Non ti dico cosa provo, no.

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Quando Filippo si era innamorato di Einar, non voleva accettarlo nemmeno lui. Non poteva capire come in venti anni di vita non avesse capito di avere un debole per gli uomini e che arrivato in quella scuola il cubano gli avesse praticamente rubato il cuore. Era difficile convivere nella stessa stanza di albergo con lui, dormire li, in 10 metri quadrati e contemporaneamente, non doversi far beccare da Simone mentre fissava il loro amico comune. C'erano delle notti in cui la stanza si riempiva del profumo di Einar, Simone spariva da qualche parte, e proprio in quei momenti, Filippo non sapeva come potesse controllare il proprio istinto. Avrebbe voluto scostare le proprie coperte, poi quelle di Einar e infilarsi nel suo letto, anche solo per poter sentire il calore dell'altro ragazzo sulla pelle. E forse era proprio quello il problema. Il cubano, forse per via del sangue latino nel suo corpo, era la persona più calorosa ed empatica che Filippo avesse mai incontrato. Certamente lui non si considerava un tipo da abbracci o da tocchi innocui, ma si era dovuto ricredere quando Einar, sin dal primo giorno, aveva iniziato ad abbracciarlo e a toccarlo in qualunque circostanza potesse farlo. Si era ritrovato anche a chiedersi se non fosse lui stesso ad essere cambiato, ma aveva capito non fosse così, quando Nicole gli si era avvicinata, gli aveva messo il braccio intorno alla vita e lui aveva provato solo fastidio.

Non aveva mai avuto il coraggio di dire ad Einar di smettere di toccarlo, anzi, anche lui aveva iniziato a cercarlo con lo sguardo a toccargli il petto a guardarlo in quegli occhi profondamente azzurri e piano paino si era ritrovato innamorato del suo compagno di stanza, scuola e amico.

Il problema vero, però, era che anche in quel momento stava accadendo quello che Filippo più temeva. Sentiva il suo corpo reagire al profumo di Einar e Simone non era nella stanza, perciò la sua mente non faceva che aumentare la pressione che tra poco lo avrebbe costretto davvero ad alzarsi e raggiungerlo. Non gli era mai capitato che anche di giorno si ritrovasse a sentirlo così profondamente. Deglutì a fatica e iniziò a fissarlo, mentre l'altro smanettava al telefono, con le gambe tirate su al petto, mentre sorrideva. Una fitta di dolore lo colpì quando si rese conto che probabilmente stava sorridendo a Valentina, la sua fidanzata e a qualche messaggio dolce che lei gli aveva mandato. Pensò, triste, che anche lui avrebbe voluto dirgli cose dolci, ma poteva farlo solo attraverso la musica e davvero, ogni volta che lo faceva, sperava che Einar capisse che la canzone fosse dedicata a lui.

Un magone si formò nella sua gola, così recuperò la bottiglia di acqua sul suo comodino e bevve un sorso, cercando di calmarsi. Non che servì a molto. Riappoggiò la bottiglia sul mobile e poi portò di nuovo lo sguardo sul suo amico, constatando con sorpresa che lui lo stesse fissando. Il nodo alla gola si fece più intenso e sentì i suoi arti farsi rigidi. Non riusciva a muoversi sotto lo sguardo indagatore di Einar. Lo stava studiando, come se avesse capito che qualcosa non andava. Lo vide alzarsi e dirigersi verso di lui. Appoggiò il telefono sul comodino e gli ci si sedette accanto.

Gli mise una mano sulla gamba e quelle di Filippo iniziarono a sudare e tremare. Osservò quella parte dei loro corpi che si univano e dovette sforzarsi per resistere alla tentazione di sdraiarlo su quel letto e baciarlo. Si rese conto di quello che aveva appena pensato, ma non fece in tempo a rielaborarlo perché Einar gli sorrise e lui ricambiò con uno che più falso e tirato non poteva essere.

"Che succede?" chiese il ragazzo accanto a lui, nel suo solito modo gentile di fare le cose. Filippo giurò di provare la sensazione di affogamento, nonostante l'acqua non lo stesse circondando e lui non stesse per morire. Probabilmente si trattava di un attacco di panico, ma perché non poteva trattenersi meglio con lui, come faceva con tutti gli altri?

"Nulla Ein" provò a convincere l'amico, ma anche se stesso. Non funzionò in nessuno dei due casi. La mano di Einar premette un po' di più sulla sua gamba e a quel punto non poté non riguardare la scena che si stava verificando. Il suo cuore accelerò ancora di più e poi alzò di nuovo lo sguardo.

Non ti dico cosa provo, no [Eiram]Where stories live. Discover now