Dopo qualche altre domanda sentì le sirene in lontananza farsi sempre più vicine. Corse ad aprire la porta permettendo ai medici di entrare. Fece loro strada verso il bagno e osservò ogni loro minima mossa cercando di capirci qualcosa.

«Che ha? Sta bene?»

È viva?
Avrebbe voluto chiedere.
Il più giovane parlò rispondendo alle sue domande.

«Non le sappiamo dire molto, ha bisogno di alcune analisi quindi la porteremo subito in ospedale. Ha il polso davvero debole ma per il momento starà bene»

Per il momento.
Niall annuì asciugandosi gli occhi dalle lacrime incessanti.
Cosa era successo a sua sorella?
Perché proprio quando nessuno era in casa?

Quella notte la passò in ospedale con i genitori. Fu sollevato nel vederla riaprire gli occhi ma subito la sua felicità venne spazzata via dalla notizia che il dottor Langard stava per dargli.
Sua sorella aveva il cancro. Le metastasi avevano colpito il cervello e stavano camminando verso i polmoni, non c'era molto da fare se non aspettare che quella malattia la portasse via da loro, da lui.
Erano arrivati troppo tardi.

«Niall?»

Distolse lo sguardo dal soffitto quando la testa di sua sorella fece capolino nella sua stanza.
Erano le 4:40 del mattino e come sempre aveva passato la notte in bianco.

«Ehi piccola» disse dolcemente.

Si mise a sedere facendole spazio nel suo letto. Rosalind lo raggiunse, si sedette sopra le sue gambe e gli circondò il bacino con le sue.

«Non hai dormito neanche oggi?» chiese posando a testa sulla spalla di suo fratello, lasciandosi coccolare dalle sue braccia muscolose.
Niall scosse la testa senza aggiungere altro.

«Tu invece hai riposato? Lo sai che non mi piace vederti con gli occhi stanchi» disse premuroso.
Niall e Rosalind avevano sempre avuto quel tipo di rapporto che tutti i loro amici avevano sempre invidiato. Erano fratelli ma soprattutto migliori amici, non potevano fare a meno l'uno dell'altra.

«Sì, qualche oretta» mentì.

Si ritrovava spesso a guardarla intensamente e ad accarezzarla, voleva godersi sua sorella fino all'ultimo giorno. Impazziva solo all'idea di non potersi rispecchiare più nei suoi occhi azzurri o di non poterla più abbracciare, accarezzare i capelli, farla arrabbiare e farla ridere.
Avevano tentato di combattere quella malattia ma non c'era stato nulla da fare.

«Non posso credere che stai per lasciarci»

E dopo quella frase Niall scoppiò in un pianto fatto di singhiozzi.
Avvicinò il viso di sua sorella al suo petto e la strinse, era spaventato e sperava che quello fosse soltanto un incubo da cui si sarebbe svegliato presto.

«Niall lo sai che non voglio vederti stare così male»

«Come farò quando avrò bisogno di te?» continuò a parlare ignorandola.
Lei gli accarezzò la testa godendosi il contatto con i suoi capelli morbidi, tutto il contrario dei suoi i quali erano crespi e pieni di doppie punte.

«Sarò sempre accanto a te Niall, sempre ogni giorno della tua vita»

Rosalind cercava di consolarlo ma sapevano benissimo entrambi che l'assenza della ragazza si sarebbe sentita fin troppo.

«Voglio sapere tutti i tuoi segreti, voglio che tu li condivida con me. Non ti giudicherò e non li dirò a nessuno, te lo prometto»

«Solo se tu mi dici i tuoi» accettò sua sorella. Non lo voleva tagliare via dalla sua vita, in particolare non adesso.
Niall anche accettò e così si ritrovarono a chiacchierare fino all'ora della colazione.

Niall Horan Imagines Where stories live. Discover now