5. Dolore e umiliazione

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Eseguì un affondo nel petto del suo nemico, poi si girò. Voleva proprio vedere in faccia l'uomo che l'aveva quasi fatta uccidere. Non si stupì nel riconoscere l'uniforme di una guardia.

«Ehi, idiota! Fai attenzione!»

Ma non poteva distrarsi. Sentì un rumore alla sua destra. Il telo di una bancarella stava per crollarle addosso, così si affrettò a spostarsi. Non avvertì però il militare, il quale venne coperto dal tessuto colorato e trascinato a terra. Un paio di fuorilegge ne approfittarono per infilzarlo, e Tenko li osservò con subdolo godimento.

Eliminato il nemico, gli sguardi dei due uomini si concentrarono su di lei. La demone ci mise alcuni istanti per ricordarsi che indossava l'uniforme da guardia, e tanto bastò ai suoi avversari per avventarsi su di lei.

Superato il momento di indecisione, la demone ritrovò il suo istinto guerriero e diede sfogo alla sua rabbia. Riuscirono a ferirla, ma alla fine fu lei ad avere la meglio.

Per sua sfortuna, la battaglia non era ancora finita. Altri fuorilegge la aggredirono, e lei cominciò a vacillare. I tagli non erano profondi, ma la sua resistenza cominciava a venire meno: non era abituata agli scontri prolungati. Quando la situazione diventava problematica, in genere si limitava a fuggire, sfruttando la sua agilità per seminare i nemici. Ora però non aveva vie di scampo.

Parò un fendente e schivò un tondo. Si lanciò in avanti e trafisse un nemico, ma qualcuno le tirò una bastonata al fianco. Lanciò un grido e cadde di lato, addosso a una bancarella.

Provò a rialzarsi, ma i suoi aggressori furono più rapidi e la colpirono con calci e bastoni. Provò a difendersi, ma era del tutto impotente.

Stordita dalle percosse, le venne da pensare alla guardia che aveva lasciato morire poco prima: forse lui sarebbe stato in grado di aiutarla. Ma ormai era tardi per i ripensamenti: ancora una volta aveva ceduto ai suoi istinti peggiori, e questa volta l'avrebbe pagata con la vita.

Quello che accadde dopo fu tutto molto confuso. D'un tratto i colpi finirono, sentì delle voci, poi qualcuno la sollevò. Non riuscì a capire chi fosse, né dove la stessero portando. Perse i sensi prima di arrivare a destinazione.


***


Si risvegliò in maniera lenta e graduale. Prima l'udito: voci e rumori di passi. Poi il tatto: una sensazione di fresco in vari punti del corpo. Solo alla fine si attivò anche la vista: si trovava in una piccola tenda, stesa su una spessa coperta. Aveva diverse fasciature là dove era stata ferita, ma non sentiva più dolore. Anche la testa non le rimbombava più.

«Ti sei svegliata.»

Lei si voltò verso l'entrata. Leonidas era sulla soglia, come per entrare, ma esitava. Solo dopo qualche istante Tenko si accorse che a coprirle il seno c'erano solo delle bende messe presumibilmente dal suo guaritore. Le scappò un sorrisetto malizioso: forse il capitano era imbarazzato?

«Stai... bene?» le chiese il felidiano, indeciso se guardarla o meno.

«Sto bene» confermò lei. «Puoi entrare, non sono nuda.»

 Quell'ultima parola sembrò mettere ancora più in difficoltà il militare. «Pregherò Susanoo[7] affinché tu ti rimetta preso. Ora è meglio che vada.»

Age of Epic - 1 - EresiaWhere stories live. Discover now