-Mia Regina, sei così bella questa sera, bella da togliere il fiato: i deboli raggi biancastri e lattiginosi della luna passano attraverso la piccola finestra che da sul giardino, posandosi obliquamente sulla tua esile persona. Questo gioco di luce dona al tuo perfetto viso un'espressione dolce e morbida, e allo stesso tempo i tuoi immensi occhi blu, in cui amo perdermi ogni volta che mi ritrovo in questa sala a venerare la tua perfezione, assumono uno sguardo severo ed intimidatorio, com'è giusto che sia per una fanciulla di sangue reale, una fanciulla meravigliosa quale sei.
L'uomo non ricevette la minima risposta, un sorriso in cambio di quelle parole da oratore, un'occhiata anche solo accennata: ormai era abituato a tanta indifferenza.
Tuttavia, quella sera il dottore aveva in sè un'energia frizzante, quasi elettrica, che lo spinse ad avvicinarsi maggiormente all'incantevole e minacciosa figura.
Egli si inginocchiò davanti al trono, di velluto rosso cremisi e di mogano, con il capo leggermente piegato verso il basso, verso il pavimento di fredda e dura pietra, in segno di devozione assoluta, così riprese a parlare.
-Mia Regina, sei così bella questa sera, bella da togliere il fiato: il tuo lungo ed elegante abito si avvolge in modo morbido e delicato attorno al tuo minuto corpo, dandoti un'aria soave e fiabesca. Questo tipo di rosso tendente al rosa mette in risalto i tuoi lunghi e lisci capelli nero pece, che ti contornano il grazioso viso, donando delle sfumature scure al rosa pallido della tua pelle, delicata come porcellana. Le tue piccole mani, giunte in grembo come se stessi proteggendo qualcosa, sono in parte coperte dalle lunghe maniche, ornate con balze di pregiata stoffa bianca, ed impreziosite da sottili fasce dorate.
Il fiocco bianco che porti dietro al capo ti da un'aria raffinata, molto più di quanto potrebbe fare una semplice, banale e comune corona.
Il dottore attese, in silenzio, per attimi interminabili, una minuscola reazione da parte della Regina, ma nuovamente calò un profondo e tetro silenzio, ad inglobare la buia stanza e tutto ciò che stava al suo interno.
Una scintilla balenò negli occhi dell'uomo, attraverso gli occhiali da vista: forse rabbia, forse tristezza, forse semplicemente si stancò, proprio quella sera, della passività con cui la Sovrana lo trattava sempre.
Un ghigno spaventoso si formò sul volto dell'uomo, mentre questo si alzava e prendeva a camminare, proseguendo con il suo monologo.
-Mia Regina, per quanto mi sforzi, non riesco per nulla a capirti!
Ogni sera mi reco nella tua stanza e prego: affinchè tu vegli sempre su di me, affinchè almeno una volta nella vita tu mi ringrazi per le belle parole che ti offro e che vengono dal cuore.
Non riesci a sentire il mio amore?
Non riesci a sentire tutto il sudore, le lacrime e il sangue che ho impiegato per crearti?
Ti ho dato la bellezza eterna, una sala dove essere venerata come una Dea, delle suddite devote e silenziose a farti compagnia.
Che cosa devo fare per farmi amare da te, Mia Regina?
Alfred Drevis, sapendo che nemmeno dopo questo discorso avrebbe ricevuto la minima attenzione, si voltò, uscendo furibondo e a passo spedito dalla sala delle bambole, probabilmente verso un nuovo esperimento su cui sfogare la sua frustrazione ed il suo sconforto.
Nel frattempo, però, qualcosa di singolare, unico e mai successo prima stava accadendo alla Regina.
Sul perfetto volto roseo della piccola Aya, le lacrime avevano iniziato a cadere copiose dai suoi occhi, rigandole il viso, e creando dei lievi solchi sulle sue guance.
Quante cose avrebbe voluto dire, in quel momento.
Quante parole avrebbe voluto gridare a quell'uomo orribile che, nonostante lei fosse a conoscenza di tutte le crudeltà fatte alle spalle sue e della madre, aveva provato a salvare con tutte le sue forze di bambina.
L'unico problema era che non poteva farlo perchè, si sa, per quanto meravigliose possano essere, per quanto perfette ed incantevoli possano apparire: le bambole non parlano, e mai lo faranno.
Oneshot MERAVIGLIOSA scritta da _Misa_04_
Tra poco uscirà anche la mia
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