Capitolo 5 - UN MOMENTO INDIMENTICABILE

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Erano passati tre giorni.
Procedeva tutto tranquillo, Alison continuava a tenere d'occhio Jim (sempre più sfuggente), nessuno continuava a sospettare del suo amore verso di lui... tutto era tranquillo fino a che Alison non si ricordò della ricerca. In realtà era stata Summer a ricordarglielo.
-Alison, fa tre giorni dobbiamo esporre la presentazione! -
Lei era sobbalzata come un gatto che si era punto con uno spillo.
-Cosa?- Alison non ci aveva pensato. Aveva pensato di invitare a cena Jim, ed era da un sacco di tempo che ci stava pensando su per parlargliene, ma non trovava mai il coraggio. Era così presa da questa cosa, che si era dimenticata della ricerca.
Alla fine aveva buttato lì un giorno a caso. -Ahhhhh... ehm, che ne dici di... di mercoledì? Ci sei? Ehm, sei libera? Sì, vero?-
Cavolo. Non ci aveva pensato. Lei mercoledì non era libera: aveva lezione di pallavolo. E in più, era da sola in casa.
Sperava ardentemente che Summer non fosse stata libera.
-Hai proposto mercoledì?- Chiese lei.
-No... cioè... volevo dire... sì!- Alison attendeva con il fiato sospeso.
Summer sembrò riemergere fuori dai suoi pensieri. -Ma come hai fatto? Certo, io mercoledì sono sempre libera! Hai scelto proprio il giorno giusto, tutti gli impegni li ho negli altri giorni!- Rise con solarità. -Allora, dove ci incontriamo?-
Wow, fantastico. Alison avrebbe avuto voglia di imprecare contro tutti gli dei del cielo.
Poi nella sua testa si fece strada una piccola speranza. Doveva essere d'accordo anche Jim.
E se lei e lui avessero deciso una data (che non fosse ovviamente mercoledì) e avessero inventato una scusa per non fare venire Summer?
-La mia casa non è disponibile in questi giorni. - Fece Summer tristemente. -Non ci si può proprio incontrare: stiamo traslocando...-
Ma Alison non l'ascoltava più. Aveva già la sua idea in testa. Se voleva incontrarsi con Jim da sola, era ovvio che come luogo non avrebbe scelto la casa di Summer, quindi non le servivano un accidente le sue informazioni.
Guardò la ragazza: sembrava veramente dispiaciuta.
Si ritrovò a pensare che non era molto giusto quello che aveva pensato di fare... incontrarsi solo con Jim quando Summer non ne sapeva niente, e soprattutto a così pochi giorni dell'esposizione...
Però, avrebbe potuto incontrarsi una volta con Jim e una volta con Summer, ma alla fine avrebbe dovuto presentare due lavori... e questo sarebbe significato rivelare tutto: che si era incontrata di sua volontà con le due persone separate perché voleva stare con Jim da sola...
Mondo crudele. Era impossibile incontrarsi anche solo una volta con il ragazzo che le piaceva.
Qualcosa, però, si sarebbe inventata. Le serviva solo del tempo.
Si rivolse verso la ragazza mora a mezzo metro da lei. -Ascolta, Summer... mi sono appena ricordata che mercoledì non posso perché devo portare uno dei mei gatti dal veterinario... credo che ci sentiremo per un altro giorno...-
-Oh, tranquilla... - Fece lei, che aveva appena notato con gioia la sua migliore amica Sweden che stava uscendo proprio quel momento da scuola. -Anche se, qualcosa... dovremmo pur fare.- Concluse guardandola dritta negli occhi, prima di girarsi velocemente e dirigersi verso Sweden.

***

Durante le lezioni del giorno successivo, Alison era nervosa e stressata.
Mancavano solamente due giorni alla presentazione. E lei doveva ancora partire da zero a pensare tutto. Quello che la faceva stare più male, però, era il fatto che Jim non le aveva chiesto ancora niente riguardo a cosa fare... non gliene importava niente di lei?
Aaron, un ragazzo biondo e curioso che fin dal primo anno delle scuole medie aveva sempre mostrato interessi per lei, si giro dal suo banco davanti a Alison, e la fissò con i suoi occhi color nocciola. -Ehi, Ali!-
Lei alzò la testa controvoglia. -Che vuoi?- Gli chiese annoiata scarabocchiando il banco, disegnando con la matita dei piccoli ghirigori.
-Oh... cos'è quella faccia? Ma tu sei triste!- Aaron si sporse verso di lei e cominciò a ispezionare ogni singolo particolare del suo viso. -C'è qualcosa che posso fare per te? Che ti è successo?-
Alison si concesse un attimo per pensare e scegliere le parole adatte: Aaron era un tipo testardo e non l'avrebbe convinto facilmente a lasciarla in pace. -Sono sicura che il professore non vorrebbe che i propri alunni parlassero liberamente con gli altri... non credi anche tu?- Gli domandò alla fine.
Lui rimase impassibile e sbatté le palpebre . -Ma se io volessi solo tirarti un po' su di morale?-
Alison strinse i denti. Lo sapeva che non avrebbe mollato la presa. - Forse sarei un po' meno stressata e triste se ti girassi.- Gli rispose con freddezza guardandolo dritto negli occhi.
Poi si rese conto che avrebbe potuto tranquillamente ferirlo. Così cercò di rimediare, addolcendo un po' il tono: - Vedi, io quando mi trovo in questo stato, avrei bisogno di essere lasciata da sola.- Agli angoli delle labbra le comparse un sorriso rassicurante. - Va bene? Aaron, capiscimi. Sistemerò tutto io. Da sola.-
Aaron restò a guardarla per un attimo e le sorrise di rimando. Annuí e ritornò a seguire la lezione.
Alison, dal canto suo, sospirò. Più il tempo passava, più ansia aveva...
Cercò almeno di scrivere le cose che stava scrivendo alla lavagna il professore di storia, ma proprio non riusciva a concentrarsi. Aveva troppe cose per la testa. Come sarebbe riuscita a non fare venire Summer a casa sua?
Ancora non aveva detto ai suoi genitori della presentazione e nemmeno del gruppo in cui era capitata... almeno loro erano fuori questione: avrebbe potuto imbrogliarli come bere un bicchier d'acqua.
Poi, però, le venne improvvisamente un'idea.
Che stupida sono stata!, pensò, non appena realizzò che poteva dire a Jim che Summer era malata.
Era molto più semplice del previsto: poteva incontrarsi il giorno stesso con lui, se fosse stato d'accordo. Il problema era riuscire a dirglielo, maldestra com'era e soprattutto con il ragazzo che le piaceva.
Sorrise e finalmente riuscì a concentrarsi sulla lezione.
Doveva solo sperare che Jim fosse stato libero, e la giornata si preannunciava perfetta.

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