebbi il polso avvolto nella sua forte presa. Lo fissai in volto, poi mi staccai.

«No, non è vero e fatti gli affari tuoi Christian» ringhiai a bassa voce, sentì le lacrime scorrermi lungo le gote. Ormai era palese non riuscivo più a nascondere ciò che provavo per quell'uomo, era chiaro a tutti tranne che a Michael e a mio fratello.

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