5. Dolore e umiliazione

19 1 0
                                    

Era tarda mattina e Tenko se ne stava nella sua cella, scura in volto. Era passato un giorno intero, eppure non riusciva a togliersi dalla mente la notte passata con il sacerdote. La rabbia che aveva provato, ma soprattutto l'impotenza e l'umiliazione.

Udì un rumore di passi. Si voltò e nel vedere il secondino con l'uniforme da guardia in mano, dentro di sé fece un salto di gioia: uscire a massacrare gente le sembrava l'unico modo per gettarsi alle spalle quegli orribili ricordi.

Una volta sul carro, la sua risolutezza cominciò a vacillare. Il suo compito era di fare il lavoro sporco per il Clero, strozzando i focolai di ribellione che invece avrebbe tanto voluto alimentare. Ogni persona che uccideva era un ostacolo in meno alla supremazia di uomini come il priore, e questa consapevolezza la gettò di nuovo nello sconforto.

Quando il carro si fermò e la fecero scendere, si sentiva quasi peggio che in prigione.

Anche questa volta fu Leonidas Cardea a spiegarle il suo incarico: doveva mettere fuori gioco una sentinella, dopodiché avrebbe fatto irruzione insieme agli altri militari in un mercato illegale.

«L'altra volta hai fatto un buon lavoro, sono convinto che gli dei ti accompagneranno anche questa volta» concluse il felidiano con la consueta aria marziale.

Tenko fece uno svogliato mugugno d'assenso, poi si ricordò di usare la formula corretta: «Sì, capitano.»

Le diedero una spada e poi le indicarono un punto da cui sarebbe stata in grado di salire sul tetto. Per una persona normale sarebbe stato problematico arrampicarsi, ma lei ci riuscì con una naturalezza istintiva. Avanzò con disinvoltura sulla sommità del tetto, agile e silenziosa.

La sentinella era appostata su una piccola balconata coperta: da lì poteva osservare la strada, ma non sarebbe stata in grado di vedere arrivare la demone dall'alto.

Tenko prese un profondo respiro e poi saltò giù. Il suo movimento a pendolo le permise di colpire la sentinella con un vigoroso calcio al petto, abbastanza forte da scaraventarla indietro.

Quasi subito si rese conto di aver usato troppa forza: la sentinella era solo un bambino, e ora giaceva immobile ai suoi piedi.

Con fare incerto gli controllò il battito. Tirò un sospiro di sollievo: non avrebbe avuto quel piccolo faunomorfo sulla coscienza.

Come da programma, si arrampicò nuovamente sulla tettoia e tornò indietro per dare il via libera alle guardie. I militari, divisi in tre gruppi, attaccarono contemporaneamente tutte le entrate, così da bloccare le principali vie di fuga e cogliere di sorpresa i contrabbandieri.

Tenko era insieme al primo gruppo e in un attimo si trovò nel pieno dello scontro. Le guardie non facevano distinzione fra clienti e mercanti, fra uomini armati e disarmati; il loro compito era semplice: uccidere tutti i peccatori e sequestrare la merce.

Ben presto il caos prese il sopravvento: quello spazio era troppo angusto e c'era troppa gente accalcata che spingeva per cercare una via di fuga.

Tenko non era abituata a combattere in spazi così stretti, e quasi subito ricevette il primo fendente. Poi un altro, e un altro ancora. La confusione era tale che non riusciva a distinguere amici e nemici.

Un uomo le si parò avanti, urlante e coperto di sangue. Lei provò a indietreggiare, ma qualcuno la spinse e lei venne colpita di striscio dall'ascia del nemico. Il suo avversario si muoveva senza razionalità, menando colpi a caso. Avrebbe potuto sconfiggerlo facilmente, ma di nuovo qualcuno la urtò alle spalle. Parò d'istinto, riuscendo a bloccare il tondo d'ascia prima di venire sgozzata.

Age of Epic - 1 - EresiaWhere stories live. Discover now