ZERO

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"L' amore è logorante, crudele, spietato ed arriva sempre quando non ne sei alla ricerca. L' amore è tipo come l' amico stronzo del gruppo che si autoinvita alla tua festa, per il solo piacere di rovinarti una bellissima serata, sparando battute squallide che hai risentito almeno quindici volte.

Ho conosciuto Veronica, quando credevo che la vita non mi potesse offrire niente di meglio di una bottiglia di becks e un pacchetto di marlboro quasi finito. Vì era come una boccata fresca in una città piena di smog, come la primavera dopo 4 mesi di freddo ed oscurità, era semplicemente perfetta in un mondo che non ha più nulla da offrirti.

Ma come ogni cosa bella che ha attraversato la mia vita, anche lei se ne è tirata fuori e la colpa è solo mia.

Sono sempre stato un asso ad allontanare da me le persone. Le ho sempre respinte per motivi stupidi e per il mio pessimo carattere governato solo dall' orgoglio, ma questo a Veronica non importava. Era innamorata di me per ogni mia singola imperfezione, per ogni carezza mancata e per il fatto che non riuscisse a mettermi i piedi in testa. Vì era una di quelle persone innamorate dei casi clinici, quelli che dovevano essere salvati, ma il problema è che nel tentativo di salvarmi da me stesso ci ha rimesso lei.

Di quella notte ricordo tutto nei minimi dettagli, come se fosse accaduto oggi, ma in realtà sono passati circa tre anni da quell' incidente. Volete sapere cosa è successo? Abbiamo litigato perché i suoi genitori volevano trasferisi da Palermo a Bergamo e purtroppo essendo lei minorenne non poteva far altro che sottostare all' ordine dei suoi. Non fraintendete non le ho torto un capello con le mie mani, ma è come se lo avessi fatto.

Abbiamo litigato, le ho detto cose terribili, l' ho accusata di volersi allontanare da me perché non ero abbastanza, di essere come tutte le persone che mi erano state accanto, di essere falsa come ogni sua promessa nei miei confronti e di andarsene via, perché la vista dei suoi occhi e dell' intera sua persona mi disgustavano. E dopo tutte le mie cattiverie andò via, senza aspettare che la madre la venisse a prendere, inziò a correre sotto la pioggia e dopo un minuto sentì delle gomme stridere sull' asfalto, un rumore assordante ed un clacson impazzito. Mi si fermò il cuore, una parte di me già ne era a conoscenza, sapeva cosa era successo ma non voleva assolutamente accertarlo. Uscì di casa senza nemmeno indossare maglietta e scarpe e corsi nell' unica direzione in cui tutti si stavano radunando. Mi feci largo a spintoni tra gli sguardi incuriositi e fu così che mi si stampò nella mente l' immagine di lei fatta a pezzi in due parti."

Sollevo lo sguardo su coloro che partecipano all' ora della confessione e sui loro volti noto solo facce compassionevoli, che ormai sono abituato ad osservare, ma mentre le scorro tutte ne vedo una che mi sembra indecifrabile e distante.

"Zero, ti ringrazio di aver condiviso questo momento con noi, sappiamo quanto sia difficile per te parlarne"- Esordisce la nostra strizzacervelli e poi distoglie lo sguardo da me, posandolo sulla ragazza dall'espressione impassibile-"Isabella, benvenuta nel nostro gruppo, vuoi condividere la tua esperienza con noi oppure vuoi aspettare?"

La ragazza fa una smorfia di disprezzo, si vede è a disagio come lo ero io i primi giorni in clinica. Ha lo sguardo posato sulle braccia ed appena anche io vi guardo noto con inaspettato dispiacere le fasce bianche. Una suicida, comprendo il motivo del suo distacco. La clinica in tre anni mi ha insegnato che esistono quattro tipi di pazzi:

I depressi, quelli come me, che basano l' intera loro vita sull' autocommiserazione, che cercano di cambiare qualcosa ma invani perché attratti dalla sfiga.

I pazzi quelli veri, quelli che soffrono di malattie come sindromi violente e quant' altro.

I pazienti affetti da stress post traumatico, che hanno subito incidenti di percorso che hanno interrotto gran parte delle loro funzioni vitali.