"Mi sto nascondendo."

"Da cosa?"

Tornò il silenzio e mi concentrai sullo scricchiolio di rami e foglie secche sotto i nostri piedi.

"Ieri notte sono tornato ad Asgard per controllare la situazione" ammise. "Come mi aspettavo, sospettano che sia colpa mia. Presto saranno sui miei passi e vorranno uccidermi."

Considerai le sue parole per qualche istante, non credendo a quanto si fosse aperto con me, apparentemente all'improvviso. Sembrava che stesse iniziando a fidarsi di me e questo mi riempiva del sentimento migliore al mondo. Avevo quasi paura di rovinare quella bella pace che si stava creando.

"Però credo non potrai nasconderti per sempre" provai con cautela.

"No" convenne. "Ma prima completerò il mio lavoro."

"Di che cosa stai parlando?"

"Non ho alcuna intenzione di dirtelo."

Non spinsi oltre, ma mi tenni le sue parole a mente.

"Stiamo andando da qualche parte in particolare?" chiesi ancora.

"Ho un'altra casa" spiegò. "Non ci si può arrivare con la magia."

"Be', questo è rassicurante" commentai sinceramente.

Lui non rispose.

"Non posso crederci che abbiamo comunicato per dieci minuti senza che tu mi abbia puntato un pugnale al collo. Facciamo progressi."

Si voltò a fulminarmi con lo sguardo, ma sapevo che non era del tutto serio questa volta.

"Posso ancora farlo."

Gli sorrisi.

"Non te ne darò alcun motivo."

"Bene."

*

Decise di fermarsi per la notte vicino al tronco di un enorme albero nel bosco: non fummo così fortunati fa trovare un'altra caverna sicura.

Mi sedetti contro la corteccia. Le stelle erano poco visibili attraverso le fronde degli alberi. Loki si guardò attorno nel buio del bosco con circospezione.

"Cerca di dormire" disse. "Io farò la guardia."

Alle sue parole, uno lieve calore mi risalì dal collo.

"Ti preoccupi davvero per me, dopo tutto?" domandai. "Anche l'altro giorno. Ti eri preoccupato perchè sarei potuta morire, ti ho sentito dirlo."

"Non esiste" scattò, sulla difensiva. "Voglio solo che tu abbia abbastanza energie per camminare perchè non ho intenzione di portarti io. E se fossi morta, Frigga mi avrebbe ucciso."

Avrei voluto fargli notare che lui aveva davvero ucciso uno dei figli di Frigga, ma restai in silenzio e sorrisi perchè lui aveva mentito e io l'avevo notato. Significava che ci teneva a me. Sbadigliai e appoggiai la testa al tronco, mi sentivo sempre più assonnata.

"Sei così adorabile" mormorai, senza rendermene conto.

Si voltò a guardarmi con gli occhi ridotti a due fessure.

"Cosa sono?"

Ringraziai la notte per nascondere il violento rossore che mi assalì le guance. Scacciai quelle parole con una mano.

"Lascia stare."

Lui sospirò e tornò con lo sguardo nella foresta. Io continuai a osservarlo. Mi resi conto che lui era la creatura più interessante che avessi mai incontrato nella mia vita. Il Dio dell'Inganno e delle Malefatte. Letale come un serpente velenoso, gentile come una farfalla. Un Gigante di Ghiaccio, un Principe di Asgard. Era tutte queste cose eppure sembrava incapace di vederlo. Un'anima persa, distrutta, che aveva bisogno di qualcuno che raccogliesse tutti i pezzi e li rimettesse insieme.

Frigga mi aveva chiesto di allungare una mano e afferrarlo.

E per la prima volta capii cosa intendeva veramente.

"Loki" chiamai dolcemente.

Lui si voltò e potei vedere i suoi occhi brillare come due stelle.

"Grazie per esserti fidato di me."

Lui mi osservò in silenzio per alcuni istanti, insicuro su cosa dire. Non si aspettava che gli dicessi una cosa del genere.

"Cosa ti fa pensare che mi fidi di te?" chiese a bassa voce.

"Perchè... la fiducia è qualcosa che esiste quando è reciproca. E io mi fido di te. E poi se non fosse così, non sarei qui ora."

Lui mi fissò per qualche secondo prima di decidere di venire a sedersi di fianco a me e i nostri corpi quasi si sfiorarono. Lui sospirò profondamente.

"Potrebbe essere il più grande errore della tua vita."

"Lo rifarei, senza alcun risentimento."

"Potrei letteralmente ucciderti qui e ora eppure non hai paura. Perchè?"

Allungai una mano sul terreno finchè non trovai la sua e la presi senza esitazione. Era grande e fredda. La mano di un Gigante di Ghiaccio. Anche la mia era fredda. Gli diedi una stretta rassicurante.

Lui aveva quasi sussultato, non aspettandoselo, ma non rifiutò il mio contatto, nè si mosse. Lo guardai attraverso il buio, sembrava spaventato e sorpreso. Sorrisi.

"Vedi? Non mi hai uccisa."

Il Caos SilenziosoWhere stories live. Discover now